Da una storia falsa

(24 giugno 2019)

Uno dei modi più sicuri di rovinare la lettura di un libro e la visione di un film è aprirlo con le parole «tratto da una storia vera».
Se non è un libro di storia o un documentario, che cazius me ne frega della veridicità? Mi interessano solo la qualità delle idee trasmesse e il modo di raccontare.
Purtroppo, il cervello umano sa funzionare secondo un solo principio: costruire i concetti nuovi con i mattoncini delle conoscenze accumulate (viste, sentite, lette), uniti tra loro in proporzioni e disegni corrispondenti alle capacità sviluppate. Ma pure la quantità e la qualità dei mattoncini contano.
In ogni caso, la frase «tratto da una storia vera» va letta come «ve la racconto così com’è perché sono povero di cervello».

Rubriche: Cultura

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