L’archivio del tag «guerra»

L’arte militare

Nell’aeroporto di Engels (nella regione di Saratov) dove sono basati i bombardieri strategici Tu-95 russi, sono apparsi dei bombardieri dipinti. Si vedono nelle immagini satellitari scattate da Planet Labs il 29 settembre. Come nota il progetto The War Zone, è possibile che si tratti di mock-up, ma dato che non proiettano alcuna ombra, è probabile che gli aerei siano stati semplicemente dipinti nel parcheggio dell’aeroporto. Allo stesso tempo, a giudicare dai dettagli, uno dei disegni era già finito quando è stata scattata l’immagine satellitare, mentre l’altro non era ancora terminato.


Sicuramente si tratta di un trucco per fregare i droni ucraini che periodicamente entrano sul territorio russo per colpire quella parte della logistica militare russa che viene utilizzata direttamente per intervenire sul fronte ucraino. Ma dal punto di vista tecnico è un trucco da Seconda guerra mondiale o da Paesi del terzo mondo. infatti, i sistemi di spionaggio e/o di orientamento moderni avanzati sono perfettamente capaci di distinguere gli oggetti bidimensionali e tridimensionali. Quindi avrei due ipotesi: o i vertici militari russi non sono particolarmente aggiornati sulle tecnologie moderne, o hanno fatto sparire (come succede da decenni) pure i fondi per la realizzazione dei modellini bidimensionali…


Vedo una leggera evoluzione

Nel 2024, la spesa per la «difesa» nel bilancio dello Stato russo supererà per la prima volta la spesa per la sfera sociale (medicina, istruzione etc.): nel 2024 è prevista una spesa di 7700 miliardi di rubli per questo settore. Il bilancio per il 2023 nella stessa sezione mostra una spesa di 6,4 trilioni di rubli, mentre nel 2021 sono stati spesi 3,5 trilioni di rubli.
La spiegazione migliore al suddetto aumento ci è stata fornita da Dmitry Peskov, il portavoce di Putin:

È ovvio che tale aumento è necessario – assolutamente necessario – perché viviamo in uno stato di guerra ibrida, stiamo portando avanti un’operazione militare speciale. Mi riferisco alla guerra ibrida che viene condotta contro di noi e che richiede spese elevate.

Della suddetta citazione è interessante notare il suo posizionamento nella evoluzione della presentazione ufficiale della guerra. Prima era una «operazione militare speciale» in Ucraina, poi «con tutta la NATO come avversario» e ora, finalmente, si osserva una prima svolta verso il vittimismo: non siamo noi a condurre l guerra, ma è contro di noi che viene condotta la guerra. Se le cose dovessero procedere in questo modo, tra poco sentiremo realmente che è stata l’Ucraina ad attaccare la Russia, magari «su ordine dell’Occidente».


Annalena Berbock testimonia

Ieri, improvvisamente, è stata fatta una ammissione interessante: la ministra degli Esteri tedesca Annalena Berbock ha dichiarato alla CNN che alcune delle armi inviate dalla Germania all’Ucraina non funzionavano. E i dubbi circa il funzionamento – ma anche la capacità di utilizzo da parte dei militari ucraini – ostacolano la fornitura di altri armamenti, almeno da parte della Germania.
Boh… A me sembra di vedere due soluzioni – praticabili anche contemporaneamente – abbastanza ovvie al problema: 1) fornire più armamenti, per fare in modo ne funzioni correttamente una percentuale più alta possibile; 2) iniziare, finalmente, a fornire qualcosa di più recente e serio. La prima soluzione è naturalmente limitata dalla disponibilità fisica delle scorte, la seconda richiede l’addestramento dell’esercito ucraino (anche n temini di coordinamento tra le varie forze che compongono l’esercito). Ma in oltre un anno e mezzo di guerra ci si poteva organizzare o almeno preparare un piano concettuale…


Solo statistiche

Le Forze per le Operazioni Speciali ucraine hanno affermato che il 22 settembre nell’attacco missilistico contro il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli sono stati uccisi 34 ufficiali russi e feriti 105 militari russi. Tra gli uccisi, secondo l’esercito ucraino, ci sarebbe anche il comandante della Flotta russa del Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov.
Si tratta sicuramente delle notizie di cronaca (e, probabilmente, delle informazioni storiche) interessanti, ma, allo stesso tempo, possiamo dire che quei numeri sono solo delle statistiche. Infatti, nel caso di un attacco del genere non ha alcuna importanza chi in particolare è stato ucciso e/o cosa è stato distrutto. Lo Stato russo ha tanti ufficiali (nessuno dei quali sembra distinguersi particolarmente per le proprie qualità professionali) e tiene tutti i documenti militari e tecnici in formato digitale (lo presumo perché secondo me ormai succede anche negli Stati dell’Africa centrale). Di conseguenza, un attacco del genere – assieme a tutte le sue conseguenze esprimibili in perdite umane o materiali – ha più un valore simbolico e motivazionale per l’esercito ucraino. Quest’ultimo, dopo oltre un anno e mezzo di guerra, ha tantissimo bisogno di essere motivato anche con dei successi del genere.


Che bei missili che arrivano

Il mio video preferito di questa settimana è sicuramente quello dell’attacco missilistico ucraino al quartier generale della flotta militare russa del Mar Nero a Sebastopoli.

Anche se mi sarebbe piaciuto non meno, forse anche più, vedere colpire tutta quella flotta russa – con l’annessa infrastruttura – che in questo periodo esporta il petrolio russo nel mondo. Sarebbe utile togliere un po’ di fonti finanziarie all’aggressore…


I mobilitati più “fortunati”

In questi giorni in Russia – e tra i russi sparsi per il mondo anche a causa della guerra – si ricorda il primo anniversario della mobilitazione militare per la guerra in Ucraina. Per qualche strano motivo molti giornalisti e lettori si aspettano ora la cosiddetta «seconda ondata» della mobilitazione: anche se è evidente che non è ancora finita la prima (il fatto è che procede nelle zone della provincia profonda russa, dove non provoca tanta reazione mediatica).
Ma l’anniversario è comunque importante. Dunque per questo sabato vi consiglio un articolo che illustra uno dei numerosi aspetti meno evidenti della mobilitazione: l’arruolamento dei «nuovi cittadini» russi, quelli che per anni hanno sperato di naturalizzarsi in uno Stato che a loro sembrava molto più benestante, tranquillo e sicuro del proprio. Chi poteva immaginare una «fortuna» del genere?


Cosa è successo

Il gruppo giornalistico analitico-investigativo Conflict Intelligence Team (CIT) ha pubblicato delle foto del sottomarino russo «Rostov-na-Donu», danneggiato nel corso dell’attacco missilistico ucraino del 13 settembre a un cantiere navale russo di Sebastopoli (in Crimea).

Come si fa a non ricordare le parole pronunciate 23 anni fa da un noto politico russo e non aggiornarle agli eventi attuali?
«Cosa è successo alla flotta russa del Mar Nero? È affondata».


La lettura del sabato

Il tristemente noto Evgeny Prigozhin non è più ufficialmente tra noi, ma i risultati del suo recente operato terrestre continuano a manifestarsi nel mondo odierno. E chissà per quanto altro tempo continueranno a manifestarsi.
Oggi, per esempio, vi segnalo un articolo che racconta solo alcune storie di quei criminali russi che erano stati arruolati da Prigozhin per la guerra in Ucraina e poi riammessi nella vita libera quotidiana al termine del contratto. Ovviamente, sono delle storie non proprio allegre…


Che cosa era arrivato

L’Ucraina ha lanciato nella notte un attacco missilistico contro una fabbrica di riparazione navale nella zona occupata di Sebastopoli. Il Ministero della «Difesa» russo ha dovuto ammettere che sono stati colpiti e danneggiati con tre missili da crociera la fabbrica e due navi da guerra in fase riparazione. I residenti locali hanno riferito di aver sentito almeno sette esplosioni.
A prima vista non sembrerebbero dei danni eccezionali. Però possiamo provare a vedere la mappa e ricordarci che Sebastopoli è una delle città ucraine occupate attualmente più lontane dalla linea del fronte. Questo potrebbe farci pensare che l’Ucraina abbia finalmente ricevuto i ATACMS e che sappia già usarli bene.
Molto bene: è un altro piccolo passo in avanti.


Che grande scoperta

Il generale Mark Milley – il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti – ha dichiarato che le condizioni meteorologiche consentiranno alle forze armate ucraine di condurre un’offensiva per poco più di un mese. A suo avviso, le forze armate ucraine avranno più difficoltà a manovrare in autunno. Milley ha anche aggiunto che le forze armate ucraine stanno avanzando più lentamente del previsto.
Tutte le conclusioni ottenute dalle analisi di chissà quale entità e durata mi fanno un po’ ridere e arrabbiare allo stesso tempo. È ovvio che l’avanzata ucraina sta procedendo più lentamente di quanto si spera (prima di tutto, dagli ucraini stessi). Ma grazie a quali cazius di mezzi dovrebbe essere più veloce? Grazie a poche decine di carri armati? Oppure grazie alla promessa degli F16 non ancora integrati nel sistema militare ucraino? Boh…