Ieri Putin ha affermato che gli attacchi dell’Ucraina con armi occidentali ad alta precisione contro il territorio russo significherebbero che i Paesi della NATO partecipano direttamente alla guerra, fornendo i dati necessari per gli attacchi dai propri satelliti. In realtà, non è la prima volta che parla di partecipazione della NATO alla guerra: lo aveva già fatto, per esempio, parlando degli istruttori occidentali nell’esercito ucraino. Ma ora tutto questo non ha molta importanza.
Supponiamo che la NATO partecipi alla guerra. E allora? Si può attaccare il proprio vicino, ma non si può difendere il proprio vicino? È stata superata un’altra «linea rossa»? Putin si offende e… E cosa fa? Inizia una guerra contro tutta la NATO cattiva? (no, non ha le risorse per farlo) Comincia a bombardare l’Ucraina con una particolare intensità? (lo sta già facendo, e da molto tempo) Inizia ad aprire la valigetta con il «bottone rosso»? (lo sta minacciando, in forme diverse, da molto tempo) Oppure si sfoga contro qualche dissidente interno? (anche questo modo di fare è abbastanza abituale)
In realtà, in questo caso particolare non bisogna prestare troppa attenzione alle parole di Putin. Ha solo deciso di ripetere ancora una volta la propria amata storiella: che il mondo intero sta attaccando la Federazione Russa, che la «operazione militare speciale» è stata iniziata «non senza motivo», e che il povero Putin è stato ingannato ancora una volta dagli occidentali. Lo fa solo per rinfrescare i vecchi concetti della propria propaganda nelle menti dei sudditi.
Non vedo dunque alcuna notizia.
Putin e la NATO cattiva
(13 settembre 2024)
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