L’archivio della rubrica «Italia»

Altri “Referendum”

Lo sapete già: in Veneto ha partecipato al «referendum» il 57,2% degli aventi diritto (98,1% per il sì), mentre in Lombardia il 38,25% (95,29% per il sì).
Dato che almeno in Lombardia l’evento è stato ben pubblicizzato (almeno nel senso commerciale del termine), penso di poter sottolineare una certa somiglianza del «referendum» con l’analogo gioco collettivo catalano. In sostanza, vi partecipano solo le persone favorevoli al «sì» ed i simpatizzanti dei promotori della consultazione stessa.
I contrati e gli indifferenti, invece, ignorano i giochi inutili come questo.

Per correttezza, dobbiamo sottolineare che una piccola utilità c’è stata, ma solo per la Lega: con i voti pubblici essa ha censito i propri simpatizzanti in due Regioni italiane. Auguri a tutti.


DiMeglio

Qualcuno si è già accorto che il tipo del logo della catena DiMeglio sta suonando una fisarmonica?

Qualcuno ha una spiegazione alla scelta di tale strumento musicale? La fisarmonica non mi sembra uno strumento particolarmente popolare in Italia, di conseguenza suppongo che la non-popolarità si trasmetta anche ai punti-vendita.
P.S.: io non entrerei mai per scelta propria in un negozio con una combinazione così oscena dei colori sul logo. L’aspetto estetico, stranamente, incide sulle mie emozioni e percezioni. Ma in teoria non escludo che la qualità dei negozia sia buona.


L’arte contemporanea

In aprile dell’anno scorso avevo scritto dell’americano Stan Herd che crea delle enormi immagini con l’aiuto di un trattore.

Oggi ho scoperto della esistenza di un suo «collega» notevolmente più scarso dal punto di vista artistico: il veneto Dario Gambarin (ecco il suo sito).

Come ho fatto a scoprirlo? L’ho scoperto leggendo della sua recentissima opera. Questa:

Si dice che in precedenza avrebbe già creato i ritratti di Donald Trump e Hillary Clinton.

La fama artistica dell’Italia non ha bisogno di nemici esterni…


Kebab – Kebap

Non so se anche voi vi siete accorti di una strana metamorfosi di massa. Fino a qualche anno fa le città italiane erano piene di locali specializzati in Kebab.

E poi, a un certo punto, quasi tutti quei locali hanno deciso di cambiare la specializzazione e darsi alla produzione dei Kebap.

Non ho ancora capito il perché di questa trasformazione massiccia ma non totale.


Il miracolo economico milanese

La sera del mercoledì 7 giugno, passando in piazza Duomo a Milano, avevo notato una fila delle vecchie Fiat 500 davanti alla Rinascente.

In un primo momento avevo pensato che si trattasse di un evento legato, in qualche modo, ai 100 anni del negozio. Grazie a una breve ricerca su internet avevo invece scoperto che le auto servivano per girare uno spot televisivo dedicato ai 60 anni della Fiat 500 (anche se la Fiat 500 C «Topolino» della foto precedente è del 1949; il primo «Topolino» fu prodotto nel 1936).

Ma la domanda che mi sono posto non cambia in relazione al motivo per il quale le belle Fiat d’epoca si trovavano in quel luogo e in quel momento. La Fiat è già stata multata per aver fatto circolare delle auto «Euro 0» in piena Area C? A me risulta che non siano previste delle deroghe per le auto storiche (e questa è per me una enorme stronzata). Inoltre, non mi risulta che le multe si applichino solo ai cittadini privati (sarebbe una notevole stronzata).

Di conseguenza, mi sembra di capire che la situazione a Milano sia la seguente:

1) i milanesi sono obbligati a comprarsi una auto nuova ogni volta che vengono aggiornati gli standard ecologici;

2) i milanesi appassionati delle auto storiche sono pochi e viaggiano in auto troppo raramente, quindi il Comune guadagna più multandoli che facendoli pagare i «ticket» della Area C;

3) certe aziende, anche quelle extramilanesi, non vengono multate perché già pagano bene.

Insomma, meno male che la Milano è governata dalla sinistra.

P.S. Lo stesso discorso vale per gli autobus.


Zoologia nel design

Il designer russo Artemy Lebedev ha messo ieri in evidenza una tendenza curiosa.

Egli fondò nel 1995 il proprio studio di design. Nel 1998 lo studio assunse il nome di Art. Lebedev Studio e adottò il logo con il codice a barre:

In breve tempo il logo mutò leggermente:

Nel 2016 lo studio ha deciso di rivedere la propria stilistica, il che ha comportato, tra le altre cose, il cambiamento del logo:

Proprio a questo punto hanno iniziato ad arrivare i primi sciacalli. Ecco il primo esempio del 2016:

Ecco, invece, un esempio del 2017:

Aspettiamo altri aggiornamenti dal mondo della moda, altre notizie sulla creatività italiana etc.


Quella festa del 2 giugno

In Italia io, oltre ad essere un extracomunitario barbaro, sono pure un osservatore estraneo con la mente libra da tutto ciò che un aborigeno medio tende a dare per scontato.

Una delle conseguenze di questo mio stato è una percezione personale delle varie feste nazionali italiane. Così, per esempio, la Festa della Repubblica mi sembra più sensata e indiscutibile delle altre.

So che una buona parte degli italiani non si ricorda il nome e la motivazione della festa del 2 giugno. So che una buona parte degli italiani vive avendo in mente la società divisa in due fronti politici estremi perennemente in guerra e preferisce altre date. So che una buona parte degli italiani allo stesso tempo ama pure un’altra festa, quella che sarebbe più appropriata a una società sottosviluppata e infantile.

Pochi si ricordano della festa odierna che rappresenta — in forza della sua origine — realmente l’unità nazionale nel prendere in considerazione tutte le altre feste possibili e immaginabili.

Auguri a tutti.


Un immobile in gestione

Come avrete già letto, lo Stato italiano ha deciso di continuare nella impresa del restauro degli immobili con le mani e le risorse dei privati: ecco il link. Agli imprenditori under 40 verranno concessi per 9+9 oppure 50 anni castelli, vecchie stazioni ferroviarie e case cantoniere.

Dal punto di vista economico è una scelta che ha senso perché è vantaggiosa per lo Stato. Resta da capire che sono quegli under 40 che hanno tanti soldi da ristrutturare un immobile storico (quindi rispettando tutte le linee guida imposte dallo Stato) senza poterlo ottenere in proprietà. Io, se avessi avuto non solo il requisito dell’età, avrei tentato di investire in qualcosa di più redditizio o durevole nel tempo. Questo, naturalmente, non significa che non si possano realizzare dei progetti interessanti anche sul campo in questione.

Purtroppo, però, la mia unica ricchezza sono una certa quantità di idee più o meno azzardate e la consapevolezza del fatto che le idee non sono coperte dal diritto d’autore. Quindi con il presente post mi limito a fare due azioni piuttosto banali:

1. Segnalarvi l’opportunità di cui sopra;

2. Dichiarare la propria disponibilità a entrare a far parte di un insieme di persone realmente interessate a un determinato immobile offerto dal Demanio.

P.S.: se un giorno decidono di concedere ai giovani le chiese sconsacrate, vendo un polmone (arricchito con il catrame) pur di poter organizzare delle feste notturne molto particolari…


Gli anniversari

Cosa avrei potuto scrivere oggi io, un osservatore/critico estraneo? Senza il pericolo di offendere i sentimenti di qualcuno, quasi nulla.

Per puro caso (e per tana fortuna) proprio ieri ho fatto uno dei miei famosi strani viaggi nell’Italia non turistica: a Palazzolo sull’Oglio. Proprio in quella città ho visto uno dei monumenti più curiosi che mi siano mai capitati davanti agli occhi.

Di profilo quadrato, è dedicato a quattro, ehm, conflitti armati: un lato per ognuno. Provate a stendere un elenco delle loro caratteristiche comuni. Onestamente.

I lati A e B:

I lati C e D:


L’acqua per le locomotive

All’inizio del dicembre 2016 ero stato contattato da un ingegnere che mi aveva chiesto l’autorizzazione per una eventuale pubblicazione di due mie fotografie su una rivista specializzata. Aveva manifestato l’interesse, tra l’altro, per la foto della manichetta per l’acqua per le locomotive a vapore che io avevo pubblicato sul mio fotoracconto dedicato a Breno.

Naturalmente, avevo autorizzato la pubblicazione. Tutte le foto di cui sono autore possono essere pubblicate su carta o web se accompagnate dal mio nome e dal link al mio sito.

La rivista specializzata si chiama «Il mondo ferroviario», costa 7,50 euro e non so bene dove possa essere comprata (nelle edicole normali non l’ho mai vista). Di conseguenza, non so nemmeno se abbiano mai pubblicato le mie foto (non ho più avuto delle comunicazioni ufficiali). Se qualcuno di voi lo sa, mi faccia sapere!

In compenso, posso comunicare con tutto il mondo – e non solo quello ferroviario – attraverso il proprio blog. Esattamente con questo potentissimo mezzo di comunicazione vi informo oggi di un’altra grande notizia: ho trovato una manichetta per l’acqua per le locomotive molto più interessante di quella vista a Breno. Si trova a Casalmaggiore (in provincia di Cremona). Eccola:

Anzi, ce n’erano ben due, entrambe conservate benissimo. Avevano entrambe i lampioni e, in un caso, pure l’accesso al pozzo di servizio.

Pure la catena con il cui aiuto si girava la canna è al suo posto.
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