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(13 luglio 2022)

Quando il viceministro delle finanze tedesco Jörg Kukis annuncia – nel corso di una conferenza a Sydney – che la Germania smetterà di acquistare il carbone russo dall’1 agosto 2022 e il petrolio russo dal 31 dicembre 2022, fa solo una semplice cosa. Ricorda solo che la Germania rispetterà le sanzioni europee prese nell’ambito dell’acquisto delle materie prime russe. Ma io, purtroppo, continuo a non vedere una tendenza «di massa» tra gli Stati europei verso l’obiettivo prefissato.
Se qualcuno avesse l’impressione che le sanzioni contro la Russia non funzionino, bisogna evidenziare almeno due cosa. La prima è banalissima: le sanzioni economiche tecnicamente non possono funzionare come un interruttore della corrente. La seconda cosa si osserva quasi altrettanto facilmente: a volte sembra che l’adozione e la messa in pratica delle sanzioni sia troppo timidi, ma in realtà tra i Governi europei non si hanno delle idee chiare su come convincere i produttori alternativi (alternativi alla Russia) di produrre e vendere di più.

Rubriche: Nel mondo, Russia

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