Il ritiro delle truppe

(13 ottobre 2014)

Come sanno già in molti, ieri il presidente Putin aveva ordinato il ritiro di tutte le truppe russe che erano «in esercitazione» al confine con l’Ucraina. Le truppe in questione dovrebbero tornare nelle zone della loro dislocazione regolare.

Supponiamo che ciò accada realmente. Ma dobbiamo pure sempre ricordare una cosa semplice: anche domani verranno mandate sulla Luna, il fatto potrà tranquillamente essere negato dai comunicati ufficiali.

E’ evidente che l’ordine di cui sopra è stato fatto al fine di facilitare i prossimi incontri internazionali di Putin. Oltre alla sua parziale resa davanti alle sanzioni («sì-sì, ora faccio il bravo») può significare la fine della operazione sulla riconquista della Ucraina. Di conseguenza:

1. L’Ucraina è persa come il territorio di sfruttamento economico perché è stata spinta, dall’intervento militare russo, verso l’UE;
2. E’ persa la neutralità militare della Ucraina perché essa è stata spinta, dall’intervento militare russo, verso la NATO;
3. Per lo stesso motivo è stata ottenuta l’ostilità del popolo ucraino (al posto della amicizia di prima);
4. Di tutto il Sud-Est ucraino è stata conquistata solo una piccolissima parte;
5. Il passaggio via terra verso la Crimea è stato negato dagli stessi abitanti russi del sud ucraino che hanno costruito con le proprie mani le barricate e le trincee per non far passere gli invasori;
6. Circa 4000 uccisi tra russi e ucraini;
7. L’economia russa è fortemente danneggiata a causa della fuga dei capitali quasi raddoppiata (85,2 miliardi di dollari nei primi 9 mesi dell’anno) e della guerra delle sanzioni;
8. Lo status di Rogue State di fatto già riconosciuto alla Russia.

Minc…a, c’è ancora qualcuno che chiama Putin «un grande presidente»? E pensate che vi ho risparmiato la maggior parte dei problemi interni.

Rubriche: Russia

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