Trump ha dichiarato che la proposta di Putin di continuare ad attenersi alle restrizioni previste dal trattato sulle misure per l’ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive (START III), che scadrà il 5 febbraio 2026, «sembra una buona idea».
Sicuramente vi ricordate che lo START III è un accordo tra Russia e Stati Uniti sulle misure per l’ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive, firmato dai presidenti Dmitry Medvedev e Barack Obama nel 2010. L’accordo limita il numero di testate nucleari di ciascuna parte a 1550 e il numero di missili balistici intercontinentali, missili balistici su sottomarini e bombardieri pesanti a 700. Nel 2021 Putin e Biden avevano concordato di prorogare l’accordo per altri cinque anni.
Sicuramente potete immaginare anche quale schema sembra «una buona idea» a Putin: non prorogare l’accordo; proporre a Trump di rispettare l’accordo non prorogato; fare di nascosto quello che si vuole; ridere di Trump che sta rispettando da solo l’accordo non prorogato. Non sono sicuro al 100% che andrà così, ma sarebbe il comportamento tipico di Putin.
Mentre la dichiarazione «sembra una buona idea» di Trump è l’ennesima manifestazione del vecchissimo problema dell’Occidente nei rapporti con Putin: credere a quello che dice. Forse Trump è uno degli ultimi a non averlo ancora capito.
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Avevo letto che si era sentito scampato a un grave pericolo, e sonj andato a cercare le video-prove. Effettivamente, lui e la moglie hanno rischiato tantissimo:
Sarà la colpa di Biden o delle tariffe troppo base? Tra due settimane lo scopriremo.
È un po’ strano prestare anche una minima attenzione a quello che dice Trump (a differenza delle stronzate che fa creando dei problemi un po’ a tutti), ma volte è utile dare qualche avvertimento alle persone più ingenue.
Per esempio: ieri, alla domanda di un giornalista «Aiuterà la Polonia e gli Stati baltici a difendersi dalla Russia se quest’ultima continuerà a intensificare le sue azioni?» Trump ha risposto «Yeah, I would».
REPORTER: Will you help depend Poland and the Baltic states from Russia if Russia keeps escalating?
TRUMP: Yeah, I would pic.twitter.com/1cbogB3kP5
– Aaron Rupar (@atrupar) September 21, 2025
Già così non sembra una risposta affermativa categorica, ma non sappiamo anche come sta «aiutando» l’Ucraina aggredita da oltre tre anni e mezzo. Difenderà la Polonia e gli Stati baltici facendo un incontro con Putin e concedendo sempre a Putin una sequenza infinita di due settimane.
Così tutti si salveranno in 24 ore. Sicuro.
Direi che in parte è vero, ma solo in parte:
È vero in parte perché Trump sta imparando bene, ma spesso agisce troppo in fretta. Il «segreto del successo» di Putin sta nel fatto chiudeva o vietava qualcosa molto spesso, ma a piccolissime dosi: così la maggioranza della gente spensierata non si accorgeva oppure non protestava «per così poco».
Ieri Trump ha dichiarato che ora «non è il momento» di rivolgersi a Putin con un appello per un cessate il fuoco.
Le persone maligne, ovviamente, noteranno subito che Trump non è più «molto arrabbiato» nei confronti di Putin, ma, semplicemente, ha deciso per la prima volta nella vita di aspettare due settimane: e se improvvisamente il fuoco cessasse da solo?
In realtà, questa è stata una delle due volte al giorno in cui Trump ha segnato l’ora esatta: da più di tre anni è inutile chiedere a Putin di cessare il fuoco, perché il risultato di una simile richiesta è scontato. Non resta che trarre le giuste conclusioni.
Ma Trump non è in grado di trarre conclusioni, sappiamo bene da tempo anche questo.
Trump ha dichiarato che imporrà sanzioni significative alla Russia quando tutti i Paesi della NATO accetteranno di fare lo stesso e rifiuteranno di acquistare petrolio russo. Ha inoltre espresso l’opinione che l’imposizione di dazi elevati sulle importazioni dalla Cina potrebbe contribuire a porre fine alla guerra il più rapidamente possibile.
A LETTER SENT BY PRESIDENT DONALD J. TRUMP TO ALL NATO NATIONS AND, THE WORLD: «I am ready to do major Sanctions on Russia when all NATO Nations have agreed, and started, to do the same thing, and when all NATO Nations STOP BUYING OIL FROM RUSSIA. As you know, NATO’S commitment to WIN has been far less than 100%, and the purchase of Russian Oil, by some, has been shocking! It greatly weakens your negotiating position, and bargaining power, over Russia. Anyway, I am ready to „go“ when you are. Just say when? I believe that this, plus NATO, as a group, placing 50% to 100% TARIFFS ON CHINA, to be fully withdrawn after the WAR with Russia and Ukraine is ended, will also be of great help in ENDING this deadly, but RIDICULOUS, WAR. China has a strong control, and even grip, over Russia, and these powerful Tariffs will break that grip. This is not TRUMP’S WAR (it would never have started if I was President!), it is Biden’s and Zelenskyy’s WAR. I am only here to help stop it, and save thousands of Russian and Ukrainian lives (7,118 lives lost last week, alone. CRAZY!). If NATO does as I say, the WAR will end quickly, and all of those lives will be saved! If not, you are just wasting my time, and the time, energy, and money of the United States. Thank you for your attention to this matter! DONALD J. TRUMP, PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA.»
C’è chi sostiene che Trump, con la sua idea fissa dei dazi, avrebbe la visione dell’economia e del mondo del XIX secolo. Secondo la mia autorevolissima opinione, tutte queste persone sbagliano: Trump non capisce proprio come funziona l’economia (magari oltre alla logica «compra a basso prezzo e vendi al prezzo alto»).
I dazi contro la Cina fermeranno la guerra? Non avranno gli effetti negativi sulle economie degli Stati-membri della NATO? La Russia non saprà a chi vendere il petrolio sul mercato globale dove la quantità del petrolio è quasi fissa? Putin non c’entra nulla con la guerra tra (?!) Biden e Zelensky?
Meno male che sono solo parole, come tutto quello che scrive o dice Trump.
Giovedì Donald Trump aveva scritto sul proprio Truth Social:
It is very hard, if not impossible, to win a war without attacking an invaders country. It’s like a great team in sports that has a fantastic defense, but is not allowed to play offense. There is no chance of winning! It is like that with Ukraine and Russia. Crooked and grossly incompetent Joe Biden would not let Ukraine FIGHT BACK, only DEFEND. How did that work out? Regardless, this is a war that would have NEVER happened if I were President — ZERO CHANCE. Interesting times ahead!!! President DJT
Ho visto tante persone che hanno interpretato quelle parole nel senso più ottimistico: forse ora alla Ucraina sarà permesso di colpire il territorio russo senza limiti e/o le verranno fornite più armi?
E invece no: un rappresentante anonimo della Casa Bianca ha precisato ai giornalisti che Trump avrebbe fatto capire alla Ucraina che essa dovrà accettare l’accordo alle condizioni della Russia. Quindi è la stessa situazione di prima: Trump sta continuando a fare il rappresentante fedele degli interessi di Putin.
Ma un miglioramento della situazione generale c’è: la gente non reagisce più a ogni stronzata che spara Trump e continua a fare il proprio lavoro.
Volevo solo ricordare, nella tradizionale video-rubrica domenicale, che rispetto alla fine di febbraio Zelensky ha compiuto progressi infinitamente più grandi in campo diplomatico rispetto a Trump. È possibile confrontare questo video con le immagini memorabili per comprendere che sono state tratte tutte le conclusioni corrette.
Ma continuo a non aspettarmi risultati particolari da questo incontro.
Cosa si potrebbe dire dell’incontro tra Trump e Zelensky di ieri?
The Wall Street Journal, per esempio, scrive che le parole di ringraziamento di Zelensky a Trump sono state pronunciate «circa dieci volte» (evidentemente perché alla fine di febbraio era stato accusato di essere ingrato).
Noi stessi vediamo, sulle varie immagini, che Zelensky ha soddisfatto la richiesta della Casa Bianca sull’abito: si è messo una giacca finta (comunque in stile militare) e una camicia nera (di più non poteva fare perché è sempre il Presidente di uno Stato aggredito).
I vari leader europei (quelli seri) si sono presentati all’incontro per sostenere Zelensky.
Trump a un certo punto ha interrotto l’incontro per telefonare a Putin…
… e poi ha annunciato un incontro tra Zelensky e Putin «entro due settimane».
Insomma, è inutile continuare a elencare i passaggi ormai noti a tutti. L’importante è capire il principio: Zelensky capisce di essere in una situazione ancora difficile. Non può accettare il cosiddetto accordo tra Trump e Putin, ma non può nemmeno mandare Trump all’indirizzo appropriato: a causa della necessità degli aiuti. Di conseguenza, ha fatto la cosa più giusta e logica: ha cercato di essere diplomatico e di apparire disponibile ai compromessi sulle piccole cose formali e, soprattutto, di essere vago: non accettare e non negare apertamente le «proposte» impossibili di Putin.
Continuiamo ad aspettare altri incontri e a sperare in maggiori aiuti militari.
E ricordiamoci la cosa fondamentale: la fine della guerra non tra gli obiettivi di Putin.
La foto migliore dell’incontro in Alaska è quella dove il criminale di Cremlino sta raccontando – palesemente con successo – un’altra porzione di stronzate al credulone della Casa Bianca:
La migliore caricatura, poi, è questa:
Nel frattempo, secondo le informazioni trapelate dai media, dopo l’incontro con Putin, Trump avrebbe cercato di promuovere – nei colloqui telefonici con Zelensky e con i leader europei – l’idea dello scambio di territori ucraini proposta da Putin, con la quale lui stesso sarebbe d’accordo.
Lo scambio di territori dovrebbe consistere, secondo la proposta di Putin, nel trasferimento da parte dell’Ucraina alla Russia dei territori delle regioni di Donetsk e Luhansk che la Russia non controlla (insieme alle città, alle fortificazioni militari e, soprattutto, alla popolazione che vi risiede che vi risiede), in cambio della generosa rinuncia da parte della Russia a rivendicare i territori delle regioni di Zaporizhia e Kherson, che sempre essa non controlla. In altre parole, Putin ha proposto di cedergli ciò che non gli appartiene in cambio di ciò che non gli appartiene ancora di più.
Zelensky – che sorpresa – ha rifiutato.
Trump è molto indignato e irritato da tale intransigenza.
Questo è ciò che lui e Putin chiamano „l’arte di concludere accordi“.
Ma vedo che nelle teste di un grande numero di europei questa follia non trova posto. Non capiscono che si tratta di uno „scambio“ di qualcosa che non è di Putin con qualcosa che è ancora meno di Putin…