L’archivio del tag «guerra»

Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha dichiarato che nella notte del 10 settembre le truppe russe hanno condotto un attacco massiccio con armi di precisione e droni contro impianti del complesso militare-industriale in diverse zone del territorio ucraino. Poco dopo le autorità polacche hanno dichiarato che durante l’attacco notturno contro l’Ucraina diversi droni russi hanno violato lo spazio aereo del Paese e sono stati abbattuti dalla aviazione della NATO (caccia polacchi F-16, caccia olandesi F-35 e aerei da ricognizione italiani AWACS).
Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha commentato così la dichiarazione delle autorità polacche:

Non erano previsti obiettivi da colpire sul territorio polacco. La gittata massima dei droni russi utilizzati nell’attacco, che avrebbero attraversato il confine con la Polonia, non supera i 700 chilometri. Ciononostante, siamo pronti a consultarci con il Ministero della Difesa polacco su questo tema.

Spero che il Ministero della Difesa polacco, anche senza alcuna consultazione, riesca a far capire che l’uso dello spazio aereo, anche senza pianificare obiettivi da colpire, significa di fatto tentare di far partecipare nella guerra dalla propria parte. E come ci è stato ripetutamente comunicato dai propagandisti filo-Cremlino, in Ucraina l’esercito russo sta combattendo contro l’Occidente e contro la NATO, cosa su cui i paesi dell’Europa orientale, logicamente, sono pienamente d’accordo con i propagandisti russi (e stanno agendo di conseguenza, come abbiamo visto).
«Volete davvero approfondire questo argomento?», chiederà il Ministero della Difesa polacco.


Il 19-esimo tentativo

L’ANSA comunica che la Commissione europea, preparando il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, sta discutendo la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni al rilascio di visti turistici ai russi.
In base ai dati più recenti che ho visto, il 47% dei russi (quindi 47% dei 146 milioni totali) ha un passaporto per l’estero (in Russia anche il documento di identità si chiama passaporto, ma «per interni»). Allo stesso tempo, nei primi 6 mesi del 2025 i russi hanno fatto 13,7 viaggi all’estero: meno di mezzo percento di questi viaggi erano nell’UE.
La domanda da fare alla Commissione europea: quanti russi si accorgeranno di questa sanzione? Un’altra domanda: è una sanzione contro chi? Il famoso turista di nome Vladimir se ne accorgerà?
Ma supponiamo che sia una sanzione mirata ad aumentare la consapevolezza dei russi circa la guerra in Ucraina: bene, rivediamo allora i numeri riportati poco sopra. Tra quelle decine di migliaia di turisti russi che nei primi sei mesi del 2025 hanno visitato almeno uno Stato dell’UE, sicuramente ci sono anche delle persone che appoggiano la guerra oppure la ignorano. Ma tutti insieme fanno due cose: 1) portano i soldi fuori dalla economia russa, 2) involontariamente si sottopongono al soft-power europeo (quindi ai valori contro i quali Putin sta conducendo la propria guerra).
Mentre i membri della Commissione europea continuano a non sapere (e non voler sapere) quali sanzioni servono realmente. Si inventano qualcosa tanto per far vedere di fare qualcosa. È un classico comportamento burocratico.


Le notizie della guerra

Come avrete letto anche voi, l’esercito russo ha condotto un attacco massiccio contro l’Ucraina nella notte tra i 6 e il 7 settembre. Secondo i dati delle forze armate ucraine, sono stati utilizzati oltre ottocento droni (una quantità mai vista prima) e 13 missili di vario tipo. Uno degli obiettivi principali dell’attacco è stata Kiev. Secondo le informazioni fornite dalle autorità locali, a Kiev sono stati danneggiati non solo condomini residenziali…

… ma anche il palazzo del Governo: anche questo fatto è senza precedenti, gli edifici residenziali non sono mai stati attaccati prima.

È confermato che l’attacco a Kiev ha causato la morte di due persone: una madre e suo figlio di meno di un anno. Venti persone sono rimaste ferite.
Aspettiamo due settimane per capire se Putin vuole la pace.
Aspettiamo, vero?


Le segnalazioni delle interferenze

L’agenzia svedese dei trasporti riferisce che nell’ultimo anno nella zona del Mar Baltico è aumentato drasticamente il numero di interferenze radio che influenzano il funzionamento dei sistemi di navigazione satellitare. Nel 2023 sono state ricevute 55 segnalazioni di interferenze, nel 2024 già 495 segnalazioni, e nel 2025 non ancora terminato ben 733 segnalazioni. La fonte delle interferenze è stata rintracciata fino all’inizio del territorio della Russia.
È inutile chiedersi perché queste interferenze vengano organizzate. Le organizzano semplicemente perché possono farlo. Possono dare fastidio ai vicini, quindi lo fanno. I teppisti si divertono così, e io non riesco a capirli.
Ma per i residenti e i Governi dei Paesi della zona del Mar Baltico ho un semplice consiglio: quando le interferenze che influenzano il funzionamento dei sistemi di navigazione satellitare cesseranno improvvisamente, sarà il momento di iniziare a preoccuparsi sul serio. Ed è meglio prepararsi in anticipo a un momento così preoccupante.
Beh, nel caso qualcuno non ci avesse ancora pensato senza di me.


Una delle 1284 notti

Certo, è stata solo una delle 1284 (fino a questo momento) notti ucraine, ma fa comunque impressione.
La notte del 28 agosto a Kiev:

Mi ha fatto anche pensare, stranamente, al fatto che avrei dovuto essere abituato (purtroppo), ma ancora non lo sono (per fortuna).


La lettura del sabato

L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato all’attacco russo a Kiev del 28 agosto ed è illustrato con molte foto.
Probabilmente sapete già perché segnalo la descrizione proprio di questo attacco: perché si tratta di una azione – purtroppo non l’unica in questa guerra – compiuta intenzionalmente ed esclusivamente contro i civili. Infatti, come ha detto un avvocato commentando la notizia, si tratta di un «bel» esempio della tipologia del dolo intenzionale.
P.S.: come ci ricordiamo, servono due settimane per capire se Putin vuole la pace.


Riconoscere uno scemo

Woody Allen ha partecipato – in modalità di videoconferenza – alla sessione «Leggende del cinema mondiale», che si è tenuta il 24 agosto nell’ambito della Settimana internazionale del cinema di Mosca. E alle critiche del Ministero degli Esteri ucraino ha risposto:

When it comes to the conflict in Ukraine, I believe strongly that Vladimir Putin is totally in the wrong. The war he has caused is appalling. But, whatever politicians have done, I don’t feel cutting off artistic conversations is ever a good way to help.

Woody Allen non mi è mai piaciuto come regista, da quei suoi film che mi è capitato di vedere non mi è sembrato una persona particolarmente intelligente (nemmeno quando era notevolmente più giovane e, dunque, in una forma mentale sicuramente migliore). Ma non bisogna essere un genio per capire cosa sta succedendo a partire dal 2022 (in realtà dal 2014) tra la Russia e l’Ucraina. La Settimana internazionale del cinema di Mosca, poi, non è un evento puramente professionale tipo quelli americani o europei: è un evento organizzato dall’alto, dal Governo della città di Mosca e, dunque, sotto il controllo statale. Anche quest’ultimo fatto non è difficilissimo da scoprire; sicuramente è da controllare prima di partecipare a qualcosa di legato alla Russia in questo periodo. Di conseguenza, non è difficilissimo nemmeno fare un passaggio logico e dedurre che la partecipazione a una «discussione artistica» del genere diventa la partecipazione a una azione di propaganda dello Stato-aggressore. Una azione mirata a diffondere l’idea che i vari personaggi famosi e autorevoli del mondo stanno riconoscendo come normale la situazione corrente.
«Complimenti» a Woody Allen che da anziano ha deciso di combinare una nuova cretinata che potrebbe non fare in tempo a correggere. E, purtroppo, non è l’unico.


Interpretare Trump

Giovedì Donald Trump aveva scritto sul proprio Truth Social:

It is very hard, if not impossible, to win a war without attacking an invaders country. It’s like a great team in sports that has a fantastic defense, but is not allowed to play offense. There is no chance of winning! It is like that with Ukraine and Russia. Crooked and grossly incompetent Joe Biden would not let Ukraine FIGHT BACK, only DEFEND. How did that work out? Regardless, this is a war that would have NEVER happened if I were President — ZERO CHANCE. Interesting times ahead!!! President DJT

Ho visto tante persone che hanno interpretato quelle parole nel senso più ottimistico: forse ora alla Ucraina sarà permesso di colpire il territorio russo senza limiti e/o le verranno fornite più armi?
E invece no: un rappresentante anonimo della Casa Bianca ha precisato ai giornalisti che Trump avrebbe fatto capire alla Ucraina che essa dovrà accettare l’accordo alle condizioni della Russia. Quindi è la stessa situazione di prima: Trump sta continuando a fare il rappresentante fedele degli interessi di Putin.
Ma un miglioramento della situazione generale c’è: la gente non reagisce più a ogni stronzata che spara Trump e continua a fare il proprio lavoro.


La lettura del sabato

Dato che non dobbiamo assolutamente illuderci sulla [veloce] utilità pratica dei colloqui di questa settimana, per questo finesettimana vi segnalo una serie di testi sul come lo Stato russo sta ricorrendo sempre più spesso ai cittadini dell’Asia centrale per rifornire le proprie forze umane esaurite nella guerra in Ucraina.
Nei giorni scorsi mi capitato di leggere e di sentire che per Putin è tecnicamente più facile continuare la guerra a ogni costo che metterla in pausa per poi riprenderla. È una tesi logica e per ora viene confermata dalla pratica.


Perché proprio Budapest?

In settimana il Politico ha scritto che la Casa Bianca sta considerando Budapest come sede per i negoziati di pace tra Putin e Zelensky. Non si sa e quando quei negoziati avverranno (pure nello stesso articolo scrivono che da parte russa i funzionari stanno, come potevamo immaginare anche da soli, intenzionalmente prendendo tempo) e se potranno portare a qualche risultato, ma ora non importa.
In questo momento dobbiamo chiederci: da dove è spuntata fuori Budapest, da dove l’hanno tirata fuori? La mia prima – e, per ora, unica ipotesi: probabilmente è un riferimento al memorandum di Budapest del 1994, in cui gli USA e l’UK si erano impegnati a garantire l’integrità territoriale della Ucraina (che in cambio si era impegnata di cedere tutte le armi nucleari e non solo quelle alla Russia). Ora noi, come pure gli USA e l’UK, sappiamo bene quanto valgono le loro garanzie: valgono zero, sono inutili. Ma, probabilmente, quest’anno qualcuno ha pensato di ripetere la «bella» figura.