L’archivio del aprile 2024

Non è stata una operazioe spontanea

La polizia ceca ha dichiarato di avere completato le indagini sulle esplosioni nei depositi di munizioni nel villaggio di Vrbětice che, secondo le indagini, sono state effettuate da agenti della Agenzia di spionaggio militare russa (GRU) alla fine del 2014. Lo hanno comunicato la polizia ceca e il Centro nazionale per la lotta alla criminalità organizzata (NCOZ) in una dichiarazione congiunta (potete utilizzare qualche traduttore online per riuscire a leggere tutto il comunicato ufficiale).
Secondo la versione degli investigatori, gli ufficiali del GRU dell’"unità 29155, progettata per effettuare operazioni di sabotaggio all’estero" (probabilmente si fa riferimento all’unità militare del GRU n. 29155) sono stati coinvolti nelle esplosioni ai magazzini militari. I loro nomi non sono stati resi noti nella dichiarazione, ma in precedenza la Repubblica Ceca aveva accusato i presunti ufficiali russi del GRU Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga (gli stessi dell’avvelenamento di Salisbury, se ve ne ricordate qualcosa) di essere coinvolti nelle esplosioni di Vrbětice. Le agenzie ritengono che il movente del GRU fosse quello di «impedire la fornitura di armi e munizioni alle regioni in cui l’’esercito russo conduceva le sue operazioni». È stato riferito che le armi immagazzinate nei depositi di Vrbětice dovevano essere inviate in Ucraina.
Cosa possiamo apprendere da questa notizia di livello apparentemente locale? Possiamo apprendere da quanto tempo lo Stato russo preparava una invasione militare seria della Ucraina: immaginava che ci sarebbe stato un sostegno degli Stati europei alla vittima della aggressione e, di conseguenza, cercava di minimizzarne i mezzi. Però, in pratica, in quasi otto anni i lavori di preparazione sono stati abbastanza ridotti in termini quantitativi e, in ogni caso, non hanno permesso di sconfiggere l’Ucraina in pochi giorni.
Ma tutto questo non rende la situazione attuale sul fronte meno difficile.


Un altro dato inutile

Il Ministro della Difesa britannico Leo Docherty ha deciso, per qualche motivo a me poco comprensibile, di unirsi alla squadra di coloro che forniscono le stime delle perdite umane russe nella guerra in Ucraina senza dividere i dati in categorie comprensibili. Circa 450 mila persone uccise e ferite sembrano tante, ma quanti di loro sono in realtà stati feriti X volte e poi rimandati al fronte la stessa quantità di volte? Boh, il ministro non si sforza nemmeno a ipotizzarlo e, di conseguenza, alimenta una brutta illusione tra i lettori occidentali: una illusione del fatto che l’esercito russo (un’altra domanda: solo quello professionale o quello integrato con i civili radunati con la mobilitazione?) sia ormai quasi tutto «perso». Ma, a giudicare da quello che vediamo, non è assolutamente vero. Aggiungo: purtroppo non è vero.
I dati sulle perdite delle macchine belliche riportati sono invece interessanti e, in un certo senso, più importanti.
Ma io continuo a sperare che qualcuno trovi il modo di reperire i dati statistici un po’ più dettagliati e analizzabili.


Come diventare forti

Verso la fine della settimana scorsa si erano delle voci sulle condizioni di salute gravi del governatore ceceno Ramzan Kadyrov: si troverebbe nella fase avanzata di una malattia grave (non dico quale anche perché per il momento si tratta delle voci non confermate in alcun modo) ed è presumibilmente per questo che si assenta spesso dal posto di lavoro, si fa notare nella zona di un ospedale istituzionale a Mosca e ha un aspetto fisico decisamente peggiore rispetto a qualche anno fa.
Per smentire quelle voci, il 22 aprile Kadyrov aveva diffuso un video girato in una palestra:

Cosa ci illustra questo video? Ci illustra che tutti possiamo essere forti come Kadyrov: ci facciamo filmare in una palestra, ma senza inquadrare i pesi che muoviamo (a parte due o tre adesivi applicati ai manubri che in realtà chissà quanto pesano).
Ma non so se qualcuno di voi vuole essere come Kadyrov…


La musica del sabato

Il cantante-musicista statunitense Hank Ballard – attivo nei generi rock and roll e rhythm and blues tra gli anni ’50 e ’70 – è oggi ricordato prevalentemente per le canzoni considerate ai tempi della pubblicazione quasi indecenti. Anzi, in una certa misura quelle canzoni possono essere definite poco regolari anche oggi, ma noi siamo ormai un po’ più abituati a sentire certe cose…
Assieme al suo gruppo di accompagnamento The Midnighters, Hank Ballard è stato inserito, nel 1990, nella Rock and Roll Hall of Fame per avere contribuito in un modo determinante al suono del rock and roll. Di conseguenza, avevo inizialmente pensato di postare qualche sua canzone da contenuto «decente» per farvi concentrare proprio sui meriti musicali del personaggio. Ma poi, abbastanza velocemente, ho cambiato idea: prima di tutto bisogna mostrare perché un musicista è apprezzato dal proprio pubblico, e solo dopo perché ha avuto dei riconoscimenti più o meno formali. Se non avesse avuto un proprio pubblico, non sarebbe mai finito nella Hall of Fame!
La canzone più nota della formazione Hank Ballard and The Midnighters è la «Work with Me, Annie» (pubblicata a febbraio del 1954):

In qualità della seconda canzone del post odierno ho scelto l’altrettanto famosa «Annie’s Aunt Fannie» (pubblicata a ottobre del 1954):

Bene, per oggi è andata così, mentre in futuro non ancora ben definito pubblicherò qualche canzone più «accademica» dei Hank Ballard and The Midnighters.


Per questo sabato, quasi a metà di un «ponte», non vi carico con una lettura impegnativo. Vi faccio vedere qualcosa di bello, da valori estetici e morali altissimi.
Il Servizio federale per l’esecuzione delle pene (FSIN) della Russia ha sviluppato dei campioni di nuovi indumenti speciali per i detenuti, riferisce il Ministero della Giustizia della Federazione Russa. I campioni di abbigliamento sono stati mostrati durante un incontro tenutosi presso il Ministero della Giustizia il 24 aprile con la partecipazione del FSIN e di attivisti per i diritti umani. I modelli di abbigliamento sono stati mostrati su manichini.
Ora anche voi potete vedere le foto di quei campioni e invidiare un po’ i pericolosissimi criminali russi (tipo quelli che pronunciano la parola guerra parlando di ciò che sta succedendo sul territorio ucraino): ora potrebbero avere i vestiti nuovi!
P.S.: se fossi realmente capace di scherzare senza alcun limite, vi avrei anche raccontato del modo di avere gratis un po’ di quei pezzi di abbigliamento alla moda.


Timur Ivanov

In Russia vengono diffuse le voci in base alle quali il viceministro della «Difesa» russo Timur Ivanov sarebbe in realtà stato arrestato non per corruzione, ma per una sorta di non meglio precisato tradimento dello Stato.
Relativamente a tale arresto, tra gli utenti russi dei social vedo due tipi di reazioni. Alcune persone esprimono il proprio dispiacere per il fatto dell’arresto di un uomo che ha efficacemente rubato – «indebolendolo» – a quell’esercito che sta conducendo una guerra aggressiva (in realtà l’arresto non cambia alcunché: Ivanov non è assolutamente l’unico a rubare, dunque qualche nuovo ladro prenderà sicuramente il suo posto in base alla natura stessa del sistema in cui lavorava). Altre persone si chiedono, poi, quale possa essere quel tradimento dello Stato (avrà dato dell’idiota a Putin?!).
In realtà, non conosciamo ancora il motivo reale per il quale Ivanov sia stato arrestato. Forse, banalmente, si trovava in una posizione così vantaggiosa – finanziariamente e politicamente – che qualcuno dei concorrenti «vicini al Cremlino» lo invidiava molto. In questo caso l’accusa di tradimento è solo quell’elemento che per lo Stato russo odierno non ha bisogno di una definizione giuridica precisa: serve solo per garantire la condanna dell’accusato. Oppure, che ne so, ha voluto scappare all’estero (verso la bella e tranquilla vita in Occidente), ha iniziato a trattare con qualche Istituzione europea per poterlo fare senza problemi legali e finanziari (in sostanza, non essere arrestato come un complice di Putin e poter tenersi almeno una parte dei soldi rubati in Russia), ma è stato beccato e accusato di tradimento. Insomma, per ora non lo sappiamo e non abbiamo dei motivi validi per fidarci ciecamente di quello che comunica lo Stato russo.
Nel frattempo, potete leggere una brevissima relazione – scritta da chi osserva professionalmente e da anni lo Stato russo – su chi era e come lavorava Timur Ivanov.


Cogno, 29 marzo 2024

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Cogno (una frazione di Piancogno) del 29 marzo 2024.
In particolare, il racconto illustra bene una mia vecchia osservazione: anche in un paese minuscolo e deprimente possono essere scoperte alcune briciole di bellezza unica. Questo non significa che tali paesini debbano essere delle mete principali dei vostri viaggi, significa solo che non devono essere necessariamente scartati quando capitano sulla vostra strada nel corso di qualche viaggio più lungo e/o serio.


Il governo lettone ha adottato ieri delle modifiche alle norme sugli standard dell’istruzione di base. Per esempio, a partire dall’anno accademico 2026/2027 non sarà possibile iniziare a studiare il russo come seconda lingua straniera nelle scuole lettoni (la prima lingua straniera insegnata nelle scuole rimane sempre l’inglese). La seconda lingua straniera da studiare dopo il termine delle classi della scuola elementare a partire dall’anno scolastico 2026/2027 potrà essere solo una delle lingue ufficiali dell’Unione europea, dello Spazio economico europeo o una lingua il cui studio è regolato da accordi intergovernativi. La lingua russa non rientra in nessuno di questi punti. Gli alunni che inizieranno (o hanno iniziato) a studiare il russo come seconda lingua straniera prima del 1° settembre 2025 potranno continuare a farlo fino alla fine del percorso scolastico.
In base ai dati statistici del 2022, la lingua straniera più scelta in qualità della seconda da studiare nelle scuole lettoni era proprio il russo, poi seguivano, in ordine, il tedesco e il francese.
Tra i presenti c’è qualcuno che vuole alzare la mano e chiedere del perché di questa decisione? Non prendetelo troppo in giro: infatti, è facilissimo dimenticare che esattamente 26 mesi fa un noto politico ha iniziato una guerra, tra i cui obbiettivi pubblicamente dichiarati c’era anche la «difesa della lingua russa». E, come possiamo vedere ora, ha avuto l’incredibile capacità di avere «difeso» quella lingua anche su un territorio dove per ora non si combatte. Geniale!
P.S.: dall’ambiente universitario nel quale passo la parte notevole del mio tempo mi sono arrivate, negli ultimi due anni, alcune testimonianze del fatto che le iscrizioni ai corsi di lingua russa sono diminuite notevolmente. In questo caso si tratta di una reazione allo stesso fenomeno che arriva però «dal basso» e non «dall’alto». Ma si tratta sempre di un risultato del comportamento dello stesso personaggio.


It is not a rocket science

L’imprenditore statunitense David Oliver Sacks ha espresso soddisfazione per lo stanziamento degli aiuti alla Ucraina: ritiene che i quasi 61 miliardi di dollari saranno in grado di coprire esattamente la metà di una potenziale controffensiva estiva.
Elon Musk gli ha risposto dicendo che non vede alcuna strategia di uscita da questa guerra. Solo una guerra perpetua in cui i bambini muoiono nelle trincee a causa dell’artiglieria o delle mitragliatrici e dei cecchini sui campi minati.

A Elon Musk ha risposto consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Mikhail Podolyak:

Effettivamente, le soluzioni così semplici non sono una «rocket science», bisogna attivare il cervello per comprenderle ahahahaha


Perché hanno approvato

Quando proviamo a capire perché la Camera dei rappresentati statunitensi abbia (finalmente!) approvato gli aiuti militari alla Ucraina (e, ovviamente, se proviamo a capirlo), non dobbiamo essere tanto ingenui da pensare che si tratti di una sconfitta di Donald Trump.
Molto probabilmente vi ricordate che a novembre negli USA ci saranno le elezioni presidenziali e Trump è, almeno per ora, uno dei candidati principali. Da candidato deve preoccuparsi anche della opinione pubblica su una serie di questioni, non solo quelle interne… Ecco, a questo punto vediamo l’andamento dei risultati di un sondaggio tra la popolazione statunitense:

Quale poteva essere la reazione di Trump a tali risultati? A me sembra ovvio: lasciare approvare gli aiuti!
Poi, quando vince le elezioni (il suo obbiettivo principale per il momento), potrà cambiare l’opinione sulla questione in una infinità di modi possibili. Ma per ora si sente in dovere di accontentare i cittadini aventi diritto al voto.