L’archivio del giugno 2021

La musica del sabato

Il gruppo russo rave-pank Little Big ha pubblicato, il 4 giugno, un nuovo video epocale. La maggioranza dei miei lettori dovrebbe ricordare, purtroppo, la canzone originale che viene presa in giro:

Evito di postare l’originale soprattutto perché non corrisponde ai miei gusti musicali. In qualità del secondo video musicale metto, invece, quella canzone dei Little Big con la quale sono diventati largamente noti anche fuori dalla Russia. Si tratta della canzone «UNO», scritta per la partecipazione (non avvenuta per dei motivi ovvi) all’Eurovision 2020:

Non tendo però a sopravalutare le qualità musicali del gruppo: per me è soprattutto una fonte dello humor audio-visivo.


Il killer politico?

Come avrete già letto o sentito, per il 16 giugno è programmato il primo incontro offline tra Joe Biden e Vladimir Putin (alla villa La Grange di Ginevra). Per l’occasione, il Time è uscito con una nuova copertina interessante. Non ne ho — almeno per ora — l’assoluta certezza, ma mi sembra che il gioco grafico riprenda, in qualche modo — la risposta affermativa data alla domanda su «Putin killer»:

Nel frattempo, ricordo a tutti (e soprattutto a me stesso) che il sito del Time ha  una sezione relativamente comoda per la consultazione di tutte le copertine. Ma io avrei aggiunto anche, per esempio, la possibilità di visualizzare, in pochi clic, tutte le copertine che raffigurano ogni determinato personaggio.


Rezo Gabriadze

La domenica 6 giugno è morto all’età di 84 anni lo sceneggiatore, drammaturgo, regista, artista e scultore georgiano Rezo Gabriadze. A differenza della maggioranza degli italiani, i miei lettori più fedeli dovrebbero conoscere (e potrebbero ricordare) alcuni dei cortometraggi di Gabriadze che mi era capitato di postare anni fa in una rubrica cinematografica.
E allora dedico ancora una volta il post del venerdì a questo simpatico personaggio della cultura: merita di essere ricordato.
Considerata l’occasione, potrebbe essere ricordato con uno dei cortometraggi che sono contengono un po’ di tristezza, ma anche un po’ di allegria: «La farfalla» del 1977.

Prima o poi, quando trovo abbastanza tempo, faccio i sottotitoli italiani a quei cortometraggi della serie che non ho ancora postato a causa della questione linguistica.


Una nuova fase di liberalizzazione

È interessante notare come si stia nuovamente liberalizzando l’internet negli Stati Uniti.
In qualità del primo passo – ma molto silenziosamente – è stata sbloccata l’app Parler.
Poi è stato stabilito un termine preciso – anche se lontano – al ban di Donald Trump su Facebook.
Mentre ieri sono state di fatto annullate le «sanzioni» di Trump contro TikTok e WeChat.
Se vanno avanti così, tra un po’ smettono pure di chiedere a Facebook – a livello parlamentare – di «fare il bravo». Forse perché capiscono che il senso di ogni social network sta nell’insieme dei collegamenti tra i soggetti attraverso un insieme degli strumenti. E l’osservazione di quegli strumenti (e dei collegamenti) è l’arma migliore nei rapporti con gli «stati nemici» come la Cina.

P.S.: ho una tentazione fortissima di raccontarvi di uno studio universitario (in corso di perfezionamento iniziale) sul possibile ridimensionamento del ruolo dei social network nella gestione dei contenuti e dei dati personali, ma per ora non posso ancora farlo. Ma a livello di idea sembra una bomba. Prima o poi ne svelo qualche particolare sul proprio sito senza firmarmi (così non mi becca nessuno, ahahaha).


La politica non si evita

Sono quasi totalmente disinteressato al calcio (come a tutti gli altri sport di squadra e al 99,99999% dello sport professionale), ma non potevo ignorare questa notizia: l’Unione calcistica russa ha presentato ieri una nota di protesta all’UEFA per la nuova uniforme della squadra nazionale ucraina. Sul petto delle nuove magliette, infatti, è tracciato il contorno della penisola di Crimea unito al resto del territorio ucraino. E secondo la posizione ufficiale del calcio professionale russo, questa sarebbe la politicizzazione dello sport…

OK, non si tratta proprio di una notizia sportiva.
Nei prossimi giorni (oppure ore?) vedremo se sia una notizia politica (l’uniforme ucraina rimane immutata perché l’Europa non è disposta a riconoscere l’annessione della penisola) o economica (l’uniforme cambia perché fare contenti tutti i partecipanti grossi conviene). Ma, in ogni caso, sarà una lotta interessantissima. Finalmente riuscirò a seguire un evento quasi calcistico senza entrare in conflitto con il proprio cervello…


Il subconscio alterato

È sempre curioso osservare come il mutamento della quotidianità influisca — mescolandosi con il bagaglio culturale personale — sul subconscio della persona. Per esempio: ieri sera, andando a casa, ho avvistato a un semaforo una macchina rara per le strade italiane. E il mio primo pensiero è stato: «finalmente sono arrivati i Covidbusters!»…

Alcuni attimi dopo ho riso e ho pensato che i quattro vecchietti hanno perso i riflessi di prima: sono arrivati un po’ in ritardo.
Oppure è meglio tardi che mai?


Che progresso…

Dopo appena dodici anni di vita, il WhatsApp sta per essere aggiornato nel modo più ovvio: lo stesso account potrà essere utilizzato su più dispositivi contemporaneamente. Anche quando il dispositivo principale si disconnette dall’internet. La versione beta del «nuovo» WhatsApp dovrebbe arrivare entro due mesi.
A questo punto non mi resta altro che fare gli auguri a tutte quelle persone che nella vita quotidiana usano più di uno smartphone.

E poi aggiungo che dobbiamo avere sempre fiducia nel progresso. Per esempio, possiamo e dobbiamo sperare che tra qualche altro anno venga «inventata» la possibilità di postare le foto su Instagram direttamente dal computer.


Un casino musicale

Secondo me anche le persone che non leggono le note da molto tempo dovrebbero essere in grado di valutare la gravità della situazione:

Ebbene, questa composizione diabolica può essere suonata… Ma solo a dieci mani:


La musica del sabato

Il compositore Domenico Scarlatti fu italiano, ma passò quasi tutta la sua vita professionale tra la Spagna e il Portogallo (e fu influenzato molto dalla musica popolare spagnola). Lavorò all’epoca della prevalenza stilistica del barocco, ma con le proprie composizioni influenzò principalmente il classicismo musicale. Compose molto, ma al giorno d’oggi è noto prevalentemente per le sue sonate (che hanno avuto una certa influenza sulle tecniche moderne del suonare il pianoforte). E allora dedico il post musicale odierno proprio alle sonate di Scarlatti.
Inizio con la Sonata in Si minore (L. 449), suonata da Leonard Gilbert all’Arthur Rubinstein Piano Master Competition (maggio 2011, Tel Aviv):

E poi continuo con la Sonata in Re minore (K 141), suonata da Martha Argerich:

Arriverà il giorno in cui metterò anche qualche composizione di genere diverso di Domenico Scarlatti.


Si sostiene che questo sia il foto-panorama sferico di New York più grande al mondo. Non so se sia vero, ma sicuramente l’immagine ha una risoluzione fantastica. Provate anche a voi a ingrandirla nei punti che vi interessano: con la rotella del mouse o con le dita (ma io vi consiglio di vedere i dettagli su uno schermo grande). E non esagerate a guardare alcune finestre, che capitano delle scene… ehm… un po’ private…

Sono belle, comunque, queste manifestazioni del progresso tecnologico.