L’archivio della rubrica «Internet»

Google e il regalo alle spie

Andriy Kovalenko, il capo del Centro per la lotta alla disinformazione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, ha dichiarato che il servizio Google Maps ha pubblicato immagini satellitari delle strutture militari ucraine dopo un aggiornamento delle mappe:

Immaginate la situazione. Google pubblica immagini aggiornate sulle mappe che mostrano il posizionamento dei nostri sistemi militari (non specificherò). Ci appelliamo a loro per risolvere il problema in fretta, ma c’è il finesettimana. Hanno altro per la testa.

Secondo Kovalenko, i rappresentanti di Google hanno però contattato le autorità ucraine dopo la reazione del pubblico alle immagini satellitari aggiornate.
Io non vado nemmeno a cercare quelle immagini pubblicate – sicuramente per sbaglio – da Google, non invito a cercarle nemmeno voi. Però utilizzo questo epic fail (che rischia di avere delle brutte conseguenze, anche se i militari russi hanno altre fonti delle informazioni) per ricordarvi uno dei principi-base degli sviluppatori: non pubblicare degli aggiornamenti importanti di venerdì (o di sera) se non sei disposto a lavorarci sopra per tutto il finesettimana (o per tutta la notte). È un principio che ho imparato ancora a scuola e mi sorprendo per il fatto che alla Google qualcuno è stato così sicuro di sé…
P.S.: so benissimo che non siete tutti degli sviluppatori, ma suppongo che il principio valga anche per molte altre professioni. Che ne so… uno il venerdì sera pubblica i dati finanziari sbagliati online, spegne il telefono e se ne va da qualche parte per il finesettimana / ponte…


La tendenza della sostituzione

Ieri, due settimane dopo l’arresto di Pavel Durov a Parigi, il Telegram ha aggiornato la propria politica di moderazione e ha permesso agli utenti di segnalare i contenuti illegali nelle chat: lo si legge nella nuova versione del FAQ sul sito del Telegram. Ma per ora non è chiaro come si farà a moderare le chat private.
Però la cosa più importante consiste nel fatto che la nuova regola del Telegram – palesemente nata in seguito alle «conversazioni» di Durov con le Autorità francesi – si inserisce perfettamente in una tendenza tristissima ma tipica degli ultimi decenni: quella di trasferire, in via di fatto obbligatoria, ai contribuenti le funzioni che uno normale Stato dovrebbe svolgere con le tasse raccolte. Ma le tasse finiscono non si capisce dove (ma si ipotizza dove: nel cosiddetto «Stato sociale»), dunque salta fuori il principio «siete cittadini/imprese responsabili, dovete fare voi». Per esempio, le banche, i broker, gli avvocati e gli agenti immobiliari sono stati obbligati a cercare da soli i criminali finanziari e gli evasori fiscali e a consegnarli alla polizia. Le persone che vivono nella stessa zona spesso sono costretti ad auto-organizzarsi (o pagare le aziende di sorveglianza private) per proteggersi da teppisti e piccoli criminali. L’assistenza medica gratuita nei Paesi sviluppati viene di fatto sostituita – se si vuole guarire – con un’assicurazione privata. In base alle proprie circostanze di vita, ognuno può ricordarsi altri numerosi esempi…
Mentre nel contesto dell’argomento del post odierno va ricordato che i social network e i messenger devono, secondo la logica dello Stato occidentale moderno, cercare i criminali vari e portarli alla polizia. In sostanza, assumere delle persone (moderatori) che facciano il lavoro della polizia (pagata con le tasse), la quale si prenderà poi pure tutto il merito.
Fino a poco fa il Telegram di Pavel Durov era fuori da questa tendenza, ma forse sta per essere costretto a inserirsi in essa. Devo precisare che non mi sembra un evento positivo?


Importante e positivo

Fortunatamente, non era uno scherzo, ma una delle notizie più positive e importanti degli ultimi giorni: il ChatGPT sta diventando utilizzabile senza la necessità di registrarsi.

Suppongo che le persone realmente interessate a questo strumento (almeno a sperimentarlo) abbiano già trovato tempo fa le forze per superare la semplice registrazione. Ora, invece, spero che inizino a usarlo anche le persone pigre: per esempio, perché a ChatGPT si possono affidare tantissime operazioni digitagli più noiose (quelle dove spendete una mezza giornata solo per trovare la voglia di farle). Io, per esempio, da alcuni mesi gli affido la elaborazione e sistemazione macchinosa di vari dati e testi, per poi dedicare più tempo e forze possibile solo alla parte del lavoro sulla quale devo realmente ragionare io (e non, semplicemente, battere i tasti senza coinvolgere il cervello).
Voi, i vostri capi e i vostri clienti sarete contentissimi per la vostra produttività decollata. Finché il ChatGPT, per qualche strano motivo, non chiuda ahahahaha


“Maritime Bulletin”

Non posso escludere che qualcuno dei visitatori di questo sito sia stato anche un lettore – almeno occasionale – del sito «Maritime Bulletin», un progetto che fino alla fine di dicembre pubblicava quotidianamente le varie notizie legate alla circolazione delle navi e, soprattutto, i commenti professionali sui vari fenomeni più o meno anomali e irregolari legati, appunto, alla circolazione delle navi.
Ecco, se quei lettori si stanno chiedendo perché il sito non venisse aggiornato dal 28 dicembre 2023, io posso comunicarvi il motivo. Il proprietario e l’autore del «Maritime Bulletin», Mikhail Voytenko, è morto alla fine di dicembre all’età di 65 anni.
Voytenko viveva da anni in Thailandia per motivi di sicurezza politica. Il 1° gennaio 2024, la polizia thailandese ha fatto irruzione nel suo appartamento su richiesta dei suoi parenti rimasti in Russia (con i quali Voytenko non contattava dal 29 dicembre) e lo ha trovato già morto. Pare che si sia trattato di un attacco cardiaco improvviso verificatosi nei giorni precedenti, dunque alla fine di dicembre 2023.
A questo punto, non so per quanto tempo il suo progetto «Maritime Bulletin» possa ancora rimanere online almeno in qualità [attuale] di un archivio. Prima o poi il dominio e il hosting scadranno a causa del mancato pagamento per il rinnovo e il sito sparirà… Almeno che Mikhail Voytenko non abbia lasciato, per le situazioni di emergenza, le password e le istruzioni per il rinnovo a qualcuno: ma noi non lo sappiamo e non abbiamo un mezzo sicuro per scoprirlo.
Di conseguenza, gli studiosi della storia marittima possono provare a salvare i materiali del sito potenzialmente interessanti finché sono ancora disponibili online.
P.S.: il destino dei siti personali, comunque, è triste. La maggior parte di essi è destinata a morire assieme ai loro creatori, senza permettere alla persona di lasciare al mondo una delle proprie opere più importanti.


A differenza di Musk

Il venerdì 13 ottobre Pavel Durov – il creatore del Telegram – ha pubblicato un post contenente le seguenti parole:

All’inizio di questa settimana, Hamas ha usato Telegram per avvertire i civili di Ashkelon di lasciare l’area prima dei loro attacchi missilistici. Chiudere il loro canale aiuterebbe a salvare vite umane o ne metterebbe in pericolo altre?

Per chi conosce il modo di operare di Hamas e/o almeno i fatti della guerra in corso, già la prima frase potrebbe sembrare molto strana: uno degli obiettivi di Hamas è sempre stato quello di colpire più civili possibile. Inoltre, i miei conoscenti residenti in Israele confermano quella cosa che per me è scontata: non sono mai stati «avvisati da Hamas» degli attacchi, quindi corrono nei rifugi per ben altri motivi. Ma controllare non fa mai male; in più volevo anche vedere con i propri occhi quel post in cui Hamas ringrazia Putin per le «parole di sostegno alla Palestina».
Ebbene, a me il canale Telegram di Hamas non si apre, al suo si vede solo la scritta «502 Bad Gateway» che nel 99,99% dei casi indica un problema sul lato server. Probabilmente – lo voglio sperare – qualcuno è riuscito a spiegare a Pavel Durov che non si collabora con i terroristi. Potevano essere stati convincenti gli investitori o altre persone, ma a me non interessa: per me conta il risultato.


La visione del sabato

Il 25 aprile 2023 il Google Earth e il Google Maps hanno aggiornato, per la prima volta dal giugno 2021, le immagini satellitari della città di Mariupol. Le immagini comprese nell’aggiornamento sono state scattate in momenti molto diversi della guerra. Per esempio, in alcune aree della città si vedono gli incendi durante i combattimenti, mentre nelle altre si vede il processo della costruzione di nuovi edifici da parte delle autorità di occupazione. Allo stesso tempo, per esempio, le immagini non mostrano il quartiere Nevskij, che sarebbe stato visitato da Putin nel marzo 2023. Di conseguenza, dalle nuove immagini è impossibile capire cosa stia accadendo in città ora, in questo preciso momento. Però è possibile farsi un’idea dell’entità della distruzione a Mariupol. Con l’applicazione Google Earth è possibile confrontare lo stato della città prima e dopo la distruzione bellica.
Ora riporto solo alcuni esempi.
Il centro della città. I quadrati scuri sulla foto della pianta generale della città non sono le tracce dei combattimenti, ma degli inserti Continuare la lettura di questo post »


Per una buona parte dei lettori del mio sito italiano oggi dovrebbe essere un giorno festivo.
I giorni festivi non vanno sprecati: indipendentemente dal tempo, dall’umore o dallo stato di salute. Di conseguenza, oggi vi faccio notare che sulla piattaforma Google Arts & Culture è stata creata una bella sezione dedicata alla cultura ucraina.
Tutti gli interessati possono, grazie al suddetto strumento, «visitare» virtualmente diversi musei d’arte, vedere degli esempi della architettura in 3D, scoprire la cultura popolare, contemplare le aree naturali. Sicuramente chiunque riuscirà a trovare qualche filone in linea con i propri interessi.
P.S.: per non riesco nemmeno a ipotizzare quante delle cose visibili su internet sono già state danneggiate o distrutte dalla guerra…


La NATO sulla mappa

Pensavate di sapere tutte le cose principali sulla NATO? Ebbene, il sito della NATO ne sa molte più di voi. Secondo me ne più pure della NATO stessa:

Sì, avete capito bene: gli Stati colorati di verde sarebbero i partner della NATO.


Le strane richieste russe

L’organo del potere esecutivo russo Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media) ha preteso ieri che la Wikimedia Foundation cancelli dalla Wikipedia inglese due articoli: quello sulla invasione russa della Ucrainaquello sul rascismo. Infatti, secondo la Procura generale russa si tratterrebbe dei materiali «contenenti informazioni inesatte sullo scopo e la forma della operazione militare speciale delle Forze armate della Federazione russa sul territorio della Ucraina».
È abbastanza facile prevedere che il Roskomnadzor venga serenamente mandato affanculo dalla Wikipedia – la quale non guadagna tanto nemmeno in Russia – e si senta dunque autorizzato a bloccare l’intera enciclopedia sul territorio russo (tra l’altro, è una delle possibili conseguenze tecniche dell’uso del protocollo https). Qualora vi dovesse dunque capitare delle «notizie» sulle richieste russe del genere, non dovete assolutamente preoccuparvi per una delle vostre fonti preferite…
Quello che mi sembra invece molto divertente è la totale mancanza di attenzione verso i rispettivi articoli in tutte le altre [decine] di lingue utilizzate sulla Wikipedia. Tutte quelle lingue che complessivamente sono molto più diffuse dell’inglese e, in ogni caso, conosciute in tutto il mondo sviluppato.


Il rascismo

Abbastanza prevedibilmente sulla Wikipedia è comparso l’articolo – disponibile già in 25 lingue – dedicato alla ideologia chiamata «rascismo». Metto il link alla versione inglese dell’articolo perché quella italiana non esiste ancora (penso che si tratti solo di una questione di tempo), mentre quella russa viene puntualmente cancellata o seriamente danneggiata, nei suoi contenuti, dai personaggi anonimi legati indovinate a chi.
Il suddetto articolo può e deve essere ampliato perché parla di un fenomeno ampio e importante (purtroppo) per la realtà socio-politica russa e internazionale. Ma già ora potete leggere la sua prima versione: è utile per farsi una idea generale dell’argomento.
L’unica cosa che in un certo senso mi ha sorpreso nell’articolo è la proporzione dello spazio dedicato alla figura di Aleksandr Dughin. Ammetto che si tratta di un personaggio che mi è fortemente antipatico per le sue idee – ma che deve comunque essere menzionato in quel contesto – ma allo stesso tempo non posso non riconoscere che nei suoi scritti e discorsi orali la forma prevale fortemente sui contenuti dal punto di vista quantitativo e qualitativo. In sostanza, è tecnicamente un buon oratore con pochi e mal approfonditi concetti teorici. Beh, la sproporzione potrebbe finire a essere superata in seguito.
Ora lascio tutti gli interessati alla lettura.
P.S.: ho scelto bene il giorno per scriverne…