L’archivio del tag «durov»

Un nuovo francese

In base a un comunicato governativo francese del 23 agosto – letto con attenzione da taluni solo in questi giorni –, il noto a molti dei miei lettori Pavel Durov avrebbe ottenuto la cittadinanza francese:

O, almeno, si tratta di una persona che ha lo stesso nome ed è nata lo stesso giorno dello stesso anno nella stessa città (10 ottobre 1984, Leningrado).
Dal 2014 – l’anno della fuga dalla Russia – Durov ha già la cittadinanza di Saint Kitts e Nevis (per via degli investimenti nella economia nazionale), la quale gli permette di viaggiare in quasi tutto il mondo; dal 2017 vive a Dubai.
Perché tale notizia dovrebbe interessarci? Perché voglio vedere tra quanto tempo qualcuno inizia a proclamare il Telegram un messenger europeo, seppure questo abbia la sede ufficiale sempre a Dubai. È veramente curioso che la relativa tranquillità sociale e politica comunitaria continui ad attirare le persone private, ma non permetta la nascita e lo sviluppo naturali delle aziende realmente innovative. Ma non sembra che qualcuno se ne accorga o se ne preoccupi.


Una censura valida

Lo avrete già letto: il Telegram ha bloccato due canali dei «novax» covidici – uno italiano e uno tedesco – che incitavano alla violenza contro il personale medico impegnato nella vaccinazione contro il Covid-19, pubblicando anche i dati personali delle persone (scusate la tautologia) concrete. Il creatore del Telegram Pavel Durov descrive bene quella decisione (in inglese), quindi non mi metto a riassumere le sue parole.
La cosa che posso constatare io è semplice: anche qualora non ci fossero stati degli inviti alla violenza e/o la pubblicazione dei dati personali, avrei pienamente appoggiato questa forma di censura. Perché grazie a quei [censured censured censured censured censured] dei novax si diffondono e continuano a mutare non solo i virus come il Covid-19, ma pure tante di quelle malattie che l’umanità riteneva di avere superato già decenni o secoli fa: la peste, la pertosse, la difterite, il morbillo, la poliomielite etc.
Quindi, cari novax, chiudetevi in casa e godetevi la vostra libertà di schiattare per le malattie obsolete senza violare la libertà di vivere di tutte le altre persone.


Il destino del Telegram

Chi si interessa dell’argomento, lo sa già benissimo anche senza il mio aiuto: in teoria oggi, il 30 aprile, doveva essere lanciata la criptovaluta Gram sviluppata dalla squadra del Telegram. Molto in teoria perché il lancio è bloccato da un lungo procedimento giudiziario tra Pavel Durov e il Securities and Exchange Commission statunitense.
A interessarci oggi non sono i dettagli del suddetto procedimento, ma il destino del Telegram. Infatti, Pavel Durov ha proposto agli investitori del Gram tre soluzioni:
1) riavere subito il 72% della somma investita,
2) aspettare l’esito positivo del procedimento e avere le proprie «monete» Gram tra un anno esatto,
3) aspettare l’esito negativo del procedimento e ottenere il 110% della somma investita tra un anno esatto.
Le risorse necessarie per la terza opzione, se dovesse essere preferita dagli investitori, saranno ricavate dalla vendita – da parte di Durov – delle azioni delle compagnie proprietarie del Telegram. Ecco, a questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se l’eventuale cambio della proprietà possa influire sulla qualità tecnica e sulla politica del Telegram.
Io, essendo un famosissimo esperto del mondo finanziario (triplo ahahaha), predico: la maggioranza degli investitori preferirà riavere subito il 72% dei soldi ora e chiudere così il proprio rapporto con il Gram. Lo preferirà perché dietro l’angolo ci aspettano la crisi, l’inflazione e tante altre belle cose. Quindi forse è meglio avere una parte dei soldi ora che la carta colorata tra un anno.
Di conseguenza, il Telegram resterà a Pavel Durov. E, eventualmente, sarà venduto, chiuso o rovinato più avanti e per altri motivi. Motivi che oggi non possiamo nemmeno immaginarci.