L’archivio della rubrica «Cultura»

I nomi della DuckTales

Il mio rapporto con i cartoni animati occidentali è stato relativamente breve. Essi, i cartoni americani e non solo, hanno iniziato a comparire nel palinsesto della televisione russa negli anni ’90, quando io stavo ormai uscendo dalla età adatta per appassionarmene sul serio. Devo riconoscere che all’epoca alcune di quelle opere riuscivano a impressionarmi per le grafiche e le trame mai viste prima, ma al giorno d’oggi mi ricordo bene solo le «Tartarughe Ninja» e alcune delle più famose serie della Disney.
Ecco, una delle serie della Disney che mi ricordo abbastanza bene è la «DuckTales»: quella che racconta di Scrooge McDuck, dei tre suoi nipoti e di alcuni altri personaggi-paperoni. Come accade spesso, purtroppo, i nomi dei personaggi erano stati adattati («tradotti») per ogni singolo Stato nel quale era stata trasmessa la serie. Di conseguenza, in un mondo sempre più globalizzato di oggi — che forse si faceva un po’ fatica a immaginare all’epoca — gli ex bambini provenienti dai Paesi diversi potrebbero incontrare alcune difficoltà nel parlarsi dei propri ricordi infantili… Ma nel 2021 gli autori del blog Mapologies hanno creato una mappa sulla quale sono indicati, Stato per Stato, le versioni «nazionali» dei nomi almeno dei tre nipoti-paperoni. Ho scoperto per caso l’esistenza di quella mappa e ho avuto un piccolo attacco di nostalgia:

Sulla stessa pagina della suddetta mappa troverete anche altre due immagini (anche esse ingrandibili con il click) che potrebbero interessarvi.
Le persone totalmente disinteressate ai cartoni possono invece provare a studiare qualche altro argomento del sito.


La musica del sabato

Il compositore e direttore d’orchestra austriaco Gustav Mahler (1860–1911) ha subito, nel corso della storia, una stranissima trasformazione della propria fama. Durante la sua vita fu universalmente riconosciuto come un direttore d’orchestra geniale e criticato (quando non snobbato) in qualità del compositore. Dopo la sua morte, però, la situazione si è invertita: le sue abilità da direttore di Mahler sono state presto dimenticate, ma «in cambio» la musica da egli scritta è progressivamente diventata tra le più suonate ai concerti classici. Non si sa di preciso se sia il merito di alcuni direttori d’orchestra più famosi del XX secolo (per esempio, Leonard Bernstein) che si sono impegnati tanto nel promuovere la musica di Mahler, oppure della stilistica di Mahler stesso che sarebbe più vicina alle preferenze e abitudini musicali degli ascoltatori di oggi.
L’eredità musicale lasciataci da Gustav Mahler non è grandissima dal punto di vista quantitativo: in parte perché morì a soli 50 anni e in parte perché faticò a comporre avendo preso un po’ male una sfortuna al primo concorso da compositori dove aveva partecipato da giovane. Inoltre, l’insieme delle composizioni di Mahler è costituito quasi esclusivamente dalle canzoni e sinfonie. Dopo alcune riflessioni ho deciso di selezionare per il post di oggi una sinfonia capace di rappresentare al meglio lo stile musicale formato da Mahler-compositore ormai realizzatosi…
E così ho optato verso la scelta probabilmente meno ovvia: la Sinfonia n. 5, scritta nel 1903 e perfezionata più volte nei periodi successivi.

Gustav Mahler volle (e lo formulò esplicitamente nei primi anni del ’900) che la musica e il suo messaggio fossero comprensibili anche senza le parole. E allora non mi dilungo…


La musica del sabato

Il genere del gruppo tedesco dArtagnan è formalmente classificabile come folk-rock, ma in sostanza si tratta di un classico esempio del gruppo-festa. Infatti, mi sembra uno di quei gruppi che non si distinguono per delle spiccate qualità musicali, ma almeno trasmettono un po’ di buon umore.
Come da tradizione, ho selezionato due canzoni.
La prima è «C’est la vie»:

Mentre la seconda canzone è «Chanson de Roland»:

I dArtagnan esistono dal 2015, ma io li ho scoperti solo qualche giorno fa perché hanno registrato una loro versione curiosa della canzone principale del film sovietico «d’Artagnan e i tre moschettieri» (del 1973). I russi sono rimasti molto sorpresi…
Infine, informo gli interessati che sul canale youtube del gruppo sono disponibili tutti i video musicali e non del gruppo.


La musica del sabato

Carl August Nielsen è oggi considerato uno dei più grandi compositori danesi, il capostipite della scuola musicale danese. Il periodo dell’impegno professionale di Nielsen nella musica (dal 1891 al 1931) può essere diviso in almeno quattro fasi. Per il post musicale di oggi ho pensato dunque di selezionare le composizioni che rappresentano al meglio le fasi più significative.
Per esempio, potrei iniziare con il Concerto per violino (del 1911), una delle composizioni grazie alle quali Nielsen ha iniziato ad assumere una certa notorietà in Europa:

E poi potrei aggiungere una composizione che caratterizza bene l’ultima fase artistica di Nielsen: il Concerto per clarinetto del 1928.

Ci voleva qualcosa di vivificante.


La musica del sabato

Per la puntata odierna della mia rubrica musicale ho voluto selezionare, senza alcun motivo, qualcosa del trombettista jazz Chris Botti. Per esempio, questa «Flamenco Sketches»:

Ma non dobbiamo dimenticare che la fama mondiale è arrivata a Chris Botti grazie alla sua fortunata collaborazione con Sting. Quindi in qualità della seconda composizione metto questa versione della canzone «My Funny Valentine»:


La musica del sabato

Il compositore olandese Unico Willem Reichsgraf van Wassenaer Obdam appartenne a una nota e ricca famiglia nobile e nel corso di tutta la sua vita professionale si applicò, con un relativo successo, nella diplomazia. I soli questi aspetti della sua biografia avrebbero potuto essere visti come elementi di una grande fortuna per una persona normale. Per un compositore, invece, è stata una sfortuna: infatti, per le persone appartenenti al suo ceto sociale non fu all’epoca ritenuto opportuno (nella Repubblica delle Sette Provincie Unite) comporre e pubblicare la musica. Di conseguenza, tutte le sue composizioni musicali furono diffuse come anonime e successivamente attribuite, erroneamente, a Giovanni Battista Pergolesi e Carlo Ricciotti. Solo verso la fine del XX secolo gli storici della musica hanno ristabilito la verità (e hanno dedotto, con una relativa certezza, che Carlo Ricciotti non compose proprio la musica).
Passando direttamente alla musica, dico che per il post di oggi ho pensato di selezionare qualcosa di molto rappresentativo: per esempio, due dei sei «Concerti Armonici» di Unico Willem Reichsgraf van Wassenaer Obdam.
Iniziamo con il Concerto Armonico No.1 in Sol maggiore:

E poi aggiungo il Concerto Armonico No.2 in Sol maggiore:


Riconoscere una canzone

Finalmente mi sono deciso / ricordato di selezione uno strumento tecnologico ottimale che permetta di scoprire i titoli e i nomi d’autore delle canzoni sconosciute (sconosciute a chi sta ascoltando, non in generale). Preparandomi alla ricerca e studiando le varie soluzioni esistenti, ho formulato alcuni criteri basilari che tale strumento deve soddisfare.
Prima di tutto, ho pensato di limitarmi agli strumenti online. Infatti, se una cosa serve molto raramente e per dei scopi non professionali, è inutile intasare il computer con un ennesimo programma (il quale avrebbe comunque avuto bisogno dell’accesso all’internet).
In secondo luogo, ho pensato di scartare tutti quei servizi che chiedono di caricare sul rispettivo sito i file musicali da riconoscere. Infatti, la musica (canzone) da cercare potrebbe essere contenuta in un file molto grosso (per esempio, un film): non dobbiamo mica perdere il tempo a ritagliare un pezzo del file e fare l’upload! Inoltre, la canzone da riconoscere potrebbe provenire da una fonte diversa da un file disponibile sul computer (un video di YouTube, la radio, il televisore della vecchietta del piano di sotto etc.).
In terzo luogo, deve essere uno strumento gratuito. Perché, infatti, a me serve molto raramente e solo per delle piccole curiosità personali. Ma anche perché non voglio far spendere troppo ai miei lettori, ahahaha.
Ebbene, lo strumento che corrisponde pienamente ai tre criteri appena elencati esiste: è il sito midomi.com

In sostanza, per riconoscere la musica che sta suonando sul computer o nelle vicinanze è sufficiente cliccare sul grande buttone giallo rotondo in mezzo alla pagina e consentire l’uso del microfono (il vostro browser ne visualizzerà la richiesta). In appena 10 secondi il midomi riconosce la musica e vi mostra le informazioni fondamentali: il titolo del brano, il nome dell’autore, il nome dell’album, l’anno di pubblicazione e la copertina.

Lo strumento è completamente gratuito e può essere usato una infinità di volte al giorno (almeno per ora). Le poche volte che l’ho utilizzato, ha saputo suggerirmi le informazioni utili. Prima di scriverne, ho testato lo strumento sulla musica di diversi generi e di varie epoche già conosciutami: ha sempre funzionato bene.
A questo punto dovrei dare qualche suggerimento anche a coloro che vorrebbero identificare la musica utilizzando lo smartphone. In questo caso i consigli sono due. Continuare la lettura di questo post »


La musica del sabato

La mia percezione potrebbe essere lontana dallo stato reale delle cose, ma per me la cantante scozzese KT Tunstall è la cantante di una sola canzone. Infatti, tranne il famosissimo brano d’esordio «The Black Horse and the Cherry Tree» non ho mai sentito qualcosa di realmente interessante da parte sua…

Anche se, preparandomi a scrivere questo post musicale, avevo concesso l’ultima possibilità a KT Tunstall: avevo provato a sentire la relativa raccolta «best of» su YouTube. Purtroppo, però, la maggioranza delle canzoni incluse in quella raccolta era irrimediabilmente pop… Certo, avevo notato il tentativo di ripetere il primo successo con la canzone «Evil Eye», ma i tentativi falliti non meritano troppa nostra attenzione.
Di conseguenza, in qualità della seconda canzone ho scelto la «Made Of Glass»:

KT Tunstall ha quaranta sei anni e, pare, inizia ad avere qualche problema con l’udito, ma noi non perdiamo la speranza: c’è sempre la possibilità che inventi ancora qualcosa di interessante.


Nessuno si disperi

Dalla storia della scienza conosciamo molti esempi delle scoperte importantissime fatte «per sbaglio», come se fossero degli effetti collaterali delle ricerche sugli argomenti ben diversi.
Pure a me, qualche volta, capita di fare delle scoperte interessanti mentre cerco ben altro. Nei giorni scorsi, per esempio, in una delle mie ricerche bibliografiche è comparsa la foto di questa piena di informazioni utilissime su come affascinare una donna:

Si tratta di una delle 158 pagine del libro «The Complete Book of Magic and Witchcraft» di Kathryn Paulsen. L’edizione del 1970 – l’unica trovata su Amazon – è un po’ costosa, ma conosco delle persone che sarebbero disposte a pagare anche il triplo per accedere alle conoscenze come quelle citate poco sopra.

Gli interessati si affrettino!


La musica del sabato

Il compositore statunitense Philip Glass è considerato uno dei più grandi esponenti del minimalismo musicale (secondo me un ramo della musica particolarmente difficile da seguire quando il compositore è anche un po’ meno che grande). Ma in realtà, come tutti i bravi artisti, anche Glass ha avuto una propria evoluzione stilistica nel corso degli anni. Quindi per il post dedicato ad egli ho scelto due composizioni appartenenti alle sue «vite artistiche» differenti. Evitando la musica per il cinema (per la quale molti di voi potrebbero conoscere il protagonista di oggi), mi sono concentrato su quella più seria.
La prima composizione scelta e la «Music with changing parts», scritta nel pieno periodo del minimalismo:

Mentre la seconda composizione (più breve, ahahaha) è del periodo più tardo — è stata scritta nel 1991 — e si caratterizza per uno stile più abituale per gli amanti della musica classica: si tratta del String Quartet no. 5.

Non so, appunto, se qualcuno di voi preferisce sentire solo uno dei due stili musicali.