L’archivio della rubrica «Cultura»

Ma esiste ancora?

Una interessante notizia culturale: la società americana Paramount interromperà la trasmissione dei canali MTV «secondari» nel Regno Unito e in diversi altri paesi europei, rimarrà disponibile solo il canale principale MTV HD.
Improvvisamente, solo dopo avere letto tale notizia, mi sono accorto che sono almeno quindici anni che non mi viene più in mente di provare a fare delle scoperte musicali (o seguire i propri gusti musicali già abbastanza stabili) con l’aiuto di un televisore. In parte, perché non ho bisogno di una immagine visiva per ascoltare la musica, in parte perché non ho tempo e voglia di aspettare che venga trasmesso qualcosa che mi piace (in mezzo a un mare di schifezze). E in parte perché so io dove andare a prendere quello che voglio ascoltare in ogni momento concreto. Diversi servizi online, poi, da qualche anno sanno propormi bene delle cose nuove che potrebbero piacermi (azzeccano sempre più spesso).
Di conseguenza, mi chiedo: ma nel 2025 chi guarda/ascolta ancora MTV? Le stesse persone con capelli bianchi e bastone che leggono i giornali cartacei tra un controllo del cantiere e una visita al supermercato alle 8 del mattino?


La musica del sabato

Oggi posso provare a sfruttare la propria rubrica musicale per esprimermi in un modo allegorico: da poco più di due anni sento di trovarmi all’interno del film «Cabaret» di Bob Fosse. Intendo dire: faccio una vita normale, cerco di fare qualcosa di intelligente o divertente, ma vedo che sempre più gente passa apertamente dalla parte del nazismo. Non chiama ancora la propria preferenza con il quel nome appropriato (si vergogna ancora), ma ormai lo fa per iniziativa propria, senza nemmeno avere bisogno di una guida. Vedere impazzire il mondo non è una sensazione bella, cerco di tirarmi su ipotizzando che in realtà si tratti solo di una minoranza più rumorosa rispetto al resto della società.
Ma almeno io rimango quello che sono e per ora vado avanti. Sicuramente nel futuro – spero, vicino – sarò fiero almeno per la prima delle due cose.
Nel frattempo, dedico il post musicale di oggi alla composizione per orchestra e coro «I Never Saw Another Butterfly» di Charles Davidson:

Prima o poi il mondo guarirà.


La musica del sabato

Il duo canoro statunitense Carpenters (spesso erroneamente indicato con l’articolo «the») negli anni ’70 del XX secolo era molto popolare tra il pubblico e, allo stesso tempo, considerato portatore di uno stile musicale obsoleto dai critici (effettivamente, erano gli anni del dominio del rock). Avremmo potuto chiederci, a questo punto, a cosa servono i critici nelle forme d’arte popolari / commerciali, ma evitiamo: quasi la totalità dei loro nomi viene dimenticata dopo la chiusura della pagina con i loro articoli, mentre la musica criticata rimane con noi per decenni o secoli.
Pure la musica dei Carpenters, più di quaranta due anni dopo la fine della esistenza del gruppo (a causa della morte di Karen Carpenter, sorella e collega di Richard), a volte continua a capitarmi nelle varie fonti. Pur non essendo un grande fan del soft/pop rock e del pop, a volte trovo ascoltabile qualche loro canzone. Quindi oggi dedico a loro il post musicale del sabato.
Il motivo per il quale mi sono ricordato dei Carpenters proprio ora è la loro canzone «We’ve Only Just Begun» (dall’album «Close to You» del 1970) postata in una delle mie fonti musicali preferite.

In qualità della seconda canzone del post ho scelto una delle più famose del duo: la «(They Long to Be) Close to You» (sempre dall’album «Close to You»):

Ed ecco che vi siete un po’ aggiornati sulla storia della musica leggera dei tempi del dominio del rock…


La musica del sabato

Il lunedì 22 settembre era ufficialmente iniziato l’autunno (anche se a me già alla fine di agosto il tempo sembrava «da settembre»), quindi anche nella mia rubrica musicale si apre una nuova stagione…
Sarebbe, probabilmente, logico aprirla con la terza parte dell’oratorio profano di Joseph Haydn «Le stagioni» («Die Jahreszeiten», composto tra il 1798 e il 1801). Quella parte, infatti, si chiama «L’autunno».

Però a me piace l’oratorio intero, l’ho sempre percepito come una composizione indivisibile. Di conseguenza, aggiungo il video de «Le stagioni» di Haydn intero, nonostante la sua durata seria.

Quella del video è l’interpretazione della Wiener Philharmoniker, direttore Nikolaus Harnoncourt.


La musica del sabato

Finalmente, decenni dopo il primo tentativo, la musica generata da una macchina è arrivata a livelli sufficienti per essere commentata seriamente. Certo, non è («più» o «per ora»?) generata in piena autonomia come lo volevano gli ingegneri appassionati di fantascienza, ma proprio questo è l’aspetto migliore – e meno notato dai fan e dai critici – di tutti i modelli dell’AI. L’iniziativa, l’obiettivo e la visione dell’aspetto del risultato finale desiderato rimangono agli umani. Con lo sviluppo dell’AI le persone realmente creative e capaci hanno ottenuto uno strumento in più per realizzare qualcosa di interessante con uno sforzo notevolmente inferiore rispetto anche a pochi anni fa.
Come tutti gli strumenti innovativi in fase di grande sviluppo, anche l’AI deve ancora imparare tanto nel lavoro sui dettagli, ma già i risultati attuali sono più positivi che negativi. Oggi, dunque, faccio un bel esempio nell’ambito della mia rubrica musicale.
Il pittore e animatore russo Oleg Kuvaev (non preoccupatevi: non avrei mai scritto positivamente di un personaggio con una posizione politica e umana dubbia, nemmeno in un contesto come quello del presente post) da alcuni mesi si sta esercitando nella creazione dei video musicali interamente in Chat GPT. I risultati ottenuti sono sempre meglio: ora meritano di essere pubblicizzati.
Il primo video musicale di Oleg Kuvaev selezionato per oggi è «Until»:

Il secondo video musicale di Oleg Kuvaev, creato sempre con l’AI, che ho scelto per il post di oggi è il meno recente «People against AI»:

Se decidete di guardare molto attentamente, forse notate alcuni dei vecchi problemi delle immagini create con l’AI (tipo la quantità delle dita in alcune inquadrature, le proporzioni dei personaggi instabili, le parti dei corpi che si muovono in un modo anomalo), ma ormai sono dettagli piccoli che quasi si perdono sullo sfondo della complessiva qualità buona.
P.S.: molto spesso l’AI viene accusato – non senza motivo – di creare delle opere artistiche poco originali, «compilative». Ma l’AI in questo senso funziona proprio come il cervello umano: opera solo con i concetti già esistenti che conosce e non è in grado di immaginare (proprio come un essere umano) qualcosa che non ha mai visto. Di conseguenza, è il compito dell’autore dei prompt a stimolare la sua «fantasia» e non fargli prendere tutto da una o da poche fonti di ispirazione.


La musica del sabato

Nella storia della musica troviamo parecchi compositori che per qualche inspiegabile motivo sono infinitamente noti degli altri, anche quando meriterebbero di essere nominati e citati non meno frequentemente. O, comunque, molto più spesso di quanto succeda attualmente.
Uno di loro è il compositore spagnolo Joaquín Turina (1882–1949), che fu uno dei principali rappresentanti spagnoli dell’impressionismo musicale. Oggi lo vorrei ricordare e pubblicizzare con la sua «Sinfonía Sevillana» (Op. 23, 1920):

Nella parte iniziale si sente ancora un po’ di influenza francese, ma poi la composizione si sviluppa in qualcosa di più originale.
Tornerò ancora alla musica di Joaquín Turina.


La musica del sabato

In generale, conosco meglio la musica «vecchia» che la musica «nuova»: è un segnale preoccupante della età che avanza ahahaha
Ma periodicamente faccio dei tentati di recuperare un po’ di conoscenze. E i miei tentativi vanno in entrambe le direzioni: vedo cosa mi sono perso della musica dei decenni passati e se c’è qualcosa di ascoltabile nella musica di oggi. Durante tali studi ho capito, per esempio, che devo scoprire quasi tutta la musica della cantante statunitense Terri Gibbs: non è detto che mi piacerà, ma devo comunque approfondire.
Mentre approfondisco, includo nel presente post musicale due delle sue canzoni più famose. La prima è la «Somobody’s Knockin» (dall’album omonimo del 1981):

La seconda canzone di Terri Gibbs scelta per oggi è la «Rich Man» (dallo stesso album):

Vedo a quali conclusioni mi porta lo studio più approfondito…


La musica del sabato

Oggi ho voluto postare, nella mia rubrica musicale, il poema sinfonico del compositore tedesco Richard Strauss «Una sinfonia alpina» («Eine Alpensinfonie», op. 64). Non solo perché ho passato una parte dell’agosto a camminare in montagna (mentre il poema sinfonico proposto raffigura in musica la scalata di una montagna), ma anche perché avevo cercato di ricordarmi qualche esempio di musica classica nel quale venga codificato il tempo instabile…
Ma è bello anche solo ascoltarla, senza intasare la testa con le mie motivazioni.

Questa concreta interpretazione è della Orchestra Sinfonica di Colonia diretta da Semyon Bychkov.


La musica del sabato

Nel 1980 Grover Washington Jr. e Bill Withers avevano registrato la canzone «Just The Two of Us»: sicuramente l’avete sentita più volte nella vita.

Esistono numerose altre interpretazioni della suddetta canzone. Nelle scorse settimane ho pure scoperto una interpretazione tailandese:

Interessante…


La musica del sabato

Ho pensato di avere molti più motivi del solito per selezionare qualche composizione „estiva“ per la puntata odierna della mia rubrica musicale. E dopo alcuni ragionamenti ho scelto il poema sinfonico „Summer Night on the River“ (1911) del compositore inglese Frederick Theodore Albert Delius:

Per le persone che soffrono (come me) il caldo, poi, aggiungo la „North Country Sketches“ dello stesso compositore. Spero che aiuti almeno un po’:

Buona continuazione dell’agosto culturale a tutti, ahahaha