L’archivio della rubrica «Cultura»

La musica del sabato

Con pochissime eccezioni, gli anni ’80 del XX secolo possono essere definiti tragici per la musica non classica. Me lo ricordo ogni qualvolta nelle mie cuffie capita qualcosa di quella epoca…
Questa settimana, poi, le mie cuffie mi hanno pure ricordato di una certa Taylor Dayne, la quale aveva stabilito un record particolare nella velocità della carriera musicale. Infatti, nel 1988 era diventata molto famosa al primo tentativo, con la sua canzone «Tell it to My Heart» (poi inclusa nell’omonimo album), ma già nel 1990 la sua popolarità aveva iniziato a svanire altrettanto velocemente. Provate a valutare voi se si tratta di una grande perdita…
La prima canzone di Taylor Dayne che inserisco nel presente post è, appunto, la «Tell it to My Heart»:

La seconda canzone di Taylor Dayne scelta per oggi è la «I’ll Always Love You» (sempre dallo stesso album del 1988):

In conclusione, aggiungo che gli anni ’20 del XX secolo possono essere definiti, con pochissime eccezioni, assenti dalla storia della musica non classica: tantissimi «cantanti» e «musicisti» che stanno diventando famosi e premiati sono tanto pivi di caratteristiche da non riuscire nemmeno a fare schifo.


La musica del sabato

I 12 «Études d’exécution transcendante» di Franz Liszt sono probabilmente le composizioni che riassumono al meglio l’immagine «popolare» del suo stile. Ma non tutta la varietà del suo stile che in realtà / secondo me c’è.

Ma sono sicuramente da ascoltare.


La musica del sabato

Ahahahaha, questa è geniale! Ho scoperto solo pochi giorni fa che i Nanowar of Steel – gruppo musicale heavy metal/rock demenziale italiano – già l’anno scorso hanno pubblicato la canzone «HelloWorld.java»: una canzone cantata, appunto, in Java. Se non sapete di cosa si tratta, informatevi di questo linguaggio di programmazione almeno sulla Wikipedia.

(E, ovviamente, condividete con i vostri amici programmatori. Io sono contento di averla ascoltata anche – ma non solo – perché uno dei miei primi lavori informatici ufficiali ha riguardato proprio la programmazione in Java.)
A questo punto aggiungo anche un secondo brano del gruppo: «Afraid to Shoot into the Eyes of a Stranger in a Strange Land».

È bellissimo condividere le cose di qualità così elevata!


La musica del sabato

Il compositore austriaco Karl Michael Ziehrer (1843–1922) fu, per la propria epoca, quasi un artista pop: componeva prevalentemente le operette e i balli di vari tipi. Però si potrebbe dire che la sua musica fu il «pop di fascia alta», di qualità superiore alla media delle composizioni del genere. E, infatti, Ziehrer e la sua musica non sono stati dimenticati con il passare del tempo.
Io, personalmente, ricordo Karl Michael Ziehrer nella edizione odierna della mia rubrica musicale con due suoi valzer. Il primo è «Regentropfen» («Gocce di pioggia» composto nel 1901, op. 514):

Il secondo valzer di Karl Michael Ziehrer che ho selezionato per oggi è il «Seculo nuovo, vita nuova» (composto nel 1900, op. 498):

Ma sconsiglio di ballarli sotto la pioggia.


La musica del sabato

Perché non ho mai ascoltato Jeff Lynne e il suo gruppo Electric Light Orchestra? Probabilmente perché non vedo qualcosa di realmente originale nella sua musica. Troppo spesso sembra che stia imitando Paul McCartney. Ecco un esempio: la canzone «When I Was A Boy» (dall’album «Alone in the Universe» del 2015):

Ma visto che ci siamo, ecco la seconda canzone dallo stesso album: «When the Night Comes».

Bene, è apparso un altro nome noto nella mia rubrica musicale.


La musica del sabato

Il compositore e direttore d’orchestra statunitense Jerrald King «Jerry» Goldsmith (1929–2004) aveva seguito un percorso accademico poco convenzionale per la sua professione ed era entrato nella industria musicale quasi con l’inganno, ma alla fine era diventato uno dei compositori televisivi e cinematografici più noti al mondo. Tante persone potrebbero non ricordare il suo nome, ma quasi tutti sapranno riconoscere almeno una delle sue composizioni musicali per il cinema.
Il pretesto formale per il quale ho deciso di scriverne proprio in questa puntata della mia rubrica musicale è la «festa» di ieri: il Halloween 2025, infatti, può essere salutato con la musica di Jerry Goldsmith composta per il film di Steven Spielberg «Twilight Zone: The Movie» del 1983. Al giorno d’oggi l’aspetto «horror» di questa musica potrebbe sembrare un po’ antiquato, ma i conoscitori della storia cinematografica e/o quella musicale apprezzeranno:

In qualità del secondo video del post aggiungo anche questa variante della musica dello stesso compositore per lo stesso film:

Così, spero, vi ricordate un personaggio importante della cultura di massa e andate a esplorare un po’ quel vasto patrimonio musicale che ci ha lasciato.


La musica del sabato

Oggi mi è venuta la voglia di postare nella rubrica musicale il Concerto per violino e violoncello in La minore di Johannes Brahms (op. 102). Così, senza un motivo preciso: proprio come si dovrebbe fare con le opere artistiche belle.

E non fatevi distrarre da alcuni dettagli del video: questa esecuzione del Concerto (dalla orchestra radiofonica tedesca NDR Elbphilharmonie Orchester) è stata ripresa verso la fine del 2020, quindi nelle condizioni di tutte le possibili limitazioni epidemiologiche…


Da non ripetere

Dopo quanto è successo al Louvre, posso svelare un semplicissimo «trucco» che avevo scoperto ancora ai tempi studenteschi…

Per portare un qualsiasi oggetto fuori da un qualsiasi luogo di cultura (museo, biblioteca etc.), non è necessario staccare l’allarme, rovinare la segnaletica antitaccheggio, sparare le guardie o indossare un cappello invisibile. Basta prendere l’oggetto e metterlo fuori dalla finestra: per qualche stranissimo motivo tutti i sistemi di sicurezza sono progettati solo contro i ladri onesti / sfigati che utilizzano per i loro spostamenti esclusivamente le porte. Non so perché, ma è così: la sicurezza è sempre progettata dalla gente estremamente ingenua.
Ovviamente, non ho mai utilizzato questo trucco (ma solo testato per scopi teorici, riportando poi l’oggetto al suo posto).
Ovviamente, non vi invito a utilizzare questo trucco.
Ovviamente, invito tutti gli addetti alla sicurezza a tenerne conto.


La musica del sabato

A volte mi capita una situazione un po’ fastidiosa: dalle profondità della mia memoria emerge qualche canzone – non necessariamente tanto bella o interessante – e continua a girare nella testa finché non la ascolto almeno una volta nel senso vero del termine. Così, per esempio, nei giorni scorsi la mia testa è stata aggredita dalla canzone «’74–’75 » del gruppo statunitense The Connells.
Questa canzone, facente parte dell’album «Ring» del 1993, è diventata la canzone più famosa del gruppo in Europa e si è pure meritata una pagina sulla Wikipedia.

Il gruppo The Connells, invece, non è mai stato particolarmente famoso: nemmeno negli USA. Dal momento della propria formazione nel 1984 al 2001 ha registrato 8 album in studio e poi, a partire dal 2001, ha quasi azzerato la propria attività, ma formalmente non si è sciolto, a volte fa ancora qualche concerto singolo in giro… Mi sono dunque trovato un po’ in difficoltà nello scegliere la seconda canzone del gruppo per il post. Ma alla fine ho inventato un criterio: prendo una canzone dal loro primo album («Darker Days» del 1985) per la quale è stato realizzato il loro primo video musicale (sembra amatoriale). Ecco, dunque, la canzone «Hats Off»:

Meno male che non si erano arresi all’inizio della propria attività musicale, quando vedevano che la popolarità non arriva: altrimenti non avrebbero registrato nemmeno quella unica loro hit con la quale ho aperto il post odierno. E meno male che dopo anni di successi moderati hanno saputo inventarsi qualche altra attività per la propria vita.


Ma esiste ancora?

Una interessante notizia culturale: la società americana Paramount interromperà la trasmissione dei canali MTV «secondari» nel Regno Unito e in diversi altri paesi europei, rimarrà disponibile solo il canale principale MTV HD.
Improvvisamente, solo dopo avere letto tale notizia, mi sono accorto che sono almeno quindici anni che non mi viene più in mente di provare a fare delle scoperte musicali (o seguire i propri gusti musicali già abbastanza stabili) con l’aiuto di un televisore. In parte, perché non ho bisogno di una immagine visiva per ascoltare la musica, in parte perché non ho tempo e voglia di aspettare che venga trasmesso qualcosa che mi piace (in mezzo a un mare di schifezze). E in parte perché so io dove andare a prendere quello che voglio ascoltare in ogni momento concreto. Diversi servizi online, poi, da qualche anno sanno propormi bene delle cose nuove che potrebbero piacermi (azzeccano sempre più spesso).
Di conseguenza, mi chiedo: ma nel 2025 chi guarda/ascolta ancora MTV? Le stesse persone con capelli bianchi e bastone che leggono i giornali cartacei tra un controllo del cantiere e una visita al supermercato alle 8 del mattino?