La canzone natalizia «Must Be Santa» fu composta dal generale / scrittore statunitense Harold Gregory (detto Hal) Moore Jr. e Bill Fredericks. La prima versione registrata della canzone fu pubblicta nel novembre 1960 da Mitch Miller and the Gang (poi inclusa nell’album «Holiday Sing-Along With Mitch» del 1961):
Nei decenni successivi la suddetta canzone, diventata abbastanza popolare, era stata registrata da alcuni altri gruppi e musicisti singoli. Prima di tutto va ricordata la versione di Bob Dylan, inclusa nel suo album «Christmas in the Heart» del 2009:
Un’altra versione della canzone «Must Be Santa» che mi sembra meritevole di attenzione è quella del gruppo canadese «The Irish Rovers» (non mi risulta che faccia parte di qualche loro album):
Bene, ora avete la possibilità di aggiornare la vostra playlist natalizia, hohoho
L’archivio della rubrica «Cultura»
Poche settimane fa mi è capitato di vedere su YouTube un video musicale da effetti un po’ contraddittori sul mio umore: intendo il brano «Summertime» cantato da Joanne Shaw Taylor e suonato da lei e Joe Bonamassa. Da una parte, questa performance live mi è piaciuta, perché Bonamassa non mi delude mai: suona bene e non cerca di togliere spazio e attenzione a che meno bravo e meno famoso di lui. Dall’altra parte, Taylor non mi ha impressionato per niente (si esibisce e registra dal 2002, ma a me non è mai capitato di sentirla prima del 2025): non dico che sia scarsa, ma non posso nemmeno dire che in questo specifico caso sia riuscita a produrre qualcosa di eccezionale e capace di provarmi emozioni forti. È un po’ come la Coca-Cola dalla quale sono uscite tutte le bollicine:
Ma per non parlare troppo male di una musicista che quasi non conosco, preferisco parlare bene della canzone. Come sicuramente sapete, la «Summertime» è una aria composta a dicembre 1933 dal compositore George Gershwin per la sua opera «Porgy and Bess». La prima a cantare e registrare questa aria / canzone era stata la cantante Abbie Mitchell (al pianoforte c’era il compositore, George Gershwin appunto):
Nel corso dei decenni successivi la «Summertime» è stata cantata e registrata da tantissimi cantanti e gruppi: pare che sia stata superata la quota dei 3000… Io aggiungo qualcuna delle interpretazioni più famose, iniziando da quella di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald (del 1957):
Poi aggiungo l’interpretazione della «Summertime» di Miles Davis (del 1958):
E poi ci vuole qualche interpretazione più moderna, vicina ai giorni nostri… Per esempio, quella di Melody Gardot (del 2010):
Ma è impossibile postare tutte le interpretazioni interessanti, sono tantissime. Posso solo interrompermi qui…
Non so perché, ma questa volta la parte musicale del mio cervello si è fissata sull’idea di dover postare qualche canzone «mondana» del compositore inglese Henry Purcell. Sento che mi conviene accontentarla, altrimenti non mi fa pensare ad altre cose ahahaha
La prima canzone che ho selezionato per questo post è la «Fly swift, ye hours» del 1692 (Z 369):
Invece la seconda canzone di Purcell che ho selezionato per questo post è la «Beware, poor Shepherds» del 1684 (Z 361):
Ma ne ha composte tante, quindi in futuro posso tornare più volte sull’argomento per scegliere ancora meglio…
Con pochissime eccezioni, gli anni ’80 del XX secolo possono essere definiti tragici per la musica non classica. Me lo ricordo ogni qualvolta nelle mie cuffie capita qualcosa di quella epoca…
Questa settimana, poi, le mie cuffie mi hanno pure ricordato di una certa Taylor Dayne, la quale aveva stabilito un record particolare nella velocità della carriera musicale. Infatti, nel 1988 era diventata molto famosa al primo tentativo, con la sua canzone «Tell it to My Heart» (poi inclusa nell’omonimo album), ma già nel 1990 la sua popolarità aveva iniziato a svanire altrettanto velocemente. Provate a valutare voi se si tratta di una grande perdita…
La prima canzone di Taylor Dayne che inserisco nel presente post è, appunto, la «Tell it to My Heart»:
La seconda canzone di Taylor Dayne scelta per oggi è la «I’ll Always Love You» (sempre dallo stesso album del 1988):
In conclusione, aggiungo che gli anni ’20 del XX secolo possono essere definiti, con pochissime eccezioni, assenti dalla storia della musica non classica: tantissimi «cantanti» e «musicisti» che stanno diventando famosi e premiati sono tanto pivi di caratteristiche da non riuscire nemmeno a fare schifo.
I 12 «Études d’exécution transcendante» di Franz Liszt sono probabilmente le composizioni che riassumono al meglio l’immagine «popolare» del suo stile. Ma non tutta la varietà del suo stile che in realtà / secondo me c’è.
Ma sono sicuramente da ascoltare.
Ahahahaha, questa è geniale! Ho scoperto solo pochi giorni fa che i Nanowar of Steel – gruppo musicale heavy metal/rock demenziale italiano – già l’anno scorso hanno pubblicato la canzone «HelloWorld.java»: una canzone cantata, appunto, in Java. Se non sapete di cosa si tratta, informatevi di questo linguaggio di programmazione almeno sulla Wikipedia.
(E, ovviamente, condividete con i vostri amici programmatori. Io sono contento di averla ascoltata anche – ma non solo – perché uno dei miei primi lavori informatici ufficiali ha riguardato proprio la programmazione in Java.)
A questo punto aggiungo anche un secondo brano del gruppo: «Afraid to Shoot into the Eyes of a Stranger in a Strange Land».
È bellissimo condividere le cose di qualità così elevata!
Il compositore austriaco Karl Michael Ziehrer (1843–1922) fu, per la propria epoca, quasi un artista pop: componeva prevalentemente le operette e i balli di vari tipi. Però si potrebbe dire che la sua musica fu il «pop di fascia alta», di qualità superiore alla media delle composizioni del genere. E, infatti, Ziehrer e la sua musica non sono stati dimenticati con il passare del tempo.
Io, personalmente, ricordo Karl Michael Ziehrer nella edizione odierna della mia rubrica musicale con due suoi valzer. Il primo è «Regentropfen» («Gocce di pioggia» composto nel 1901, op. 514):
Il secondo valzer di Karl Michael Ziehrer che ho selezionato per oggi è il «Seculo nuovo, vita nuova» (composto nel 1900, op. 498):
Ma sconsiglio di ballarli sotto la pioggia.
Perché non ho mai ascoltato Jeff Lynne e il suo gruppo Electric Light Orchestra? Probabilmente perché non vedo qualcosa di realmente originale nella sua musica. Troppo spesso sembra che stia imitando Paul McCartney. Ecco un esempio: la canzone «When I Was A Boy» (dall’album «Alone in the Universe» del 2015):
Ma visto che ci siamo, ecco la seconda canzone dallo stesso album: «When the Night Comes».
Bene, è apparso un altro nome noto nella mia rubrica musicale.
Il compositore e direttore d’orchestra statunitense Jerrald King «Jerry» Goldsmith (1929–2004) aveva seguito un percorso accademico poco convenzionale per la sua professione ed era entrato nella industria musicale quasi con l’inganno, ma alla fine era diventato uno dei compositori televisivi e cinematografici più noti al mondo. Tante persone potrebbero non ricordare il suo nome, ma quasi tutti sapranno riconoscere almeno una delle sue composizioni musicali per il cinema.
Il pretesto formale per il quale ho deciso di scriverne proprio in questa puntata della mia rubrica musicale è la «festa» di ieri: il Halloween 2025, infatti, può essere salutato con la musica di Jerry Goldsmith composta per il film di Steven Spielberg «Twilight Zone: The Movie» del 1983. Al giorno d’oggi l’aspetto «horror» di questa musica potrebbe sembrare un po’ antiquato, ma i conoscitori della storia cinematografica e/o quella musicale apprezzeranno:
In qualità del secondo video del post aggiungo anche questa variante della musica dello stesso compositore per lo stesso film:
Così, spero, vi ricordate un personaggio importante della cultura di massa e andate a esplorare un po’ quel vasto patrimonio musicale che ci ha lasciato.
Oggi mi è venuta la voglia di postare nella rubrica musicale il Concerto per violino e violoncello in La minore di Johannes Brahms (op. 102). Così, senza un motivo preciso: proprio come si dovrebbe fare con le opere artistiche belle.
E non fatevi distrarre da alcuni dettagli del video: questa esecuzione del Concerto (dalla orchestra radiofonica tedesca NDR Elbphilharmonie Orchester) è stata ripresa verso la fine del 2020, quindi nelle condizioni di tutte le possibili limitazioni epidemiologiche…



RSS del blog


