Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Nesolio del 6 agosto 2025.
Nesolio è un piccolissimo paese del lecchese (sul monte Ocone) quasi completamente abbandonato dagli umani: in parte è proprio questa ultima caratteristica a renderlo attraente e interessante. Ma contano pure l’ambiente nel quale è inserito e l’antico stile architettonico / urbanistico montano. Sono contento di averlo visitato e spero che si manifestino presto le persone capaci e disposte a salvarlo dalla forza distruttrice del tempo.

Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non ci credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma state comunque attenti ai personaggi che cercano di infiltrarsi nelle vostre case attraverso le canne fumarie e/o finestre: a Natale non tutti, purtroppo, sono più buoni.

P.S.: non voglio assolutamente fare dei suggerimenti pericolosi, ma semplicemente mi chiedo: perché nessun delinquente si è ancora accorto che una notte all’anno può vestirsi di rosso, coprirsi il volto con una folta barba bianca, prendere in mano un grosso sacco e iniziare a entrare nelle case altrui senza destare sospetti? Se tutto andasse «bene», potrebbe ottenere dei «regali» con i quali vivere per un anno…
Non proverò!
Ogni volta che chiedete (o qualcuno chiede a voi) perché sotto l’albero ci sia poca abbondanza, ricordatevi che pure il Babbo Natale a volte sbaglia: prima si attrezza con gli strumenti moderni alla moda e solo dopo si accorge che questi ultimi non sono [ancora] tanto adatti ai suoi fini (e alla reale vita quotidiana in generale).

Oppure mi volete dire che questo mezzo di trasporto non è del Babbo Natale, ma della Babba Natale? Boh, tutto può essere…

E allora facciamo una scommessa. Io punto un miliardo di euro sulla ipotesi che la creatura che guida il suddetto mezzo di trasporto ha pure la custodia dell’iPhone con le «orecchie da coniglio» (sono sicuro che vi è capitato di vedere quel tipo di oggetto).
Volevo farlo già da un po’ di anni, ma ogni volta mi ricordavo di questa mia «idea» super originale ormai verso la fine delle festività invernali. Ma quest’anno ho deciso, stranamente, di organizzarmi in anticipo e ho scritto la funzione «dell’albero» già a metà gennaio.
Bene, a partire da oggi sul sito l’albero c’è. Chi sta vedendo il sito da uno schermo medio o grande, lo può vedere in alto a destra.

Ora mi resta capire come fare a mettere i regali sotto questo albero digitale. Ci penserò ancora, non posso mica fare tutto subito ahahaha. Appena invento un metodo che mi soddisfa, ve lo comunico con un post speciale sull’argomento.
Alla fine di novembre tra le mie mani è finito un computer portatile Asus F556U con circa quattro anni di servizio, accompagnato dal messaggio «facci quello che vuoi». Indipendentemente da ciò che voglio esattamente fare con ogni computer concreto che mi arriva, il mio rapporto con ogni singolo computer usato inizia con una reinstallazione completa del sistema operativo (cioè quella che comprende la cancellazione tutto ciò che si è accumulato sul computer durante il periodo di utilizzo).
Ma già all’inizio della reinstallazione sull’Asus appena menzionato ho notato che il portatile emetteva un ronzio molto forte e sospetto. Però la pulizia della ventola è il secondo passo fisso nel mio rapporto con ogni computer usato che mi arriva, quindi non mi ero preoccupato in un modo particolare…
Ma subito dopo aver staccato il coperchio inferiore del case (chi è il genio alternativo che ha pensato di nascondere una delle viti sotto un «piede» di gomma incollato?) mi sono venute in mente molte parole forti:

Sì, provate a guardare la ventola e la presa d’aria.
A quel punto ho anche iniziato a pensare a cosa sarebbe stato più facile: rimuovere la ventola e soffiarla via con una pompa o sostituirla subito con una nuova? Ma il gruppo della ventola su questo modello è rimovibile solo insieme al massiccio pezzo di rame (attraversa il telaio in plastica dentro al quale si trova la ventola) che sembra essere in qualche modo fissato al processore (quel quadrato chiaro sulla destra, non si capisce se i due pezzi sono stati uniti con la colla o con la schiuma). A meno che non sia assolutamente necessario, non mi piace toccare i processori dei portatili – a differenza di quelli dei desktop dove il rischio di un errore fatale è molto più basso – quindi ho deciso di pulire la ventola lasciandola al suo posto.

Un risultato apparentemente ammissibile è stato raggiuto con cinque cotton fioc, una graffetta, uno spillo, i polmoni di un fumatore esperto, trenta minuti di tempo. Ho deciso di non raschiare i residui di gomma (vedete la striscia nera in alto?).

Ho rimontato il notebook e l’ho acceso. Il brutto ronzio è scomparso. Evviva!
La morale di questo post è semplice. I computer portatili, ovviamente, sono stati inventati per essere utilizzati ovunque, non solo in laboratorio scientifico perfettamente pulito… Ma, se è possibile, non usateli come una aspirapolvere in stanze particolarmente polverose! O almeno pulite il loro interno con una certa periodicità.
Nonostante tutte le spiegazioni più o meno ragionevoli, quando questi rettangoli vengono presentati come un «archivio pubblicato», a me viene da ridere. Tanto.

Intanto, l’Associated Press scrive che almeno 16 file sono spariti, senza preavviso né spiegazioni, dall’archivio dei documenti del caso Jeffrey Epstein meno di 24 ore dopo la loro pubblicazione sul sito web del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Tra i file scomparsi c’è una serie di immagini dei cassetti della scrivania di Epstein, in cui sono visibili delle fotografie analogiche. In una delle immagini (file EFTA00000468) si vedono due vecchie fotografie di Donald Trump, che si trovano nell’angolo inferiore sinistro del cassetto: in una il futuro presidente degli Stati Uniti è ritratto con sua moglie Melania, nella seconda in compagnia di quattro ragazze. Ebbene, il file EFTA00000468 è tornato a essere pubblico, ma è accessibile solo con link diretto e non attraverso la ricerca nell’archivio. Niente di interessante dal punto di vista del contenuto…
È giunto il momento di un video prenatalizio! Bisogno postare qualcosa di sacro…
Per esempio, potrei mettere una video-testimonianza della bibbia presidenziale. Quella bibbia che ci ricorda: santo Donald non solo ha posto fine a otto guerre, ma ha anche assistito alla nascita di un famoso personaggio fiabesco. Ce lo racconta lui stesso in formato grafico, testuale e audio:
Forse siete ancora in tempo per comprare questo capolavoro prima di Natale!
Poche settimane fa mi è capitato di vedere su YouTube un video musicale da effetti un po’ contraddittori sul mio umore: intendo il brano «Summertime» cantato da Joanne Shaw Taylor e suonato da lei e Joe Bonamassa. Da una parte, questa performance live mi è piaciuta, perché Bonamassa non mi delude mai: suona bene e non cerca di togliere spazio e attenzione a che meno bravo e meno famoso di lui. Dall’altra parte, Taylor non mi ha impressionato per niente (si esibisce e registra dal 2002, ma a me non è mai capitato di sentirla prima del 2025): non dico che sia scarsa, ma non posso nemmeno dire che in questo specifico caso sia riuscita a produrre qualcosa di eccezionale e capace di provarmi emozioni forti. È un po’ come la Coca-Cola dalla quale sono uscite tutte le bollicine:
Ma per non parlare troppo male di una musicista che quasi non conosco, preferisco parlare bene della canzone. Come sicuramente sapete, la «Summertime» è una aria composta a dicembre 1933 dal compositore George Gershwin per la sua opera «Porgy and Bess». La prima a cantare e registrare questa aria / canzone era stata la cantante Abbie Mitchell (al pianoforte c’era il compositore, George Gershwin appunto):
Nel corso dei decenni successivi la «Summertime» è stata cantata e registrata da tantissimi cantanti e gruppi: pare che sia stata superata la quota dei 3000… Io aggiungo qualcuna delle interpretazioni più famose, iniziando da quella di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald (del 1957):
Poi aggiungo l’interpretazione della «Summertime» di Miles Davis (del 1958):
E poi ci vuole qualche interpretazione più moderna, vicina ai giorni nostri… Per esempio, quella di Melody Gardot (del 2010):
Ma è impossibile postare tutte le interpretazioni interessanti, sono tantissime. Posso solo interrompermi qui…
Guardiamo il calendario: quest’anno Putin sembra aver deciso di non tenere il discorso annuale davanti alle camere riunite del Parlamento (anche se continua ad essere obbligato a farlo ogni anno secondo la sua stessa Costituzione). In compenso, ieri ha tenuto l’ennesima «Linea diretta», uno spettacolo in cui tradizionalmente risponde per diverse ore alle domande dei «giornalisti» e dei «cittadini comuni» e regala a pochi fortunati nuovi gabinetti in cortile, scope e altre cose belle.
Le persone normali non guardano, non ascoltano e non leggono nemmeno questa esibizione da circo, mentre i giornalisti sono costretti a farlo: è il loro lavoro. E appositamente per noi, persone comuni e normali, i veri giornalisti hanno fatto un breve riassunto della «Linea diretta 2025» e hanno commentato tutte le bugie che Putin ha pronunciato nel suo corso: ecco la parte uno e la parte due. In sostanza, si tratta di un breve riassunto delle stronzate che ha raccontato nel corso del 2025.
Quindi, se vi interessa, leggete pure.
La Reuters riporta: il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la più grande vendita di armi mai fatta alla Repubblica Cinese (Taiwan) per un valore di 11,1 miliardi di dollari. La fornitura comprende 82 sistemi missilistici altamente mobili HIMARS e 420 sistemi missilistici tattici ATACMS per un valore complessivo di oltre 4 miliardi di dollari, 60 obici semoventi e attrezzature correlate per lo stesso importo, droni da ricognizione Altius e componenti per un altro tipo di UAV per un valore di 1 miliardo di dollari, nonché sistemi missilistici anticarro portatili Javelin e TOW per un valore di oltre 700 milioni di dollari, pezzi di ricambio per elicotteri per un valore di 96 milioni di dollari e kit per l’ammodernamento dei missili Harpoon per un valore di 91 milioni di dollari. Potete facilmente trovare voi stessi informazioni più dettagliate.
Da parte mia, vorrei solo sottolineare che tutto ciò mi sembra corretto, ragionevole e in linea con i timori realistici per il destino di Taiwan. Ma sorge spontanea una domanda banale: perché il noto amante degli accordi (deal) non cerca di concludere un accordo simile con l’UE? In quest’ultimo caso, infatti, l’importo potrebbe essere più alto e il desiderio dell’acquirente è stato dichiarato da tempo… Spera forse in un accordo più vantaggioso con Putin? Ma Putin vuole non solo comprare, ma anche vendere, e non ha moltissimi soldi a disposizione.
Il grande amante degli accordi da qualche parte ha sbagliato di nuovo.



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