La tesi principale della telefonata

Prima dell’incontro di ieri tra Donald Trump e Vladimir Zelensky a Mar-a-Lago, c’era stata una conversazione telefonica tra Trump e Putin (di durata 1 ora e 15 minuti, sarebbe avvenuta per iniziativa statunitense). In base alla dichiarazione dell’assistente di Putin Yury Ushakov, Trump e Putin concordano sul «fatto» che il cessate il fuoco temporaneo in Ucraina «porta a un protrarsi del conflitto».
Non ho ancora visto delle smentite da parte dei due personaggi che si erano telefonati, di conseguenza suppongo che questa interessantissima tesi sia stata discussa realmente.
Sarebbe troppo banale ricordare, per milionesima volta, che noi conosciamo la persona fa tutto il possibile poché la guerra (non un non ben definito «conflitto») si protragga. È la stessa persona che ha iniziato la guerra. Ed è la stessa persona che tecnicamente può finirla in qualsiasi momento.
È più interessante supporre che Trump ha molta più paura di Putin vivo che di Epstein morto. Nemmeno questa tesi è nuova (da mesi vediamo Trump ripetere tutto ciò che gli Dice Putin), ma sarebbe interessante studiarla più in dettaglio.
Nel frattempo, vi faccio notare: la nuova strategia di Putin è quella di rifiutare tutte le proposte sulle quali Zelensky insiste di più. Appena Zelensky se ne accorge (oppure se n’è già accorto?), riesce ad adottare una strategia diplomatica più efficace.


La spesa natalizia

Voglio che l’ultimo video domenicale dell’anno sia festivo e positivo. Ne ho scelto uno che probabilmente avete già visto da qualche parte, ma lo metto comunque…
Poco prima di Natale, nel popolare supermercato texano H-E-B di Burleson si è verificato un grave guasto al sistema e tutte le casse hanno smesso di funzionare. La direzione ha preso una scelta:

La catena si è sicuramente fatta una bella pubblicità con questa storia.
E, dato che mi sono promesso di essere più buono, non mi chiedo quante persone abbiano tentato di fare una corsa clandestina tra gli scafali.


La musica del sabato

La canzone natalizia «Must Be Santa» fu composta dal generale / scrittore statunitense Harold Gregory (detto Hal) Moore Jr. e Bill Fredericks. La prima versione registrata della canzone fu pubblicta nel novembre 1960 da Mitch Miller and the Gang (poi inclusa nell’album «Holiday Sing-Along With Mitch» del 1961):

Nei decenni successivi la suddetta canzone, diventata abbastanza popolare, era stata registrata da alcuni altri gruppi e musicisti singoli. Prima di tutto va ricordata la versione di Bob Dylan, inclusa nel suo album «Christmas in the Heart» del 2009:

Un’altra versione della canzone «Must Be Santa» che mi sembra meritevole di attenzione è quella del gruppo canadese «The Irish Rovers» (non mi risulta che faccia parte di qualche loro album):

Bene, ora avete la possibilità di aggiornare la vostra playlist natalizia, hohoho


La lettura del sabato

Lunedì il media «Important Stories» ha pubblicato un articolo molto lungo, ma anche tanto interessante, importante e atteso su ciò che è emerso riguardo al registro militare in fase di sviluppo nella Federazione Russa, grazie all’hacking di uno dei principali sviluppatori del sistema. Penso e spero che durante queste festività avrete il tempo di leggerlo, magari anche a pezzi.
Io, nel frattempo, preciso che negli ultimi tre anni in Russia si è quasi completato lo sviluppo di un registro digitale che può essere utilizzato per una nuova e più efficace campagna di mobilitazione bellica, memorizzando i dati di circa 25 milioni di cittadini potenzialmente arruolabili. «Important Stories» ha esaminato i dati condivisi dagli hacker che hanno attaccato l’azienda-sviluppatore del registro.
Spero anche che capiate che il fatto che lo sviluppatore sia stato hackerato non significa che i coscritti russi smetteranno di ricevere le cartoline di precetto. Significa solo che si rimanderà un po’ il giorno in cui lo Stato russo potrà più facilmente rovinare la vita ai cittadini che esso stesso ha designato come coscritti.


A cosa serve una centrale ucraina a Trump

Il corrispondente del giornale russo «Kommersant» Andrej Kolesnikov ha riferito, senza rivelare la fonte delle informazioni, che la parte americana ha espresso interesse a dedicarsi al mining presso la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya. Il presidente ucraino Vladimir Zelensky aveva precedentemente riferito — mentre voi avreste potuto leggerne qualcosa — che la parte americana insisteva affinché la centrale nucleare fosse gestita congiuntamente da Ucraina, Russia e Stati Uniti, con gli USA come principale gestore della impresa.
Per me le notizie senza fonti si chiamano voci. Le voci possono anche essere diffuse volontariamente. Ma ora non importa.
L’importante è il fatto che io non ho mai capito a cosa possa servire la gestione di una centrale energetica ucraina agli USA (in questa situazione si può anche dire «a Trump»): non c’è la possibilità tecnica di fornire l’energia negli USA, mentre sul territorio ucraino non ci sono delle aziende gestite direttamente dagli USA. L’ipotesi del mining non mi è mai venuta in mente, ma, effettivamente, è l’unica possibilità di sfruttare economicamente una fonte di energia così lontana: il cripto-prodotto vola direttamente nelle tasche del gestore…
Di conseguenza, la voce si è rivelata credibile. Si può provare a osservare il suo sviluppo.


Nesolio, 6 agosto 2025

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Nesolio del 6 agosto 2025.
Nesolio è un piccolissimo paese del lecchese (sul monte Ocone) quasi completamente abbandonato dagli umani: in parte è proprio questa ultima caratteristica a renderlo attraente e interessante. Ma contano pure l’ambiente nel quale è inserito e l’antico stile architettonico / urbanistico montano. Sono contento di averlo visitato e spero che si manifestino presto le persone capaci e disposte a salvarlo dalla forza distruttrice del tempo.


Buon Natale

Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non ci credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma state comunque attenti ai personaggi che cercano di infiltrarsi nelle vostre case attraverso le canne fumarie e/o finestre: a Natale non tutti, purtroppo, sono più buoni.

P.S.: non voglio assolutamente fare dei suggerimenti pericolosi, ma semplicemente mi chiedo: perché nessun delinquente si è ancora accorto che una notte all’anno può vestirsi di rosso, coprirsi il volto con una folta barba bianca, prendere in mano un grosso sacco e iniziare a entrare nelle case altrui senza destare sospetti? Se tutto andasse «bene», potrebbe ottenere dei «regali» con i quali vivere per un anno…
Non proverò!


Il Babbo Natale si è attrezzato

Ogni volta che chiedete (o qualcuno chiede a voi) perché sotto l’albero ci sia poca abbondanza, ricordatevi che pure il Babbo Natale a volte sbaglia: prima si attrezza con gli strumenti moderni alla moda e solo dopo si accorge che questi ultimi non sono [ancora] tanto adatti ai suoi fini (e alla reale vita quotidiana in generale).

Oppure mi volete dire che questo mezzo di trasporto non è del Babbo Natale, ma della Babba Natale? Boh, tutto può essere…

E allora facciamo una scommessa. Io punto un miliardo di euro sulla ipotesi che la creatura che guida il suddetto mezzo di trasporto ha pure la custodia dell’iPhone con le «orecchie da coniglio» (sono sicuro che vi è capitato di vedere quel tipo di oggetto).


L’albero sul sito

Volevo farlo già da un po’ di anni, ma ogni volta mi ricordavo di questa mia «idea» super originale ormai verso la fine delle festività invernali. Ma quest’anno ho deciso, stranamente, di organizzarmi in anticipo e ho scritto la funzione «dell’albero» già a metà gennaio.
Bene, a partire da oggi sul sito l’albero c’è. Chi sta vedendo il sito da uno schermo medio o grande, lo può vedere in alto a destra.

Ora mi resta capire come fare a mettere i regali sotto questo albero digitale. Ci penserò ancora, non posso mica fare tutto subito ahahaha. Appena invento un metodo che mi soddisfa, ve lo comunico con un post speciale sull’argomento.


Che rumore sospetto

Alla fine di novembre tra le mie mani è finito un computer portatile Asus F556U con circa quattro anni di servizio, accompagnato dal messaggio «facci quello che vuoi». Indipendentemente da ciò che voglio esattamente fare con ogni computer concreto che mi arriva, il mio rapporto con ogni singolo computer usato inizia con una reinstallazione completa del sistema operativo (cioè quella che comprende la cancellazione tutto ciò che si è accumulato sul computer durante il periodo di utilizzo).
Ma già all’inizio della reinstallazione sull’Asus appena menzionato ho notato che il portatile emetteva un ronzio molto forte e sospetto. Però la pulizia della ventola è il secondo passo fisso nel mio rapporto con ogni computer usato che mi arriva, quindi non mi ero preoccupato in un modo particolare…
Ma subito dopo aver staccato il coperchio inferiore del case (chi è il genio alternativo che ha pensato di nascondere una delle viti sotto un «piede» di gomma incollato?) mi sono venute in mente molte parole forti:

Sì, provate a guardare la ventola e la presa d’aria.
A quel punto ho anche iniziato a pensare a cosa sarebbe stato più facile: rimuovere la ventola e soffiarla via con una pompa o sostituirla subito con una nuova? Ma il gruppo della ventola su questo modello è rimovibile solo insieme al massiccio pezzo di rame (attraversa il telaio in plastica dentro al quale si trova la ventola) che sembra essere in qualche modo fissato al processore (quel quadrato chiaro sulla destra, non si capisce se i due pezzi sono stati uniti con la colla o con la schiuma). A meno che non sia assolutamente necessario, non mi piace toccare i processori dei portatili – a differenza di quelli dei desktop dove il rischio di un errore fatale è molto più basso – quindi ho deciso di pulire la ventola lasciandola al suo posto.

Un risultato apparentemente ammissibile è stato raggiuto con cinque cotton fioc, una graffetta, uno spillo, i polmoni di un fumatore esperto, trenta minuti di tempo. Ho deciso di non raschiare i residui di gomma (vedete la striscia nera in alto?).

Ho rimontato il notebook e l’ho acceso. Il brutto ronzio è scomparso. Evviva!
La morale di questo post è semplice. I computer portatili, ovviamente, sono stati inventati per essere utilizzati ovunque, non solo in laboratorio scientifico perfettamente pulito… Ma, se è possibile, non usateli come una aspirapolvere in stanze particolarmente polverose! O almeno pulite il loro interno con una certa periodicità.