Per un motivo che interessa poco alle grandi masse, nei giorni scorsi mi sono ricordato del vecchio gruppo statunitense WAR. Dopo aver scoperto che tale gruppo esiste ancora (è stato formato nel 1969, ma della formazione originale rimane ormai solo una persona), ho pensato che almeno una volta posso anche dedicare a esso un post della mia rubrica musicale.
Quali sono le canzoni più note degli WAR? Per esempio, la «Low Rider» (dall’album «Why Can’t We Be Friends?» del 1975):
Oppure, sempre per esempio, è famosa la canzone «The Cisco Kid» (dall’album «The World Is a Ghetto» del 1972):
Per rispettare la tradizione e non stancare troppo la gente, non metto più di due canzoni. Probabilmente, sarete capaci di trovarne altre, se vorrete.
Uno degli articoli per me più sorprendenti degli ultimi giorni – sorprendenti perché si basa su un paragone al quale non ho mai pensato in precedenza – è quello sulla somiglianza tra Donald Trump di oggi con Vladimir Putin del suo periodo presidenziale ormai da considerare iniziale. Lo spiega Peter Baker, il corrispondente del New York Times dalla Casa Bianca, che ha lavorato a Mosca nei primi anni 2000. Tra le altre cose, parla anche del rapporto dei due Presidenti con la stampa, ma il suo commento è interessante da vari punti di vista.
È una intervista che, ovviamente, potrebbe aiutare a capire qualcosa anche degli avvenimenti dei giorni nostri.
Politico scrive che quattro collaboratori di alto livello di Donald Trump (i loro nomi non sono stati resi noti) hanno avuto dei colloqui segreti con alcuni dei principali avversari politici di Vladimir Zelensky: la leader del partito «Batkovshina» Yuliya Tymoshenko, e il leader di «Solidarietà Europea» Petro Poroshenko. Lo scopo dei colloqui è quello di discutere se sia possibile indire e condurre rapidamente le elezioni presidenziali in Ucraina.
È chiaro che Poroshenko nutre, parlando in termini molto diplomatici, un «forte rancore» nei confronti di Zelensky (ed è reciproco, per quanto capisco la politica interna ucraina), anche se non tanto quanto Trump. Ma non è ancora chiaro cosa si possa discutere esattamente della legalità e della possibilità tecnica di tenere le elezioni presidenziali in Ucraina nell’attuale momento di incertezza, nemmeno con i leader dei partiti di opposizione più rappresentati nella Rada (non penso che sia stata discussa l’opzione di un colpo di Stato seguito da elezioni).
Se si discutesse con i certi Medvedchuk e Yanukovych che ora si nascondono nelle dacie statali russe, sarebbe stata una notizia. Ma con i politici seri, al massimo, si può parlare di cosa faranno in caso di una ipotetica vittoria alle elezioni che si faranno non si bene quando e come. Per ora mi sembra che le cose stiano così…
Ad agosto dell’anno scorso, vagando per il centro di Novate Mezzola, avevo per caso scoperto che l’amministrazione locale ha autorizzato – senza avvisarmi – l’installazione di un monumento dedicato a me nelle immediate vicinanze del Municipio.
La somiglianza mi sembra evidente… Continuare la lettura di questo post »
Si dice che la Giornata mondiale dei diritti dei consumatori – che si celebra il 15 marzo di ogni anno – sia stata ispirata nel 1962 dal Presidente degli USA John F. Kennedy, che il 15 marzo inviò un messaggio speciale al Congresso per affrontare la questione dei diritti dei consumatori.
Ma nemmeno i consumatori comuni dovrebbero rimanere passivi. Per esempio, devono essere sempre sufficientemente attenti per non cadere vittime delle numerose possibili truffe. In qualità di un esercizio pratico vi propongo questo mio sondaggio del mese:

Il sondaggio ha solo una risposta corretta, ma ce l’ha!
I consiglieri dei presidenti degli Stati Uniti e dell’Ucraina (Mike Waltz e Andriy Yermak) affermano che i rappresentanti di Washington e Kiev stanno discutendo la data, il luogo e i partecipanti ai colloqui sulla fine della guerra.
La notizia è di per sé positiva, dimostra i grandi successi della diplomazia ucraina e fa sperare in un futuro non troppo buio.
Come speranza «intermedia», posso indicare il fatto che gli stessi rappresentanti riusciranno a concordare di non includere entrambi i Presidenti nell’insieme dei partecipanti: senza il loro «dialogo» emotivo, potremmo ottenere qualcosa di cui discutere senza sbattere la testa contro il muro.
Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha dichiarato sui propri account sui social che il suo Paese è pronto a firmare un accordo sui minerali con gli USA «in qualsiasi momento e in qualsiasi formato conveniente»:
Consideriamo questo accordo come un passo verso il rafforzamento della sicurezza e di garanzie di sicurezza affidabili, e spero sinceramente che funzionerà in modo efficace.
Secondo Zelensky, il suo incontro di venerdì con Donald Trump a Washington «non è andato come previsto» e ha aggiunto che vorrebbe che «le future cooperazione e comunicazione fossero costruttive».
Tutte le parole appena citate potrebbero sembrare strane e quasi fuori luogo. In parte perché nel corso dell’incontro di venerdì sembrava che Zelensky si stesse trattenendo a fatica per non dare un pugno in faccia a Trump (anche se entrambi avrebbero potuto fare qualche sforzo per far andare quella conversazione in un modo migliore). E in parte perché sembra troppo evidente l’intenzione di Trump di non iniziare i tentativi veri di far avvicinare la fine della guerra (non sa come farlo, quindi scarica tutta la colpa su Zelensky).
Mentre in realtà Zelensky si sta riprendendo e sta tornando a comprendere che senza l’aiuto americano la posizione bellica ucraina difficilmente potrà cambiare in meglio. Gli USA hanno gli armamenti adatti, i soldi e la capacità politico-burocratica di aiutare: a differenza dell’Europa, dove in misura varia mancano tutti questi elementi. Quindi Trump può essere infinitamente antipatico a livello politico e personale, ma senza di lui non si va avanti. Purtroppo, bisogna convivere con questa triste realtà per almeno quattro anni (meno un mese).
Dopo aver letto della cerimonia degli «Oscar» 2025 mi sono sentito in dovere di rivelare una informazione socialmente utile, una informazione che potrebbe salvare un po’ di salute mentale e prezioso tempo vitale a molte persone appassionate del cinema.
Ebbene, il film «Anora» è un film quasi del tutto idiota su russi in gran parte stereotipati negli USA. In più sembra un film artigianale concepito e realizzato all’inizio degli anni ’90 da gente che non si capisce come c’entra con il mondo del cinema.
Io l’ho visto già alla fine dell’anno scorso per pura curiosità, perché mi ero chiesto cosa avessero potuto produrre nel 2014 gli americani su un argomento che nel cinema in generale sembra infinitamente fuori moda: «i russi ricchi e cattivi in America». In pratica, ho visto un film, i primi 2/3 del quale sono fatti di un caotico movimento erotico / alcolico di protagonisti per nulla interessanti e/o realistici. Solo nell’ultimo terzo del film diventa un po’ più rilevante il peso dei personaggi secondari (gli unici interessanti di tutto il film) e la trama inizia ad avere un senso (e la vera avventura). Alla fine del film, poi, c’è la ricaduta di stile: improvvisamente, gli autori avevano deciso di provare a trasformarlo in una specie di tragedia della prostituta convinta che l’adolescente con i soldi al posto del cervello l’avesse sposata per amore…
Non sono assolutamente sicuro che nessuno di voi sappia impiegare meglio 136 minuti della propria vita, quindi non vi faccio nemmeno sprecare tempo per la lettura di un lungo post dedicato a questo film (in russo ne ho scritto più in dettaglio solo perché in «Anora» compaiono alcuni attori russi famosi e realmente bravi). Certo: se mi arriva qualche richiesta esplicita, ne scrivo più in dettaglio, ma per ora mi limito a pubblicare questo avviso.
Gli Oscar-2025 hanno saputo sorprendermi!
Del summit londinese di ieri dedicato alla difesa della Ucraina due punti finali su quattro sembrano quasi ridicoli e uno quasi impossibile ma necessario.
Lo stanziamento, da parte degli inglesi, dei 1,6 miliardi di sterline per l’acquisto di più di cinquemila missili di difesa aerea è la manifestazione dello stesso problema degli ultimi tre anni. Si è deciso di dare un altro mezzo di difesa, il quale è capace solo di mantenere la situazione bellica attuale.
Il rafforzamento della pressione economica sulla Russia fa realmente ridere: la maggioranza delle sanzioni adottate fino a oggi (soprattutto dall’UE) non creano problemi allo Stato russo perché, in sostanza, vengono concepite dai burocrati non interessati al risultato. La situazione può cambiare per il solo volere del summit? Per ora dubito: a meno che leader mondiali non si siano spaventati tanto da affidare lo studio delle possibili sanzioni future agli esperti seri.
Il punto impossibile ma necessario, invece, è: Starmer ha sottolineato che qualsiasi accordo richiederà il sostegno degli Stati Uniti. Effettivamente, gli USA hanno due cose: 1) le armi realmente necessarie e 2) la forza necessaria per effettuare la pressione su Putin (bisogna solo far venire la voglia, ma nella situazione corrente non so proprio come si possa fare).
La seconda cosa che mi viene in mente relativamente a questa scena nello Studio Ovale è: nemmeno la persona più ignorante nelle questioni della diplomazia avrebbe erroneamente fatto una merdata del genere davanti ai giornalisti. Di conseguenza, è logico presumere che si siano messi d’accordo in anticipo di «umiliare» Zelensky davanti alle telecamere. Ovviamente, Zelensky non poteva accettare un accordo del genere, dunque si sono messi d’accordo quelli della parte americana. Male, ora (ora?) sappiamo che per almeno quattro anni lo Stato più potente del mondo sarà guidato dalla gente così.
Ah, no: la prima cosa che mi viene in mente relativamente a questa scena nello Studio Ovale non è pubblicabile.
A questo punto si potrebbe aggiungere, in sintesi, che gli USA si sono volontariamente ritirati dalla loro posizione di dominio mondiale. Si dovrà risolvere i problemi senza di loro (quindi no, gli ultra-sinistrosi non devono festeggiare), ma questo è un grosso argomento a parte.