La musica del sabato

Poche settimane fa mi è capitato di vedere su YouTube un video musicale da effetti un po’ contraddittori sul mio umore: intendo il brano «Summertime» cantato da Joanne Shaw Taylor e suonato da lei e Joe Bonamassa. Da una parte, questa performance live mi è piaciuta, perché Bonamassa non mi delude mai: suona bene e non cerca di togliere spazio e attenzione a che meno bravo e meno famoso di lui. Dall’altra parte, Taylor non mi ha impressionato per niente (si esibisce e registra dal 2002, ma a me non è mai capitato di sentirla prima del 2025): non dico che sia scarsa, ma non posso nemmeno dire che in questo specifico caso sia riuscita a produrre qualcosa di eccezionale e capace di provarmi emozioni forti. È un po’ come la Coca-Cola dalla quale sono uscite tutte le bollicine:

Ma per non parlare troppo male di una musicista che quasi non conosco, preferisco parlare bene della canzone. Come sicuramente sapete, la «Summertime» è una aria composta a dicembre 1933 dal compositore George Gershwin per la sua opera «Porgy and Bess». La prima a cantare e registrare questa aria / canzone era stata la cantante Abbie Mitchell (al pianoforte c’era il compositore, George Gershwin appunto):

Nel corso dei decenni successivi la «Summertime» è stata cantata e registrata da tantissimi cantanti e gruppi: pare che sia stata superata la quota dei 3000… Io aggiungo qualcuna delle interpretazioni più famose, iniziando da quella di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald (del 1957):

Poi aggiungo l’interpretazione della «Summertime» di Miles Davis (del 1958):

E poi ci vuole qualche interpretazione più moderna, vicina ai giorni nostri… Per esempio, quella di Melody Gardot (del 2010):

Ma è impossibile postare tutte le interpretazioni interessanti, sono tantissime. Posso solo interrompermi qui…


La lettura del sabato

Guardiamo il calendario: quest’anno Putin sembra aver deciso di non tenere il discorso annuale davanti alle camere riunite del Parlamento (anche se continua ad essere obbligato a farlo ogni anno secondo la sua stessa Costituzione). In compenso, ieri ha tenuto l’ennesima «Linea diretta», uno spettacolo in cui tradizionalmente risponde per diverse ore alle domande dei «giornalisti» e dei «cittadini comuni» e regala a pochi fortunati nuovi gabinetti in cortile, scope e altre cose belle.
Le persone normali non guardano, non ascoltano e non leggono nemmeno questa esibizione da circo, mentre i giornalisti sono costretti a farlo: è il loro lavoro. E appositamente per noi, persone comuni e normali, i veri giornalisti hanno fatto un breve riassunto della «Linea diretta 2025» e hanno commentato tutte le bugie che Putin ha pronunciato nel suo corso: ecco la parte uno e la parte due. In sostanza, si tratta di un breve riassunto delle stronzate che ha raccontato nel corso del 2025.
Quindi, se vi interessa, leggete pure.


La capacità di azzeccare gli accordi

La Reuters riporta: il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la più grande vendita di armi mai fatta alla Repubblica Cinese (Taiwan) per un valore di 11,1 miliardi di dollari. La fornitura comprende 82 sistemi missilistici altamente mobili HIMARS e 420 sistemi missilistici tattici ATACMS per un valore complessivo di oltre 4 miliardi di dollari, 60 obici semoventi e attrezzature correlate per lo stesso importo, droni da ricognizione Altius e componenti per un altro tipo di UAV per un valore di 1 miliardo di dollari, nonché sistemi missilistici anticarro portatili Javelin e TOW per un valore di oltre 700 milioni di dollari, pezzi di ricambio per elicotteri per un valore di 96 milioni di dollari e kit per l’ammodernamento dei missili Harpoon per un valore di 91 milioni di dollari. Potete facilmente trovare voi stessi informazioni più dettagliate.
Da parte mia, vorrei solo sottolineare che tutto ciò mi sembra corretto, ragionevole e in linea con i timori realistici per il destino di Taiwan. Ma sorge spontanea una domanda banale: perché il noto amante degli accordi (deal) non cerca di concludere un accordo simile con l’UE? In quest’ultimo caso, infatti, l’importo potrebbe essere più alto e il desiderio dell’acquirente è stato dichiarato da tempo… Spera forse in un accordo più vantaggioso con Putin? Ma Putin vuole non solo comprare, ma anche vendere, e non ha moltissimi soldi a disposizione.
Il grande amante degli accordi da qualche parte ha sbagliato di nuovo.


Chissà a cosa servono

Le forze navali svedesi hanno confermato la presenza di guardie armate sulle navi della «flotta ombra» russa (quella che trasporta il petrolio russo che formalmente sarebbe colpito dalle sanzioni). Secondo quanto riportato dal canale televisivo SVT, i militari riferiscono che sulle petroliere sono stati avvistati uomini armati, presumibilmente appartenenti a società di sicurezza private. Inoltre, in base a quanto detto un rappresentante della Marina svedese, la Russia ha rafforzato la propria presenza militare nel Mar Baltico. «La presenza navale russa è diventata più costante e visibile in gran parte del Mar Baltico. La flotta russa è periodicamente presente in varie zone del Mar Baltico e del Golfo di Finlandia, e sembra che operi in una certa misura a sostegno di questa ‘flotta ombra’».
Sarebbe interessante capire, prima di tutto, a cosa servono quegli uomini armati delle società di sicurezza private. A difendersi dai pirati somali o a opporsi agli arresti delle navi? Provate a indovinare l’opzione più probabile…
Ma è un po’ come ingaggiare una guardia del corpo per opporsi all’eventuale arresto: tecnicamente lo puoi fare, mentre legalmente peggiori la propria situazione nel caso dell’uso della forza. Voglio proprio vedere il primo caso della entrata in azione di quelle guardie: il precedente politico e legale sarà un interessantissimo caso di studio!


Nel frattempo fanno una commissione

La Reuters scrive: nel corso del vertice dell’Aia, i rappresentanti di 34 Paesi europei hanno firmato un accordo per la creazione di una commissione speciale incaricata di risarcire i danni causati all’Ucraina dall’aggressione russa. Il nuovo organo avrà sede nei Paesi Bassi. L’obiettivo della commissione è stabilire l’ammontare effettivo dei danni che, in ultima analisi, dovranno essere risarciti dalla Russia.
L’impressione che fa tale notizia è un po’ strana. Da una parte, sembra che i leader europei non sanno dove e come prendere i soldi per ricostruire l’Ucraina, ma nel frattempo creano la commissione: la classica soluzione burocratica per fare finta di fare qualcosa.
Dall’altra parte, almeno ora si può sperare che elaborino dei meccanismi e piani chiari e prevedibili. Già in questa fase della guerra, lontana dalla fine e, di conseguenza, dalla fase della ricostruzione si può facilmente ipotizzare che siano necessari migliaia di miliardi di euro per ricostruire tutte le città, le industrie e le zone agricole distrutte (spesso completamente) dall’esercito russo. Non si capisce dove e in quanto tempo possano essere trovati quei soldi.
E, soprattutto, bisogna decidere se utilizzare i soldi trovabili in breve tempo per iniziare la ricostruzione o per acquistare le armi necessarie almeno per la non-sconfitta della Ucraina in guerra. Spero che la nuova commissione elabori degli argomenti seri anche in questo ambito.


Si sono svegliati

I ministri degli Esteri degli Stati-membri dell’UE hanno approvato nuove sanzioni contro lo Stato russo. Sono stati colpiti 14 individui e aziende. Nella lista figura anche il Movimento internazionale russofilo, una rete di filiali nazionali (circa 77) e regionali con sede centrale a Mosca (perché appartiene al Ministero degli Esteri russo), che riunisce politici filo-Cremlino, leader di organizzazioni filorusse, propagandisti ed euroscettici. Gli autori della lista di sanzioni accusano il Movimento russofilo internazionale di «diffondere narrazioni destabilizzanti in tutto il mondo».
Io mi sarei stupito per una decisione così tardiva di includere nella lista delle sanzioni il suddetto «Movimento», ma c’è un piccolo dettaglio: fino a ieri sera e non so bene da quanti anni, non mi ricordavo proprio della sua esistenza. Presumo che sia una di quelle organizzazioni tipiche russe (e prima sovietiche) impegnate prevalentemente nella distribuzione di soldi statali – tra i propri membri e tra i personaggi esteri da comprare – e non nella propaganda vera e propria: per quest’ultima esistono i mezzi come il media «Russia Today» o i «giornalisti» stranieri sponsorizzati. Ma, guardando il sito del «Movimento» (fatto malissimo perché sembra costruiti più per i lettori di lingua russa che per tutti gli altri), ho pensato la decisione dell’UE sia comunque giusta: meno fonti del male ci sono e meglio.
Comunque, potevano accorgersene anche un po’ prima: è una organizzazione che non si nasconde.


Le belle notizie continuano

Sono passati quasi quattro anni (mi viene da aggiungere «appena»), e l’UE ha finalmente modificato la norma che obbligava i Paesi-membri a rinnovare all’unanimità le sanzioni contro lo Stato russo ogni sei mesi. A causa di quella vecchia norma, ora modificata, i servi di Putin – Orbán e Fico – creavano continuamente problemi durante le votazioni sul congelamento dei beni statali russi. Non mi è molto chiaro cosa abbia impedito di farlo prima per togliere a quei due la grande possibilità di ricattare l’Europa e l’Ucraina, ma è meglio tardi che mai.
Orbán e Fico, ovviamente, ora protestano perché vedono svanire una comodissima fonte di reddito che ritenevano fisso, ma le persone normali possono festeggiare.
Trovo bello e utile iniziare una nuova settimana lavorativa con un motivo straordinario per i festeggiamenti, ahahaha


Libere 123 persone

Ieri in Bielorussia sono stati liberati 123 prigionieri politici, tra cui i leader delle proteste del 2020 (cioè delle proteste per il non riconoscimento della vittoria della Tikhanoskaya alle elezioni presidenziali). Alexander Lukashenko ha preso questa decisione nell’ambito degli accordi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta, «in relazione alla revoca delle sanzioni illegali contro l’industria del potassio». Io, semplicemente, sono contento per questa notizia.

Anche se capisco che in Bielorussia di Lukashenko – come nella Russia di Putin – le scorte dei prigionieri politici si rinnovano molto facilmente in base alle necessità del momento. A volte sono una merce di scambio buona.


La musica del sabato

Non so perché, ma questa volta la parte musicale del mio cervello si è fissata sull’idea di dover postare qualche canzone «mondana» del compositore inglese Henry Purcell. Sento che mi conviene accontentarla, altrimenti non mi fa pensare ad altre cose ahahaha
La prima canzone che ho selezionato per questo post è la «Fly swift, ye hours» del 1692 (Z 369):

Invece la seconda canzone di Purcell che ho selezionato per questo post è la «Beware, poor Shepherds» del 1684 (Z 361):

Ma ne ha composte tante, quindi in futuro posso tornare più volte sull’argomento per scegliere ancora meglio…


La lettura del sabato

«Mediazona» continua a pubblicare, in collaborazione con il servizio russo della BBC e un team di volontari, un elenco nominativo aggiornato dei militari russi deceduti. L’elenco viene redatto sulla base di fonti pubbliche e verificabili, quali post sui social media pubblicati da parenti, notizie riportate dai media locali e dichiarazioni delle autorità regionali. Ovviamente, l’elenco non è esaustivo, poiché non tutti i decessi vengono resi pubblici.
Ma a noi interessa la statistica, la tendenza. Ci interessa ancora di più quando si tenta di parlare o di non parlare della cessazione dei combattimenti.