Una trappola diplomatica

(19 dicembre 2014)

L’odierno Regolamento del Consiglio EU 1351/2014 che introduce le sanzioni europee contro la Crimea è uno dei pochi documenti sensati in materia (ecco il testo completo). Almeno in parte. Di fatto vieta qualsiasi forma di turismo organizzato in Crimea per gli europei. Ed è una cosa logica, considerato che per la Russia l’unica possibilità di rendere la penisola annessa economicamente sana è quella di rilanciare le sue strutture turistiche (popolarissime ai tempi dell’URSS e decadenti oggi). Il potenziale turistico a parte, la Crimea è una regione totalmente inutile: non ha un caz…o di economicamente valido/attraente.

Quello che mi ha sorpreso un po’, è l’elenco delle cose che non possono più essere fornite alla Crimea (inizia alla pagina 5 del documento). In sostanza, non riconoscendo la Crimea come una parte della Russia, non hanno potuto vietare la fornitura di quelle merci con l’utilizzo della Russia come l’intermediario. Di conseguenza, qualche grossa azienda russa, «magari» creata apposta da qualche imprenditore simpatico a Putin, potrà guadagnarci sopra.

A questo punto ricordo che in precedenza la maggior parte delle sanzioni europee di carattere economico era indirizzata proprio contro le aziende e grandi imprenditori russi. Con le sanzioni contro la Crimea, dunque, l’UE è entrata in un conflitto di logica con se stessa.

Rubriche: Russia

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