Secondo me anche le persone che non leggono le note da molto tempo dovrebbero essere in grado di valutare la gravità della situazione:
Ebbene, questa composizione diabolica può essere suonata… Ma solo a dieci mani:
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Il compositore Domenico Scarlatti fu italiano, ma passò quasi tutta la sua vita professionale tra la Spagna e il Portogallo (e fu influenzato molto dalla musica popolare spagnola). Lavorò all’epoca della prevalenza stilistica del barocco, ma con le proprie composizioni influenzò principalmente il classicismo musicale. Compose molto, ma al giorno d’oggi è noto prevalentemente per le sue sonate (che hanno avuto una certa influenza sulle tecniche moderne del suonare il pianoforte). E allora dedico il post musicale odierno proprio alle sonate di Scarlatti.
Inizio con la Sonata in Si minore (L. 449), suonata da Leonard Gilbert all’Arthur Rubinstein Piano Master Competition (maggio 2011, Tel Aviv):
E poi continuo con la Sonata in Re minore (K 141), suonata da Martha Argerich:
Arriverà il giorno in cui metterò anche qualche composizione di genere diverso di Domenico Scarlatti.
Un giorno mi sono improvvisamente ricordato che anni fa (tanti, ormai), durante l’adolescenza, nella mia vita era capitato un periodo in cui mi piaceva Bryan Adams. Non so proprio perché quell’interesse sia completamente sparito dalla mia memoria. Probabilmente, è una questione di vecchiaia: le mie preferenze musicali si sono ormai «stabilizzate» da tempo.
Ma siccome in questo specifico caso si tratta di un ricordo più positivo che negativo, non posso non onorarlo nella mia rubrica musicale.
La prima canzone di Bryan Adams scelta per il post odierno è la «Run to You» (dall’album «Reckless» del 1984):
E la seconda canzone è la «I Do It For You» (facente parte della colonna sonora del film «Robin Hood: Prince of Thieves» del 1991):
Forse un giorno proverò a vedere cosa abbia fatto negli ultimi anni…
Nella cultura popolare contemporanea la figura del compositore tedesco Georg Philipp Telemann viene spesso in un certo senso «oscurata» dai suoi grandi contemporanei: per esempio, Johann Sebastian Bach. Ma è un fenomeno infinitamente ingiusto. Bisogna tentare di correggere un po’ la situazione…
In oltre sessant’anni di attività Telemann compose tantissimo e, soprattutto, riuscì a seguire con successo tutta l’evoluzione della musica classica che si manifesto nel corso della sua vita. Di conseguenza, è quasi inutile scegliere qualcosa di rappresentativo. E allora vado [quasi] a caso.
Inizio con il concerto per tromba, archi e basso continuo (composto tra il 1708 e il 1714):
E poi continuo con il concerto per viola, archi e basso continuo (composto tra il 1716 e il 1721):
Per fortuna, nella vita sono «riuscito» a evitare l’uso degli smartphone con l’Android in generale e di quelli della Samsung in particolare. Di conseguenza, non conosco benissimo tutti i loro suoni. Ma mi sembra comunque vero che sia stato il gruppo svedese «Dirty Loops» a registrare la melodia della Samsung «Over the Horizon». Il brano originale è «Over the Horizon 2016: Samsung Galaxy Brand Sound»:
Del resto, il gruppo non sembra – almeno per ora – particolarmente interessante. Solo per tradizione aggiungo la seconda canzone del post. Per esempio, potrebbe essere la «Breakdown»:
Recentemente [molto recentemente] ho pensato: perché ho postato così poche opere liriche nella mia rubrica musicale?
Non saprei… Ma non è mai tardi rimediare! Quindi oggi posto l’opera in un atto unico «Il banchetto durante la peste» del compositore russo Cezar Kjui. È possibile attivare i sottotitoli in inglese.
Quando scelgo a caso, succede un po’ così, ahahaha
Il bluesman Little Walter – che proprio oggi avrebbe potuto compiere 91 anni – è considerato uno dei più grandi armonicisti della storia. Nella storia ufficiale della musica viene prima di tutto ricordata la sua composizione strumentale «Juke» del 1952:
Ma in realtà nel corso di una vita relativamente breve Little Walter ha fatto in tempo a registrare molti brani che meritano una nostra attenzione. Quindi la seconda composizione del post odierna è stata scelta quasi per caso… Facciamo che sia la «Last Night»:
Il compositore greco Nikolaos Mantzaros è oggi noto prevalentemente come l’autore dell’inno nazionale, quindi della musica per la prima parte del poema «L’inno alla libertà» del poeta Dionysios Solomos.
Non è del tutto giusto. Oltre a essere meritatamente considerato il fondatore della scuola musicale classica delle Isole Ionie, ha lasciato anche delle composizioni classiche di un certo valore culturale. Oggi, per esempio, potrei ricordare «Partimenti»: la sua musica per il quartetto d’archi. Ecco alcuni esempi:
P.S.: in alcune fonti biografiche si sostiene che Nikolaos Mantzaros fosse di origini italiane. Si tratta di una affermazione un po’ fantasiosa: il controllo politico da parte dei veneziani della isola Corfù non era secondo me un motivo sufficiente per considerare tutti gli abitanti come italiani.
Fino a oggi non ho ancora dedicato un post specifico agli Scorpions per più motivi. Uno di questi è il curioso fenomeno della loro popolarità «sdoppiata». Infatti, da un lato è uno dei gruppi hard rock europei più noti di sempre. Dall’altro lato, già molti anni fa ho scoperto – con una certa sorpresa – l’esistenza di un ampio insieme di persone che vivono in una specie di «vuoto culturale»: conoscono il gruppo solo per le loro ballate (non tantissime, ma comunque abbastanza numerose per un gruppo di questo tipo) che potrebbero essere classificate come «rock classico».
Insomma, non sapevo se dedicare il post musicale esclusivamente alla stilistica prevalente del gruppo oppure aggiungere anche qualche ballata. Ma alla fine ho pensato che nessuna legge suprema mi vieta di pubblicare due post invece di uno. Quindi oggi inizio con quello dedicato al hard rock degli Scorpions.
La prima canzone di oggi è la «Virgin Killer» (dall’album «Virgin Killer» del 1976):
Mentre la seconda è la «The Sails Of Charon» (dall’album «Taken by Force» del 1977):
Il compositore Henry Purcell si è guadagnato – a causa della importanza culturale almeno a livello nazionale e delle somiglianze biografiche – il titolo postumo di «Mozart inglese» anche se visse, in realtà, cento anni prima del suo famoso «collega» tedesco. Le persone non particolarmente esperte della musica classica potrebbero conoscere Purcell solo per la sua opera «Dido and Aeneas» e, eventualmente, per le sue composizioni barocche un po’ in generale. Ma secondo me Henry Purcell meriterebbe di essere studiato un po’ di più…
Oggi, però, faccio una rara eccezione alla regola che mi sono imposto da solo tempo fa (l’esistenza di una opera culturale è già un motivo sufficiente per parlarne) e pubblico una composizione del protagonista del post scelta per una occasione precisa.
Quindi posto la «Music for the Funeral of Queen Mary» del 1695:
Prossimamente pubblicherò qualcosa di più allegro…