Il mercoledì 2 maggio il grande direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev ha compiuto 65 anni. Quindi per il post musicale di oggi ho scelto la suite sinfonica «Shahrazad» scritta dal compositore russo Nikolaj Rimskij-Korsakov nel 1888 e diretta – nel nostro caso specifico – da Gergiev a Salisburgo nel 2005.
L’archivio del tag «musica classica»
Nella puntata odierna della rubrica dedicata alla musica abbiamo il chitarrista polacco Leszek Rojsza.
Non posso scrivere molto per un semplice motivo: non so quasi nulla di egli. So solo che nel 1987 si laureò in geologia, in contemporanea agli studi universitari studiò al Conservatorio di Cracovia, dove si diplomò con la lode nel 1989. Infine, posso aggiungere che è molto bravo; ma questa affermazione è più una valutazione personale.
Spero dunque di avere qualche informazione su Leszek Rojsza dai miei amatissimi lettori: dove è quando è nato, cosa fa nella vita, dove e quando suona, quanti dischi ha registrato, etc.
Io, per puro caso, sono entrato in possesso di un suo CD. Proprio da quell’album («Romantic of Ibero and Latin Guitar» del 1994) ho estratto i due brani inseriti nel post di oggi.
«El ultimo tremolo» (compositore A. B. Mangoré)
«Asturias» (compositore I. Albéniz)
N.B.: entrambi i video sono di produzione mia, quindi non arrabiatevi troppo per la qualità grafica.
Quando ero piccolo, ormai decenni fa, i miei genitori ebbero la strana idea di insegnarmi a suonare il pianoforte. Molto probabilmente furono ingannati dal mio amore – anomalo per quella età? – verso l’ascolto della musica classica (trasmessa regolarmente in televisione e suonata di sera dal vicino-pittore). Molto presto scoprirono la grande differenza tra i cosiddetti udito «attivo» e udito «passivo», ma continuarono a torturare per alcuni anni me e se stessi.
Quella esperienza infantile mi fu comunque utilissima a scuola in almeno due occasioni: durante le lezioni di musica (quando la professoressa, una ex cantante lirica, apprezzò il mio giocare a direttore d’orchestra) e nella relativamente breve storia del gruppo alternative rock che formammo con altri tre compagni di classe (non solo fui l’unico che aveva tentato di studiare la musica seriamente, ma pure l’unico a conoscere il proprio strumento musicale da più di due mesi).
Tuttora continuo a sentire nascere nella propria testa dei temi musicali, ma, ormai, tento di trasformarli nei suoni solo per fare un dispetto ai miei nuovi vicini poco simpatici. Alcuni anni fa, però, ho scoperto la musica classica di Jon Lord. Mi è piaciuta perché assomiglia a quella musica che spesso sento nella mia testa.
Mi era già capitato di postare una delle sue registrazioni. Quindi oggi posto «The Telemann Experiment» suonato nel corso dello stesso concerto.
Venerdì 9 giugno Jon Lord avrebbe compiuto 76 anni. Ho dunque deciso di dedicare il video-post domenicale di oggi alla sua attività da compositore (cioè quella meno nota al pubblico di massa).
Proporrei la sua «Sarabande» nella versione live, suonata il 5 ottobre 2004 a Colonia. Essa si avvicina ai miei standard di perfezione:
Non ho mai capito coloro che criticano l’utilizzo degli strumenti musicali in quei generi che in origine non furono «inventati» per essi. Si chiamano strumenti perché vanno utilizzati in maniera adeguata! Con ogni strumento utilizzato bene si possono realizzare delle grandi opere. Il video di oggi illustra abbastanza bene tale concetto.
Comunque, consiglierei anche di ascoltare l’intero omonimo album del 1976. Se vi piace, saprete orientarvi da voi nella sua carriera musicale al di fuori dai Deep Purple.