Reinhold Glière è logicamente considerato un compositore russo, seppure sia nato a Kiev (all’epoca una città dell’Impero Russo) da genitori tedeschi e abbia acquisito la cittadinanza russa solo all’età di ventidue anni. Effettivamente, ha passato la maggior parte della propria vita fisica e professionale tra l’Ucraina zarista/sovietica e la Russia.
Molto meno logico è associare il nome di Reinhold Glière solo con il titolo del «padre del balletto sovietico» o con i numerosi incarichi accademici e/o amministrativi che ha ricoperto durante la sua lunga vita professionale. Nonostante l’indiscutibile dato storico del suo grande riconoscimento ufficioso e istituzionale durante il periodo stalinista (i riconoscimenti del genere hanno un loro costo per la persona), non possiamo non riconoscere che sia stato anche un compositore di alta qualità. Gli artisti hanno la fortuna di rimanere nella storia – soprattutto nel lungo periodo – con ciò che vale realmente nella lunghissima storia dell’umanità: con le loro opere. Lo si può dire anche di Reinhold Glière.
Quindi per il post musicale odierno ho scelto il suo Concerto per arpa e orchestra (composto nel 1938) suonato dalla orchestra sinfonica moscovita «Filarmonica russa»:
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Il compositore Vincenzo Bellini è noto a livello mondiale prevalentemente (o quasi esclusivamente?) come autore delle opere liriche. Tale notorietà è assolutamente meritata ma, allo stesso tempo, è un po’ riduttiva. Quindi oggi tento di proporre qualcosa di un genere diverso: la sua Sinfonia in re minore.
La parte I: Andante maestoso
La parte II: Allegro con spirito
Non so bene il perché, ma questa sinfonia mi da una certa sensazione di giovinezza.
Il compositore tedesco Hohann Pachelbel è uno dei più notevoli rappresentanti del barocco nella musica. Fece una grande influenza sulla musicale (molto probabilmente anche nel corso degli incontri personali) su Johann Sebastian Bach, essendo stato un amico del padre di quest’ultimo.
La composizione più nota di Pachelbel è il Canone e giga in re maggiore, che da solo non fornisce però una impressione completa sullo stile del compositore.
In qualità della seconda composizione del post ho scelto la «Fantasia in Sol minore»:
Non penso che il compositore Antonio Vivaldi debba essere presentato ai miei lettori. Quindi semplicemente posto le sue composizioni più famose – i quattro concerti per violino «Le quattro stagioni» – che rappresentano una fonte infinita di buon umore.
In questo specifico caso a suonare è la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti.
Milij Balakirev è uno dei più noti compositori classici non professionisti russi. Come la maggioranza dei suoi colleghi, non svolse nemmeno gli studi musicali rilevanti dal punto di vista accademico (frequentò la Facoltà di Matematica della Università di Kazan senza però laurearsi). Ma, a differenza di alcuni colleghi non professionisti, dedicò quasi tutta la sua vita professionale alla musica: insegnò il pianoforte, diresse la Scuola musicale gratuita imperiale prima e la Cappella accademica statale poi, in alcune occasioni diresse l’orchestra sinfonica patrona dalla famiglia zarista.
In qualità di compositore non scrisse tantissimo, me nemmeno poco.
Per il post musicale di oggi ho scelto probabilmente non la più ovvia tra le sue composizioni, ma una delle mie preferite: il poema sinfonico «Tamara». La versione del video è suonata dalla Orchestra Sinfonica di Montréal (direttore Kent Nagano):
Un giorno del 1919 la madre di Samuel Barber, un ragazzo di nove anni, trovò sulla propria scrivania una lettera del figlio:
Dear Mother: I have written this to tell you my worrying secret. Now don’t cry when you read it because it is neither yours nor my fault. I suppose I will have to tell it now without any nonsense. To begin with I was not meant to be an athlet. I was meant to be a composer, and will be I’m sure. I’ll ask you one more thing. – Don’t ask me to try to forget this unpleasant thing and go play football. – Please – Sometimes I’ve been worrying about this so much that it makes me mad (not very).
Effettivamente, Samuel fu un ragazzo insolito ed ebbe, per la sua fortuna, una brava madre che seppe leggere la lettera e non le lettere. Samuel Barber riuscì dunque a studiare seriamente la musica e diventare un buon compositore.
Nel 1936 compose «Adagio per archi», ritenuto «una delle composizioni più tristi della musica classica». Io ho scelto la versione della orchestra Los Angeles Philharmonic diretta da Leonard Bernstein:
Per farvi sentire qualcosa decisamente meno triste, aggiungerei in qualità della seconda composizione il «Copricorn Concerto» del 1944 (suona la Pacific Symphony Orchestra).
Dedicarsi a ciò che piace non è sempre una brutta idea.
La Sinfonia n. 3 in mi bemolle, detta Eroica, fu composta da Ludwig van Beethoven tra il 1802 e il 1804 e dedicata dall’autore stesso a Napoleone Buonaparte. In quegli anni, infatti, il destino e l’attività eroica del generale francese furono ancora largamente ammirati in tutto il mondo occidentale. L’auto-incoronamento a imperatore fu però un gesto che fece perdere – almeno al compositore tedesco – il resto di quei sentimenti positivi. Beethoven tolse dunque il nome di Napoleone dalla partitura e inserì quello del principe boemo Joseph Franz Maximilian von Lobkowicz.
La cosa che personalmente io trovo molto strana è il fatto che in qualità dell’inno europeo sia stata scelta un’altra sinfonia di Beethoven. Eppure, nonostante una notevole quantità degli aspetti negativi, Napoleone Buonaparte fu il primo ideatore di quella entità territoriale che oggi conosciamo con il nome di Unione Europea. In più, molti Stati dell’UE vivono ancora nei contesti giuridici e culturali ereditati dall’operato di Napoleone…
Insomma, come ben sapete, oggi è la Festa dell’Europa. Mentre martedì era l’anniversario della morte di Napoleone. Quindi oggi è il giorno ideale per ascoltare la Sinfonia n. 3 «Eroica» di Ludwig van Beethoven.
Non ho mai capito perché così tante persone trovano difficile da ascoltare la musica di Charles Camille Saint-Saëns… Certo, nel corso di tutta la sua lunga carriera da compositore, Saint-Saëns è sempre stato un innovatore (forse da giovane lo è stato in una misura un po’ più grande), ma dal punto di vista melodico e ritmico non produceva delle cose impossibili da seguire. Anzi, in alcune occasioni tenderei a pensare proprio l’opposto.
Ma, in ogni caso, non pretendo di apparire un grandissimo esperto. Anche per questo oggi nella rubrica musicale metto due sue composizioni famosissime.
La prima è «Le Carnaval des animaux» suonato dalla Symphony Orchestra of The Stanisław Moniuszko Music School in Wałbrzych:
E la seconda è «Le danse macabre» suonata dalla Orchestra Filarmonica della Radio France:
Il post musicale di questo sabato è dedicato a Frédéric Chopin: un grandissimo compositore e musicista polacco che già ai tempi dell’infanzia ebbe delle capacità musicali non inferiori a quelle di Mozart.
Chopin ebbe una vita poco più lunga e non meno «produttiva» e carica di emozioni. Potrei aggiungere che il nostro protagonista morì – come si ipotizza dai biografi a noi contemporanei – di una malattia polmonare, ma forse mi conviene evitare.
Concentriamoci sulla bella musica. Oggi ascoltiamo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore (op. 11) suonato dalla Orchestra Filarmonica israeliana con la partecipazione del pianista Evgeny Kissin.
Non so se saranno in molti ad apprezzare la battuta, ma questo sabato il post musicale è interamente dedicato alla Sinfonia n. 7 di Dmitrij Šostakovič.
Buon ascolto.
La sinfonia è suonata da hr-Sinfonieorchester – Frankfurt Radio Symphony.