Il Canada ha imposto sanzioni contro 70 persone fisiche e giuridiche legate alla Russia e ha definito tale misura «il più importante pacchetto di sanzioni contro la Russia dall’inizio dell’invasione della Ucraina».
Quali sono le persone che hanno reso questo pacchetto così importante? Per esempio, Lyudmila Putina (la ex moglie di Putin) e il suo nuovo marito Arthur Ocheretny, il nipote di Putin Mikhail Shelomov, il direttore d’orchestra Valery Gergiev, l’ex alto funzionario economico Anatoly Chubais, l’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl che vive in Russia, l’ex direttore di «North Stream-2» Matthias Warnig, la figlia di Boris Yeltsin Tatiana Yumasheva e il suo marito Valentin Yumashev.
È abbastanza sorprendente quali persone sono state scelte dal Canada per sanzionare la promozione della guerra. Posso anche capire Gergiev, Kneissl o Warnig, che dopo l’inizio della guerra si sono schierati dalla parte della propaganda della politica di Putin. I Yumashev sono stati tra coloro che hanno portato Putin al potere, ma si trattava di un male di vecchissima data. Chubais ha lasciato la Russia all’inizio della guerra, non si sa bene dove si trova e cosa fa nella vita (non ho sentito parlare della sua attività politica).
In generale, ho la sensazione che il Canada abbia improvvisamente deciso di competere con l’UE nell’inutilità delle sanzioni. Na non so perché.
Voglio dire, capisco che sia necessario creare l’apparenza di un’attività. Ma continuo a non capire il perché.
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Insomma, è andata come sospettavo (e non era proprio difficile indovinare) fin dall’inizio. Come hanno dimostrato le analisi di investigatori ed esperti, durante lo scambio di corpi di militari uccisi svoltosi secondo gli accordi di Istanbul, la Russia ha consegnato alla Ucraina, tra gli altri, i corpi di soldati russi.
In cosa speravano quegli idioti che hanno «restituito» i primi corpi raccolti a caso o che pensavano di poter superare l’attenzione della parte ucraina? Che dopo più di tre anni di guerra qualcuno avrebbe creduto alla loro «parola d’onore»? E che non farà alcun controllo? O che gli ucraini non saranno in grado di controllare?
In generale, i miei sospetti confermati sono un’altra «bella» illustrazione del famoso Z-slogan «Noi non abbandoniamo i nostri». Mi dispiace che quasi nessuno tra la popolazione russa se ne accorga.
Ieri la Russia e l’Ucraina si sono effettivamente scambiate i corpi dei caduti in guerra: i corpi di 1212 militari uccisi sono stati restituiti alla Ucraina e 27 alla Russia. Anche se quando nell’ultimo incontro a Istanbul Medinsky ha promesso di restituire all’Ucraina sei mila corpi «congelati» di ucraini, molti osservatori sono rimasti logicamente sorpresi: da dove li avrebbe presi, se l’esercito russo non raccoglie con una particolare cura nemmeno i propri morti, ma, nel migliore dei casi, li seppellisce in grandi fosse senza nomi?
Ma penso che presto tutto diventerà più chiaro. L’Ucraina identificherà sicuramente tutti i corpi ricevuti. E per la Russia o accadrà un altro grande scandalo (in più di tre anni ci siamo abituati), oppure scopriremo che si è preparata seriamente per uno scambio di questo tipo nelle ultime settimane/mesi (pure Medinsky capisce che non sarà in grado di concordare altro che scambi con una posizione come quella del proprio presidente).
Ma come avrebbero potuto prepararsi? Perché avrebbero dovuto iniziare a prepararsi seriamente proprio per questa operazione? Sono in grado di prepararsi seriamente a qualcosa? Dove, quando, come e da chi sono stati raccolti i 1212 corpi? Come e dove sono stati conservati? Come hanno svolto le pratiche burocratiche?
Insomma, io mi aspetto un altro grande scandalo.
Quando ho visto l’immagine che voi vedrete sotto, mi è venuto in mente il meme più noto del 2020 che sicuramente vi ricordate: «nature is healing». Ma al contrario…
Nelle zone della guerra russo-ucraina gli uccelli stanno già costruendo nidi in fibra ottica per i droni FPV:
La foto è di uno dei militari della brigata ucraina «Azov».
Effettivamente, quelle zone non solo sono piene di munizioni inesplose e/o campi minati. Sono ricoperte anche di «fili» di fibra ottica utilizzati dai droni. Le nuove guerre portano i nuovi problemi, anche se quello appena citato potrebbe essere meno grave dell’avvelenamento chimico di certi campi della Prima guerra mondiale.
Per me la tematica del video della settimana questa volta è scontata. Perché l’operazione mi è piaciuta tantissimo.
E continuo a sperare di vedere la continuazione.
L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato all’impatto della ormai ben nota operazione ucraina «Ragnatela» sulla capacità tecnica dello Stato russi di continuare la guerra.
Leggendo l’articolo, comunque, bisogna ricordare che nel corso della guerra non dobbiamo fidarci ciecamente delle due propagande (quella russa e quella ucraina). Lo Stato russo minimizza i dati delle perdite, lo Stato ucraino fa l’opposto. E, in ogni caso, bisogna vedere se e quando ci sarà la reale possibilità di rimettere in funzione gli aerei solo danneggiati ma non distrutti. Spero mai, ma bisogna vedere.
La Reuters scrive che il governo britannico è pronto a fare causa a Roman Abramovich se quest’ultimo non accetterà di destinare 2,5 miliardi di sterline, ricavati della vendita della squadra di calcio londinese Chelsea, alla Ucraina. Non a «tutte le vittime della guerra in Ucraina» (comprese quelle in Russia), come si dice nella versione ufficiale dello stesso Abramovich, ma solo alla Ucraina: anche per la ricostruzione di quanto distrutto dall’esercito russo.
Non importa tanto se il governo britannico si renda conto o meno che Abramovich non può finanziare la ricostruzione dell’Ucraina nell’attuale momento politico – badando alla propria sicurezza – anche se lo volesse fare (ma potrebbe farlo in parte e per una tangente a «tutte le vittime della guerra» in Russia).
Sarà interessante osservare – se ci ricordiamo di osservarlo trovandoci nel flusso di altre notizie – se Abramovich «dimenticherà» di cercare di vincere la relativa causa giudiziaria, o se si accetterà la tesi del governo britannico e pagherà la tangente a chi si deve con altri soldi propri.
In qualche modo, delle due ipotesi di cui sopra, la seconda mi sembra un po’ più probabile.
Ahahaha, ho scoperto che il 30 maggio, due giorni prima dei droni partiti dai camion, una delle fonti della propaganda Z russa è stato pubblicato il seguente testo:
Nelle ultime due settimane, la Russia ha dislocato circa 40 bombardieri a lungo raggio Tu-22M3 all’aeroporto di Olenya, oltre a circa il 20% dei Tu-95MS del Paese. Si tratta del più grande dispiegamento di aviazione strategica dall’inizio del conflitto.
La fonte ha detto che i preparativi sono stati fatti come parte di un’operazione su larga scala progettata per infliggere all’Ucraina un duro colpo alle strutture chiave — energia, trasporti, logistica, centri di comando — se Zelensky rifiuta il memorandum proposto, che dovrebbe essere la base per un futuro accordo di pace con l’Ucraina.
Nell’eventualità di un’altra rottura dei colloqui di pace, Mosca non ha più intenzione di protrarre l’azione militare per anni. Secondo un insider, il Cremlino ha deciso di porre fine alla fase attiva con la massima fermezza e rapidità, utilizzando tutti i mezzi disponibili — tranne quelli nucleari.
Il campo d’aviazione di Olenya, uno dei più protetti e remoti, è stato scelto per concentrare le forze dell’aviazione strategica e le munizioni.
Secondo le fonti, Putin intende dimostrare all’Occidente come sarà la guerra se la Russia «smetterà di trattenersi». Si tratta anche di un segnale ai falchi europei, soprattutto nel momento in cui si discute di nuove forniture di armi all’Ucraina.
Cosa e quando inizierà esattamente non è stato reso noto. Ma i preparativi suggeriscono che ci aspetta qualcosa di inedito.
[Stilisticamente il testo non è un capolavoro, quindi non mi sono sforzato tanto per la traduzione: leggete pure l’originale se potete / volete]
Effettivamente, è stato fatto qualcosa di inedito. Ma si sono dimenticati di precisare da chi è stato progettato e fatto.
Anzi, non hanno svelato il segreto militare.
L’operazione speciale ucraina «Ragnatela» di ieri – la conoscete già tutti – è stata preparata dalla Ucraina per più di un anno e mezzo. Ha portato alla distruzione di 41 aerei strategici russi.
L’operazione è stata estremamente complicata dal punto di vista logistico: Continuare la lettura di questo post »
Ieri Maria Zakharova, la rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, nel corso della trasmissione «60 Minuti» del canale televisivo statale Rossiya 1 ha dichiarato: la composizione della delegazione russa al secondo round di negoziati con l’Ucraina a Istanbul sarà la stessa dei colloqui del 16 maggio.
Il giorno prima, il 28 maggio, Donald Trump ha dichiarato: nel corso delle prossime due settimane scopriremo se Putin vuole la pace… Eh? Putin vuole cosa? Riusciremo a scoprire qualcosa? Ok, non importa. L’importante è che Trump aveva fatto la stessa dichiarazione il 19 maggio, il 27 aprile… In pratica, fa la stessa dichiarazione ogni due o tre settimane e ogni volta conta di scoprire qualcosa. La prossima volta dovrebbe capitare il 12 giugno: conoscendo Trump, non mi sorprenderò.
Mentre voi non dovreste sorprendervi per il fatto che Putin manda a Istanbul gli stessi buffoni di prima. Perché voi non siete Trump che spera di scoprire qualcosa.