L’agenzia Reuters, dopo aver esaminato un telegramma interno del Dipartimento di Stato americano del 2 ottobre di quest’anno, ha scritto che le autorità statunitensi hanno incaricato i propri diplomatici di esortare gli alleati a votare contro la risoluzione dell’ONU che chiede la revoca dell’embargo contro Cuba, utilizzando come argomento il fatto che migliaia di cubani stanno combattendo tra le fila dell’esercito della Russia nella guerra contro l’Ucraina. Tuttavia, il Dipartimento di Stato si è rifiutato di fornire a Reuters dettagli sui mercenari cubani in Ucraina.
Si può dire molto sulla qualità dei dati e sul modo in cui vengono utilizzati dall’amministrazione Trump: spesso anche in termini giustamente negativi. Ma anche senza avere accesso alle statistiche ufficiali, è facile credere alla versione secondo cui un grande numero di cubani sta combattendo a fianco della Russia: vengono da un Paese molto povero e senza prospettive, il che significa che è molto facile attirarli con la promessa di guadagni elevati (secondo i loro criteri) anche in una guerra reale in un Paese lontano e freddo. Allo stesso modo, come ricorderete, centinaia di persone provenienti dall’India, dall’Africa e da altri luoghi sono già state attirate in guerra negli ultimi anni.
Eppure: la logica è una cosa buona, ma sarebbe bello avere dati un po’ più dettagliati e verificabili. Infatti, sulla base di questi dati si dovranno formulare accuse e scrivere la storia.
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Vladimir Zelensky comunica: i militari ucraini hanno iniziato una missione in Danimarca per diffondere l’esperienza nella difesa contro i droni. Sono arrivati per partecipare a esercitazioni congiunte (con i partner), che potrebbero diventare la base per un nuovo sistema di contrasto ai droni russi (e, teoricamente, non solo quelli russi).
L’UE, da parte sua, prevede di spendere 6 miliardi di euro per creare un sistema di difesa al confine orientale, utilizzando le tecnologie ucraine. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ucraina riceverà 2 miliardi di euro per la produzione di droni e che il progetto sarà sviluppato in collaborazione con Kiev e la NATO.
Ecco, io che non sono Zelensky e non dipendo in alcun modo dagli aiuti europei (passati, presenti o futuri) posso mettere in evidenza una cosa banalissima: la situazione appena descritta è incredibile. Mentre l’UE — e l’Occidente in generale — continua a pensare come minimizzare gli sforzi per aiutare l’Ucraina nella sua battaglia difensiva, l’Ucraina inizia ad aiutare l’UE, in un nuovo modo, nella difesa contro l’aggressore pazzo dell’Est. Come se non bastasse che sta già combattendo. Non so se Ursula von der Leyen e i suoi colleghi se ne rendono conto.
L’altroieri Viktor Orban ha sparato una delle sue su X:
Potreste dire che non c’è alcunché di nuovo e di interessante in questa affermazione. Ma, in effetti, la cosa più interessante sono, come al solito, le repliche. Questa, per esempio:
Il grande problema, poi, che un sacco di gente pigra e ignorante in giro per il mondo leggerà (se leggerà) solo la pubblicazione originale, quella di Orban. E non farà alcun tentativo di raggionarci sopra. Io stesso conosco alcune persone così…
Zelensky ha detto, in una intervista ad Axios, che «se la Russia non ferma la guerra, i funzionari del Cremlino dovrebbero assicurarsi di sapere dove si trova il rifugio antiaereo più vicino». E, tra le altre cose, ha rivelato di aver chiesto a Trump una nuova arma a lungo raggio (senza specificare al giornalista di che tipo di arma si tratta) che costringerebbe Putin di andare al tavolo dei negoziati.
Da un lato, le dichiarazioni del genere non si fanno a caso: Zelensky non è Medvedev perennemente ubriaco che minaccia tutti. E non è Trump, che parla senza pensare.
D’altra parte, l’uso delle armi a lungo raggio contro i «funzionari del Cremlino» è, attualmente, l’unico modo realistico di porre fine a questa guerra. In questo caso, però, non avrebbe senso di avvertire il futuro bersaglio del pericolo.
E poi una terza considerazione: non ho mai capito su cosa si basa la speculazione secondo cui l’Ucraina e la Russia avrebbero concordato di non colpire gli edifici governativi. Solo sul fatto che non è mai successo fino a poco tempo fa? Ma l’Ucraina semplicemente non aveva questa possibilità tecnica, mentre le autorità russe di solito non si considerano vincolate da alcun accordo (potevano, per esempio, sperare di mettere pomposamente il proprio vassallo in una sede «simbolica» del potere a Kiev).
In generale, Zelensky potrebbe prepararsi a misure radicali, ma non vuole apparire un «terrorista».
Il premier polacco Donald Tusk ha dichiarato che la Polonia difenderà il suo spazio aereo se gli aerei minacciano il territorio polacco:
Prenderemo la decisione di abbattere gli oggetti volanti senza discutere quando minacciano il nostro territorio e sorvolano la Polonia. Non c’è nulla da discutere.
Come possiamo vedere da questa citazione, le bugie sono di diversi tipi politici. Putin, per esempio, mente perché pensa che lo faccia sembrare molto figo: altri tipi di figaggine non sono disponibili per lui (è più o meno il modo in cui molte persone si comportano di fronte alle ragazze quando hanno tredici anni, se ricordo bene). Trump mente perché non pensa nemmeno se ciò che dice corrisponda alla realtà: questa è l’impostazione del suo cervello. E Tusk sta mentendo per pura necessità: una risposta realistica non sarebbe assolutamente stata compresa dai suoi elettori.
La realtà polacca è che non possono abbattere [quasi] nulla che arrivi loro dal territorio russo. Le difese aeree polacche non sembrano essere addestrate o attrezzate per abbattere veri velivoli nemici: altrimenti avrebbero abbattuto ben più dei 4 droni russi su 19. È questa mancanza di preparazione che l’esercito russo ha ricordato alla Polona e a tutto l’Occidente: «entrambi sappiamo che non potete fari nulla».
Allo stesso tempo Tusk si rende conto – in realtà, da tempo – che la NATO non proteggerà il suo Paese in caso di emergenza, e quindi ammette pubblicamente che la Polonia dovrà imparare ad abbattere i droni da soli: come lo dovranno fare tutti gli altri Stati europea.
È un po’ strano prestare anche una minima attenzione a quello che dice Trump (a differenza delle stronzate che fa creando dei problemi un po’ a tutti), ma volte è utile dare qualche avvertimento alle persone più ingenue.
Per esempio: ieri, alla domanda di un giornalista «Aiuterà la Polonia e gli Stati baltici a difendersi dalla Russia se quest’ultima continuerà a intensificare le sue azioni?» Trump ha risposto «Yeah, I would».
REPORTER: Will you help depend Poland and the Baltic states from Russia if Russia keeps escalating?
TRUMP: Yeah, I would pic.twitter.com/1cbogB3kP5
– Aaron Rupar (@atrupar) September 21, 2025
Già così non sembra una risposta affermativa categorica, ma non sappiamo anche come sta «aiutando» l’Ucraina aggredita da oltre tre anni e mezzo. Difenderà la Polonia e gli Stati baltici facendo un incontro con Putin e concedendo sempre a Putin una sequenza infinita di due settimane.
Così tutti si salveranno in 24 ore. Sicuro.
Era da un po’ che non condividevo i risultati delle ricerche credibili sulle reali perdite umane dell’esercito russo in Ucraina. Infatti, le ricerche del genere sono un po’ difficili da fare: non avendo l’accesso alla statistica ufficiale, i giornalisti sono costretti a fare delle stime o, in alcuni spiacevoli casi, inventare.
Le ricerche serie, come quella recente sui militari provenienti da due regioni siberiane, vanno invece pubblicizzate. Per esempio, per ricordare la pazzia di Putin in realtà viene pagata un po’ da tutti.
Trump ha dichiarato che imporrà sanzioni significative alla Russia quando tutti i Paesi della NATO accetteranno di fare lo stesso e rifiuteranno di acquistare petrolio russo. Ha inoltre espresso l’opinione che l’imposizione di dazi elevati sulle importazioni dalla Cina potrebbe contribuire a porre fine alla guerra il più rapidamente possibile.
A LETTER SENT BY PRESIDENT DONALD J. TRUMP TO ALL NATO NATIONS AND, THE WORLD: «I am ready to do major Sanctions on Russia when all NATO Nations have agreed, and started, to do the same thing, and when all NATO Nations STOP BUYING OIL FROM RUSSIA. As you know, NATO’S commitment to WIN has been far less than 100%, and the purchase of Russian Oil, by some, has been shocking! It greatly weakens your negotiating position, and bargaining power, over Russia. Anyway, I am ready to „go“ when you are. Just say when? I believe that this, plus NATO, as a group, placing 50% to 100% TARIFFS ON CHINA, to be fully withdrawn after the WAR with Russia and Ukraine is ended, will also be of great help in ENDING this deadly, but RIDICULOUS, WAR. China has a strong control, and even grip, over Russia, and these powerful Tariffs will break that grip. This is not TRUMP’S WAR (it would never have started if I was President!), it is Biden’s and Zelenskyy’s WAR. I am only here to help stop it, and save thousands of Russian and Ukrainian lives (7,118 lives lost last week, alone. CRAZY!). If NATO does as I say, the WAR will end quickly, and all of those lives will be saved! If not, you are just wasting my time, and the time, energy, and money of the United States. Thank you for your attention to this matter! DONALD J. TRUMP, PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA.»
C’è chi sostiene che Trump, con la sua idea fissa dei dazi, avrebbe la visione dell’economia e del mondo del XIX secolo. Secondo la mia autorevolissima opinione, tutte queste persone sbagliano: Trump non capisce proprio come funziona l’economia (magari oltre alla logica «compra a basso prezzo e vendi al prezzo alto»).
I dazi contro la Cina fermeranno la guerra? Non avranno gli effetti negativi sulle economie degli Stati-membri della NATO? La Russia non saprà a chi vendere il petrolio sul mercato globale dove la quantità del petrolio è quasi fissa? Putin non c’entra nulla con la guerra tra (?!) Biden e Zelensky?
Meno male che sono solo parole, come tutto quello che scrive o dice Trump.
Sul lato russo del confine russo-polacco (nella regione di Kaliningrad) sono comparsi dei missili «Iskander»:
L’obiettivo di questa provocazione (come di quella dei droni) sarà quello di aumentare le forniture di armi alla Polonia e ai Paesi baltici per vedere una riduzione delle forniture alla Ucraina? Potrebbe anche essere, ma mi sembra una idea troppo complessa per i gerarchi russi attuali. È molto più probabile che stiano semplicemente facendo «i fighi».
Emmanuel Macron ha dichiarato che invierà in Polonia tre caccia Rafale per pattugliare lo spazio aereo sopra questo Paese e altri Paesi dell’Europa orientale. E ha aggiunto di aver discusso questa decisione con il segretario generale della NATO Marco Rutte e con il primo ministro britannico Keir Starmer, che «partecipa anch’egli alla difesa del fianco orientale».
Tale notizia ci ricorda tre cose: in realtà, un po’ banali e ben note, ma a volte utili da ripetere.
1) la Francia è l’unico Stato europeo che attualmente ha un esercito completamente autonomo dagli aiuti statunitensi (ha tutto il necessario, dal punto di vista tecnico, per agire da solo);
2) Macron è l’unico tra i Capi di Stato e di Governo europei ad avere il carattere di esprimersi chiaramente sulla guerra in Ucraina (purtroppo, è in corso il suo ultimo mandato presidenziale);
3) la partecipazione di uno Sato-membro della NATO nella guerra in Ucraina sta finalmente per iniziare (Putin non voleva mica allontanare la NATO?), ma con un ritardo enorme (ormai non siamo sorpresi).
Possono essere delle fonti di ottimismo?