L’archivio del tag «guerra»

Trump ci scrive una lettera

Trump ha dichiarato che imporrà sanzioni significative alla Russia quando tutti i Paesi della NATO accetteranno di fare lo stesso e rifiuteranno di acquistare petrolio russo. Ha inoltre espresso l’opinione che l’imposizione di dazi elevati sulle importazioni dalla Cina potrebbe contribuire a porre fine alla guerra il più rapidamente possibile.

A LETTER SENT BY PRESIDENT DONALD J. TRUMP TO ALL NATO NATIONS AND, THE WORLD: «I am ready to do major Sanctions on Russia when all NATO Nations have agreed, and started, to do the same thing, and when all NATO Nations STOP BUYING OIL FROM RUSSIA. As you know, NATO’S commitment to WIN has been far less than 100%, and the purchase of Russian Oil, by some, has been shocking! It greatly weakens your negotiating position, and bargaining power, over Russia. Anyway, I am ready to „go“ when you are. Just say when? I believe that this, plus NATO, as a group, placing 50% to 100% TARIFFS ON CHINA, to be fully withdrawn after the WAR with Russia and Ukraine is ended, will also be of great help in ENDING this deadly, but RIDICULOUS, WAR. China has a strong control, and even grip, over Russia, and these powerful Tariffs will break that grip. This is not TRUMP’S WAR (it would never have started if I was President!), it is Biden’s and Zelenskyy’s WAR. I am only here to help stop it, and save thousands of Russian and Ukrainian lives (7,118 lives lost last week, alone. CRAZY!). If NATO does as I say, the WAR will end quickly, and all of those lives will be saved! If not, you are just wasting my time, and the time, energy, and money of the United States. Thank you for your attention to this matter! DONALD J. TRUMP, PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA.»

C’è chi sostiene che Trump, con la sua idea fissa dei dazi, avrebbe la visione dell’economia e del mondo del XIX secolo. Secondo la mia autorevolissima opinione, tutte queste persone sbagliano: Trump non capisce proprio come funziona l’economia (magari oltre alla logica «compra a basso prezzo e vendi al prezzo alto»).
I dazi contro la Cina fermeranno la guerra? Non avranno gli effetti negativi sulle economie degli Stati-membri della NATO? La Russia non saprà a chi vendere il petrolio sul mercato globale dove la quantità del petrolio è quasi fissa? Putin non c’entra nulla con la guerra tra (?!) Biden e Zelensky?
Meno male che sono solo parole, come tutto quello che scrive o dice Trump.


Gli “Iskander” al confine

Sul lato russo del confine russo-polacco (nella regione di Kaliningrad) sono comparsi dei missili «Iskander»:

L’obiettivo di questa provocazione (come di quella dei droni) sarà quello di aumentare le forniture di armi alla Polonia e ai Paesi baltici per vedere una riduzione delle forniture alla Ucraina? Potrebbe anche essere, ma mi sembra una idea troppo complessa per i gerarchi russi attuali. È molto più probabile che stiano semplicemente facendo «i fighi».


Macron manda gli aerei

Emmanuel Macron ha dichiarato che invierà in Polonia tre caccia Rafale per pattugliare lo spazio aereo sopra questo Paese e altri Paesi dell’Europa orientale. E ha aggiunto di aver discusso questa decisione con il segretario generale della NATO Marco Rutte e con il primo ministro britannico Keir Starmer, che «partecipa anch’egli alla difesa del fianco orientale».
Tale notizia ci ricorda tre cose: in realtà, un po’ banali e ben note, ma a volte utili da ripetere.
1) la Francia è l’unico Stato europeo che attualmente ha un esercito completamente autonomo dagli aiuti statunitensi (ha tutto il necessario, dal punto di vista tecnico, per agire da solo);
2) Macron è l’unico tra i Capi di Stato e di Governo europei ad avere il carattere di esprimersi chiaramente sulla guerra in Ucraina (purtroppo, è in corso il suo ultimo mandato presidenziale);
3) la partecipazione di uno Sato-membro della NATO nella guerra in Ucraina sta finalmente per iniziare (Putin non voleva mica allontanare la NATO?), ma con un ritardo enorme (ormai non siamo sorpresi).
Possono essere delle fonti di ottimismo?


Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha dichiarato che nella notte del 10 settembre le truppe russe hanno condotto un attacco massiccio con armi di precisione e droni contro impianti del complesso militare-industriale in diverse zone del territorio ucraino. Poco dopo le autorità polacche hanno dichiarato che durante l’attacco notturno contro l’Ucraina diversi droni russi hanno violato lo spazio aereo del Paese e sono stati abbattuti dalla aviazione della NATO (caccia polacchi F-16, caccia olandesi F-35 e aerei da ricognizione italiani AWACS).
Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha commentato così la dichiarazione delle autorità polacche:

Non erano previsti obiettivi da colpire sul territorio polacco. La gittata massima dei droni russi utilizzati nell’attacco, che avrebbero attraversato il confine con la Polonia, non supera i 700 chilometri. Ciononostante, siamo pronti a consultarci con il Ministero della Difesa polacco su questo tema.

Spero che il Ministero della Difesa polacco, anche senza alcuna consultazione, riesca a far capire che l’uso dello spazio aereo, anche senza pianificare obiettivi da colpire, significa di fatto tentare di far partecipare nella guerra dalla propria parte. E come ci è stato ripetutamente comunicato dai propagandisti filo-Cremlino, in Ucraina l’esercito russo sta combattendo contro l’Occidente e contro la NATO, cosa su cui i paesi dell’Europa orientale, logicamente, sono pienamente d’accordo con i propagandisti russi (e stanno agendo di conseguenza, come abbiamo visto).
«Volete davvero approfondire questo argomento?», chiederà il Ministero della Difesa polacco.


Il 19-esimo tentativo

L’ANSA comunica che la Commissione europea, preparando il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, sta discutendo la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni al rilascio di visti turistici ai russi.
In base ai dati più recenti che ho visto, il 47% dei russi (quindi 47% dei 146 milioni totali) ha un passaporto per l’estero (in Russia anche il documento di identità si chiama passaporto, ma «per interni»). Allo stesso tempo, nei primi 6 mesi del 2025 i russi hanno fatto 13,7 viaggi all’estero: meno di mezzo percento di questi viaggi erano nell’UE.
La domanda da fare alla Commissione europea: quanti russi si accorgeranno di questa sanzione? Un’altra domanda: è una sanzione contro chi? Il famoso turista di nome Vladimir se ne accorgerà?
Ma supponiamo che sia una sanzione mirata ad aumentare la consapevolezza dei russi circa la guerra in Ucraina: bene, rivediamo allora i numeri riportati poco sopra. Tra quelle decine di migliaia di turisti russi che nei primi sei mesi del 2025 hanno visitato almeno uno Stato dell’UE, sicuramente ci sono anche delle persone che appoggiano la guerra oppure la ignorano. Ma tutti insieme fanno due cose: 1) portano i soldi fuori dalla economia russa, 2) involontariamente si sottopongono al soft-power europeo (quindi ai valori contro i quali Putin sta conducendo la propria guerra).
Mentre i membri della Commissione europea continuano a non sapere (e non voler sapere) quali sanzioni servono realmente. Si inventano qualcosa tanto per far vedere di fare qualcosa. È un classico comportamento burocratico.


Le notizie della guerra

Come avrete letto anche voi, l’esercito russo ha condotto un attacco massiccio contro l’Ucraina nella notte tra i 6 e il 7 settembre. Secondo i dati delle forze armate ucraine, sono stati utilizzati oltre ottocento droni (una quantità mai vista prima) e 13 missili di vario tipo. Uno degli obiettivi principali dell’attacco è stata Kiev. Secondo le informazioni fornite dalle autorità locali, a Kiev sono stati danneggiati non solo condomini residenziali…

… ma anche il palazzo del Governo: anche questo fatto è senza precedenti, gli edifici residenziali non sono mai stati attaccati prima.

È confermato che l’attacco a Kiev ha causato la morte di due persone: una madre e suo figlio di meno di un anno. Venti persone sono rimaste ferite.
Aspettiamo due settimane per capire se Putin vuole la pace.
Aspettiamo, vero?


Le segnalazioni delle interferenze

L’agenzia svedese dei trasporti riferisce che nell’ultimo anno nella zona del Mar Baltico è aumentato drasticamente il numero di interferenze radio che influenzano il funzionamento dei sistemi di navigazione satellitare. Nel 2023 sono state ricevute 55 segnalazioni di interferenze, nel 2024 già 495 segnalazioni, e nel 2025 non ancora terminato ben 733 segnalazioni. La fonte delle interferenze è stata rintracciata fino all’inizio del territorio della Russia.
È inutile chiedersi perché queste interferenze vengano organizzate. Le organizzano semplicemente perché possono farlo. Possono dare fastidio ai vicini, quindi lo fanno. I teppisti si divertono così, e io non riesco a capirli.
Ma per i residenti e i Governi dei Paesi della zona del Mar Baltico ho un semplice consiglio: quando le interferenze che influenzano il funzionamento dei sistemi di navigazione satellitare cesseranno improvvisamente, sarà il momento di iniziare a preoccuparsi sul serio. Ed è meglio prepararsi in anticipo a un momento così preoccupante.
Beh, nel caso qualcuno non ci avesse ancora pensato senza di me.


Una delle 1284 notti

Certo, è stata solo una delle 1284 (fino a questo momento) notti ucraine, ma fa comunque impressione.
La notte del 28 agosto a Kiev:

Mi ha fatto anche pensare, stranamente, al fatto che avrei dovuto essere abituato (purtroppo), ma ancora non lo sono (per fortuna).


La lettura del sabato

L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato all’attacco russo a Kiev del 28 agosto ed è illustrato con molte foto.
Probabilmente sapete già perché segnalo la descrizione proprio di questo attacco: perché si tratta di una azione – purtroppo non l’unica in questa guerra – compiuta intenzionalmente ed esclusivamente contro i civili. Infatti, come ha detto un avvocato commentando la notizia, si tratta di un «bel» esempio della tipologia del dolo intenzionale.
P.S.: come ci ricordiamo, servono due settimane per capire se Putin vuole la pace.


Riconoscere uno scemo

Woody Allen ha partecipato – in modalità di videoconferenza – alla sessione «Leggende del cinema mondiale», che si è tenuta il 24 agosto nell’ambito della Settimana internazionale del cinema di Mosca. E alle critiche del Ministero degli Esteri ucraino ha risposto:

When it comes to the conflict in Ukraine, I believe strongly that Vladimir Putin is totally in the wrong. The war he has caused is appalling. But, whatever politicians have done, I don’t feel cutting off artistic conversations is ever a good way to help.

Woody Allen non mi è mai piaciuto come regista, da quei suoi film che mi è capitato di vedere non mi è sembrato una persona particolarmente intelligente (nemmeno quando era notevolmente più giovane e, dunque, in una forma mentale sicuramente migliore). Ma non bisogna essere un genio per capire cosa sta succedendo a partire dal 2022 (in realtà dal 2014) tra la Russia e l’Ucraina. La Settimana internazionale del cinema di Mosca, poi, non è un evento puramente professionale tipo quelli americani o europei: è un evento organizzato dall’alto, dal Governo della città di Mosca e, dunque, sotto il controllo statale. Anche quest’ultimo fatto non è difficilissimo da scoprire; sicuramente è da controllare prima di partecipare a qualcosa di legato alla Russia in questo periodo. Di conseguenza, non è difficilissimo nemmeno fare un passaggio logico e dedurre che la partecipazione a una «discussione artistica» del genere diventa la partecipazione a una azione di propaganda dello Stato-aggressore. Una azione mirata a diffondere l’idea che i vari personaggi famosi e autorevoli del mondo stanno riconoscendo come normale la situazione corrente.
«Complimenti» a Woody Allen che da anziano ha deciso di combinare una nuova cretinata che potrebbe non fare in tempo a correggere. E, purtroppo, non è l’unico.