Il lunedì 22 settembre era ufficialmente iniziato l’autunno (anche se a me già alla fine di agosto il tempo sembrava «da settembre»), quindi anche nella mia rubrica musicale si apre una nuova stagione…
Sarebbe, probabilmente, logico aprirla con la terza parte dell’oratorio profano di Joseph Haydn «Le stagioni» («Die Jahreszeiten», composto tra il 1798 e il 1801). Quella parte, infatti, si chiama «L’autunno».
Però a me piace l’oratorio intero, l’ho sempre percepito come una composizione indivisibile. Di conseguenza, aggiungo il video de «Le stagioni» di Haydn intero, nonostante la sua durata seria.
Quella del video è l’interpretazione della Wiener Philharmoniker, direttore Nikolaus Harnoncourt.
L’articolo che segnalo questo sabato è un tentativo di interpretare le prime visite (segrete) di una nave-cargo cinese nel porto di Crimea dai tempi della annessione da parte della Russia (avvenuta nel 2014).
In realtà, è abbastanza facile immaginare che una visita del genere in precedenza era impossibile anche per motivi tecnici: il porto della Sebastopoli prima dell’inizio della guerra totale tra la Russia e l’Ucraina era prevalentemente un porto militare, utilizzato dalla Marina militare russa del Mar Nero. Di conseguenza, è facile ipotizzare non era tecnicamente attrezzato per ricevere le navi del genere (oltre ai vari motivi di sicurezza). Dopo il 24 febbraio 2022, però, la flotta militare russa è stata fatta allontanare (è una delle vittorie indiscusse della Ucraina) e, evidentemente, alcune cose sono cambiate…
Zelensky ha detto, in una intervista ad Axios, che «se la Russia non ferma la guerra, i funzionari del Cremlino dovrebbero assicurarsi di sapere dove si trova il rifugio antiaereo più vicino». E, tra le altre cose, ha rivelato di aver chiesto a Trump una nuova arma a lungo raggio (senza specificare al giornalista di che tipo di arma si tratta) che costringerebbe Putin di andare al tavolo dei negoziati.
Da un lato, le dichiarazioni del genere non si fanno a caso: Zelensky non è Medvedev perennemente ubriaco che minaccia tutti. E non è Trump, che parla senza pensare.
D’altra parte, l’uso delle armi a lungo raggio contro i «funzionari del Cremlino» è, attualmente, l’unico modo realistico di porre fine a questa guerra. In questo caso, però, non avrebbe senso di avvertire il futuro bersaglio del pericolo.
E poi una terza considerazione: non ho mai capito su cosa si basa la speculazione secondo cui l’Ucraina e la Russia avrebbero concordato di non colpire gli edifici governativi. Solo sul fatto che non è mai successo fino a poco tempo fa? Ma l’Ucraina semplicemente non aveva questa possibilità tecnica, mentre le autorità russe di solito non si considerano vincolate da alcun accordo (potevano, per esempio, sperare di mettere pomposamente il proprio vassallo in una sede «simbolica» del potere a Kiev).
In generale, Zelensky potrebbe prepararsi a misure radicali, ma non vuole apparire un «terrorista».
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Secugnago del 2 agosto 2025.
Già diversi anni fa avevo scoperto, sorprendendomi, che il nome di questo paese è noto a molte persone che viaggiano (o hanno viaggiato prima) verso / da sud d’Italia con i treni non veloci. L’obiettivo del mio racconto è dunque quello di mostrare che oltre al cartello visibile dal finestrino della carrozza ci sono anche alcune altre cose a Secugnago.

Alexandra Tara McCabe, precedentemente nota come Tara Reade e che ha lavorato come assistente di Joe Biden durante il suo mandato di senatore negli anni ’90, ha ottenuto la cittadinanza russa. Putin ha già firmato il relativo decreto.
La McCabe era diventata nota – tramite i media – nel 2020, durante la campagna presidenziale di Biden: la signora aveva mosso accuse di violenza sessuale nei suoi confronti. La storia delle accuse si era rivelata controversa: l’accusato non era stato chiamato per nome nel testo della denuncia alla polizia, ma solo davanti ai giornalisti; il Washington Post, dopo aver indagato e intervistato circa due dozzine di ex collaboratori di Biden negli anni ’90, non ha trovato alcuna conferma alle affermazioni della McCabe.
Ecco Alexandra Tara McCabe in persona:

Questa non è stata una mia allusione «politicamente scorretta»: tra i miei amici e conoscenti ci sono degli uomini che potrebbero anche…
Ma torniamo alla notizia. Nel 2023 la McCabe, a suo dire, ha iniziato a ricevere minacce di morte e per questo si è trasferita in Russia con l’intenzione di ottenere la cittadinanza russa. Mentre dalle notizie degli ultimi anni ho appreso con una certa regolarità: se un americano o un europeo si trasferisce nella Russia attuale (facendo pure tanto «rumore» sui media) per ottenere la cittadinanza, significa che ha qualche problema serio nel proprio Paese d’origine: o è indebitato in un modo irrisolvibile, o sta rischiando accuse penali per qualcosa.
Una domanda puramente teorica, astratta e un po’ retorica allo stesso tempo: qual è la pena per la falsa testimonianza in America, e quanto possono costare le accuse infondate?
Il premier polacco Donald Tusk ha dichiarato che la Polonia difenderà il suo spazio aereo se gli aerei minacciano il territorio polacco:
Prenderemo la decisione di abbattere gli oggetti volanti senza discutere quando minacciano il nostro territorio e sorvolano la Polonia. Non c’è nulla da discutere.
Come possiamo vedere da questa citazione, le bugie sono di diversi tipi politici. Putin, per esempio, mente perché pensa che lo faccia sembrare molto figo: altri tipi di figaggine non sono disponibili per lui (è più o meno il modo in cui molte persone si comportano di fronte alle ragazze quando hanno tredici anni, se ricordo bene). Trump mente perché non pensa nemmeno se ciò che dice corrisponda alla realtà: questa è l’impostazione del suo cervello. E Tusk sta mentendo per pura necessità: una risposta realistica non sarebbe assolutamente stata compresa dai suoi elettori.
La realtà polacca è che non possono abbattere [quasi] nulla che arrivi loro dal territorio russo. Le difese aeree polacche non sembrano essere addestrate o attrezzate per abbattere veri velivoli nemici: altrimenti avrebbero abbattuto ben più dei 4 droni russi su 19. È questa mancanza di preparazione che l’esercito russo ha ricordato alla Polona e a tutto l’Occidente: «entrambi sappiamo che non potete fari nulla».
Allo stesso tempo Tusk si rende conto – in realtà, da tempo – che la NATO non proteggerà il suo Paese in caso di emergenza, e quindi ammette pubblicamente che la Polonia dovrà imparare ad abbattere i droni da soli: come lo dovranno fare tutti gli altri Stati europea.
È un po’ strano prestare anche una minima attenzione a quello che dice Trump (a differenza delle stronzate che fa creando dei problemi un po’ a tutti), ma volte è utile dare qualche avvertimento alle persone più ingenue.
Per esempio: ieri, alla domanda di un giornalista «Aiuterà la Polonia e gli Stati baltici a difendersi dalla Russia se quest’ultima continuerà a intensificare le sue azioni?» Trump ha risposto «Yeah, I would».
REPORTER: Will you help depend Poland and the Baltic states from Russia if Russia keeps escalating?
TRUMP: Yeah, I would pic.twitter.com/1cbogB3kP5
– Aaron Rupar (@atrupar) September 21, 2025
Già così non sembra una risposta affermativa categorica, ma non sappiamo anche come sta «aiutando» l’Ucraina aggredita da oltre tre anni e mezzo. Difenderà la Polonia e gli Stati baltici facendo un incontro con Putin e concedendo sempre a Putin una sequenza infinita di due settimane.
Così tutti si salveranno in 24 ore. Sicuro.
Direi che in parte è vero, ma solo in parte:
È vero in parte perché Trump sta imparando bene, ma spesso agisce troppo in fretta. Il «segreto del successo» di Putin sta nel fatto chiudeva o vietava qualcosa molto spesso, ma a piccolissime dosi: così la maggioranza della gente spensierata non si accorgeva oppure non protestava «per così poco».
Finalmente, decenni dopo il primo tentativo, la musica generata da una macchina è arrivata a livelli sufficienti per essere commentata seriamente. Certo, non è («più» o «per ora»?) generata in piena autonomia come lo volevano gli ingegneri appassionati di fantascienza, ma proprio questo è l’aspetto migliore – e meno notato dai fan e dai critici – di tutti i modelli dell’AI. L’iniziativa, l’obiettivo e la visione dell’aspetto del risultato finale desiderato rimangono agli umani. Con lo sviluppo dell’AI le persone realmente creative e capaci hanno ottenuto uno strumento in più per realizzare qualcosa di interessante con uno sforzo notevolmente inferiore rispetto anche a pochi anni fa.
Come tutti gli strumenti innovativi in fase di grande sviluppo, anche l’AI deve ancora imparare tanto nel lavoro sui dettagli, ma già i risultati attuali sono più positivi che negativi. Oggi, dunque, faccio un bel esempio nell’ambito della mia rubrica musicale.
Il pittore e animatore russo Oleg Kuvaev (non preoccupatevi: non avrei mai scritto positivamente di un personaggio con una posizione politica e umana dubbia, nemmeno in un contesto come quello del presente post) da alcuni mesi si sta esercitando nella creazione dei video musicali interamente in Chat GPT. I risultati ottenuti sono sempre meglio: ora meritano di essere pubblicizzati.
Il primo video musicale di Oleg Kuvaev selezionato per oggi è «Until»:
Il secondo video musicale di Oleg Kuvaev, creato sempre con l’AI, che ho scelto per il post di oggi è il meno recente «People against AI»:
Se decidete di guardare molto attentamente, forse notate alcuni dei vecchi problemi delle immagini create con l’AI (tipo la quantità delle dita in alcune inquadrature, le proporzioni dei personaggi instabili, le parti dei corpi che si muovono in un modo anomalo), ma ormai sono dettagli piccoli che quasi si perdono sullo sfondo della complessiva qualità buona.
P.S.: molto spesso l’AI viene accusato – non senza motivo – di creare delle opere artistiche poco originali, «compilative». Ma l’AI in questo senso funziona proprio come il cervello umano: opera solo con i concetti già esistenti che conosce e non è in grado di immaginare (proprio come un essere umano) qualcosa che non ha mai visto. Di conseguenza, è il compito dell’autore dei prompt a stimolare la sua «fantasia» e non fargli prendere tutto da una o da poche fonti di ispirazione.
Era da un po’ che non condividevo i risultati delle ricerche credibili sulle reali perdite umane dell’esercito russo in Ucraina. Infatti, le ricerche del genere sono un po’ difficili da fare: non avendo l’accesso alla statistica ufficiale, i giornalisti sono costretti a fare delle stime o, in alcuni spiacevoli casi, inventare.
Le ricerche serie, come quella recente sui militari provenienti da due regioni siberiane, vanno invece pubblicizzate. Per esempio, per ricordare la pazzia di Putin in realtà viene pagata un po’ da tutti.



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