Tempo fa, verso la fine del primo decennio del XXI secolo, ero diventato un felice proprietario di un obiettivo fotografico a me totalmente sconosciuto: un Makinon 135 MC. All’epoca non sapevo proprio nulla del marchio giapponese Makinon e dell’obiettivo concreto appena menzionato (poi avevo trovato delle recensioni sui forum, ma molto più tardi), ma non avevo i soldi per i marchi più noti e, allo stesso tempo, avevo tanta voglia di prendere un obiettivo con una distanza focale simile (135 mm). Insomma, avevo comprato quasi a caso…
Avevo comprato, ma non avevo fatto in tempo a testare bene in tutte le situazioni che mi interessavano. Prima ci avevo messo un po’ a cercare un adattatore dall’attacco M42 all’attacco EF, poi dal corpo dell’obiettivo si era staccata la copertura gommosa (quella che si tocca quando si effettua la messa a fuoco, ha una funzione prevalentemente decorativa ma a volte ha anche una sua utilità pratica), poi mi ero dedicato intensamente a varie missioni in altri ambiti e mi ero quasi dimenticato dell’obiettivo da sistemare e da testare.

Ma quest’anno, finalmente, mi sono deciso di riparare quell’obiettivo (sapevo da tempo come fare) e di iniziare a usarlo regolarmente (all’inizio dell’anno ho inventato come). Il lavoro di riparazione mi sembrava (come pure alla gente interrogata sui forum) banalissimo: Continuare la lettura di questo post »


Sto ridendo da alcune ore…

… mi sta già facendo male tutto, ma non riesco a smettere! Ascoltate questo genio e ricordatevi che il 15 agosto dovrebbe incontrarsi con un suo grande concorrente:

Non riuscite a seguire il modo trumpista di costruire le frasi? Allora, per aiutarvi, faccio un riassunto: «I russi avrebbero potuto raggiungere Kiev in quattro ore se avessero preso l’autostrada. Ma un generale russo „geniale“ ha deciso di attraversare la campagna».
Molto probabilmente Donald intendeva il «highway» M01 che nei primi giorni della guerra si presentava così:

Male, vado a riprendermi un po’…


Cosa e dove hanno firmato

Scrivendo dell’incontro dell’8 agosto (del quale avete probabilmente letto o sentito qualcosa), Trump ha ingannato molti menzionando sul suo Truth Social la «cerimonia ufficiale della firma della pace» tra l’Armenia e l’Azerbaijan («official Peace Signing Ceremony»). Di conseguenza, molti media mondiali, come Associated Press, CNBC, Euronews, hanno utilizzato proprio questa formulazione. In realtà, le parti hanno firmato solo una dichiarazione dal contenuto abbastanza semplice e banale, composta da sette punti.
Il primo di questi punti recita:

Noi e il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump abbiamo assistito alla firma del testo concordato dell’"Accordo per l’instaurazione della pace e delle relazioni interstatali tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia" da parte dei ministri degli Affari esteri delle Parti. A questo proposito, abbiamo riconosciuto la necessità di proseguire le azioni volte alla firma e alla ratifica definitiva dell’Accordo e abbiamo sottolineato l’importanza di mantenere e rafforzare la pace tra i nostri due Paesi.

Insomma, potete immaginare la cosiddetta importanza dell’incontro.
Anzi, la sua importanza più grande consiste nel fatto che i due Presidenti caucasici sono andati non da Putin (che non ha più la possibilità fisica di apparire il «capo» della zona ex-sovietica) e non da Erdogan (il quale ha la reale influenza sui rapporti nella regione dove si trovano i due Stati menzionati), ma da Trump (il quale, come al solito, non ha fatto alcunché, ma vuole apparire un grande pacificatore). Non riesco proprio a immaginare degli esiti positivi…


C’è stata una visita

Oggi vediamo un piccolo video che illustra il funzionamento dei droni ucraini AN-196 «Liutyi» a oltre 1300 km dalla patria: nella regione russa del Tatarstan, al deposito dei droni iraniani «Shahed».

Così i droni iraniani non dovranno più fare la lunga strada verso l’Ucraina. Spero che lo stesso favore venga fatto anche a tanti altri strumenti dell’esercito russo.


La musica del sabato

Per puro caso ho sentito, per la prima volta nella mia vita, un brano del chitarrista argentino Luis Salinas. E ho pensato che si potrebbe anche inserirlo nella mia rubrica musicale.
Eccolo: «Funky Tango».

Da tradizione, ci vorrebbe anche un secondo brano. Uno a caso: «La Pesada».

Bene, a volte di sera si può.


La lettura del sabato

Segnalo a tutte le persone potenzialmente interessate: il quotidiano The Wall Street Journal ha pubblicato la prima delle due parti di un’ampia inchiesta su come, nel 2023, i sostenitori di Alexey Navalny abbiano cercato di organizzare il suo scambio con il presunto ufficiale dell’FSB Vadim Krasikov, che stava scontando l’ergastolo in Germania. L’inchiesta conferma nel complesso quanto raccontato dal team di Navalny, ma contiene nuovi dettagli.
È una lettura in un certo senso interessante, ma rimarrà per sempre molto «teorica»: non solo per gli ovvi motivi, ma anche perché tutta la logica del comportamento di Navalny suggeriva la sua contrarietà a un qualsiasi scambio. Ma, comunque, nessuno avrebbe chiesto il suo assenso.


La domanda più importante

Leggo sempre di più sul probabile incontro «dal vivo» tra Trump e Putin. Non si capisce ancora dove, quando e a quali condizioni, ma pare che entrambe le parti stiano considerando la possibilità di questo incontro.
Tutti scrivono e parlano dei dubbi di cui sopra, ma quasi nessuno scrive o parla del mistero principale: perché dovrebbero incontrarsi fisicamente? Cosa si potranno dire di diverso da quello che si sono già detti più volte via telefono? Possono fare qualcosa oltre a parlare? Ma Putin non gioca a golf e Trump non gioca a hockey…
N.B. tra parentesi: (per me l’espressione «hockey su ghiaccio» suona un po’ come «calcio su erba»). Parentesi chiusa.
L’unica utilità dell’ipotetico incontro «offline» tra Trump e Putin è fare molto contento Putin. Infatti, si sentirà ancora più accettato a livello internazionale, ammesso nei club dei veri personaggi importanti e potenti, riconosciuto come un grande leader. Ma siete sicuri che sia una concessione tanto utile?


Il tipo barbuto è sceso dalle montagne…

L’internet e il telefono sono belli e utili, ma pure le passeggiate estive in montagna sono piacevoli.

Pertanto, chiedo scusa a coloro che non sono riusciti a telefonarmi o hanno atteso a lungo una risposta ai loro messaggi: mi sono allontanato da  voi  tutto per recarmi in luoghi montuosi remoti.

Ora, però, mi metto a recuperare tutto. Senza rimpianti.




P.S.: ieri sera, dopo una lunga camminata in montagna, per pura curiosità mi sono pesato: meno 5 kg esatti. Ma questo anche perché durante tutta la giornata ho trovato solo una fonte con acqua sicuramente potabile. Quindi ho percorso quasi quarantasettemila passi in montagna con due thermos da 400 ml. Eppure, ora non sono in ospedale!
P.P.S.: quasi tutte le foto sono sulla reflex, devo ancora sistemarle.


Uno strumento per i fumatori responsabili

Tante persone sono convinte che un oggetto di qualità non può costare poco. Ancora più persone pensano nell’ordine inverso: che un oggetto a basso costo non può essere di qualità buona. Mentre la realtà è un po’ più complessa, come accade con tutte le altre «saggezze popolari».
Nella vita reale la semplice esperienza dimostra: per trovare un oggetto di qualità tra quelli poco costosi, bisogna provare una quantità imprevedibile di questi ultimi. Proprio questo fatto rende l’acquisto casuale degli oggetti poco costosi un processo poco conveniente (è meglio la qualità prevedibile a cento euro o tre tentativi da esito imprevedibile a quaranta euro ognuno?). diventa conveniente solo quando l’acquirente segue i consigli delle persone esperte o fortunate: cosa si può comprare e cosa è meglio evitare.
Io, per esempio, oggi posso dare un nuovo consiglio del genere, sperando che aiuti qualcuno a non spendere troppo per le cose inutili.
Immaginiamo un semplice fumatore responsabile, quello che non abbandona il vizio sempre meno di moda, ma non vuole nemmeno buttare i mozziconi dove capita (nelle aree naturali durante le gite, sulle scale degli edifici con uffici, sui balconi degli amici e parenti non fumatori etc.). Per condurre una vita tranquilla e felice un fumatore del genere ha bisogno di un posacenere portatile: non troppo grande, ben chiudibile, facilmente trasportabile e difficilmente perdibile. E, ovviamente, poco costoso: perché non è l’unica spesa della nostra vita.
Io, per esempio, già più di due anni fa ho trovato su Aliexpress – con le parole «posacenere portatile» – questo interessante modello:

Costava un po’ meno di tre euro con la consegna gratuita. E io ho pensato di avere testato per abbastanza tempo questo oggetto super economico, abbastanza da poter scrivere una recensione positiva.
Al momento dell’ordine avevo scelto il colore nero (uno dei miei preferiti). L’oggetto arrivato corrispondeva completamente alla foto della inserzione (bene!), a eccezione del moschettone che anche esso è arrivato quasi completamente nero (a me così piace ancora di più). Il posacenere pesa 38 grammi, è alto 6,5 cm e ha il diametro di 3 cm. La leva del moschettone si apre facilmente (ma non troppo) con un dito, permette di fissare l’oggetto alla cintura o allo zaino con una mano in una mossa.

Tutto il corpo del posacenere è metallico (ma non è magnetico). Il tappo (è quello sopra) si avvita nella filettatura profonda 0,5 cm. Tra il corpo del posacenere e il tappo all’esterno è presente anche una guarnizione di gomma, quindi il posacenere si chiude ermeticamente. È possibile mettere dentro un mozzicone non spento e avvitare il tappo: si spegne tutto da solo e non esce nemmeno del fumo / odore.

I primi due minuti circa dopo la chiusura del tappo il corpo del posacenere rimane leggermente tiepido, ma non in un modo fastidioso.
Di conseguenza, posso dire di avere trovato, per una somma bassissima, un oggetto di qualità che corrisponde perfettamente alla propria destinazione. Certo, un giorno potrebbe degradarsi la gomma (ma bisogna vedere se questo sarà un evento critico per la funzionalità), rovinarsi la filettatura (per ora non vedo alcun indizio) o rompersi la leva del moschettone (il quale può essere facilmente sostituito con uno nuovo qualsiasi), ma anche l’acquisto di un posacenere nuovo da 3 euro ogni x anni non è assolutamente una spesa sensibile.
Ora i fumatori responsabili sanno di cosa hanno bisogno!


Non mi sembrano tanto credibili

In un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri russo di ieri si dice la Russia rinuncia al moratorio unilaterale sulla limitazione dello schieramento di missili a medio e corto raggio. Il ministero ha giustificato questa decisione con l’aumento del «potenziale missilistico destabilizzante» da parte del «Occidente collettivo» nelle regioni vicine alla Russia.
Di fronte a tale notizia, la reazione di un lettore mediamente intelligente dovrebbe essere una: chiedersi se lo Sato russo ha tanti missili da schierare. La domanda deriva dalle informazioni (degli ultimi tre anni e mezzo) sulla quantità, qualità e provenienza dei missili utilizzati nella guerra contro l’Ucraina. Leggiamo spesso che vengono utilizzati i missili tirati fuori dai depositi sovietici o arrivati dagli Stati come la Corea del Nord e che spesso quei missili non esplodono come lo vorrebbero i vertici militari russi. Mentre la produzione interna dei missili nuovi non è sufficiente per sostenere i ritmi della guerra desiderati.
Ovviamente non abbiamo la piena statistica reale su tutte le cose appena elencate, ma io presumo comunque che l’obiettivo principale del Ministero degli Esteri fosse stato quello di spaventare l’Occidente con le sole parole.