Per gli amanti delle curiosità storiche

Il National Security Archive della George Washington University ha pubblicato 11 documenti relativi alla prima visita del 42-esimo Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in Russia e ai suoi incontri con l’allora Presidente russo Boris Eltsin. Il vertice Russia-USA si svolse dal 12 al 15 gennaio 1994. Tra i documenti pubblicati vi sono le trascrizioni e i resoconti degli incontri a due tra Eltsin e Clinton, nonché della loro cena a Novo-Ogariovo. In occasione della visita del presidente statunitense, Mosca, Washington e Kiev annunciarono di aver concordato il ritiro dell’arsenale nucleare sovietico dall’Ucraina. Trent’anni dopo, Clinton ha detto di essere dispiaciuto per il fatto che le autorità ucraine avevano rinunciato alle armi nucleari.
I più curiosi possono andare a vedere quei documenti per scoprire – questa vota dai documenti ufficiali – da come si parlava dell’ingresso della Russia nella NATO, della collaborazione USA–Europa–Russia e delle garanzie di sicurezza da dare alla Ucraina.


La fortuna numismatica

Nei giorni scorsi la mia collezione di monete si è arricchita di alcuni preziosi esemplari. Uno di essi è il rublo sovietico commemorativo, emesso nel 1989 per i 175 anni dalla nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko (considerato uno degli artefici della letteratura ucraina e della lingua ucraina contemporanea):

Probabilmente, qualche volta potrei usare la foto di questa moneta in qualità di una immagine di profilo (visto che la forma rotonda ci è imposta su quasi tutti i siti già da un po’ di anni). Ho pure i baffi in una certa misura simili! In ogni caso, sarà un trucco tecnico esteticamente più bello e originale di una bandierina applicata sopra una foto propria. E, ovviamente, non significa assolutamente che sono un nostalgico dell’URSS (è in realtà è proprio al contrario).
P.S.: a tutti coloro che non lo sanno comunico che il dritto delle monete commemorative sovietiche era identico a quello delle monete normali. Eccolo sempre sulla stessa moneta di cui sopra: Continuare la lettura di questo post »


Mi è sempre sembrato che alcune persone siano state particolarmente sfortunate con le date dei loro compleanni: alcuni sono nati in prossimità delle feste invernali (quindi ricevono meno attenzione perché «tanto tra poco c’è un’altra festa»), alcuni altri sono nati in qualche periodo tipico delle ferie/vacanze (quando praticamente tutti sono via). Dato che, stranamente, non tutti possono essere indifferenti al concetto del compleanno e alla sua trasformazione in una festa, si può dire che alcune persone sono state, appunto, sfortunate con la data.
E poi, a volte, non solo negli anni bisestili come il 2024, mi chiedo: ma le persone nate il 29 febbraio sono da considerare fortunate o sfortunate? Possono dividere la propria età per quattro oppure possono fare solo un quarto delle feste di compleanno di quante ne avrebbero potuto fare nascendo qualsiasi altro giorno?
Con il sondaggio di questo mese provo a risolvere almeno una parte dei miei dubbi e vi chiedo:

Una persona nata il 29 febbraio come vede aumentare la propria età?

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N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


Circa 315 mila

Il capo della CIA William Burns ha scritto un articolo per Foreign Affairs dove, tra le altre cose, ha comunicato che la Russia avrebbe perso almeno 315 mila uomini – tra uccisi e feriti – nella guerra in Ucraina.
Mi dispiace che pure la CIA – la quale è sicuramente una organizzazione informata molto bene sull’argomento – partecipi alla creazione delle illusioni potenzialmente dannose. Dal numero riportato, infatti, sembrerebbe che l’esercito abbia già perso circa la metà degli uomini coinvolti nella aggressione contro l’Ucraina. Mentre in realtà ci sono dei dettagli importanti: non tutti quegli uomini sono dei militari di professione (ma cittadini mobilitati, detenuti prelevati dalle carceri, «wagneriani» etc.), non tutti i feriti sono stati definitivamente mandati a casa (in alcuni casi sono tornati sul fronte anche più di una volta), Putin è disposto fare molto per compensare la carenza dei missili, bombe e altro materiale con le masse dei corpi umani.
Insomma, il numero – sicuramente alto in termini assoluti – non deve sembrare un segno di gravi problemi dell’esercito russo. E, di conseguenza, non deve far sperare che Putin possa perdere o addirittura arrendersi in tempi brevi solo a causa delle perdite umane.
E poi, le perdite umane per lui non sono assolutamente un problema.


Orban “geniale”

Il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato, nella intervista al media francese Le Point, che l’Ungheria sosterrà la decisione europea di stanziare 50 miliardi di euro in aiuti alla Ucraina, ma a condizione che i Paesi-membri dell’UE approvino questa decisione ogni anno…
Poi ha detto anche tante solite stronzate (che di fatto bisogna trattare con Putin etc), ma noi basta già il punto di cui sopra.
In sostanza, Orban ha deciso di non fare più finta di essere un tipo timido e, invece, di manifestare sfacciataggine di livello massimo: «voglio che mi garantiate la possibilità di ricattarvi almeno una volta all’anno, così almeno una volta all’anno ci guadagno qualcosa».
Geniale! Anche io voglio salire a questi livelli.
Ah, e secondo me non è escluso che ci riesca…


La sorte di Zaluzhny

La sera di ieri, il 29 gennaio, i mass media ucraini hanno citato delle «fonti» innominate secondo le quali il comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, potrebbe essere licenziato o è già stato licenziato. Poco dopo, il Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato un messaggio su Telegram: «Cari giornalisti, rispondiamo subito a tutti: no, non è vero». Di conseguenza, se dovesse capitare anche a voi di leggere una «notizia» del genere, state attenti…
E, in ogni caso, vi ricordo un principio universale utile per il futuro: anche i media più seri russi e ucraini molto spesso citano delle «fonti anonime nella amministrazione presidenziale / governativa / parlamentare etc», senza però che tale fonte esista veramente. Semplicemente, in ogni media c’è sempre qualche giornalista poco responsabile che inventa o tenta di indovinare delle notizie che gli sembrano imminenti per logica degli eventi passati (come, per esempio, i presunti rapporti difficili tra Zaluzhny e Zelensky) e «si copre» con una fonte «che ha voluto rimanere anonima». Quelle notizie inventate, ovviamente, molto spesso non succedono e il giornalista inizia a sperare che tutti si dimentichino del suo trucco mal riuscito. Mentre noi, i lettori attenti, iniziamo a chiederci perché mai qualche dipendente della amministrazione debba passare qualcosa ai giornalisti in un modo anonimo… A meno che non si tratti di una disinformazione appositamente concordata con i capi.


Meno finanziamenti per i terroristi

Purtroppo, nel 2024 a volte mi accorgo di sorprendermi per le rare manifestazioni di normalità… Per esempio: sabato abbiamo saputo che gli USA, il Regno Unito, il Canada, l’Australia, l’Italia, la Finlandia hanno sospeso i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) in seguito alle accuse di coinvolgimento del suo personale in un attacco di Hamas contro Israele. Avrebbe dovuto essere una cosa normalissima, ma oggi mi trovo a dover dire: finalmente qualcuno si è deciso di non sostenere i terroristi.
Per il momento in cui avrete abbastanza tempo per leggere dei testi seri, vi segnalo dunque due rapporti sulla attività della UNRWA (trenta mila dipendenti – il 99% dei quali palestinesi – e 1/4 del budget dell’ONU):
1) il rapporto sui libri di testo dell’UNRWA usati per insegnare ai bambini in Palestina che erano pieni di discorsi di odio e di glorificazione del terrorismo;
2) il rapporto sulle reazioni (di festa!) del personale dell’UNRWA al massacro del 7 ottobre 2023.
I cretini che periodicamente manifestano per strada a favore dei terroristi non sanno comprendere i testi e la realtà, mentre voi (lo spero) sì. Spero che lo sappiano fare anche i Governi di alcuni altri Stati.


Una notizia dove non si capisce nulla

Fortunatamente non so come esplodono gli aerei Il-76 con un carico di missili S-300 e come esplodono quelli senza un carico del genere. Ma vedo tanto fumo e tanto fuoco, mentre i corpi – o i loro frammenti – dei prigionieri di guerra ucraini presumibilmente presenti sull’aereo (dei quali la propaganda russa sta scrivendo così tanto) non sono ancora stati mostrati nemmeno sulle immagini censurate.

Ma un sacco di gente cerca di indovinare: cosa o chi, verso dove e da dove trasportava quell’aereo. Tentano di indovinare senza potersi basare su una quantità sufficiente di dati certi.
E, purtroppo, capisco perché le autorità ucraine non si affrettano a dire se abbiano abbattuto loro l’aereo. Se lo avessero abbattuto loro, sarebbe stato un buon successo militare. Ma potrebbero emergere dei dettagli che, pur non dipendendo da loro, possono eccitare negativamente le menti deboli della società.


La musica del sabato

Senza alcun motivo particolare, oggi ho volute postare nella mia rubrica musicale qualcosa di Claude Debussy… Il fatto che mi piaccia lo stile di questo compositore è un motivo sufficiente? Direi di sì (ma direi anche che mi piace il 99,9% della musica che ho postato in questa rubrica).
Bene, per oggi ho selezionato «Due danze per arpa e archi» – «Deux danses» («Danse sacrée» e «Danse profane») – composte nel 1904.

E non mi va di mescolarle con qualcos’altro…


La lettura del sabato

Nell’aprile 2023 Vladimir Putin aveva ordinato la creazione (ovviamente in Russia) di musei dedicati alla guerra in Ucraina e, di conseguenza, anche la ricerca e il trasferimento nei musei di «artefatti legati alla operazione militare speciale».
Da quel momento mi è capitato di leggere diverse notizie sulle esposizioni museali più o meno assurde e/o ridicole mirate a eseguire il suddetto ordine presidenziale. Ovviamente, i dirigenti di tutti i musei coinvolti non possono disobbedire nemmeno quando personalmente, nella propria mente, sono contrari alla guerra e alla politica putiniana in generale (ma non posso e non voglio criticare i dirigenti-oppositori per il fatto che continuino a lavorare: hanno dei loro validissimi motivi per farlo). E, di conseguenza, a volte non riesco a capire se ogni singola esposizione sia stata preparata dai semplici idioti oppure dalle persone intenzionate a screditare l’esercito-aggressore russo e la guerra in Ucraina.
Per capire su cosa si basano i miei dubbi, potete leggere l’articolo che riassume la situazione attuale dei musei russi della guerra in Ucraina. Non so se vi farà arrabbiare, vi stupirà o vi divertirà, ma sicuramente produrrà uno di quegli effetti.