Uno studio condotto dal quotidiano The Washington Post, basato sulla analisi di 47.000 dialoghi pubblici, ha rivelato un’importante caratteristica del comportamento di ChatGPT: il chatbot inizia le sue risposte con «sì» o «giusto» in quasi 17.500 casi, ovvero 10 volte più spesso che con obiezioni o negazioni. Come sottolineano gli autori dello studio, tale comportamento crea per gli utenti una «camera dell’eco» personalizzata, in cui l’intelligenza artificiale sostiene qualsiasi punto di vista del proprietario, comprese le teorie complottistiche, e riconosce come reale le informazioni false.
In generale, secondo le mie osservazioni, qualsiasi AI è un perfetto psicologo classico: tutti i modelli di AI che conosco sono addestrati in modo tale da fornire risposte il più possibile politicamente corrette e censurate. Da un lato, non violano alcuna regola scritta o non scritta, dall’altro cercano di non offendere l’utente. Per questo motivo, con l’aiuto di qualsiasi AI è molto difficile creare qualcosa di veramente originale, divertente e nuovo: bisogna cercare continuamente di superarla in astuzia e in qualche modo costringerla a violare almeno una regola interna. Inoltre, è molto difficile cambiare radicalmente la propria visione del mondo con l’aiuto dell’AI: sempre per gli stessi motivi.
Ma il vero problema è che la maggior parte delle persone non ha alcuna intenzione di cambiare la propria visione del mondo. Queste persone non sospettano nemmeno che la loro visione del mondo abbia bisogno di cambiamenti. Ecco perché quasi tutte le loro domande sono formulate in modo tale che sia più facile rispondere «sì, e non rompermi più» piuttosto che «no». E l’AI sa che non si può offendere l’utente!
Quando è iniziato il boom dell’uso di Chat-GPT, ho sperato che le persone avrebbero finalmente iniziato a imparare a esprimere chiaramente i propri pensieri, risparmiando il numero di prompt gratuiti. Ora spero anche che le persone imparino a formulare correttamente le domande: in modo che siano mirate all’ottenimento di nuove informazioni e non alla conferma della propria ragione.
Ma qualcosa mi dice che spero invano. E il motivo non è un presunto problema di nessuna delle AI esistenti.
Il centro delle relazioni pubbliche della FSB ha reso noto un tentativo da parte dei servizi segreti ucraini di reclutare piloti russi per dirottare un caccia MiG-31 equipaggiato con un missile ipersonico «Kinzhal». Il comunicato stampa dell’agenzia afferma che i servizi segreti ucraini hanno agito in collaborazione con «curatori britannici». Ai piloti che hanno cercato di coinvolgere nella operazione è stato promesso un compenso di tre milioni di dollari. La FSB sostiene che il caccia dirottato sarebbe stato diretto verso la base aerea NATO di Costanza (in Romania) per poi essere abbattuto dalla difesa aerea; l’obiettivo dell’operazione sarebbe stata una «provocazione su larga scala» contro la Russia.
A cosa serve una «provocazione» del genere non è stato specificato, e almeno in questo momento non ci interessa. Inoltre, diciamo pure che questo comunicato della FSB è una palese invenzione, mirata a diffondere l’idea che la Russia sarebbe circondata da nemici disposti a tutto (e, come obiettivo secondario, comunicare alla propria popolazione che il Billingcat sarebbe una azienda che partecipa alla guerra: mentre in realtà essa smaschera le varie porcate che il «Cremlino» organizza in giro per il mondo).
Mentre io, in realtà, non escludo che i tentativi di indurre i militari russi alla resa assieme alle loro attrezzature siano veramente numerose. Sicuramente (e logicamente) ci sono i tentativi ucraini. Molto probabilmente ci sono anche i tentativi degli altri Stati. Per me sono delle azioni positive e necessarie, ma al quarto anno della guerra ormai quasi inutili: tutti quei militari che volevano scappare o, almeno, evitare di combattere in questa guerra inutile, lo hanno già fatto nei primi mesi o anni. Attualmente ha molto più senso dedicare gli sforzi principali all’aiuto di tutti quei giovani che vogliono scappare dal servizio della leva forzatamente trasformato in contratto con l’esercito russo (di casi ce ne sono tantissimi) o dalla mobilitazione. Per esempio, farli entrare nei propri territori quando fuggono e non negare a loro l’asilo politico: invece di farli tornare in Russia dove li aspettano una condanna penale e il secondo invio al fronte.
Esistono molte varianti di questa vecchia barzelletta, eccone una:
Il giudice chiede a tre indigeni evasi dal carcere e nuovamente catturati:
– Ditemi, perché siete scappati?
– Siamo stati in prigione un giorno, due, tre. Il quarto giorno, Falco Acuto ha notato che mancava una parete.
E ora il motivo per ricordare la suddetta barzelletta…
L’agenzia russa TASS riferisce che la FSB ha interrotto l’attività dei dirigenti di un’impresa commerciale di Yaroslavl che avevano organizzato un canale di «produzione e fornitura illegale» all’estero di prodotti a duplice uso. Secondo i dati del servizio stampa dell’ufficio della FSB nella regione di Yaroslavl, la sezione investigativa ha avviato un procedimento penale ai sensi della norma del Codice penale che prevede una pena per l’esportazione illegale dalla Russia di prodotti soggetti a controllo delle esportazioni.
Il canale era utilizzato per la fornitura di motori a duplice uso nell’interesse del ministero della difesa di uno Stato straniero (non è specificato quale, ma non è importante: continuate a leggere). I prodotti fabbricati sono stati sequestrati e il canale stesso è stato smantellato. L’autore del canale telegram «Hvost Soroki» (Coda della gazza), legato al complesso militare-industriale russo, ipotizza che si tratti di motori D-30 per aerei Il-76.
In altre parole, il motore D-30 non è prodotto per aeroplani giocattolo. Ecco che aspetto ha:

Pesa 1944 kg, è lungo 4734 mm e ha un diametro di 1050 mm. Come potete immaginare, non è fabbricato di carta e colla, ma di materiali abbastanza particolari. Era davvero difficile notare il trasporto illegale di un aggeggio del genere, ma alla fine la FSB ci è riuscita. Complimenti!
Insomma, se qualcuno ha in mente qualche missione particolare ma ha paura della FSB, non si preoccupi. Ha ottime possibilità di riuscirci.
Il direttore generale della BBC Tim Davie e il capo della divisione notizie della BBC News Deborah Turness hanno rassegnato le dimissioni a causa dello scandalo relativo al discorso modificato di Donald Trump: secondo una nota interna della BBC, il programma Panorama ha montato due parti del discorso di Trump in modo da dare l’impressione che egli incoraggiasse apertamente i disordini al Campidoglio nel gennaio 2021.
Io, come uno spettatore occasionale, ma, allo stesso tempo, di lunga data dei notiziari della BBC, posso dire che la questione del discorso di Trump non è l’unico e non è il più grave dei problemi dell’intero «settore notizie» della azienda. Prima di tutto, per oltre due anni — dal 7 ottobre 2023 — i «giornalisti» della BBC si sono impegnati (e stanno ancora continuando a farlo ora) a diffondere intensamente la propaganda di Hamas e ad alimentare i sentimenti peggiori delle grandi masse dei propri spettatori: di quegli spettatori che per mancanza della informazione vera (e del tempo necessario per cercarla) si sono convinti di essere dalla parte del più debole. Ma dovevano essere proprio i giornalisti della BBC (ok, non solo quelli della BBC) a raccontare che è l’aggressore — fanatico religioso e nazista — a spacciarsi per più debole, a fingere di essere una vittima. E invece sono stati dalla sua parte, a diffondere la sua [censored] propaganda.
Già per quello avrebbero dovuto essere cacciati assieme ai loro capi Davie e Turness. Ma è andata come è andata. Ora voglio vedere se la politica redazionale in qualche modo cambia.
Non mi intendo dei concorsi di bellezza (e non voglio intendermene: mi sembrano delle fiere di allevamento), quindi non so bene se «Miss Mundo Chile 2025» sia in realtà l’edizione di quest’anno della «semplice» Miss Chile… Ma non importa. L’importante è che alla semifinale una delle concorrenti ha deciso di esibirsi in un modo non tradizionale:
Ecco, i concorsi di bellezza così avrei provato a vederli. Perché la bellezza fisica dura pochi secondi: fino al momento in cui scopri che la tipa non ha nient’altro (i tipi non mi interessano).
P.S.: si chiama Ignacia Fernández ed è la cantante del gruppo progressive death-metal cileno Decessus; è passata in finale. Comunque vada, spero che faccia in tempo a imparare di cantare normalmente, non solo con la gola.
Perché non ho mai ascoltato Jeff Lynne e il suo gruppo Electric Light Orchestra? Probabilmente perché non vedo qualcosa di realmente originale nella sua musica. Troppo spesso sembra che stia imitando Paul McCartney. Ecco un esempio: la canzone «When I Was A Boy» (dall’album «Alone in the Universe» del 2015):
Ma visto che ci siamo, ecco la seconda canzone dallo stesso album: «When the Night Comes».
Bene, è apparso un altro nome noto nella mia rubrica musicale.
L’articolo segnalato di questo sabato è dedicato a un argomento non particolarmente originale, ma, purtroppo, sempre attuale e in una continua evoluzione: a quali livelli sono le perdite umane degli eserciti ucraino e russo. L’argomento secondario (o collaterale) è la numerosità dei due eserciti.
Naturalmente, si tratta di stime perché entrambi gli eserciti non diffondono — per ovvi motivi — la statistica completa. Però ci sono i giornalisti e i vari esperti militari che sanno fare delle ipotesi spiegabili. Meno male, direi.
Ieri il Politico ha riportato che l’Unione Europea intende inasprire le norme in materia di visti per i cittadini russi, sospendendo di fatto il rilascio di visti Schengen multipli nella maggior parte dei casi (ma non mi è del tutto chiaro come l’Unione Europea possa decidere una questione del genere per tutti i Paesi-membri).
L’ambasciata francese a Mosca, rispondendo a una domanda in materia del media russo RBC, ha definito «infondate» notizie come quella riportata sopra.
E la Commissione europea, commentando le possibili restrizioni, ha dichiarato di non poter vietare il rilascio dei visti ai russi, il che è logico.
Allo stesso tempo, una raccomandazione (userò questo termine generico mondano) di sospendere o limitare il rilascio di visti Schengen multipli sarebbe perfettamente in linea con la politica sanzionatoria dell’Unione Europea degli ultimi anni. Durante tutti gli anni di guerra, quasi fin dall’inizio, si è osservata la tendenza dei burocrati europei a dimostrare una tipica attività frenetica (quella che si tiene solo per dimostrare che si fa qualcosa), non basata su sforzi intellettuali o amministrativi. È necessario creare l’apparenza di una resistenza all’aggressore? Introduciamo sanzioni contro coloro che sono più facili da colpire: i comuni cittadini russi. Ma molti dei comuni cittadini russi che viaggiano in Europa non hanno mai sostenuto la guerra e Putin. Anzi, l’elezione di Putin alla presidenza e tutta la sua politica non dipendono in alcun modo dai comuni cittadini russi, ma questo è difficile da spiegare ai burocrati europei. Hanno già dimenticato che nella vita reale questo può succedere.
Boh, vedremo.
È arrivato il mese dell’anno più adatto per parlare dell’ottimismo, vero? Proviamo a farlo con l’aiuto del mio nuovo sondaggio del mese!
Io, per esempio, sono sempre stato dispiaciuto per il fatto che tutti guardano la quantità del liquido nel bicchiere, ma non si interessano del tipo di quel liquido (per non parlare della qualità). E allora provvedo io a correggere questa situazione.
Ecco il relativo sondaggio:
Secondo me i risultati diranno sullo stato d’umore delle persone molto di più rispetto alla semplice scelta tra «mezzo pieno» e «mezzo vuoto».
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.
Il vicecapo del consiglio di sorveglianza di Ukrzaliznytsia (l’azienda ucraina che si occupa dei trasporti ferroviari) Sergey Leshchenko, durante le audizioni alla Verkhovna Rada ha dichiarato che negli anni di guerra le ferrovie ucraine hanno perso quasi la metà dei trasporti merci. Secondo Leshchenko, dal 2021 al 2025 il volume delle merci trasportate è diminuito del 49%, soprattutto a causa della distruzione delle infrastrutture e della perdita delle regioni industriali nella parte orientale del Paese.
È positivo che abbia specificato «soprattutto», ma sarebbe ancora meglio conoscere un dettaglio: quanto hanno perso le ferrovie ucraine a causa della cessazione dei trasporti di merci da/verso la Russia (non importa se di transito o trasportate tra l’Ucraina e la Russia). Mi è chiaro che qualsiasi riferimento alle relazioni commerciali (anche ex) con l’aggressore potrebbe essere molto impopolare in questo momento. È meglio non menzionare proprio la riduzione o la cessazione di queste relazioni come causa dei problemi dell’azienda ucraina. Ma per lo scopo di avere dati statistici interessanti, si sarebbe potuto esprimersi in un modo diplomatico: del tipo, certo, noi perdiamo qualcosa in termini economici, ma la Russia perde tanto…
Insomma, sarebbe stato interessante.



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