Uno dei misteri più grandi questo mondo è costituito dalle motivazioni delle persone che comprano le biciclette e poi le trasportano, nei loro viaggi quotidiani, sui mezzi pubblici urbani (quindi anche a brevissime distanze). Non posso dire che mi diano fastidio: tanto, lo fanno solo fuori dagli orari di punta, quando sulla metropolitana ci sono poche persone (anche prima della pandemia). E non ho mai smesso di pensare che la bicicletta sia il mezzo peggiore per spostarsi in città. Ma non capisco che senso abbia questo uso improprio dei mezzi di trasporto: sia quelli personali che pubblici.
Spero di avere una illuminazione prima o poi…
Però esistono anche altre situazioni abbastanza curiose legate all’uso delle biciclette. Quasi tutte le mattine feriali, percorrendo il corso Vittorio Emanuele II da piazza Duomo a piazza San Babila, raggiungo e supero una signora di mezza età (o poco più?) che cammina conducendo a lato la propria biciletta da città. Non l’ho mai vista in sella, mi sembra che utilizzi la bicicletta solo per appendere la borsa sul manubrio. E ogni volta ho ancora più tentazione di chiederle perché insista a portarsi inutilmente dietro un oggetto ingombrante. Ma per ora resisto.
Ho anche la foto, ma non so se mi conviene pubblicarla…
L’archivio del maggio 2021
Non tutti, per fortuna, hanno avuto il modo di accorgersene, ma le tristi avventure del vaccino di AstraZeneca continuano. Infatti, ieri è stato comunicato che a partire da giugno l’azienda russa R-Pharm produrrà, su licenza, il suddetto vaccino per il mercato estero. Per ora si sa solo che il vaccino si chiamerà «R-Covi», sicuramente verrà esportato negli Stati del Golfo Persico e verrà prodotto in alcune centinaia di migliaia di dosi al mese.
Tale notizia va letta nel contesto di una situazione stranissima del vaccino russo «Sputnik V»: in Russia non si è ancora riuscito ad avviare la sua produzione di massa nel senso vero e la qualità delle ultime partite prodotte sembra essere scesa rispetto alle prime (per non parlare dei grandi dubbi circa i test effettuati).
Sarà realmente curioso vedere se, nonostante le differenze nei nomi, si verificherà una «sincronizzazione» delle due reputazioni…
Qualcuno dei presenti avrebbe potuto leggere della sparatoria «in stile americano» avvenuta ieri in una scuola a Kazan, in Russia. Non ha molto senso commentare le azioni di un pazzo. Il commento della situazione mentale di un pazzo concreto che, secondo le sue stesse parole, ha sentito di essere un dio e di odiare tutte le creature viventi potrebbe essere troppo lungo. Altrettanto lungo e difficile sarebbe il commento sulla libertà di circolazione delle armi tra la popolazione civile. Quindi uso il suddetto fatto di cronaca solo per condividere con (o ricordare ai) lettori un documento interessante.
Il Dipartimento della sicurezza interna degli USA, assieme ad alcuni esperti, ha elaborato già anni fa una guida – in realtà abbastanza semplice e logica – sul come affrontare gli aggressori armati nei luoghi pubblici. Ovviamente dobbiamo sperare che la conoscenza di tale documento non serva a nessuno, ma nel mondo globalizzato alcune cose potrebbero accadere in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Senza alimentare il panico, nemmeno nella propria testa, ricordiamo dunque questa guida ai vari responsabili della sicurezza.
Gli americani non potevano non scriverla bene…
Il sito Sony Alpha Rumors sospetta, non senza ragione, che la Sony abbia smesso di produrre le reflex (in sostanza, le macchine fotografiche con un sistema di specchi interno). Infatti, dal sito ufficiale del produttore sono state rimosse le informazioni sugli ultimi modelli rimasti: A99 II, A77 II e A68.
Nonostante una storia relativamente breve della serie «Alpha» della Sony, tali macchine erano diventate velocemente interessanti dal punto di vista tecnico e si erano affermate sul mercato. Di conseguenza, la loro scomparsa mi sembra un segnale in un certo senso preoccupante: molto spesso, infatti, la Sony riesce ad anticipare le tendenze del mercato tecnologico.
La notizia, poi, va letta assieme alle voci circa l’intenzione della Canon (il produttore principale nel mondo con il 36,8% del mercato) di abbandonare la produzione delle reflex e l’intenzione della Nikon di trasferire la produzione delle reflex in Tailandia.
In sostanza, chi vuole comprarsi una reflex nuova e di qualità, lo faccia ora. Perché non si sa cosa possa succedere nei prossimi mesi (o pochissimi anni). Io, da parte mia, posso ricordare a tutti gli interessati che nessuna delle macchine fotografiche completamente digitali note a me riesce a raggiungere la velocità di messa a fuoco di una reflex. Non so perché succeda così: gli smartphone — spesso scomodi da usare e limitati nelle funzioni fotografiche — sono velocissimi, mentre le macchine fotografiche no. Rimane il fatto: chi vuole continuare a combinare la velocità e la professionalità, deve farsi «una scorta».
I sociologi che dispongono i mezzi necessari per raccogliere le opinioni delle larghe masse potrebbero organizzarsi per svolgere una interessante ricerca a livello nazionale o, addirittura, mondiale… Anzi, sarebbe interessantissimo confrontare i risultati Stato per Stato e poi cercare delle correlazioni con il modo di affrontare la pandemia del Covid-19 adottato in ogni singolo Stato.
L’indagine che intendo ha solamente una domanda:
«Voi, gli umani viventi nel 2021, quale anno intendete con l’espressione l’anno scorso? Intendete il 2020 o il 2019?»
La domanda mi è venuta in mente già un paio di mesi fa, quanto mi ero improvvisamente accorto di pensare al 2019 proprio nei termini dell’"anno scorso". Non considero il 2020 del tutto perso e/o inutile: sono riuscito a produrre qualcosa di interessante e vivere diversi mesi secondo un ritmo molto simile a quello abituale. Ma, allo stesso tempo, le varie restrizioni imposteci hanno reso il 2020 un po’ povero di avvenimenti memorabili (rispetto agli anni precedenti). Quindi spesso, ricordando qualche evento, penso automaticamente che sia successo l’"anno scorso".
So di non essere l’unico a osservare tale fenomeno nella propria testa. Di conseguenza, sarei curioso di scoprire la sua portata.
Jay Christensen, l’autore video ripreso con l’aiuto di un drone in una sala del bowling, ha pubblicato una nuova opera: il volo di un drone all’interno del centro commerciale Mall of America in Minneapolis.
A quanto pare, questo video è stato commissionato dalla amministrazione del centro commerciale. Ma noi possiamo anche ignorare questo dettaglio: quello che conta è il risultato. Infatti, si tratta di una pubblicità ben funzionante. Ora pure io voglio vedere dal vivo questo centro commerciale con un parco dei divertimenti dentro.
Recentemente [molto recentemente] ho pensato: perché ho postato così poche opere liriche nella mia rubrica musicale?
Non saprei… Ma non è mai tardi rimediare! Quindi oggi posto l’opera in un atto unico «Il banchetto durante la peste» del compositore russo Cezar Kjui. È possibile attivare i sottotitoli in inglese.
Quando scelgo a caso, succede un po’ così, ahahaha
Ci ho riflettuto a lungo, ma alla fine ho deciso di non nascondere ai miei lettori una delle fotografie più curiose della settimana scorsa:
Chi avesse pensato che si tratti di un rito satanico, ha sbagliato clamorosamente (e, probabilmente, ha fatto un peccato, ahahaha). Si tratta della liturgia pasquale, tenutasi la domenica scorsa nella chiesa principale delle forze armate della Federazione Russa: un edificio di recente costruzione abbastanza anomalo per le tradizioni ortodosse russe.
Nel frattempo, la Spagna ha deciso di seguire l’esempio italiano e iniziare ad accettare, a partire dal 12 maggio, le domande dei russi per il rilascio dei visti turistici. Ma anche in questo caso i visti avranno la data di validità dal 1° giugno 2021 e potranno essere usati non si sa bene quando.
L’Italia e la Spagna sono tra gli Stati europei più popolari per i viaggi estivi tra i russi (un altro Stato popolarissimo è la Grecia) e quindi anche i più desiderosi di aprire presto. Di conseguenza, la sincronia delle loro decisioni in materia dei visti si spiega facilmente. Ma ora voglio vedere se si aggiunge qualche altro Stato un po’ meno «turistico»: solo in quel caso potrò sostenere con tutta la serenità che si tratti realmente del segnale di una imminente riapertura dell’Europa al mondo.
Così, finalmente, potremo finalmente pianificare un bel viaggio estivo. Per esempio, in India.
Alcuni giorni fa ho visto, in uno dei servizi della BBC dedicato ai viaggi internazionali nel periodo storico corrente, un viaggiatore (presumo) che camminava per la sala di un aeroporto con una valigia stranissima. Avevo subito ipotizzato a cosa servisse quell’oggetto, ma — non avendo mai visto una cosa del genere — sono andato a controllare su internet.
Ebbene, ho scoperto che esistono delle valigie apposite per il trasporto delle biciclette sull’aereo. Sono abbastanza compatte perché richiedono lo smontaggio di entrambe le ruote, ma allo stesso tempo sono abbastanza rigide per proteggere bene il contenuto. E all’interno hanno abbastanza spazio per aggiungere anche tanti altri oggetti.
Certo, sarebbe stato facile immaginare — se mai mi fossi posto la questione prima — che i vari sportivi professionali (o quasi) abbiano un modo di trasportare le loro attrezzature anche sui mezzi pubblici volanti. Ma non avrei mai immaginato che l’industria della valigeria sia evoluta fino a questo punto.
Bene, ora sapete di poter facilmente portare in vacanza qualsiasi cosa. Anche se andate in aereo dall’altra parte del mondo. Chissà quando, però…