L’archivio della rubrica «Video»

Creare più Chiese

Non molti giorni fa il predicatore televisivo texano Kenneth Copeland ha tentato di cacciare il coronavirus dal territorio statunitense tramite delle forti urla.
Il blogger musicale portoghese Andre Antunes, a sua volta, si è accorto che le urla del predicatore si addicono bene al heavy metal. Basterebbe sovrapporre la musica giusta.
Ed è così che è nata questa opera musicale capace di spaventare (forse) qualsiasi virus:

Dopo avere visto il video, mi sono chiesto se negli USA – noti per una vasta varietà delle Chiese – esista anche una Chiesa del Heavy Metal. Il St. Google mi ha dato una risposta affermativa già sulla prima  tavola  pagina: sì, esiste.
Penso che il mondo contemporaneo necessiti fortemente più Chiese di questo tipo. Non so se esse potranno influire in qualche modo sulla salute pubblica, ma sicuramente salveranno le anime degli umani dalla noia e i predicatori dalla disoccupazione.
Ma io, intanto, devo ammettere che nei momenti di particolare debolezza spirituale mi sento più vicino al pastafarianesimo… Il restante 99,99999% del tempo sono invece un sereno agnostico.


Il regista tedesco Vincent Urban ci ha impiegato due anni per realizzare un cortometraggio sulla Russia. Solo per effettuare le riprese necessarie per un film che dura meno di sette minuti, Urban ha visitato la Russia per quattro volte: in autunno, inverno e primavera. Le città e le località visitate (e riprese) sono state Mosca, San Pietroburgo, Murmansk, Salechard, la penisola della Kamčatka e il lago Bajkal.
Ecco, io oggi vi faccio vedere il risultato: il cortometraggio si chiama semplicemente «In Russia», è realizzato in lingua inglese e, in una sua parte consistente, è dedicato agli stereotipi sulla Russia.

Vincent Urban ha già promesso di girare una seconda parte. Vedremo…


Una bella ricostruzione

Molto probabilmente alcuni dei miei lettori si ricordano la colossale esplosione in un deposito portuale di Beirut che il 4 di agosto aveva quasi distrutto una notevole parte della città. Erano morte 190 persone, più di trecento mila persone avevano perso le proprie abitazioni. I danni economici si stimano tra tre e cinque miliardi di dollari, in seguito alla tragedia il Governo si era dimesso. Ma non è proprio di tutto questo che volevo scrivere oggi.
Il momento della esplosione è finito su numerosi video ripresi in vari punti della città. Quindi l’agenzia investigativa britannica Forensic Architecture ha utilizzato quei materiali per elaborare una ricostruzione della esplosione e dei crolli:

Forensic Architecture è una struttura della Università di Londra, si specializza nella creazione di modelli architettonici e multimediali che poi vengono utilizzati dai gruppi di investigazioni internazionali e relatori speciali delle Nazioni Unite.


“Piove” il cemento armato

Non tutti si immaginano quanto diventino pesanti i cavi elettrici quando su di esse si accumulano il ghiaccio e la neve. Eppure, quel peso è in grado di muovere degli oggetti enormi.
Oggi ne vediamo una curiosa (per fortuna solo curiosa) dimostrazione, avvenuta la mattina del 19 novembre a Vladivostok:


Rimbalzare sull’acqua

L’ormai famoso colpo di Jon Rahm poteva avere questo risultato solo per puro caso, ma è bello comunque:


Come lasciare vivere

Alle persone che non sono ancora fortemente allergiche all’argomento del Covid-19 posso consigliare questa intervista con l’epidemiologo di Stato per la Svezia Anders Tegnell:

Purtroppo, non ci resta altro che invidiare uno Stato dove coesistono il popolo responsabile e il Governo stimato (e che non si fa influenzare dalla isteria mediatica).


Eat Like a King

Il regista Daniel Kontur (noto prevalentemente per alcuni documentari realizzati per il Netflix) ha realizzato una finta pubblicità di Burger King in stile «The Death of Stalin». Uno dei protagonisti è Lavrentij Berija, il capo della NKVD (quindi KGB) dal 1938 al 1945. Prestate l’attenzione ai sottotitoli:

Inizialmente, la sceneggiatura era stata scritta per Kashi Foods, ma poi ea stata scartata dal brand. Lo sceneggiatore aveva dunque pubblicato il testo sul sito specializzato Specbank.com, dove esso è stato trovano dal regista.


L’autosufficienza cinese

Negli ultimi anni mi era capitato di leggere più volte della vlogger cinese Li Ziqi, la quale racconta la propria (e della nonna) vita contadina nelle montagne di Sichuan. Ma solo in questi giorni mi sono ricordato di – e trovato tempo per – vedere uno dei suoi video. Quello più recente, per precisione.

Ora posso testimoniare che si tratta dei video professionali e spesso quasi ammalianti. È evidente che la realizzazione di ogni «puntata» richiede molto tempo (a volte mesi) per le riprese e per il montaggio. Quindi, indipendentemente dal fatto che i video raccontino la vita reale o siano tutti una bella messa in scena, trovo opportuno consigliarvi tutto il canale: contiene tantissimi video del genere.


Attorno a Giove

Ad agosto del 2011 la NASA aveva lanciato la sonda spaziale Juno, il cui «compito» era lo studio di Giove.
Da quel momento a oggi sono state raggiunte diverse tappe della missione e sono emersi alcuni problemi, ma il mio post di oggi è dedicato a un aspetto recente, particolarmente curioso e ben preciso.
All’inizio di giugno del 2020 Juno ha fatto 27 giri attorno a Giove a una altezza poco inferiore a 34 mila chilometri e con la velocità di 209 mila chilometri all’ora. Questo viaggio, tra l’altro, ha permesso di scattare delle foto del pianeta per 90 minuti.
Ebbene, quando le foto scattate da Juno sono state pubblicate su internet, l’ingegnere Kevin M. Gill ha avuto l’idea, la pazienza e la capacità di trasformarle in un bel video. Un video che è già stato molto apprezzato dalla NASA:

Dato che ci siamo, vi consiglio anche l’account di Kevin M. Gill su Flickr.


David Lynch su YouTube

Poco fa ho scoperto che il regista David Lynch già durante il lockdown statunitense ha creato il proprio canale su YouTube. Ultimamente pubblica prevalentemente i rapporti (sì, nel senso stretto) sul tempo, ma precedentemente aveva caricato anche alcuni propri cortometraggi più o meno curiosi.
Ai sensi illustrativi, riporto il surreale «THE 3Rs»: