L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Il necrologio è cambiato

Non so se tutti si siano accorti di una beffa colossale che gli ecologisti di tutto il mondo hanno subito proprio ora, pochi giorni dopo il COP26.
In sostanza, su Nature – una delle riviste scientifiche più autorevoli del mondo – è stato pubblicato un articolo che illustra i risultati di una interessante ricerca. I mammut si sarebbero estinti non per colpa dell’uomo-cacciatore, ma a causa dei cambiamenti climatici.
Certamente: i problemi della ecologia non vanno sottovalutati. Ma, allo stesso tempo, mi diverte tantissimo l’immagine di certi attivisti i cui cervelli saranno ora andati in corto circuito per lo svanire di uno dei tasselli del sistema semplicistico (a loro tanto comodo) «attività umana – cambiamento climatico».
Ah, se e quando trovate del tempo, leggete pure l’articolo: potrebbe risultarvi interessante indipendentemente dal vostro punto di vista circa il clima.


Il danno alla “Ever Given”

Come avete probabilmente già letto, la tristemente nota portacontainer «Ever Given» è finalmente giunta al cantiere per i lavori di riparazione.

La portata del danno non sembra catastrofica… Continuare la lettura di questo post »


Le parole del 2021

I compilatori del dizionario Oxford hanno scelto la parola del 2021: vax. In base al loro rapporto, la parola vax è relativamente rara, ma dal settembre 2020 al settembre 2021 è stata usata 72 volte più spesso rispetto ai dodici mesi precedenti.

Nello stesso rapporto vengono citate anche alcune nuove parole che sono entrate nel linguaggio quotidiano in seguito alla vaccinazione di massa contro il coronavirus. Tra queste, la parola che mi ha incuriosito maggiormente è vaxinista: una indicazione scherzosa delle persone che si vantano del proprio status di vaccinati sui social network.
Ecco, secondo il mio autorevolissimo parere questa nuova parola (esiste un analogo italiano preciso?) è in realtà importante quanto il termine originale vax. Infatti, tutte quelle persone che negli anni precedenti ci hanno informati di ogni cosa mangiata o bevuta la sera di ieri – intasando i social con migliaia di brutte foto uguali e inutili – hanno finalmente svolto un ruolo sociale utile. Raccontandoci di un ennesimo piccolo episodio della privata (della quale non possiamo e non vogliamo essere interessati), hanno in realtà contribuito a rendere la vaccinazione un fenomeno di moda tra le numerose persone che per qualche motivo dovevano essere motivate. Una persona razionale e minimamente istruita non può solitamente immaginare la necessità di essere motivati in un ambito del genere, ma le mie osservazioni statistiche lo confermano: nel periodo antecedente la obbligatorietà del famoso green pass alcune persone dovevano essere convinte in tutti i modi possibili a vaccinarsi. Quindi un vaxinista anonimo meritava un suo piccolo monumento da qualche parte. Almeno su un dizionario.
La vaccinazione è utile quando diventa di massa in un periodo breve.


I buoni rapporti di vicinato

Fino a qualche anno fa tra i vari personaggi strani del nostro mondo si distinguevano – per la propria rumorosità – quelli contrari ai ripetitori della telefonia mobile. Ma con l’avanzare del progresso tecnologico sono stati superati (o si sono trasformati in?) da quelli impauriti dalla diffusione del 5G.
Volete scoprire se anche nella vostra zona ce n’è qualcuno? Oppure lo conoscete già e volete farlo scappare? O, semplicemente, volete divertirvi a prendere in giro una persona ignorante?
Io posso suggerire un bel trucco: rinominate la vostra rete Wi-Fi di casa o di ufficio in «5G Test Tower».
Anzi, se volete massimizzare il risultato, impostate pure il nome di rete «Covid-19 5G Test Tower». I vostri vicini pazzi/ignoranti non sapranno associare la rete in questione a una persona o abitazione concreta (molto probabilmente, non capiranno nemmeno che si tratti di una rete privata) e inizieranno a programmare la fuga da una «zona pericolosa».
P.S.: anni fa (ormai si può aggiungere «tanti»), quando ero ancora uno semplice studente universitario, conoscevo un personaggio che un giorno mi aveva comunicato, sottovoce, una informazione segreta: «non usare il cellulare, attraverso i cellulari vi leggono i pensieri!». Con la maggioranza delle altre persone che si azzardavano di impugnare un cellulare nelle sue vicinanze, il tipo si dimostrava semplicemente aggressivo (perché si sentiva in pericolo), ma alla fine era sparito dalla Facoltà proprio quando la copertura del palazzo con il wi-fi universitario era arrivata a un buon livello…


Manifestare la propria sostanza

È incredibile la prontezza con la quale certe persone manifestano la propria stupidità:

L’abbigliamento in questione è in vendita sul sito personale di Donald John Trump jr.
I più «reattivi» di quei personaggi svolgono però anche una utile funzione sociale: aiutano ad applicare delle etichette ben visibili (per esempio come quella riportata sopra) ai loro «colleghi» di «intelletto». Quindi nelle prossime settimane o mesi sapremo fare qualche diagnosi in più.
Per bilanciare in qualche modo il contenuto un po’ deprimente del presente post, aggiungo infine anche il link al testo pubblicato dal gaffer Serge Svetnoy: a eccezione di un inutile passaggio populista/sinistroso collocato verso la fine, è un buon testo. Non se l’autore si sia reso conto di avere in parte accusato lo stesso Alec Baldwin, ma capita.


The Economist ha pubblicato dei grafici dettagliati e interessanti sull’eccesso di mortalità verificatosi durante tutto questo periodo della pandemia del Covid-19. Si tratta certamente dei dati importanti, ma non so se qualcuno sarà mai in grado di stabilire quanti morti siano realmente attribuibili al coronavirus e quanti invece alla pandemia del panico e della paura creata da quasi tutti i governi. Quella pandemia che — sconvolgendo il corso abituale della vita — ha portato alla gente non solo tutti i tipi di depressione, fobie e attacchi di panico, ma, in molti casi, anche a un marcato indebolimento dell’immunità. Gli effetti di questa pandemia di panico e paura si sentiranno ancora per anni, ben oltre la fine ufficiale di tutto questo caos covidico.
Però nel frattempo possiamo osservare pure un dato chiarissimo e per nulla sorprendente. Un secco dato statistico che non può essere scambiato per una opinione. Provate ad andare sul sito sopraindicato e leggere la classifica degli Stati fatta in base all’eccesso di mortalità: in quale posizione si trova quell’unico Stato europeo che si è rifiutato di creare problemi ai propri cittadini? I critici ci avevano detto che quei cittadini sarebbero morti tutti…

Un piccolo spoiler per tutti coloro che non hanno voglia di consultare i dati scientifici: la Svezia si trova al 47-esimo posto. Quarantasettesimo. Non so se il vostro bagaglio delle domande circa la gestione della pandemia da parte del proprio Governo sia ora variato.
E poi una piccola precisazione: il dato ufficiale della Russia non è reale, ma fortemente corretto al ribasso.


Il riesame del “Sputnik V”

Dal registro della WHO risulta che sia ripartita la procedura di certificazione del vaccino russo contro il Covid-19 «Sputnik V» (lo trovate al numero 12, la seconda pagina del PDF).
Anche se il vaccino russo dovesse essere finalmente riconosciuto a livello internazionale, non cambierebbe molto per la salute pubblica planetaria. Infatti, negli Stati occidentali nessun cittadino mentalmente sano ha avuto dei problemi con l’accesso ai vaccini già esistenti, mentre la Russia non produce e non produrrà le dosi per l’esportazione (anzi, dai pochi dati statistici disponibili sembrerebbe che è incapace di produrre nemmeno le dosi necessarie per la propria popolazione).
Ci saranno invece dei cambiamenti positivi per la ripresa della economia globale: le persone già vaccinate con lo «Sputnik V» — che non solo i residenti in Russia — potranno ricominciare a circolare nel mondo, quindi anche portare i soldi. Bisogna temerli? Ormai no: le statistiche dicono che il vaccino russo non è peggiore di quelli applicati in Europa. Bisogna solo sperare di non beccare uno di quei no-vax russi che si sono comprati il certificato di vaccinazione senza farsi alcuna puntura, ahahaha
Ma, purtroppo, non è detto che sopravvivano fino al momento della riapertura dei confini…


Contro i non-peccati

Tutti i giornali e le agenzie hanno scritto che [solo] in Francia nel periodo dal 1950 a oggi circa 216 mila bambini hanno subito delle violenze sessuali operate dai sacerdoti della Chiesa cattolica. Lo si può leggere anche nel rapporto della Commissione che ha indagato sui fatti. Jean-Marc Sauvé, il capo della suddetta Commissione, sostiene che la quantità delle vittime potrebbe raggiungere la quota di 330 mila qualora venissero prese in considerazione anche le violenze esercitate dai laici collaboratori della Chiesa (per esempio, gli insegnanti delle scuole cattoliche). In sostanza, si tratta di quasi dieci vittime al giorno per 70 anni consecutivi.
In merito a tali dati possiamo fare due considerazioni. In primo luogo, dobbiamo ricordarci un fatto abbastanza «curioso»: nel cristianesimo la pedofilia non è considerata un peccato. Ma allo stesso tempo possiamo riconoscere che tale fatto ha una solida logica interna: senza la pedofilia non sarebbe nato il principale personaggio fiabesco del cristianesimo stesso.
In secondo luogo, circa tre mila preti-pedofili in uno solo Stato è una entità troppo ampia per poter parlare delle «eccezioni». Sembra invece che la pedofilia sia una delle caratteristiche regolari della Chiesa. Dubito che la situazione possa essere risolta (almeno in modo radicale) nemmeno con l’abrogazione dell’inutile e innaturale celibato. Certe preferenze non si possono «curare» e, purtroppo, vengono in qualche modo praticate nonostante tutti gli impedimenti. Tra i rarissimi esempi positivi, si veda la scelta del più giovane vescovo spagnolo: ha risolto il problema del celibato nel modo più logico possibile (mentre tanti suoi ormai ex colleghi sono ancora dei clandestini).
In generale, penso che l’accesso alla religione debba essere regolato come quello all’alcol e al tabacco: solo per i maggiorenni e solo con l’avviso ben leggibile circa i danni per la salute (soprattutto quella mentale). Mentre la pubblicità/propaganda dei prodotti magici di tutte le Chiese dovrebbe essere vietata. Ormai non ci vogliono delle notizie più o meno fresche per dirlo.


Morto Viktor Brjuchanov

A volte capita di leggere delle notizie, di fronte alle quali viene da chiedersi senza alcuna cattiveria: ma quello era ancora vivo? Così è successo, almeno per me, anche ieri, quando ho letto della morte di Viktor Brjuchanov: un ingegnere di termoenergetica in base al diploma di laurea, un semplice amministratore in base alle sue dichiarazioni e il primo – nell’ordine cronologico – direttore della centrale elettronucleare di Černóbyl in base al libretto di lavoro. In particolare, ha ricoperto l’incarico del direttore dall’aprile del 1970 al luglio del 1986. Anzi, dopo la scarcerazione anticipata (avvenuta nel 1991) aveva lavorato ancora per un certo periodo di tempo alla stessa centrale in qualità del capo dell’ufficio tecnico, ma questo è già un dettaglio meno importante.
Il fatto è che fino all’altro ieri non avrei proprio immaginato che fosse ancora in vita. E invece è morto ieri, nel periodo forse conclusivo di una nuova apocalissi mondiale. Potrei provare a cercare un segnale della fine di un ciclo in quella notizia, ma evito…

È già stato giudicato dalla storia.


Un artista geniale

Dalla Danimarca è giunta una bellissima notizia sul mondo dell’arte. Secondo me merita di essere raccontata almeno in breve.
L’artista danese Jens Haaning si è fatto prestare dei soldi dal Kunsten Museum of Modern Art (situato ad Aalborg, nel nord della Danimarca) per realizzare la replica di una sua opera concettuale: quella che mostrava i redditi di un austriaco e di un danese attraverso l’esposizione dei soldi reali su due bacheche. Il museo ha accontentato la richiesta di Haaning e gli ha dato 534.000 corone danesi (quasi 72 mila euro). Al momento della ricezione fisica della nuova opera promessa dell’artista si è però scoperto che le bacheche sono completamente vuote, mentre l’opera si chiama «Prendi i soldi e scappa». Nel corso di una intervista al canale televisivo DR Haaning ha detto che la suddetta opera artistica consiste nel fatto che egli – Haamimg – ha preso i soldi e non intende restituirli.
Il museo Kunsten, da parte sua, pretende la restituzione dei soldi e sta considerando l’opzione di denunciare Haaning alla polizia. E io non so se quello della amministrazione museale sia un comportamento saggio. Il mio dubbio deriva da due considerazioni.

In primo luogo, l’amministrazione del museo ha avuto una preziosa occasione di approfondire le proprie conoscenze sul fenomeno dell’azionismo nell’arte contemporanea.
In secondo luogo, negli ultimi decenni si osserva una brutta tendenza di definire come «arte contemporanea» una qualsiasi stronzata inutile esposta in un luogo pubblico.
Nell’ottica di questi due fenomeni artistici di oggi, il museo dovrebbe gioire per essere diventato un coautore di una opera d’arte contemporanea tanto ammirevole (un capolavoro, direi) e perdonare dunque Jens Haaning. L’artista, essendo libero di intraprendere tutte le performance che vuole, ha guadagnato onestamente i soldi prendendo in giro chi fa finta di capire qualcosa del proprio lavoro.
Ci resta solo applaudire e imparare…