L’archivio della rubrica «Nel mondo»

La relazione del RUSI

Segnalo, a tutte le persone che sono interessate allo studio un po’ più approfondito dei conflitti armati in generale e quello in Ucraina in particolare che l’istituto britannico RUSI (Royal United Services Institute) ha pubblicato una relazione – stilata assieme ai vertici dell’esercito ucraino – che analizza le prime fasi della guerra tra la Russia e l’Ucraina nel periodo dal febbraio al luglio 2022, quindi nel periodo quando le forze armate ucraine non stavano ancora conducendo delle operazioni offensive in prima linea.
La relazione è stata redatta dai ricercatori del RUSI Jack Watling e Nick Reynolds, in collaborazione con Oleksandr Danylyuk (già consulente dei vertici del Ministero della Difesa ucraino e del Servizio di Intelligence estero) e con l’ex comandante delle Truppe d’Assalto Aerotrasportate (in Italia si chiamerebbero generalmente paracadutisti) dell’Ucraina Mikhail Zabrodsky.
A qualcuno di voi potrebbe risultare una lettura interessante.


Forse lo vedo solo io

L’istituto di ricerca Pantone Color Institute ha scelto il colore dell’anno 2023: il Viva Magenta 18-1750 (il mio Photoshop dice che il codice sarebbe #bb2649).

Potete provare a indovinare la prima reazione a tale notizia del mio cervello (sì, si era pure chiesto perché la tonalità sia così chiara…).
Mentre in realtà, secondo l’Istituto, «è un nuovo rosso che si diverte con la pura gioia, incoraggiando la sperimentazione e l’espressione di sé senza limiti».
A questo punto inizio a rivalutare gli «esperti» del marketing – fino a oggi li ho sempre disprezzati – che hanno gli strumenti per salvare dalle strane figure le persone chiuse troppo bene nel proprio mondo.


Gli investimenti della NATO

Anthony Blinken dice che la NATO starebbe valutando la possibilità di investire in armamenti di epoca sovietica utilizzati dall’esercito ucraino. Tale dichiarazione rientra nella logica di due notizie che mi è già capitato di leggere in precedenza. Prima di tutto, mi è già capitato di leggere che la NATO starebbe discutendo la possibilità di investire in vecchie fabbriche nella Repubblica Ceca, in Slovacchia e in Bulgaria per riprendere la produzione di missili per i sistemi di artiglieria ucraini di epoca sovietica. In secondo luogo, alcuni Stati-membri della NATO avevano già dichiarato, in momenti diversi, di avere esaurito gli armamenti da fornire alla Ucraina. Quindi la dichiarazione di Blinken in un primo momento sembra una testimonianza di intenzioni concrete e utili (nonostante la relativa obsolescenza degli armamenti sovietici).
Quello che mi preoccupa è la tempistica: quanto tempo ci vorrà per riavviare la produzione in questione? Molto probabilmente anche secondo gli americani la guerra sarà ancora abbastanza lunga…


Il nuovo reato europeo

Oggi il Consiglio ha adottato all’unanimità la decisione di aggiungere la violazione delle misure restrittive (nel linguaggio più comune e umano si chiamano sanzioni) all’elenco dei «reati dell’UE». Dunque, ora i tentativi di raggirare le sanzioni entreranno, quasi sicuramente, in una buona compagnia: il terrorismo, il traffico degli esseri umani, lo sfruttamento sessuale di donne e bambini, il traffico di droga e armi, il riciclaggio di denaro, la corruzione, la contraffazione di valuta, la criminalità informatica e la criminalità organizzata.
Considerando il contesto nel quale solitamente vengono adottate le sanzioni, la suddetta notizia diventa però meno comica. Il dettaglio che mi interessa maggiormente è la definizione che verrà data al nuovo reato: le sanzioni europee (e non solo europee) sono talmente diverse tra esse (e appartengono a ambiti molto diversi) che non riesco a immaginare una norma unica e specifica. Di conseguenza, ora sono proprio in attesa di osservare tanta comicità pseudo-giuridica nei prossimi mesi.


L’importanza del contesto

Posso immaginare facilmente la reazione che la maggioranza dei lettori avrebbe potuto mostrare dopo avere visto un video come questo:

Io ho visto più di un video del genere. So che tutti quei video sono stati realizzati in Ucraina che alcune settimane sta avendo dei seri problemi con l’energia elettrica. A causa degli attacchi missilistici russi.
Ecco, conoscendo il contesto nel quale è stato girato un video, la reazione che si prova è già diversa.
Avrei potuto mettere qualche video più serio e informativo sullo stesso argomento, ma ne ho visti troppi psicologicamente pesanti. Almeno oggi evito di postarli.


La lettura del sabato

Dato che ho creato quasi una tradizione — purtroppo! — di segnalare delle letture riguardanti la guerra in Ucraina che un lettore italiano difficilmente avrebbe scoperto da sé, seguo il principio anche questo sato.
L’articolo di oggi, però, riguarda non i combattimenti in senso stretto, ma una delle loro conseguenze sulla vita quotidiana su un determinato territorio ucraino liberato. In particolare, si tratta del paese Demydiv che in primavera era stato fatto allagare dagli abitanti stessi per non far passare l’esercito russo in avanzata verso Kiev.


Gli assiomi

Probabilmente vi è capitato di leggere che Mykhaylo Podolyak, il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha dichiarato in un’intervista all’AFP che nell’attuale situazione al fronte l’avvio di negoziati con la Russia equivarrebbe per l’Ucraina a una capitolazione:

Quando l’iniziativa sul campo di battaglia appartiene a voi, è un po’ strano ricevere proposte come: «Non potete comunque fare tutto con i mezzi militari, dovete negoziare».

Si tratta di una grande verità che è diventata una enorme banalità già alcuni mesi fa e, di conseguenza, avremmo potuto chiederci a quali deficienti la sta ripetendo Podolyak. Ma quando andiamo a vedere un po’ cosa scrive la gente sui social, ci accorgiamo che qualche deficiente esiste ancora. Molto probabilmente, si sta cercando di salvarne qualcuno delle tante figure di m…
Fortunatamente, tutti gli altri hanno già capito che si potrà e si dovrà negoziare solo sul dopo la guerra: con quali strumenti e in quali tempi la Russia rimborserà l’Ucraina i danni prodotti con la guerra. La condizione principale per l’avvio dei negoziati è ovvia: l’uscita dell’esercito russo dai confini ucraini stabiliti nel 1991.


Ancora un video da Kherson

Una settimana fa avevo postato il video della accoglienza all’esercito ucraino rientrato a Kherson.
Per logica, ora dovrei postare anche quello della visita del presidente Zelensky (avevo postato solo le foto).

La riconquista di questa città è un traguardo molto importante, quindi non ho paura di dedicare a essa tanta attenzione.


La sentenza sul caso del MH17

Tutti gli interessati hanno già sicuramente letto della sentenza – pronunciata il giovedì 17 novembre in Olanda – sul caso del volo MH17 abbattuto nel 2014 da alcuni personaggi russi nel cielo ucraino.
Io spero di riuscire presto a leggere la sentenza stessa (e alcuni materiali che mi mancano) e per ora posso aggiungere alle notizie di cronaca solo una previsione facile: alla fine sarà lo Stato russo (quindi i contribuenti) a pagare il rimborso ai familiari delle vittime. Questa sarà una delle componenti – purtroppo non la meno grave – della eredità lasciata alla Russia futura dall’epoca putiniana.
Nel frattempo, posso ricordare a tutte le persone interessate al caso il sito speciale dedicato proprio al caso del volo MH17 e a quel processo giudiziario che si è concluso con la sentenza di ieri. Nell’ottenere le informazioni è molto spesso utile evitare gli intermediari.


Banksy in Ucraina

Interpretando il contenuto delle varie opere di Banksy, l’ho spesso trovato una persona poco intelligente, incline a semplificare e banalizzare.
Fino a pochi giorni fa non mi è però capitato di prestare una particolare attenzione ai luoghi in realizza le proprie opere. Più precisamente, fino al momento in cui hanno iniziato a circolare le prime voci circa la comparsa di alcune sue opere in Ucraina. Il 14 novembre, poi, su The Art Newspaper è stata pubblicata la conferma: le 7 opere avvistate a Kiev e nella relativa Regione sono state ufficialmente riconosciute da Banksy come proprie.
Significa che non ha avuto paura di andarci. Bravo. Sul serio.
E ora salvo in questo post le foto dei setti disegni: purtroppo, anche la loro vita è rischio tutti i giorni.
1. Kiev, Maidan Nezalezhnosti (Piazza della Indipendenza): i bambini che si dondolano su un riccio ceco come su una altalena:

2. Borodyanka: un bambino che vince contro un uomo in uniforme da arti marziali: Continuare la lettura di questo post »