L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Tusk dice quello che deve

Il premier polacco Donald Tusk ha dichiarato che la Polonia difenderà il suo spazio aereo se gli aerei minacciano il territorio polacco:

Prenderemo la decisione di abbattere gli oggetti volanti senza discutere quando minacciano il nostro territorio e sorvolano la Polonia. Non c’è nulla da discutere.

Come possiamo vedere da questa citazione, le bugie sono di diversi tipi politici. Putin, per esempio, mente perché pensa che lo faccia sembrare molto figo: altri tipi di figaggine non sono disponibili per lui (è più o meno il modo in cui molte persone si comportano di fronte alle ragazze quando hanno tredici anni, se ricordo bene). Trump mente perché non pensa nemmeno se ciò che dice corrisponda alla realtà: questa è l’impostazione del suo cervello. E Tusk sta mentendo per pura necessità: una risposta realistica non sarebbe assolutamente stata compresa dai suoi elettori.
La realtà polacca è che non possono abbattere [quasi] nulla che arrivi loro dal territorio russo. Le difese aeree polacche non sembrano essere addestrate o attrezzate per abbattere veri velivoli nemici: altrimenti avrebbero abbattuto ben più dei 4 droni russi su 19. È questa mancanza di preparazione che l’esercito russo ha ricordato alla Polona e a tutto l’Occidente: «entrambi sappiamo che non potete fari nulla».
Allo stesso tempo Tusk si rende conto – in realtà, da tempo – che la NATO non proteggerà il suo Paese in caso di emergenza, e quindi ammette pubblicamente che la Polonia dovrà imparare ad abbattere i droni da soli: come lo dovranno fare tutti gli altri Stati europea.


Certo che difenderà

È un po’ strano prestare anche una minima attenzione a quello che dice Trump (a differenza delle stronzate che fa creando dei problemi un po’ a tutti), ma volte è utile dare qualche avvertimento alle persone più ingenue.
Per esempio: ieri, alla domanda di un giornalista «Aiuterà la Polonia e gli Stati baltici a difendersi dalla Russia se quest’ultima continuerà a intensificare le sue azioni?» Trump ha risposto «Yeah, I would».


Già così non sembra una risposta affermativa categorica, ma non sappiamo anche come sta «aiutando» l’Ucraina aggredita da oltre tre anni e mezzo. Difenderà la Polonia e gli Stati baltici facendo un incontro con Putin e concedendo sempre a Putin una sequenza infinita di due settimane.
Così tutti si salveranno in 24 ore. Sicuro.


La lettura del sabato

Era da un po’ che non condividevo i risultati delle ricerche credibili sulle reali perdite umane dell’esercito russo in Ucraina. Infatti, le ricerche del genere sono un po’ difficili da fare: non avendo l’accesso alla statistica ufficiale, i giornalisti sono costretti a fare delle stime o, in alcuni spiacevoli casi, inventare.
Le ricerche serie, come quella recente sui militari provenienti da due regioni siberiane, vanno invece pubblicizzate. Per esempio, per ricordare la pazzia di Putin in realtà viene pagata un po’ da tutti.


Non è il momento

Ieri Trump ha dichiarato che ora «non è il momento» di rivolgersi a Putin con un appello per un cessate il fuoco.
Le persone maligne, ovviamente, noteranno subito che Trump non è più «molto arrabbiato» nei confronti di Putin, ma, semplicemente, ha deciso per la prima volta nella vita di aspettare due settimane: e se improvvisamente il fuoco cessasse da solo?
In realtà, questa è stata una delle due volte al giorno in cui Trump ha segnato l’ora esatta: da più di tre anni è inutile chiedere a Putin di cessare il fuoco, perché il risultato di una simile richiesta è scontato. Non resta che trarre le giuste conclusioni.
Ma Trump non è in grado di trarre conclusioni, sappiamo bene da tempo anche questo.


Il budget della influenza russa

Un gruppo di giornalisti ha scritto che l’agenzia federale russa Rossotrudnichestvo — un organo esecutivo federale che ha lo scopo di «diffondere l’influenza umanitaria della Russia nel mondo» — ha speso 412 milioni di rubli (circa 4,2 milioni di euro) in programmi per stranieri nel 2025. Si tratta di una somma pari a una volta e mezzo quella del 2024, mai così alta dal 2012. La maggior parte dei fondi — 357,3 milioni di rubli — è stata destinata al programma principale «Nuova generazione» che mira ad ampliare la rete di giovani attivisti, giornalisti, blogger, scienziati e imprenditori leali. Nel 2024, per esempio, allo stesso programma erano stati destinati quasi tre volte meno soldi: 127,8 milioni di rubli.
Attraverso questo programma, il Cremlino cerca di far sì che le popolazioni di Africa, Asia, Medio Oriente e Sud America percepiscano la Russia in modo positivo, come partner e donatore. In Europa, invece, il programma non è più attivo a causa delle sanzioni contro l’intera agenzia e tutte le sue attività culturali a partire dal 2022 (indovinate il motivo).
Io non sono assolutamente dispiaciuto per le suddette sanzioni: anche perché vedo che negli anni precedenti alla guerra non tutti i milioni di euro destinati ai programmi in Europa sono stati intascati dai funzionari della agenzia, alcuni sono stati investiti in un modo abbastanza efficace (a giudicare da quello che dicono e scrivono certi personaggi pubblici anche in Italia). Allo stesso tempo, a volte mi viene il sospetto che in via molto informale i vari programmi di Rossotrudnichestvo vadano avanti nonostante tutto…


Trump ci scrive una lettera

Trump ha dichiarato che imporrà sanzioni significative alla Russia quando tutti i Paesi della NATO accetteranno di fare lo stesso e rifiuteranno di acquistare petrolio russo. Ha inoltre espresso l’opinione che l’imposizione di dazi elevati sulle importazioni dalla Cina potrebbe contribuire a porre fine alla guerra il più rapidamente possibile.

A LETTER SENT BY PRESIDENT DONALD J. TRUMP TO ALL NATO NATIONS AND, THE WORLD: «I am ready to do major Sanctions on Russia when all NATO Nations have agreed, and started, to do the same thing, and when all NATO Nations STOP BUYING OIL FROM RUSSIA. As you know, NATO’S commitment to WIN has been far less than 100%, and the purchase of Russian Oil, by some, has been shocking! It greatly weakens your negotiating position, and bargaining power, over Russia. Anyway, I am ready to „go“ when you are. Just say when? I believe that this, plus NATO, as a group, placing 50% to 100% TARIFFS ON CHINA, to be fully withdrawn after the WAR with Russia and Ukraine is ended, will also be of great help in ENDING this deadly, but RIDICULOUS, WAR. China has a strong control, and even grip, over Russia, and these powerful Tariffs will break that grip. This is not TRUMP’S WAR (it would never have started if I was President!), it is Biden’s and Zelenskyy’s WAR. I am only here to help stop it, and save thousands of Russian and Ukrainian lives (7,118 lives lost last week, alone. CRAZY!). If NATO does as I say, the WAR will end quickly, and all of those lives will be saved! If not, you are just wasting my time, and the time, energy, and money of the United States. Thank you for your attention to this matter! DONALD J. TRUMP, PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA.»

C’è chi sostiene che Trump, con la sua idea fissa dei dazi, avrebbe la visione dell’economia e del mondo del XIX secolo. Secondo la mia autorevolissima opinione, tutte queste persone sbagliano: Trump non capisce proprio come funziona l’economia (magari oltre alla logica «compra a basso prezzo e vendi al prezzo alto»).
I dazi contro la Cina fermeranno la guerra? Non avranno gli effetti negativi sulle economie degli Stati-membri della NATO? La Russia non saprà a chi vendere il petrolio sul mercato globale dove la quantità del petrolio è quasi fissa? Putin non c’entra nulla con la guerra tra (?!) Biden e Zelensky?
Meno male che sono solo parole, come tutto quello che scrive o dice Trump.


La lettura del sabato

L’articolo segnalato per questo finesettimana è il commento scientifico al desiderio di Vladimir Putin e Xi Jinping di vivere almeno fino a 150 anni.
In questo preciso momento storico potrebbe logicamente sembrare che ci interessa prima di tutto la lunghezza della vita del primo (sperando che 150 sia seguito da qualche altra unità di misura del tempo). Mentre in realtà ci dovrebbe interessare anche il secondo: sta facendo dei grandi progressi nell’apprendere i metodi del primo.


Macron manda gli aerei

Emmanuel Macron ha dichiarato che invierà in Polonia tre caccia Rafale per pattugliare lo spazio aereo sopra questo Paese e altri Paesi dell’Europa orientale. E ha aggiunto di aver discusso questa decisione con il segretario generale della NATO Marco Rutte e con il primo ministro britannico Keir Starmer, che «partecipa anch’egli alla difesa del fianco orientale».
Tale notizia ci ricorda tre cose: in realtà, un po’ banali e ben note, ma a volte utili da ripetere.
1) la Francia è l’unico Stato europeo che attualmente ha un esercito completamente autonomo dagli aiuti statunitensi (ha tutto il necessario, dal punto di vista tecnico, per agire da solo);
2) Macron è l’unico tra i Capi di Stato e di Governo europei ad avere il carattere di esprimersi chiaramente sulla guerra in Ucraina (purtroppo, è in corso il suo ultimo mandato presidenziale);
3) la partecipazione di uno Sato-membro della NATO nella guerra in Ucraina sta finalmente per iniziare (Putin non voleva mica allontanare la NATO?), ma con un ritardo enorme (ormai non siamo sorpresi).
Possono essere delle fonti di ottimismo?


Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha dichiarato che nella notte del 10 settembre le truppe russe hanno condotto un attacco massiccio con armi di precisione e droni contro impianti del complesso militare-industriale in diverse zone del territorio ucraino. Poco dopo le autorità polacche hanno dichiarato che durante l’attacco notturno contro l’Ucraina diversi droni russi hanno violato lo spazio aereo del Paese e sono stati abbattuti dalla aviazione della NATO (caccia polacchi F-16, caccia olandesi F-35 e aerei da ricognizione italiani AWACS).
Il Ministero della «Difesa» della Federazione Russa ha commentato così la dichiarazione delle autorità polacche:

Non erano previsti obiettivi da colpire sul territorio polacco. La gittata massima dei droni russi utilizzati nell’attacco, che avrebbero attraversato il confine con la Polonia, non supera i 700 chilometri. Ciononostante, siamo pronti a consultarci con il Ministero della Difesa polacco su questo tema.

Spero che il Ministero della Difesa polacco, anche senza alcuna consultazione, riesca a far capire che l’uso dello spazio aereo, anche senza pianificare obiettivi da colpire, significa di fatto tentare di far partecipare nella guerra dalla propria parte. E come ci è stato ripetutamente comunicato dai propagandisti filo-Cremlino, in Ucraina l’esercito russo sta combattendo contro l’Occidente e contro la NATO, cosa su cui i paesi dell’Europa orientale, logicamente, sono pienamente d’accordo con i propagandisti russi (e stanno agendo di conseguenza, come abbiamo visto).
«Volete davvero approfondire questo argomento?», chiederà il Ministero della Difesa polacco.


Il 19-esimo tentativo

L’ANSA comunica che la Commissione europea, preparando il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, sta discutendo la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni al rilascio di visti turistici ai russi.
In base ai dati più recenti che ho visto, il 47% dei russi (quindi 47% dei 146 milioni totali) ha un passaporto per l’estero (in Russia anche il documento di identità si chiama passaporto, ma «per interni»). Allo stesso tempo, nei primi 6 mesi del 2025 i russi hanno fatto 13,7 viaggi all’estero: meno di mezzo percento di questi viaggi erano nell’UE.
La domanda da fare alla Commissione europea: quanti russi si accorgeranno di questa sanzione? Un’altra domanda: è una sanzione contro chi? Il famoso turista di nome Vladimir se ne accorgerà?
Ma supponiamo che sia una sanzione mirata ad aumentare la consapevolezza dei russi circa la guerra in Ucraina: bene, rivediamo allora i numeri riportati poco sopra. Tra quelle decine di migliaia di turisti russi che nei primi sei mesi del 2025 hanno visitato almeno uno Stato dell’UE, sicuramente ci sono anche delle persone che appoggiano la guerra oppure la ignorano. Ma tutti insieme fanno due cose: 1) portano i soldi fuori dalla economia russa, 2) involontariamente si sottopongono al soft-power europeo (quindi ai valori contro i quali Putin sta conducendo la propria guerra).
Mentre i membri della Commissione europea continuano a non sapere (e non voler sapere) quali sanzioni servono realmente. Si inventano qualcosa tanto per far vedere di fare qualcosa. È un classico comportamento burocratico.