È arrivato il fine settimana e quindi io sono arrivato a leggere l’"inchiesta" di «Important Stories» sui presunti legami del Telegram con il FSB. Sono sicuro che avete almeno sentito parlare di questo testo.
Secondo la mia impressione personale, l’indagine si è rivelata piuttosto fiacca e poco convincente. Nel senso che avevamo motivi per sospettare del Telegram in generale e di Pavel Durov in particolare anche prima di questa pubblicazione, mentre la nuova indagine non aggiunge nulla di nuovo ai nostri sospetti. Non conferma, non confuta e non fornisce nuovi fatti importanti. Non risponde nemmeno alla domanda più semplice e logica: «perché il FSB è così pigro e scarso nell’utilizzare questa fonte di informazioni?» (gli avvocati russi dicono da tempo che la utilizza contro le proprie vittime russe, ma io non osservo un vero uso di massa).
«Important Stories» è un media buono e serio, mentre Pavel Durov potrebbe effettivamente avere dei legami con il FSB. Ma tutto questo non può essere detto sulla base del testo menzionato sopra.
Ma voi, comunque, leggete l’articolo per essere più informati.
P.S.: ovunque viviate e qualsiasi cosa facciate in questa vita, siate mentalmente preparati al fatto che qualsiasi vostra corrispondenza (in qualsiasi messenger) possa prima o poi finire nelle mani altrui.
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
Rispondendo alla domanda della giornalista Miranda Divine se Putin fosse preoccupato del fatto che l’esercito russo sta perdendo «cinquemila uomini ogni settimana» in Ucraina, Trump ha detto:
Comincio a pensare che non gli interessi. Sta perdendo molti soldati e anche l’Ucraina. Vedremo cosa succederà.
È incredibile, ma pure Trump può imparare a comprendere adeguatamente la realtà! Il fatto che questa notizia si stia già trasformando in una specie di tendenza potrebbe essere fonte di ottimismo. Ma ci sono due ma. In primo luogo, Trump deve ancora educare sé stesso alla perseveranza. In secondo luogo, deve smettere di creare problemi nuovi (dazi, scontri violenti negli USA etc.) invece di risolvere quelli già esistenti. Sicuramente non farà in tempo a farlo nei restanti anni della sua presidenza.
Ma sono comunque un po’ soddisfatto del piccolo progresso osservato.
Ieri la Russia e l’Ucraina si sono effettivamente scambiate i corpi dei caduti in guerra: i corpi di 1212 militari uccisi sono stati restituiti alla Ucraina e 27 alla Russia. Anche se quando nell’ultimo incontro a Istanbul Medinsky ha promesso di restituire all’Ucraina sei mila corpi «congelati» di ucraini, molti osservatori sono rimasti logicamente sorpresi: da dove li avrebbe presi, se l’esercito russo non raccoglie con una particolare cura nemmeno i propri morti, ma, nel migliore dei casi, li seppellisce in grandi fosse senza nomi?
Ma penso che presto tutto diventerà più chiaro. L’Ucraina identificherà sicuramente tutti i corpi ricevuti. E per la Russia o accadrà un altro grande scandalo (in più di tre anni ci siamo abituati), oppure scopriremo che si è preparata seriamente per uno scambio di questo tipo nelle ultime settimane/mesi (pure Medinsky capisce che non sarà in grado di concordare altro che scambi con una posizione come quella del proprio presidente).
Ma come avrebbero potuto prepararsi? Perché avrebbero dovuto iniziare a prepararsi seriamente proprio per questa operazione? Sono in grado di prepararsi seriamente a qualcosa? Dove, quando, come e da chi sono stati raccolti i 1212 corpi? Come e dove sono stati conservati? Come hanno svolto le pratiche burocratiche?
Insomma, io mi aspetto un altro grande scandalo.
La Bloomberg sostiene che il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent e l’ex funzionario della Federal Reserve (Fed) Kevin Warsh fanno parte di una «piccola lista» di candidati alla guida della Fed.
Pur non fidandomi delle «rivelazioni» della Bloomberg, direi che sono pronto a scommettere qualche miliardo di dollari sulla candidatura di Bessent. Infatti, secondo me negli occhi di Trump (il presunto contenuto della testa non può essere nemmeno ipotizzato) Bessent ha il grande merito di avere fatto a botte con il nuovo nemico Musk.
La certezza di un arricchimento facile non mi fa tanto felice solo perché capisco quanto è brutta quella logica di scelta per la sorte di uno degli Stati più grandi al mondo.
I media lettoni riportano: il Servizio di sicurezza dello Stato lettone ha avviato un’indagine contro il deputato del Seimas (Parlamento) Aleksejs Roslikovs, sospettato di incitare alla discordia e all’odio nazionale e di aiutare lo Stato aggressore Russia nelle azioni contro la Lettonia. Il 5 giugno, Roslikovs ha criticato la «Dichiarazione sull’eliminazione delle conseguenze della russificazione» durante una sessione del Seimas e ha dichiarato: «Siamo in maggioranza e il russo è la nostra lingua».
Certo, il personaggio ha scelto un momento storico molto appropriato per i discorsi del genere: è un uomo di grande intelligenza… Anche se è chiaro che non ha molta scelta: siede nel Parlamento solo grazie alla retorica populista pensata per i suoi elettori locali di lingua russa. Ma io, per esempio, avrei preferito perdere mandato (o qualsiasi altro lavoro) pur di non dover fare o dire alcune cose.
Allo stesso tempo, se non fosse per la lotta piuttosto maldestra contro la russificazione sovietica in alcune ex repubbliche sovietiche, ci sarebbero molti meno persone di lingua russa nostalgici dell’impero sovietico. Non sarebbero evaporati, ma semplicemente si sarebbero assimilati molto più facilmente, non avrebbero avuto rivendicazioni, non si sarebbero sentiti ospiti nella loro casa di fatto e non starebbero lottando ora per la restaurazione di qualcosa di «grande e grandissimo».
Ci vuole ancora più attenzione di prime per entrambe le parti.
Quando ho visto l’immagine che voi vedrete sotto, mi è venuto in mente il meme più noto del 2020 che sicuramente vi ricordate: «nature is healing». Ma al contrario…
Nelle zone della guerra russo-ucraina gli uccelli stanno già costruendo nidi in fibra ottica per i droni FPV:
La foto è di uno dei militari della brigata ucraina «Azov».
Effettivamente, quelle zone non solo sono piene di munizioni inesplose e/o campi minati. Sono ricoperte anche di «fili» di fibra ottica utilizzati dai droni. Le nuove guerre portano i nuovi problemi, anche se quello appena citato potrebbe essere meno grave dell’avvelenamento chimico di certi campi della Prima guerra mondiale.
Per me la tematica del video della settimana questa volta è scontata. Perché l’operazione mi è piaciuta tantissimo.
E continuo a sperare di vedere la continuazione.
L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato all’impatto della ormai ben nota operazione ucraina «Ragnatela» sulla capacità tecnica dello Stato russi di continuare la guerra.
Leggendo l’articolo, comunque, bisogna ricordare che nel corso della guerra non dobbiamo fidarci ciecamente delle due propagande (quella russa e quella ucraina). Lo Stato russo minimizza i dati delle perdite, lo Stato ucraino fa l’opposto. E, in ogni caso, bisogna vedere se e quando ci sarà la reale possibilità di rimettere in funzione gli aerei solo danneggiati ma non distrutti. Spero mai, ma bisogna vedere.
Provate a indovinare chi ha pronunciato ieri le seguenti parole (chi vuole la lode, dica pure a chi si riferiva):
La pace significa la perdita del potere. E per questo regime il potere è apparentemente più importante della pace e della vita di persone che non considerano affatto esseri umani.
In realtà, la risposta corretta è facilissima: Continuare la lettura di questo post »
La Reuters scrive che il governo britannico è pronto a fare causa a Roman Abramovich se quest’ultimo non accetterà di destinare 2,5 miliardi di sterline, ricavati della vendita della squadra di calcio londinese Chelsea, alla Ucraina. Non a «tutte le vittime della guerra in Ucraina» (comprese quelle in Russia), come si dice nella versione ufficiale dello stesso Abramovich, ma solo alla Ucraina: anche per la ricostruzione di quanto distrutto dall’esercito russo.
Non importa tanto se il governo britannico si renda conto o meno che Abramovich non può finanziare la ricostruzione dell’Ucraina nell’attuale momento politico – badando alla propria sicurezza – anche se lo volesse fare (ma potrebbe farlo in parte e per una tangente a «tutte le vittime della guerra» in Russia).
Sarà interessante osservare – se ci ricordiamo di osservarlo trovandoci nel flusso di altre notizie – se Abramovich «dimenticherà» di cercare di vincere la relativa causa giudiziaria, o se si accetterà la tesi del governo britannico e pagherà la tangente a chi si deve con altri soldi propri.
In qualche modo, delle due ipotesi di cui sopra, la seconda mi sembra un po’ più probabile.