L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Come creare un campione

L’intervista di Demis Hassabis potrebbe sembrare consolante per tutti coloro che non sono capaci di giocare a Go o altri giochi più o meno difficili.

Spero però che ogni lettore si chieda se egli stesso possa essere definito il «campione del mondo» almeno in una attività semplicissima (intellettuale o fisica).


Murder in London

La copertina de «The Week» del 30 gennaio 2016. Bella, direi.

(Per coloro che avessero saltato la pubblicazione del rapporto sulla morte di Litvinenko, ecco il link).


Carabinieri moldavi

Per puro caso ho scoperto che ormai da più di 24 anni un corpo di poliziotti moldavi si chiama «carabinieri». Evidentemente, è una ennesima manifestazione della malattia mentale diffusasi in tutta ex URSS nei primi anni ’90 del XX secolo e tuttora persistente in alcuni piccoli Stati. In sostanza, i popoli affetti da questa malattia sono convinti che per vivere come in Europa (cioè come nel «Paradiso terrestre») basta chiamare tutto con i nomi europei.

Il fatto che la polizia moldava non centri nulla con i carabinieri non ha alcuna importanza per gli ideatori della ridenominazione. Essendo malati, sono convinti di essere fighi, non sfigati.


Capodanno a Colonia

C’è chi dice da tempo che i «profughi» che in questi mesi stanno arrivando dal Medio Oriente sarebbero troppi. La maggioranza, però, insiste a non comprendere il significato della parola troppi e parla del rapporto in percentuali aborigeni/nuovi arrivati.

Ed ecco che tutti hanno scoperto uno degli significati di troppi: la notte di Capodanno non si riesce a pascolarli tutti. La normale presenza delle forze dell’ordine non basta.

Ovviamente ora Angela Merkel chiede la punizione per i colpevoli, ma il suo atteggiamento politically correct tenuto nel 2015 verso il problema dell’immigrazione sta per farle un brutto scherzo politico. Ovviamente, a guadagnarci saranno i candidati peggiori: agli elettori contagiati dal politically correct non piace guarire grazie agli avvenimenti come quello di Colonia.


Ritenterà, sarà più fortunata

Quindi il Front National non dovrebbe governare in alcuna regione francese. Questa volta alla Francia è andata bene, ma l’avvertimento è forte e preoccupante.

Sottolineo due aspetti rilevanti:

1) per la seconda volta in 12 anni i francesi hanno dovuto unirsi contro un politico di cognome Le Pen;

2) la sponsorizzazione russa da 9 milioni di euro ha funzionato, ma non bene come avrebbe voluto Putin (per ora non si riesce a ricostruire nemmeno uno Stato europeo in modo da essere accettato da esso).


I tre perché

Bene, ora si sta cercando di non attribuire ai recenti attentati di Parigi il merito della vittoria di Marine Le Pen al primo turno delle regionali in Francia. In parte è vero, ma solo in parte.

Gli attentati hanno sicuramente convinto coloro che erano in dubbio perlomeno sulla opportunità di andare a votare. Ma la popolarità della Le Pen non è schizzata in alto ieri o due settimane fa: è stata una crescita lunga nel tempo. Non dobbiamo dimenticarci che si tratta di una risposta politica a un narcisismo buonista di massa. Una minoranza, capace di ragionare senza seguire gli schemi imposti dalla moda e per questo snobbata dalla maggioranza, prima o poi si radicalizza. Dopo essersi radicalizzata, si aggrappa al primo populista che si propone di guidarla alla vittoria sulla maggioranza del momento, si allarga, improvvisamente diventa una maggioranza (o quasi).

La vecchia maggioranza, grazie agli assiomi proposti dalla moda del momento, non si era mai accorta della indisponibilità di tanti immigrati di integrarsi. Allo stesso modo, non si è accorta di avere creato, con il proprio comportamento, dei mostri populisti in tutta Europa: Le Pen, Corbyn, Tsipras, Salvini e Grillo sono quelli più conosciuti.

Aggiungo, infine, che pure le stranezze (chiamiamole pure in questo modo) di quel socialista di Hollande hanno contribuito alla radicalizzazione di una determinata parte dei francesi, quindi al successo della Marine Le Pen.


La mappa del terrore

Quello di oggi non è un video divertente. Si tratta di una videomappa di tutti (o quasi) gli attacchi terroristici degli ultimi 15 anni.


Il Su-24 abbattuto: le contromisure

Passati ormai otto giorni dal 24 novembre, il giorno in cui è stato abbattuto dalla Turchia un bombardiere russo, possiamo parlare delle contromisure. In teoria, la contromisura di proporzioni eque sarebbe l’abbattimento di un aereo turco da parte della Russia. Una contromisura del genere, però, rischierebbe di trasformarsi facilmente in una guerra tra la NATO e la Russia: speriamo che di evitarla! Vediamo quindi le possibili contromisure di natura meno fatalistica. Dico «possibili» perché ho pensato di dividerle in due gruppi: quelle adottate dallo Stato russo e quelle proposte dalla opposizione. Penso che sia inutile precisare che le proposte della opposizione non vengono nemmeno lette dal Presidente e dal Governo. Noi, però, leggiamo tutto e siamo sempre in grado di scegliere quali misure ci sembrano più sensate.

Tutte le contromisure che la Russia si è dimostrata capace di prendere sono ora riunite nel decreto presidenziale firmato da Vladimir Putin il 28 novembre 2015. Esse sono:
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Ricoglionimento globale

Ieri in tante città europee si sono svolte delle manifestazioni «sui cambiamenti climatici». Evidentemente, le grandi messe di utili idioti non capiscono la differenza tra il clima e l’ecologia. E allora io ripeto un mio vecchio post. Anzi, lo ripeto fino alla morte dell’ultimo idiota.

L’unica costante del clima è il suo continuo cambiamento. Nella storia del nostro pianeta i riscaldamenti (ed i raffreddamenti) globali ci sono sempre stati. Vi dirò di più: si alternano in continuazione. Grazie ad uno dei riscaldamenti globali più importanti è stata possibile la nascita della razza umana. Nessuno, nemmeno i verdi più rincoglioniti, ha mai pensato di attribuire all’uomo la colpa del cambiamento che ha portato alla sua nascita. Allo stesso modo, nessuno ha mai detto che l’attività dell’uomo ha portato alla estinzione dei dinosauri.

Nel lungo periodo il ciclo dei cambiamenti climatici ha portato il mutamento della flora e della fauna del nostro pianeta. Inoltre, ha contribuito al mutamento del suo paesaggio. Avreste dovuto scoprire queste Grandi Verità ai tempi di scuola. Si vede che tanta gente preferì dedicarsi alle materie più elevate.

Insomma: i cambiamenti climatici ci sono sempre stati. Ci sono stati anche parecchio tempo prima della comparso degli umani sulla Terra. E, la cosa più importante: gli umani non sono in grado di influire sul clima. Chi pensa diversamente dovrebbe andare da un psichiatra per curare la propria mania di grandezza.

C’è da dire, a questo punto, che l’attività umana influisce fortemente sulla ecologia. Ma in questo caso non quanto siano efficienti gli accordi di portata planetaria. L’ecologia è sempre un problema locale. Per esempio: mentre in Europa continuano a produrre le lampadine a consumo sempre più basso, in Pakistan si fa il bagno nei fiumi come quello della foto seguente (neri, densi e con le bolle).

(l’autore della foto è Ilya Varlamov)

P.S.: secondo i dati statistici facilmente reperibili il periodo caldo chiamato da taluni «il riscaldamento globale» è finito nel 1996.


Niente paura

Ieri è stato interessare notare, su Facebook, che un possibile conflitto armato tra la NATO e la Russia fa molta più paura dell’ISIL e del terrorismo islamico in Europa.

Se siete preoccupati anche voi, smettete pure di esserlo: la Russia non è attualmente in grado di condurre una guerra seria. Può vincere il confronto con la Georgia (vedi la guerra del 2008), può annettere una regione ucraina (vedi la Crimea), può mandare dei «ex-militari» nelle regioni dell’est ucraino (sono ancora lì).

Quando, invece, un membro della NATO abbatte un suo aereo, la Russia si limita a sconsigliare ai propri turisti di viaggiare verso quello Stato-membro. Ah, no: ha pure vietato l’import del pollo turco.

Rimane, certamente la bomba atomica, ma Putin non mi sembra ancora tanto disperato e deluso per il «tradimento dell’amico Erdogan» da tentare un suicidio. Si sente offeso, è incazzato, ma non ancora fino a tal punto. Non preoccupatevi.

Preciso, infine, che non sto chiedendo dei fiumi di sangue turco: preferisco le guerre commerciali a quelle vere e proprie.