L’archivio della rubrica «Cultura»

Buon vecchio anno

Se il Papa Gregorio XIII non avesse compreso e applicato i consigli degli scienziati, il mondo cattolico festeggerebbe il Capodanno sempre il 13 di gennaio. Ma, per fortuna, non si limitò a diventare l’ultimo Papa con i figli illegittimi: oggi lo ricordiamo pure come l’autore del calendario gregoriano.

Per la Chiesa ortodossa di allora il nuovo calendario fu l’opera degli astronomi infedeli, quindi la Russia dovette aspettare il 1918 per arretrare di 13 giorni e sincronizzarsi con il calendario occidentale.

Oggi in Russia si festeggiano tre avvenimenti in due settimane: il Capodanno normale (tanto), il Natale ortodosso (relativamente poco) e il Vecchio Capodanno (un po’, solo per avere una scusa per bere).

Auguri a tutti!


Euro del…

Anni fa avevo già scritto un post sull’argomento. Oggi lo rifaccio perché vedo che tante persone non hanno mai avuto la curiosità di guardare attentamente quei importantissimi oggetti che maneggiano quasi tutti giorni. Ebbene, oggi facciamo uno piccolo studio sulla storia del rovescio delle euro-monete.

Come ben sapete, sul rovescio (cioè il lato uguale per tutti gli Stati) di tutte le monete dell’euro è raffigurata la mappa dell’Unione Europea. Non tutti sanno, però, che nel 2007 la mappa in questione è cambiata indipendentemente dall’allargamento della Unione. Attualmente le monete da 1 euro hanno questo aspetto:

Prima del 2007 sulla mappa delle monete mancava, giustamente, la Norvegia: essa non fa parte dell’Unione Europea. A causa di questo formalismo il rovescio delle monete europee aveva però un aspetto osceno. La Svezia lasciata in solitudine, infatti, sembrava un pene pendente:

Le Istituzioni europee, una volta scoperto l’inconveniente, avevano provveduto a correggere le monete aggiungendo la Norvegia sulla mappa. Si erano purtroppo dimenticati di pubblicizzare la propria buona azione.

«Prima e dopo»:


Gli accenti

Odio gli editori che mi considerano incapace di intuire il senso di una parola dal contesto in cui è utilizzata.

Sicuramente vi siete accorti più volte anche voi di quegli accenti inutili, senza i quali solo un cretino non avrebbe mai compreso il senso della parola pensato dall’autore. Per esempio:

«Princìpi di riparto delle funzioni di distribuzione delle responsabilità fra gli organi di controllo […]».

Avreste mai pensato che si tratta dei discendenti di una Casa reale? Spero proprio di no.

Gli accenti messi in questo modo sono realmente utili solo in due tipologie dei libri: quelli per i bambini e per gli stranieri. Entrambe le categorie di lettori appena elencate hanno un lessico limitato, quindi devono essere aiutati da semplici indizi tipografici. Mentre quelle persone adulte, dotate d’istruzione e base linguista medi, che arrivano a leggere dei libri adatti alla loro età non hanno bisogno di stampelle grafiche.

Editori! Abbiate stima verso i vostri lettori!


La pazzia in versione Adobe

Da tempo dico che la fede indiscutibile nel marketing è una delle più grandi malattie mentali dei nostri tempi. Ogni persona che si autodefinisce un addetto marketing e vive nella condizione di poter influire sulle scelte dei comuni mortali, produce dei gravi danni al proprio datore di lavoro. Nel migliore dei casi si tratta di danni d’immagine.

Gli addetti marketing della Adobe, per esempio, si sono appena dimostrati particolarmente scemi. Come la stragrande maggioranza del loro colleghi in tutto il mondo, sono convinti che i nomi dei prodotti e marchi debbano essere rappresentati sempre in uno stato immutato (compresi i colori, le dimensioni dei caratteri, l’ordine delle lettere maiuscole e minuscole).

Facciamo un esempio pratico sulla applicazione di questa logica perversa. Se io scrivo la parola Fiat, i miei lettori (scemi che sono) non capiranno mai che in realtà si tratta delle auto di marca FIAT.

Ma cosa hanno combinato quelli della Adobe? Hanno detto che la parola Photoshop non può assolutamente essere trasformata in un verbo.

La frase scorretta, secondo loro, sarebbe: The image was photoshopped.

La frase corretta, invece, sarebbe: The image was enhanced using Adobe® Photoshop® software.

Ma io sono il capo, quindi vi autorizzo a parlare come vi pare.

Ora vado a photoshoppare un po’.


Svetlana Aleksievic + Nobel

Il Nobel per la letteratura 2015 è stato assegnato alla scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievic. Se assumiamo la tesi che ogni persona che scrive dei testi è uno scrittore (o scrittrice), la scelta della vincitrice è più che giustificata.

La cosa che non riesco a percepire è proprio quel senso che possa giustificare l’esistenza del Nobel per la letteratura. Perché ogni scrittore meritevole di attenzione è premiato, a differenza degli scienziati, con le vendite delle proprie opere. Certo, il mercato premia pure quelli mediocri, comprensibili alle larghe masse, ma almeno da una possibilità a più di una persona all’anno. E di solito lo fa subito, non dopo decenni di attività non corrisposta. Pure gli scrittori meno popolari, poi, hanno numerosi mezzi tecnici continuare a lavorare e raggiungere i propri lettori.

Insomma, pur essendo un amante della letteratura, non un grande apprezzatore del relativo Nobel.


Armarium

Sto scoprendo in questo periodo il bellissimo libro di Henry Petrosky «The Book on the Bookshelf». Si tratta di uno studio sulla evoluzione del libro (inteso come oggetto) e della libreria: sembra interessante ma voglio finirlo prima di essere sicuro di poterlo consigliare a voi.

Perché ne scrivo già ora? Perché nel libro in questione ho trovato una preziosa informazione da aggiungere al mio racconto sul monastero di Certosa di Pavia pubblicato nel 2012.

Sulla foto che segue vedete una parte degli interni di una cella. A interessarci sono i ripiani a sinistra del camino:

Ebbene, questa rientranza è la versione monasteriale dell’armarium, cioè una libreria chiudibile a chiave, molto diffusa all’epoca dei Codici. In origine serviva per conservare in sicurezza, anche dai monaci-«colleghi», i preziosi manoscritti presi in prestito dalla biblioteca comune. L’armarium personale era dunque sempre dotato di uno sportello (si vedono ancora i resti delle cerniere) e le pareti rivestite in legno (per proteggere i manoscritti dalla umidità).

Nelle celle dei monaci, in tutti i monasteri europei, gli armarium erano sempre (o quasi) attrezzati nelle apposite rientranze delle pareti e fatti già al momento della costruzione della cella. Non sono da confondere con gli armarium delle biblioteche (dei veri e propri armadi chiudibili a chiave), con le antiche casse per i libri o addirittura con i mobili dell’età romana.

E con questo posso concludere la lezione di storia di oggi.


La deriva del panda

Nel giugno del 2011 avevo avuto la fortuna di conoscere due degli attori protagonisti del video domenicale di oggi. Auguro a loro tutta la fortuna possibile: hanno tutto il necessario per essere considerati dei grandi attori (in più, sono delle brave persone). Spero – per loro e per tutti noi – che la serie possa essere realizzata finché hanno l’età necessaria per parteciparvi.

Grazie Martina Margaux Cozzi, grazie Enrico Pittaluga. Ho apprezzato tutto quello che avevate saputo trasmettermi (e insegnarmi).

Foto di Giulio Cianchini.


Cikatilo e la Vittoria

In aprile il Ministero della cultura russo aveva revocato la licenza per la proiezione pubblica del film «Il bambino numero 44» («Child 44» in inglese) perché essa «non è ammissibile all’indomani dei festeggiamenti del 70esimo anniversario della Vittoria».

Non è chiaro come possa centrare un film su Andrej Cikatilo ambientato nel 1952 con l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Gli americani, seguendo la stessa pseudo-logica, avrebbero dovuto vietare la proiezione/trasmissione de «Il silenzio degli innocenti» all’indomani del giorno dell’Indipendenza.

Ma qualcuno di voi ha già visto «Il bambino numero 44»? Merita di essere visto?


R.I.P. B.B. King

Ho appena letto che è morto B. B. King. Un grande. Spesso erano gli altri a cantare meglio le sue stesse canzoni, ma è stato comunque un grande. Non ha lasciato delle opere incompiute.


R.I.P. Maya Plisetskaya

Maya Plisetskaya (20.10.1925 – 2.5.2015). Era fenomenale.