L’archivio della rubrica «Arte»

Strappati dalla realtà

Alcuni partecipanti del festival «Stenograffia» (dedicato allo street-art), durante la tappa di Ekaterinburg, hanno dipinto una Moskvich-408 e un box leggero per l’auto.

Ma non so se tutti capiranno la battuta…


L’arte contemporanea

In aprile dell’anno scorso avevo scritto dell’americano Stan Herd che crea delle enormi immagini con l’aiuto di un trattore.

Oggi ho scoperto della esistenza di un suo «collega» notevolmente più scarso dal punto di vista artistico: il veneto Dario Gambarin (ecco il suo sito).

Come ho fatto a scoprirlo? L’ho scoperto leggendo della sua recentissima opera. Questa:

Si dice che in precedenza avrebbe già creato i ritratti di Donald Trump e Hillary Clinton.

La fama artistica dell’Italia non ha bisogno di nemici esterni…


Porco Giove!

Il programma Deep Dream – creato da Google – usa le reti neurali artificiali per elaborare le immagini. In sostanza, il programma «memorizza» gli ornamenti dalle immagini di qualità per poi cercarli su quelle immagini di qualità più bassa che l’utente chiede di elaborare.

Il grafico Nick Stevens ha dunque chiesto a Deep Dream di elaborare una delle foto di Giove scattate dalla sanda Juno.

Terribile… Ma a me sembra di vedere dei «personaggi» di alcuni film.


Come si ascolta la musica

Oggi è finito nelle mie mani questo simpatico volantino:

Cosa si può dirne? Si può dire che il titolo «Back in Time» accompagnato da una simile sequenza di immagini testimonia un certo grado di ignoranza degli organizzatori.

Per tutti coloro che, purtroppo, non hanno capito, riporto due importanti fatti sul modo contemporaneo di ascoltare la musica.

Prima di tutto, circa dieci anni fa (o forse già un po’ di più) tra gli amanti della musica è iniziato a tornare di moda il vinile.

In secondo luogo, da due o tre anni gli amanti della musica stanno riscoprendo la pellicola magnetica in bobine (l’autore del volantino è troppo giovane per sapere della sua esistenza: cronologicamente va messa tra il vinile e la cassetta). In sostanza, il trucco moderno consiste nel registrare la musica del vinile sul nastro in bobina e poi ascoltare il risultato arricchito degli effetti sonori di entrambi i supporti fisici.

Io ho scoperto questa moda grazie al mitico Petr Mamonov e ho apprezzato il risultato. Provate anche voi!

Ai designer (anche quelli grafici), invece, consiglio sempre di studiare bene la storia materiale e le tendenze del momento corrente. Altrimenti non avranno fine le figuracce come quella del volantino di oggi.


Come rubare

L’artista statunitense Jeff Koons, altamente specializzato nella creazione di opere kitsch, ha poco fa esposto a New York, di fronte a Rockefeller Center, l’opera «Seated Ballerina»:

All’inizio degli anni ’60 del XX secolo l’artista Oksana Zhitkul, impiegata alla fabbrica di ceramica di Kiev, creò «Ballerina Lenochka su un pouf». La statuetta fu prodotta in una notevole quantità di pezzi (alcune centinaia). Pure in questo caso non si tratta di una opera artistica di particolare valore, ma l’aspetto fondamentale è l’originalità dell’idea.

Cosa possiamo imparare da questa storia? Possiamo imparare che il plagio va fatto in maniera intelligente. Prima di tutto, anche se rubi una opera poco noto, non è detto che il fatto non venga scoperto. E poi: ruba qualcosa di qualità: se nessuno si accorge del furto, almeno rimani nella stria come un Grande Artista.


Chuck Berry

Chuck Berry, 18/X 1926 — 18/III 2017.


Google.art (parte 2)

Torniamo ancora a parlare dell’arte promossa da Google (la prima parte è stata pubblicata poco più di un mese fa).

Il grande progetto Google Arts & Culture non è ancora particolarmente sviluppato, ma ha un obiettivo interessante: quello di suggerirvi in quali musei si trova una opera (o più opere) di un qualsiasi artista. In più il servizio indica i musei più vicini a al luogo in cui vi trovate.

Ripeto il link del progetto Google Arts & Culture: https://www.google.com/culturalinstitute/beta/category/art-movement


Cortometraggio russo №13

Sperando che i miei lettori non abbiano nulla contro i film con i sottotitoli, oggi ripeto l’esperimento.

Questa volta, infatti, vediamo il primo dei tre film studenteschi di Andrej Tarkovskij: «The Killers» del 1956. Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di Ernest Hemeingway pubblicato nel 1927.

Ci tengo a precisare che i sottotitoli non sono stati fatti da me. Ma, ameno, siamo fortunati per il fatto che sono in italiano.

Andrej Tarkovskij è uno dei pochissimi registi russi meritatamente noti in Occidente, quindi non c’è bisogno che io ve lo presenti. Ne tantomeno che vi consigli qualche suo lungometraggio. Quindi mi limito a dirvi che «Andrej Rublev» è uno dei miei film preferiti di Tarkovskij.


Cortometraggio russo №12

Nella edizione odierna della rubrica metterei il cortometraggio «Il mistero» di Andrej Zvjagintsev girato nel 2011. A differenza dei corti pubblicati precedentemente, non è un film muto: per fortuna sono riuscito a trovarlo con i sottotitoli in inglese.

Tra i lungometraggi di Zvjagintsev consiglierei prima di tutto «Leviathan» del 2014. Lo consiglio per almeno due motivi. Prima di tutto, so di certo che è stato tradotto in più lingue occidentali. In secondo luogo, consiglio di vederlo non come una barzelletta cinematografica, ma come una rappresentazione della vita quotidiana nella provincia russa. Vi aiuterà a capire qualcosa in più della Russia, dei russi, e se siete fortunati delle russe.

Molti spettatori occidentali, purtroppo, non sono stati avvisati di questo ultimo punto e, di conseguenza, hanno capito il «Leviathan» in un modo perverso.


Cortometraggio russo №11

Cari lettori, gioite! La rubrica dedicata al cinema russo torna sulle pagine del mio blog. Chi vuole (ri)vedere le puntate precedenti, vada pure nella categoria «cinema russo».

Io, nel frattempo, condivido con voi un nuovo cortometraggio russo muto che ho trovato di recente. Si tratta di «Il duro lavoro delle vecchie Moire», un film studentesco di Petr Buslov girato nel 2000. La voglia di farvelo vedere mi ha addirittura spinto a tradurre con dei sottotitoli le scritte fondamentali per la comprensione del film.

Buona visione!

Purtroppo non ho ancora visto nemmeno uno dei lungometraggi di Buslov e di conseguenza non posso consigliarveli. Quindi consiglio il film in cui è impegnata, Alena Babenko, una delle attrici del corto di oggi: provate a vedere «A Driver for Vera» (2004, regista Pavel Chukhraj). Secondo me in inglese si trova.