Il 5 giugno 2012 lo studio di design russo Art. Lebedev Studio presentò la nuova identità visiva progettata per la città ucraina Odessa. L’elemento centrale del progetto è il nuovo logo della città (il porto principale della Ucraina) è una ancora:
Tale ancora è stata realizzata anche in bronzo e posizionata nel pieno centro della città:
Come previsto dal progetto, l’immagine della ancora viene utilizzata anche sulla pubblicità turistica della città (infatti, è il suo logo):
Nel 2017, invece, scopriamo che la nobile e quasi indipendente Scozia apprezza il design russo (ma pure quello ucraino) tanto da appropriarsene (https://www.friendsofanchor20for20.org/) come se fosse un prodotto della artisticità locale:
Se lo avesse fatto, per esempio, Zimbabwe, probabilmente nessuno se ne sarebbe accorto: perché è un territorio poco popolare tra gli occidentali. Ma gli scozzesi in quale miracolo sperano?
L’archivio della rubrica «Arte»
Da 27 anni l’artista olandese Theo Jansen si occupa della creazione degli «animali da spiaggia» (standbeest). Si tratta di meccanismi complessi, nonostante l’apparenza, che per muoversi utilizzano solamente la spinta del vento.
Non volano. Camminano:
Direi che fanno una certa impressione…
Ma incontrarne all’improvviso uno del genere su una spiaggia deserta (e, magari, pure di notte) potrebbe provocare qualche danno alla salute.
Tra ieri e oggi ho letto numerosi post di persone sconsolate per la presunta morte di MS Paint.
I manager della Microsoft ne avranno letti molti di più e hanno dunque pubblicato un bel comunicato sul blog aziendale. In poche parole, pur non essendo più preinstallato nel sistema operativo, il Paint sarà comunque disponibile gratuitamente sul Windows Store. Gioite!
Future version of Windows could make it so that you no longer can spend more than 9,000 hours in MS Paint https://t.co/pfqvkaoifO pic.twitter.com/49WRMH1T67
— CNET News (@CNETNews) 24 luglio 2017
Children of the future will never know the joy of spending hours doing this on Microsoft Paint #MSpaint pic.twitter.com/IY6kDxPdc4
— Fiona (@McDoFi) 24 luglio 2017
È vero che si tratta di un bel editor da bambini, ma a causa della sua semplicità antiquata è molto più facile creare un disegno orrendo che bello…
PhotoShop vs Paint pic.twitter.com/6cPvIQc0lL
— Bob Estropajo (@BobEstropajo) 24 luglio 2017
Saprete sicuramente che sul nostro pianeta esistono alcuni — pochissimi — artisti che creano delle opere interessanti con il Paint, ma chissà quanto tempo della loro unica vita sprecano davanti a quel programma primitivo!
Insomma, regalate il paint ai vostri figli (per farli imparare a disegnare con il computer) e poi scegliete un programma più serio per voi stessi.
Alcuni partecipanti del festival «Stenograffia» (dedicato allo street-art), durante la tappa di Ekaterinburg, hanno dipinto una Moskvich-408 e un box leggero per l’auto.
Ma non so se tutti capiranno la battuta…
In aprile dell’anno scorso avevo scritto dell’americano Stan Herd che crea delle enormi immagini con l’aiuto di un trattore.
Oggi ho scoperto della esistenza di un suo «collega» notevolmente più scarso dal punto di vista artistico: il veneto Dario Gambarin (ecco il suo sito).
Come ho fatto a scoprirlo? L’ho scoperto leggendo della sua recentissima opera. Questa:
Italian farmer turns field into Vladimir Putin portrait ahead of G20 https://t.co/MkmDRPmXps pic.twitter.com/xBp8TUhAJv
— Telegraph News (@TelegraphNews) 4 luglio 2017
Si dice che in precedenza avrebbe già creato i ritratti di Donald Trump e Hillary Clinton.
La fama artistica dell’Italia non ha bisogno di nemici esterni…
Il programma Deep Dream – creato da Google – usa le reti neurali artificiali per elaborare le immagini. In sostanza, il programma «memorizza» gli ornamenti dalle immagini di qualità per poi cercarli su quelle immagini di qualità più bassa che l’utente chiede di elaborare.
Il grafico Nick Stevens ha dunque chiesto a Deep Dream di elaborare una delle foto di Giove scattate dalla sanda Juno.
Terribile… Ma a me sembra di vedere dei «personaggi» di alcuni film.
Google's #Deepdream applied to a #juno image of #jupiter pic.twitter.com/tgECvtQ3a4
— NickStevens Graphics (@runnymonkey) 14 giugno 2017
Oggi è finito nelle mie mani questo simpatico volantino:
Cosa si può dirne? Si può dire che il titolo «Back in Time» accompagnato da una simile sequenza di immagini testimonia un certo grado di ignoranza degli organizzatori.
Per tutti coloro che, purtroppo, non hanno capito, riporto due importanti fatti sul modo contemporaneo di ascoltare la musica.
Prima di tutto, circa dieci anni fa (o forse già un po’ di più) tra gli amanti della musica è iniziato a tornare di moda il vinile.
In secondo luogo, da due o tre anni gli amanti della musica stanno riscoprendo la pellicola magnetica in bobine (l’autore del volantino è troppo giovane per sapere della sua esistenza: cronologicamente va messa tra il vinile e la cassetta). In sostanza, il trucco moderno consiste nel registrare la musica del vinile sul nastro in bobina e poi ascoltare il risultato arricchito degli effetti sonori di entrambi i supporti fisici.
Io ho scoperto questa moda grazie al mitico Petr Mamonov e ho apprezzato il risultato. Provate anche voi!
Ai designer (anche quelli grafici), invece, consiglio sempre di studiare bene la storia materiale e le tendenze del momento corrente. Altrimenti non avranno fine le figuracce come quella del volantino di oggi.
L’artista statunitense Jeff Koons, altamente specializzato nella creazione di opere kitsch, ha poco fa esposto a New York, di fronte a Rockefeller Center, l’opera «Seated Ballerina»:
All’inizio degli anni ’60 del XX secolo l’artista Oksana Zhitkul, impiegata alla fabbrica di ceramica di Kiev, creò «Ballerina Lenochka su un pouf». La statuetta fu prodotta in una notevole quantità di pezzi (alcune centinaia). Pure in questo caso non si tratta di una opera artistica di particolare valore, ma l’aspetto fondamentale è l’originalità dell’idea.
Cosa possiamo imparare da questa storia? Possiamo imparare che il plagio va fatto in maniera intelligente. Prima di tutto, anche se rubi una opera poco noto, non è detto che il fatto non venga scoperto. E poi: ruba qualcosa di qualità: se nessuno si accorge del furto, almeno rimani nella stria come un Grande Artista.
Torniamo ancora a parlare dell’arte promossa da Google (la prima parte è stata pubblicata poco più di un mese fa).
Il grande progetto Google Arts & Culture non è ancora particolarmente sviluppato, ma ha un obiettivo interessante: quello di suggerirvi in quali musei si trova una opera (o più opere) di un qualsiasi artista. In più il servizio indica i musei più vicini a al luogo in cui vi trovate.
Ripeto il link del progetto Google Arts & Culture: https://www.google.com/culturalinstitute/beta/category/art-movement