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Cosa si sottointendeva?

Ho appena scoperto che di recente nei Giardini Vaticani è stato inaugurato il monumento al poeta, monaco cristiano, teologo e filosofo mistico armeno Gregorio di Narek (951–1003), considerato santo e dottore della Chiesa cattolica.
Ma il monumento, secondo me, ci dice molto più sui sogni proibiti degli abitanti del Vaticano che sul personaggio al quale è dedicato:


Politica vaticana

Constatiamo per l’ennesima volta che l’assegnazione del Nobel per la Pace e la beatificazione hanno per destinatari, principalmente, delle persone di qualità piuttosto dubbie.

Ciò vale anche per Madre Teresa di Calcutta che per il suo operato sarebbe dovuta essere processata per i crimini contro l’umanità, ma ha avuto la fortuna di morire prima. A chi non conoscesse ancora i metodi e i risultati del suo operato, consiglio di leggere almeno il libro di Christopher Hitchens «La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa».

Chi, invece, è già informato e dotato del pensiero critico, può farsi delle domande sulla reale posizione di Papa Francesco all’interno della Chiesa cattolica: come forse sapete, i gesuiti sono sempre stati contrari alla beatificazione di Madre Teresa.


PR da sistemare

Non posso dire di essere particolarmente interessato alla figura del Papa, alle sue azioni, alla sua biografia e ai suoi fatti privati. Però…

Capisco i vari dittatori che cercano di nascondere fino all’ultimo [respiro] i propri problemi di salute. Secondo la loro logica, infatti, le sole notizie sulla loro salute sarebbero dei segni di debolezza che i potenziali nemici interni sognano di sfruttare immediatamente. In base a quella logica ogni forma (e livello) di forza è direttamente proporzionale alla stima che i collaboratori, i dipendenti e le masse governate provano nei confronti del dittatore. E in parte è vero. Per esempio, la fiducia, quasi fede, che la maggioranza dei sovietici provava verso la figura di Stalin aveva subito un notevole calo quando i giornali aveano iniziato a pubblicare i bollettini medici del Segretario Generale.

Papa Francesco, come tanti suoi predecessori, non mi sembra un dittatore. Perché allora il suo staff continua negare il cancro? Se in realtà non ce l’ha, stanno sprecando una ottima occasione di parlare di una «miracolosa guarigione» dovuta a una vita giusta dal punto di vista cattolico. Se ce l’ha, avrebbero potuto presentarci un uomo che non molla il proprio gregge nonostante tutte le sofferenze.

Insomma, la propaganda vaticana non è più quella di una volta.