L’archivio del tag «trump»

OK, a questo punto diventa altamente probabile che Donald Trump vinca le elezioni presidenziali (per ora, formalmente, ha vinto solo una fase: la votazione popolare), ma vista la simpatia che i vertici politici nutrono verso di egli, non avrei fretta a deridere chi non si arrende ancora. Di conseguenza, aspetto i risultati del 19 dicembre con la stessa curiosità di quelli dell’8 novembre.

Nel frattempo propongo di prendere in considerazione una interessante tendenza. Provate a pensare cosa vi dicono i seguenti cognomi: Orban, Zeman, Kaczyński, Tsipras, Erdogan, Rodrigo Duterte. Pensate, poi, che molto probabilmente tra poco vi dovranno dire qualcosa pure i cognomi di Trump, Le Pen e Wilders.

La mia conclusione personale è la stessa da più di dieci anni: la democrazia è il male minore, mentre quello assoluto è il suffragio universale. Finché i non istruiti (amanti delle soluzioni facili e disposti a credere a qualsiasi stronzata) e i mantenuti (dipendenti dai regali del governatore di turno perché senza reddito e senza la consapevolezza di mettere a rischio i risultati del proprio duro lavoro) hanno il diritto al voto, la lista dei cognomi sospetti continuerà a crescere.


The Voice

Negli USA si sta votando per eleggere Hillary Clinton il nuovo Presidente, ma a noi non ce ne fotte un cazzo. Noi stasera seguiamo una puntata straordinaria di «The Voice»:

Voi quale dei due cantanti preferite?


La zucca migliore

Per me, la zucca migliore del 2016 è questa:

Purtroppo non conosco il nome dell’autore.


USA2016: due considerazioni ovvie

Ora che entrambi i partiti principali statunitensi hanno ufficialmente scelto i propri candidati per le elezioni presidenziali, lo possiamo dire: la campagna elettorale della Hillary Clinton sarà tutta incentrata sulle dichiarazioni anti-Trump. In sostanza, il Partito Repubblicano le ha fatto un grosso regalo, fornendo una grossa e spettinata scusa per mettere gli argomenti più difficili in secondo piano. Di conseguenza, la Clinton potrebbe avere la vittoria facile come la ebbe Chirac nel 2002 quando dovette «salvare la Francia da Le Pen».

In ottica delle elezioni presidenziali statunitensi è un po’ più interessante vedere il comportamento della Russia. Avete già sicuramente letto o sentito dell’attacco agli archivi elettronici del Partito Democratico da parte dei hacker russi. Non so, però, se avete ben chiaro il perché. Le istituzioni russe puntano su Donald Trump non perché lo vedono come un candidato «amico della Russia». Infatti, ogni politico è prima di tutto un amico della propria carriera in patria (oltre a essere lo schiavo dei propri oneri/poteri istituzionali).

Le istituzioni russe puntano su Donald Trump perché lo vedono come un elemento destabilizzante della politica interna degli USA. In sostanza, sperano che le istituzioni statunitensi si concentrino sulla lotta al presidente Trump, non creando ulteriori «problemi» alla Russia (per esempio sanzioni). Sanno benissimo che la vita presidenziale di Trump terminerebbe con un impeachment entro un massimo di due anni (sappiamo già che tipo è, vero?).

Allo stesso tempo, le istituzioni russe vedono la Hillary Clinton come una politica con la quale si può trattare normalmente, in quanto appartenente a una classe politica tradizionalmente comprensibile. Sanno, infine, che la Clinton è capace di lavorare regolarmente per almeno un mandato presidenziale.

Alla politica regolare nel medio periodo preferiscono però la vita facile nel breve periodo.

L’uomo più importante del Cremlino è, come forse sapete, un tattico e non un stratega.