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Non disperiamoci per Trump

Certo, prendere la maggioranza dei voti del popolo alle elezioni presidenziali statunitensi non è il sinonimo di vincere le elezioni presidenziali statunitensi (lo dovrebbero sapere / ricordare tutti). Certo, possiamo aggrapparci all’ultima speranza… Però sembra abbastanza ovvio che Trump sta per ridiventare il Presidente degli USA. Se non dovesse succedere qualcosa di straordinario.
Non posso dire con certezza (e in anticipo) in quale misura il ritorno di Trump si possa rivelare un fenomeno negativo. Naturalmente è negativo, ma non posso prevedere fino a quale punto… A giudicare dal suo primo mandato, Trump dice un sacco di stronzate, ma, allo stesso tempo, mi ricordo che a) ne realizza (o riesce a realizzarne) solo una parte e b) Biden si era prontamente preso il merito di alcune delle cose che proprio Trump aveva fatto. L’aspetto sicuramente negativo è il fatto che Trump è estremamente imprevedibile. Ma in alcune situazioni questo può essere anche un pregio, perché non se ne poteva più della totale impotenza dimostrata dalla amministrazione Biden (mentre Harris, in questo senso, nel corso della propria campagna elettorale aveva dimostrato di essere ancora peggio).
Insomma, per ora non posso dire che il mondo stia per crollare. Anzi, più precisamente: negli ultimi anni sta già rotolando in una brutta direzione, ma senza alcun merito di Trump. Possiamo solo osservare quanto ne riesce a contribuire in soli – per fortuna! – quattro anni che gli rimangono.
Molto più preoccupante – e potenzialmente pericoloso – della semplice elezione di Trump è il fatto che i repubblicani stanno per ottenere la maggioranza in entrambe le Camere: non per il fatto che sono repubblicani (in termini assoluti io stesso sarei molto più vicino al partito Repubblicano che quello Democratico), ma per il fatto che in questo modo aumenta il potere di Trump. Riuscirà a nominare con più facilità le «proprie» persone alle posizioni che gli interessano e quindi stravolgere l’intero sistema.
L’unica speranza bella a tecnicamente realizzabile, invece, consiste nel fatto che da oggi e fino al 20 gennaio 2025 Joe Biden è libero di fare tutto quello che vuole. Proprio tutto: liberate la vostra fantasia (anche servendovi delle sostanze che volete). Che ne so… Per esempio: finalmente fornire alla Ucraina tutti i mezzi necessari per moltiplicare per zero tutta l’infrastruttura militare russa… Non penso che il vecchietto abbia conservato abbastanza prontezza mentale per riuscire a scatenarsi in questi due mesi e mezzo, ma di consiglieri ne ha.
Boh, vedremo. Dobbiamo resistere per soli quattro anni. Al massimo.


Il primo martedì dopo il primo…

Ebbene, ci siamo quasi. Stiamo per ottenere le risposte ad alcune interessanti domande sociologiche.
Per esempio: quante persone hanno paura di ammettere pubblicamente di voler votare Trump, ma poi esercitano il loro voto segreto?
Oppure: i discorsi (e spesso le urla) sulla parità dei generi, sulla parità raziale, lives matter etc. indicano un problema molto lontano da essere risolto?
Oppure ancora: anche negli USA (perché dovrebbero essere molto diversi dal resto del mondo?) la maggioranza delle persone preferisce il male vecchio (già conosciuto) rispetto a quello nuovo?
E ancora: in quanti si rendono conto di dover scegliere il male minore, ma hanno paura di ammettere pubblicamente di voler votare Harris?
È inutile tentare di rispondere in anticipo a tutte queste domande: le risposte sono delle semplici informazioni che tra poco otterremo anche senza cercarle intensamente. Però è utile restare positivi. Se dovesse vincere Trump (un evento che mi sembra un po’ più probabile), durerà al massimo quattro anni e, come la volta scorsa, non farà in tempo a distruggere proprio tutto (anche se alimenterà una brutta tendenza). Se, invece, dovesse vincere Harris, sarà più controllabile dalle altre Istituzioni anche nelle sue fantasie peggiori.
E, soprattutto, la fine della indecisione sulla figura del nuovo Presidente è già è una cosa positiva.


Loro mangiano…

Formalmente avrei potuto pubblicare il video odierno anche nella rubrica musicale del sabato… Però vorrei che questa opera venga apprezzata da tutti i punti di vista e da più gente possibile. E allora lo pubblico oggi:

Bene, Trump ha contribuito alla creazione di almeno una cosa bella.


Il piano di Trump

Dicono che nel corso del dibattito di ieri Trump vs Harris la vice-presidente si è dimostrata inaspettatamente più convincente: lo spero perché lei mi sembra (per ora) l’opzione «meno peggiore» (ma non più di così) alle prossime elezioni. Ma di tutto il dibattito vorrei prendere in considerazione – oggi – solo uno dei tanti argomenti, quello che potete facilmente immaginare.
Kamala Harris ha affermato che se Donald Trump fosse ora il capo di Stato, Vladimir Putin avrebbe già conquistato l’Ucraina. Donald Trump, da parte sua, ha ripetuto la propria vecchia dichiarazione: se vincerà le elezioni presidenziali, porrà fine alla guerra russo-ucraina ancor prima di entrare ufficialmente in carica costringendo Putin e Zelensky a trattare.
Ecco, a questo punto direi che entrambi i candidati alla Presidenza statunitense hanno deciso – già tempo fa e, probabilmente, senza mettersi d’accordo tra loro – di adottare la stessa tattica elettorale. Kamala Harris sta facendo di tutto per nascondere al pubblico il proprio programma elettorale (si limita a dire che esiste e che «tra poco» verrà reso pubblico). Donald Trump, da parte sua, sta tenendo un comportamento simile sui singoli argomenti del proprio programma. Per esempio, non si capisce ancora se il suo «piano» per la fine della guerra in Ucraina sia costituito da più di un punto. Sentiamo da mesi che «farà incontrare Putin e Zelensky»… E poi? Cosa propone ai due? In quali condizioni mette ognuno dei due? Non lo dice.
Spero che almeno nella propria testa lo sappia…
Ma, conoscendolo, non ne sono sicurissimo.


Trump offeso

Donald Trump ha detto di essere molto offeso dal fatto che Vladimir Putin ha espresso il proprio sostegno alla candidatura di Kamala Harris alle elezioni presidenziali statunitensi.
Non so quanto la suddetta dichiarazione corrisponda alla realtà, ma so che costituisce un bel pretesto per fare due piccole precisazioni.
In primo luogo, non bisogna pensare (mai) che Putin dica la verità. A volte lo fa, ma per sbaglio.
In secondo luogo, Harris presidente conviene a Putin più o meno quanto Biden presidente. Infatti, entrambi non mostrano un atteggiamento particolarmente ostile nei confronti della politica putiniana nel mondo: anzi, sembra che facciano di tutto per minimizzare i propri sforzi in tal senso.
In terzo luogo, Trump – durante la prima presidenza del quale i rapporti tra gli USA e la Russia erano al minimo della positività – conviene a Putin quasi quanto Harris. Infatti, il «pregio» di Trump (secondo la logica di Putin) è quello di indebolire lo Stato americano da dentro.
Quindi Trump dovrebbe stare sereno: in realtà, Putin sostiene entrambi i principali candidati ahahaha


Le finte qualità

Il «Politico» scrive che la quantità delle donazioni da parte dei sostenitori del Partito Democratico statunitense sulla piattaforma ActBlue ha superato i 55 milioni di dollari dopo che Joe Biden si è ritirato dalle elezioni presidenziali e ha annunciato che avrebbe sostenuto la candidatura vicepresidente Kamala Harris.
Tale dato di cronaca mi fa pensare, ancora una volta, alle stranezze dei processi cognitivi che girano nelle teste degli elettori (in realtà non solo quelli americani).
Per esempio: il ritiro di Joe Biden ha reso Kamala Harris una candidata migliore di quanto sarebbe stata senza la decisione di Biden? Palesemente, è sempre la stessa persona un po’ strana, contraddittoria e politicamente poco visibile (nel senso che si è fatta notare relativamente poco).
Oppure: l’orecchio ferito di Donald Trump – è il fatto che quest’ultimo si sia salvato per il volere della bandiera-angelo miracolo – rende Trump un personaggio migliore di quanto lo era prima? Eppure, tra i repubblicani ora c’è più entusiasmo relativamente alla sua candidatura.
Boh, vedremo quale stranezza risulterà vincente. Anche se per ora mi sembra che quel proiettile abbia ferito mortalmente il candidato democratico.


Il primo successo di Trump

Da mesi, se non da anni, sentiamo Donald Trump promettere di riuscire a fare qualcosa prima ancora di essere eletto Presidente. Ogni volta gli diamo dell’idiota (beh, almeno io spesso tendo a farlo) e in pochi giorni ci dimentichiamo della sua ennesima promessa.
Ma non è sempre un comportamento corretto! Dobbiamo essere obiettivi anche quando ci troviamo di fronte a un personaggio molto particolare come Trump. Dobbiamo riconoscere i suoi meriti.
Per esempio: ieri, prima ancora di essere eletto (sicuramente non dopo, ahahaha) è riuscito a rendere la NATO un po’ meno dipendente dagli USA! Infatti, The Wall Street Journal comunica che ne contesto del rafforzamento delle posizioni dei partiti di destra in Europa e della possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, gli Stati-membri della NATO hanno preparato una serie di misure volte a sostenere l’Ucraina a lungo termine.
In particolare, la NATO intende inviare in Ucraina un funzionario civile di alto livello che sarà responsabile del coordinamento delle forniture militari. Inoltre, la NATO intende istituire un nuovo comando nella città tedesca di Wiesbaden per coordinare la consegna di attrezzature militari e armi, nonché l’addestramento dei soldati dell’esercito ucraino. L’ex rappresentante permanente degli USA presso la NATO, Ivo H. Daalder, ha spiegato che l’Alleanza stessa sarà ora responsabile di fornire aiuti all’Ucraina: «Quindi, anche se gli Stati Uniti riducono o smettono di sostenere questi sforzi, essi non scompariranno».
Grande Trump. Make NATO great again!


Un idiota e un disabile

Non ho visto e non intendo vedere per intero il primo dibattito tra Biden e Trump: ho letto dei commenti e ho visto alcuni video con dei frammenti… Ho visto Biden non in coma (come poteva sembrare da alcuni articoli letti), ma nemmeno in una forma sufficiente per fare il presidente (degli USA, poi) per altri quattro anni. Non invidio, dunque, gli americani e tutti noi che dovremo vivere in un mondo dove gli USA hanno il ruolo che hanno.

Ovviamente, non intendo dire che Joe Biden riesca necessariamente a mantenere lo status del candidato, vincere le elezioni e rimanere in carica per tutto il mandato. Intendo dire che è ormai impossibile scegliere un candidato «meno peggiore». In più, sospetto che in queste elezioni presidenziali sarà bassissimo il ruolo dei cosiddetti indecisi: tutti hanno visto all’opera presidenziale entrambi i candidati principali, sanno cosa aspettare da loro. Ogni americano avente diritto al voto sceglierà il candidato del quale è fan oppure non andrà a votare. Ma non voterà certo un idiota al posto di un vecchio fisicamente e fisiologicamente incapace oppure al contrario.
Di conseguenza, siamo fottuti.
Oppure, come dicono alcuni democratici americani, speriamo che a Biden succeda qualcosa prima delle elezioni.


Perché hanno approvato

Quando proviamo a capire perché la Camera dei rappresentati statunitensi abbia (finalmente!) approvato gli aiuti militari alla Ucraina (e, ovviamente, se proviamo a capirlo), non dobbiamo essere tanto ingenui da pensare che si tratti di una sconfitta di Donald Trump.
Molto probabilmente vi ricordate che a novembre negli USA ci saranno le elezioni presidenziali e Trump è, almeno per ora, uno dei candidati principali. Da candidato deve preoccuparsi anche della opinione pubblica su una serie di questioni, non solo quelle interne… Ecco, a questo punto vediamo l’andamento dei risultati di un sondaggio tra la popolazione statunitense:

Quale poteva essere la reazione di Trump a tali risultati? A me sembra ovvio: lasciare approvare gli aiuti!
Poi, quando vince le elezioni (il suo obbiettivo principale per il momento), potrà cambiare l’opinione sulla questione in una infinità di modi possibili. Ma per ora si sente in dovere di accontentare i cittadini aventi diritto al voto.


La “soluzione di Trump”

Il Washington Post, citando fonti a conoscenza della conversazione, scrive che Donald Trump ha detto in una conversazione privata che potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina facendo pressione su Kiev per cedere la Crimea e il Donbass alla Russia.
Se questo dovesse essere vero, abbiamo una conferma del fatto che pure Trump non ha capito un tubo di questa guerra. Io, personalmente, non mi sorprendo dal sentire una ennesima idiozia da quel personaggio, ma posso utilizzare la notizia stessa per ricordarvi: solitamente le soluzioni semplici vanno bene solo per i problemi semplici (quelli che in realtà non sono nemmeno dei problemi, ma degli eventi banali ingranditi dalle menti disorientate).
Il motivo della guerra in Ucraina, come dovreste sapere bene, può essere spiegato in diversi modi, ma sicuramente non si tratta di una guerra per un territorio. È una guerra, in sostanza, di una tradizione politica antiquata contro una politica occidentale moderna. L’obiettivo minimo di Putin è quello di far tornare il modello antiquato su un territorio «storicamente slavo», dunque «suo» (il quale, territorio, «non deve» nemmeno «dare l’esempio cattivo» alla «sua Russia»). Ma se potesse, avrebbe portato la guerra anche oltre, fino a Lisbona. Di conseguenza, in un primo momento potrebbe anche accettare la «soluzione di Trump», ma solo per accumulare le forze militari per un nuovo attacco. Ma anche di questo ultimo aspetto è già stato scritto abbastanza…