Come probabilmente sapete già da tempo, dalla mappa dell’Austria sta per sparire un toponimo famosissimo: l’1 gennaio del 2021 il paesino Fucking cambierà il nome in Fugging. Tale cambiamento è stato voluto dai residenti stufi dei turisti attirati dalla sonorità inglese dell’attuale nome (i turisti provenienti da tutto il mondo si facevano delle foto, rubavano il cartello, a volte facevano pure delle cose che non posso nominare nell’orario pomeridiano).
Ecco, posso anche capire gli abitanti di Fucking, ma penso che abbiano potuto essere più creativi. Per esempio, avrebbero potuto aggiungere la scritta «2020» al nome attuale del paese (ma poi il censured 2020 non è probabilmente l’anno migliore per cambiare un nome del genere; inoltre, bisogna anche lasciare un ricordo ai posteri di quanto è successo ai poveri noi). Oppure, i… ehm… fuckinggesi avrebbero potuto trasformare il censured turismo in una fonte di reddito (lo humor di basso livello va tassato). Ma la mancanza di fantasia è un difetto diffusissimo, è anche una fonte infinita delle fregature di ogni genere da parte del destino.
In ogni caso, oggi pubblico uno dei video-motivi per i quali gli abitanti di Fucking detestano il nome del proprio paese:
Ecco, non mi sono trattenuto nemmeno io.
L’archivio del tag «toponimia»
Come molto probabilmente non sapete, in Canada esiste una cittadina di nome Asbestos, traducibile come Amianto. Logicamente, tale nome era dovuto al fatto che nella zona si trovano (e venivano sfruttate) delle riserve naturali del famoso minerale. Tale minerale, in realtà, può esistere anche nelle forme non cancerogene, ma non importa: la sua immagine popolare è oggi abbastanza negativa. Di conseguenza, gli amministratori della cittadina canadese hanno a un certo punto deciso di cambiarne il nome per migliorare la sua immagine e attirare più facilmente gli investimenti internazionali.
Non saprei immaginare quale interessamento internazionale possa ottenere un comune di poco più di sette mila abitanti. Ma, intanto, al referendum del 19 ottobre il 51,5% degli abitanti ha votato per Val-des-Sources come il nuovo nome della cittadina. Esso deve ancora ottenere l’approvazione ufficiale ministeriale.
Noi, intanto, possiamo costatare due cose. In primo luogo, vediamo che spesso per diventare famosi è sufficiente pubblicizzare i propri difetti – reali o presunti – ai quali nessuno ha mai prestato l’attenzione. In secondo luogo, dobbiamo ricordare che esiste almeno un’altra cittadina con lo stesso nome: la russa Asbest (si trova nella regione di Ekaterinburg). Con chi scommetto che tra poco ci si trasferisce qualche canadese nostalgico? Ahahaha
Solo poche settimane fa – e dopo anni di attenzione non prestata – mi sono accorto che in pieno centro di Milano alcune targhe con il nome di questa via riportano un errore grammaticale da prima media:
La sostituzione di queste targhe non sarà l’intervento più urgente, ma nemmeno il più costoso. E i ragazzini che ogni giorno affollano il corso Vittorio Emanuele II avranno un cattivo esempio in meno.
Quindi conviene sostituirli con quelli corretti.
La vita politica kazaka scorre regolarmente anche dopo l’evento epocale di ieri.
Oggi il Parlamento del Kazakistan ha approvato all’unanimità la rinomina della capitale Astana. Il nuovo nome della città è — sorpresa! — Nursultan.
Colgo l’occasione per ricordare ai miei lettori fantasiosi che in Russia esiste già una città di nome Vladimir: si trova a 176 km a est di Mosca, ha circa 357 mila abitanti e oltre mille anni di storia.
Ma, come spesso capita, c’è sempre una speranza per tutti. La dimostrazione geografica di questa tesi è semplice: in Russia esiste già la città Velikij Novgorod (il nome si traduce come «Novgorod la grande»), ma non esiste ancora un Velikij Vladimir.
P.S.: avrei voluto aggiungere anche le indicazioni stradali verso qualche toponimo italiano di questo tipo, ma non ne ho trovati. Avrò cercato male…
La distribuzione dei centri abitati con la parola «santo» nel nome:
Devo ammettere che ero convinto della esistenza di altre zone di concentrazione.
Mi è sempre piaciuta la tradizione italiana di indicare sulle targhe le professioni delle persone realmente vissute alle quali vengono dedicate le vie e le piazze (e ne avevo già scritto). È un modo ancor più esteso di coltivare la memoria.
Un buon esempio – prima di continuare il discorso più serio – potrebbe essere la via dedicata a Rita Levi-Montalcini trovata dal sottoscritto a Morbegno (il fotoracconto sarà pubblicato a giorni).
Complimenti alla Prefettura competente per avere ritenuto opportuno di non aspettare 10 anni dalla morte e per avere dunque usufruito della deroga prevista dalla legge per i casi delle persone particolarmente distinte.
Purtroppo, però, bisogna constatare che moltissime targhe con i nomi delle vie riportano delle diciture che confondono le persone anziché informarle. Faccio tre esempi che ho accumulato sul computer negli ultimi tempi: Continuare la lettura di questo post »
Nella maggior parte delle città italiane che mi è capitato di visitare c’è una simpatica tradizione: quella di specificare chi erano nella vita reale quei personaggi i cui nomi oggi portano le vie e le piazze. Quindi sulle targhe toponomastiche, oltre al nome del personaggio, viene spesso indicata la sua professione o l’attività per la quale si era reso famoso. Ecco due esempi milanesi presi a caso.
1. La parola generica «musicista» potrebbe anche andare bene: i curiosi troveranno modo di informarsi:
2. Archimede è stato più fortunato: ai suoi tempi gli scienziati non erano specializzati nemmeno fino al punto di dividersi in matematici e fisici, quindi la definizione è corretta.
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