Molto probabilmente sapete già che oggi a Milano (in piazza Liberty) viene finalmente inaugurato il primo vero Apple Store italiano. La tradizionale componente in vetro sembra un moncherino (chi ha visto l’Apple Store di New York capirà), ma spero che diventi comunque una fonte di wi-fi gratuito e potente (chi ha visto l’Apple Store di New York capirà).
Inoltre, molto probabilmente sapete (o ricordate) che per molti anni il Duomo di Milano ha svolto la funzione di «reggipubblicità» della Samsung. Infatti, per circa cinque anni (ma forse anche più, ormai non mi ricordo) il braccio nord del transetto del Duomo è stato completamente coperto dai ponteggi, i quali a loro volta erano coperti dalla pubblicità della Samsung e, soprattutto, da uno maxi-schermo che trasmetteva in continuazione sempre la pubblicità della Samsung. Ho paura di immaginare l’ammontare complessivo della spesa sostenuta dalla società coreana. Ebbene, da ieri quella pubblicità non c’è più. Per pura coincidenza è sparita poco prima della apertura dell’Apple Store (a poche decine di metri dal Duomo).
Non so se dobbiamo ringraziare la Apple per la fine della barbarie architettonica pluriennale (deplorata e derisa anche dai turisti). I funzionari del Comune di Milano, non volendo finire in un luogo ben custodito, non lo diranno mai. Nemmeno io voglio finire in quel luogo ben custodito, quindi mi limito a fare il peccato di pensare male.
L’archivio del tag «soldi»
L’altro ieri, a grande sorpresa, Nicolas Maduro ha vinto le elezioni presidenziali in Venezuela. E non bisogna essere un grande esperto della politica interna venezuelana per supporre che una parte degli aventi diritto lo abbiano votato veramente.
Oggi provo a spiegare, con una sola immagine, per cosa hanno votato quelle fantastiche persone.
Questi sono 3 dollari e 40 centesimi statunitensi espressi in bolivar venezuelani:
A partire da oggi, 12 ottobre 2017, circolano in Russia due nuove banconote del rublo di taglie prima non esistenti: 200 e 2000.
L’argomento centrale del mio post odierno è la nuova banconota da 200 rubli. Infatti oggi, quasi due anni dopo la prima scelta del genere, sui soldi russi sono comparsi altri simboli della Crimea. Su un lato è raffigurato il monumento alle navi affondate (si trova a Sebastopoli):
Sull’altro lato, invece, è raffigurato il sito archeologico Chersonese Taurica:
Ovviamente la dilagante mania di affermare l’appartenenza della penisola sfigata alla Russia non poteva risparmiare i cervelli della Banca Centrale russa. Ma io, egoisticamente, spero solo di non finire colpito dalle sanzioni dopo aver tenuto in mano almeno uno di questi nuovi pezzi…
Per il solo dovere di cronaca vi faccio vedere anche la banconota da 2000 rubli. Continuare la lettura di questo post »
La settimana scorsa sono diventato un fortunato (e felice) possessore di alcune monete bielorusse:
In pratica, ora me ne mancano solo due: da 1 kopeika e da 50 kopeiki. Spero di riuscire a trovarle presto. Ma questo mio desiderio non è il vero argomento del post odierno.
Nella Bielorussia indipendente le monete sono state emesse in circolazione per la prima e l’unica volta molto recentemente: il 1° luglio 2016 (ed è per questo che non mi era ancora capitato di vederle dal vivo). Fino a quella data la Bielorussia fu uno dei pochissimi Stati al mondo a utilizzare solamente i soldi cartacei (anche a causa di una continua forte inflazione) e a coniare solo le monete commemorative di fatto non utilizzate come dei mezzi di pagamento nella vita quotidiana.
Le monete introdotte nel 2016 portano tutte il 2009 come l’anno di cogno. Il rovescio di tutte le monete bielorusse (tranne forse quella da 1 rublo) assomiglia a quello delle monete dell’euro:
L’aspetto del dritto, invece, assomiglia tantissimo a quello delle monete sovietiche cognate tra il 1961 e il 1991:
Infatti, appena ho visto le nuove monete bielorusse, sono stato travolto da una valanga di ricordi infantili… Ma poi sono passato a riflettere sul valore simbolico di questo incontro dei due modelli economici sulle monete dello stesso Stato. Da una parte, l’ex Repubblica Sovietica continua a dipendere economicamente dall’ex centro dell’URSS (per esempio, attraverso i prestiti finanziari mai restituiti, i prezzi del petrolio e del gas molto favorevoli e la possibilità di fornire i prodotti europei rietichettati a prezzi maggiorati). Dall’altra parte, vuole sottolineare di essere uno Stato indipendente libero di passare, almeno in teoria, in qualsiasi momento a un’altra alleanza.
Sarà un messaggio in codice, una manifestazione della crisi di identità o qualcos’altro? Si potrebbe fare una bella ricerca politologica su tale argomento.
Come si fa, tecnicamente, a far finanziare la propria bella vita dallo Stato? È facilissimo!
Un metodo interessante è stato inventato in un centro di ricerca tecnologica di Novgorod. Per prima cosa, bisogna mostrare al primo ministro del proprio Paese (nello specifico caso Dmitry Medvedev) un robot-elefante, presentandolo come un proprio progetto.
Il secondo passaggio consiste nel ricevere dal primo ministro (un grande amante-consumatore delle tecnologie) un finanziamento da 12,5 miliardi di rubli (poco più di 182 milioni di euro) per realizzare altre innovazioni altrettanto belle.
Il terzo e importantissimo passaggio: non dire a nessuno che il robot-elefante mostrato al primo ministro è in realtà un prodotto della LEGO. Più precisamente, LEGO Education Mindstorms EV3 45560 in vendita a 8300 rubli e destinato, secondo la raccomandazione ufficiale, ai ragazzi di età superiore ai 10 anni.
Volendo potete provare a ripetere l’impresa in casa…
Come avrete già letto, lo Stato italiano ha deciso di continuare nella impresa del restauro degli immobili con le mani e le risorse dei privati: ecco il link. Agli imprenditori under 40 verranno concessi per 9+9 oppure 50 anni castelli, vecchie stazioni ferroviarie e case cantoniere.
Dal punto di vista economico è una scelta che ha senso perché è vantaggiosa per lo Stato. Resta da capire che sono quegli under 40 che hanno tanti soldi da ristrutturare un immobile storico (quindi rispettando tutte le linee guida imposte dallo Stato) senza poterlo ottenere in proprietà. Io, se avessi avuto non solo il requisito dell’età, avrei tentato di investire in qualcosa di più redditizio o durevole nel tempo. Questo, naturalmente, non significa che non si possano realizzare dei progetti interessanti anche sul campo in questione.
Purtroppo, però, la mia unica ricchezza sono una certa quantità di idee più o meno azzardate e la consapevolezza del fatto che le idee non sono coperte dal diritto d’autore. Quindi con il presente post mi limito a fare due azioni piuttosto banali:
1. Segnalarvi l’opportunità di cui sopra;
2. Dichiarare la propria disponibilità a entrare a far parte di un insieme di persone realmente interessate a un determinato immobile offerto dal Demanio.
P.S.: se un giorno decidono di concedere ai giovani le chiese sconsacrate, vendo un polmone (arricchito con il catrame) pur di poter organizzare delle feste notturne molto particolari…
Per una serie di motivi, alcuni dei quali ho elencato sulla pagina che si trova sotto questo link, ho deciso di sperimentare anche io il crowdfunding. Si tratta, almeno per ora, di un esperimento, i cui risultati dovrebbero arricchire le mie conoscenze pratiche dell’internet (ma spero non solo).
Quindi non spaventatevi del nuovo elemento colorato presente da oggi sulle pagine del mio sito: tutti i contenuti saranno sempre gratuiti. Ogni genere di pagamenti obbligatori resta contrario alla mia visione dell’internet.
La popolarità del browser Chrome (56,5% degli utenti dell’internet) mi è veramente poco chiara: se trascuriamo il fattore della velocità, è più scarso pure dell’Internet Explorer.
Nonostante ciò, mi riempie di gioia la notizia sul prossimo miglioramento del Chrome: in esso sarà incorporato il blocco della pubblicità. Naturalmente non di tutta la pubblicità, visto che in assenza di essa lo stesso Google (produttore di Chrome e allo stesso tempo gestore della pubblicità contestuale) e i poveri autori dei siti come me ci perderebbero una porzione sensibile dei guadagni.
La previsione del blocco incorporato dovrebbe evitare l’installazione da parte degli utenti di altri programmi dello stesso genere e, dunque, bloccare solo la pubblicità sbagliata: qualla con i messaggi audio (io la odio non solo per la sua esistenza, ma anche per l’altissimo volume), quella che si apre nei pop-up e quella con il count-down prima della chiusura.
Da una parte sono contento, perché spero che nel futuro i visitatori del mio sito non mi privino dei guadagni solo perché sono loro ad avere paura della pubblicità sgradita.
Dall’altra parte sono «contento» per i concorrenti del Google nel settore pubblicitario: come ho già scritto, la popolarità del Chrome è inspiegabilmente alta.
Oggi ho aperto il conto Business su PayPal (molto presto scoprirete il motivo).
Nel corso della procedura di registrazione ho dovuto rispondere a una serie domande circa la mia attività.
Tra le possibili risposte alla domanda «Qual è la categoria della tua attività?» ho trovato anche quella che vedete evidenziata sullo screenshot seguente:
IMHO, la religione e la spiritualità sono sempre (per qualcuno) a scopo di lucro.
P.S.: prima o poi fonderò la Chiesa del Grande Mostro Maccheronico, ma non ora.
Non so di preciso quanto se ne sia parlato in Italia, ma due giorni fa Marine Le Pen dichiarò che l’annessione della Crimea da parte della Russia «non è illegale».
In termini puramente giuridici non è una tesi del tutto sbagliata, considerando che il diritto internazionale si basa su due principi che si escludono a vicenda: l’integrità degli Stati e l’autodeterminazione dei popoli. Ma lo studio serio della annessione in questione merita di essere esposto in un testo a parte: un testo ben più lungo di un post da blog. Per il momento mi limito a ricordare che dal punto di vista politico l’annessione della Crimea è stata una porcata colossale.
Oggi vediamo perché la candidata alla Presidenza francese ha deciso di a) fare una affermazione pubblica sulla Crimea e b) fare tale affermazione proprio ora.
Ebbene, ha deciso di farla ora proprio perché si è candidata alla Presidenza francese. Come molto probabilmente sapete, la campagna elettorale di un politico comporta delle notevoli spese. Affrontare tali spese dopo avere incassato già anni fa il rifiuto di tutti i potenziali grandi sponsor francesi ed europei è quasi impossibile. Quindi bisogna per forza svestire un po’ la propria reputazione e mettersi in una bella posa sul bordo di una tangenziale della politica internazionale. In questo modo, molto probabilmente, i soldi arrivano dalla stessa generosa fonte del 2015.
Non sono convinto al 100% che il trucco funzioni. Ma ripeto quello che dico da alcuni anni. L’URSS finanziava i partiti (e Governi) di sinistra di tutto il mondo, mentre la Russia contemporanea finanzia quei politici di destra o sinistra che sono disposti a continuare l’opera dell’indebolire la posizione unitaria dell’Occidente su alcuni principi-base.