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Si assenterà per quattro giorni

Ieri Putin è arrivato in Cina per una visita ufficiale eccezionalmente lunga: ben quattro giorni. Parteciperà al vertice della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS, ne fanno parte anche Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan) a Tianjin, dopodiché andrà a Pechino dove incontrerà il presidente cinese Xi Jinping e, separatamente, il leader nordcoreano Kim Jong-un. L’ultimo giorno della visita, poi, parteciperà alla parata militare in piazza Tiananmen, dedicata all’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.
In questa notizia inizialmente mi ha incuriosito il fatto che Putin ha trovato il coraggio di uscire dalla Russia per un periodo così prolungato. Ma ho poi ho pensato che i personaggi abbastanza  dotati di cogl  coraggiosi per approfittarsi della sua assenza avrebbero già fatto qualcosa tempo fa: in una di quelle numerosissime occasioni quando Putin si assenta da Mosca per motivi famigliari, per i tentativi di comunicazione con le divinità pseudo-cristiane che si inventato o, semplicemente, per usare qualcuna delle sue residenze in giro per la Russia (nonostante una convinzione molto diffusa in Occidente, Putin passa pochissimo tempo a Mosca).
Il mio pensiero numero due è stato: perché le autorità russe tentano costantemente di inserire la Cina tra i vincitori della Seconda guerra mondiale? Capisco che a maggio bisogna invitare per forza qualche politico straniero alla parata della vittoria (quelli occidentali non sono più disponibili per ovvi motivi), ma in altri periodi dell’anno a cosa serve? Insomma, sono andato a controllare se la partecipazione cinese alla Seconda guerra mondiale sia andata oltre sino-giapponese: potrebbe essere che mi sia dimenticato qualcosa…
Ebbene, si tratta dell’unica partecipazione cinese rilevante. Ed era ufficialmente finita il 2 settembre 1945. La relativa parata militare si fa il 3 settembre: mi sembra logico. Quindi ora sappiamo che Putin e Xi Jinping, fino alla fine di uno dei due, da ora in poi avranno due date degli incontri personali fisse all’anno: il 9 maggio e il 2 settembre.
Non so ancora quali conclusioni si potrebbe trarre da questa preziosissima conoscenza.


L’arte di inventare gli schemi

La foto migliore dell’incontro in Alaska è quella dove il criminale di Cremlino sta raccontando – palesemente con successo – un’altra porzione di stronzate al credulone della Casa Bianca:

La migliore caricatura, poi, è questa:

Nel frattempo, secondo le informazioni trapelate dai media, dopo l’incontro con Putin, Trump avrebbe cercato di promuovere – nei colloqui telefonici con Zelensky e con i leader europei – l’idea dello scambio di territori ucraini proposta da Putin, con la quale lui stesso sarebbe d’accordo.
Lo scambio di territori dovrebbe consistere, secondo la proposta di Putin, nel trasferimento da parte dell’Ucraina alla Russia dei territori delle regioni di Donetsk e Luhansk che la Russia non controlla (insieme alle città, alle fortificazioni militari e, soprattutto, alla popolazione che vi risiede che vi risiede), in cambio della generosa rinuncia da parte della Russia a rivendicare i territori delle regioni di Zaporizhia e Kherson, che sempre essa non controlla. In altre parole, Putin ha proposto di cedergli ciò che non gli appartiene in cambio di ciò che non gli appartiene ancora di più.
Zelensky – che sorpresa – ha rifiutato.
Trump è molto indignato e irritato da tale intransigenza.
Questo è ciò che lui e Putin chiamano „l’arte di concludere accordi“.
Ma vedo che nelle teste di un grande numero di europei questa follia non trova posto. Non capiscono che si tratta di uno „scambio“ di qualcosa che non è di Putin con qualcosa che è ancora meno di Putin…


“Noi insieme creiamo il futuro”

Ho letto – ma solo in una fonte – che il video riportato sotto è stato trasmesso più volte dalla televisione federale russa nei giorni precedenti l’incontro tra Putin e Trump. Non posso verificare il fatto della trasmissione: anche prima della guerra guardavo pochissimo la televisione. Ma non posso nemmeno non crederci, conoscendo la „creatività“ dei propagandisti statali russi.
Per coloro che non capiscono i sottotitoli in russo, preciso: nel video vengono elencati i „grandi momenti di amicizia tra la Russia e gli USA“, la scritta finale dice „Noi insieme creiamo il futuro“.

Ovviamente, si potrebbe fare un sacco di domande relative al video, ma una continua a turbarmi in un modo particolare: perché nel video un tipo (gli Stati Uniti o Trump?) balla con una tipa (la Russia o Putin?) e, secondo i creatori patriottici del video, cosa dovrebbe succedere tra i due dopo questi divertimenti comuni?
Spero che non lo abbiano mostrato a Putin…


La lettura del sabato

In Alaska si sono veramente incontrati  Hitler e Roosevelt  (ma no, questo è un complimento troppo grande per entrambi), un criminale e un narcisista. Di cosa e perché abbiano parlato, io ancora non l’ho capito. Ma capisco, come avevo capito già prima del loro incontro, che entrambi sono rimasti molto soddisfatti del fatto stesso dell’incontro: per ciascuno di loro è stata una mossa pubblicitaria di grandissimo valore.
È stato molto più interessante, per diversi giorni antecedenti l’incontro, leggere e ascoltare come persone intelligenti cercavano di inventare ragioni logiche per definire l’incontro in Alaska un evento che avesse almeno un qualche significato e importanza. Uno dei partecipanti non ha l’intenzione di finire la guerra, il secondo non ha l’intenzione di intraprendere azioni significative e coerenti per costringere il primo alla pace, mentre la seconda parte in guerra non era nemmeno presente all’incontro. Allora perché sprecare energie mentali per costruire concetti astratti quando ci sono argomenti molto più concreti da affrontare? Un mistero!


La domanda più importante

Leggo sempre di più sul probabile incontro «dal vivo» tra Trump e Putin. Non si capisce ancora dove, quando e a quali condizioni, ma pare che entrambe le parti stiano considerando la possibilità di questo incontro.
Tutti scrivono e parlano dei dubbi di cui sopra, ma quasi nessuno scrive o parla del mistero principale: perché dovrebbero incontrarsi fisicamente? Cosa si potranno dire di diverso da quello che si sono già detti più volte via telefono? Possono fare qualcosa oltre a parlare? Ma Putin non gioca a golf e Trump non gioca a hockey…
N.B. tra parentesi: (per me l’espressione «hockey su ghiaccio» suona un po’ come «calcio su erba»). Parentesi chiusa.
L’unica utilità dell’ipotetico incontro «offline» tra Trump e Putin è fare molto contento Putin. Infatti, si sentirà ancora più accettato a livello internazionale, ammesso nei club dei veri personaggi importanti e potenti, riconosciuto come un grande leader. Ma siete sicuri che sia una concessione tanto utile?


La lettura del sabato

L’articolo segnalato nella edizione odierna della ormai tradizionale rubrica collega in un unico schema Putin, Orban, l’UE, il petrolio e tutti quelli che sanno guadagnare con tutte le parole appena elencate. È uno schema che in una certa misura condizionava la vita europea prima della guerra, lo condiziona ora e per chissà quanto tempo condizionerà ancora.
A volte è bello consigliare degli articoli di portata un po’ più grande del solito.


Scopriremo se

Ieri Maria Zakharova, la rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, nel corso della trasmissione «60 Minuti» del canale televisivo statale Rossiya 1 ha dichiarato: la composizione della delegazione russa al secondo round di negoziati con l’Ucraina a Istanbul sarà la stessa dei colloqui del 16 maggio.
Il giorno prima, il 28 maggio, Donald Trump ha dichiarato: nel corso delle prossime due settimane scopriremo se Putin vuole la pace… Eh? Putin vuole cosa? Riusciremo a scoprire qualcosa? Ok, non importa. L’importante è che Trump aveva fatto la stessa dichiarazione il 19 maggio, il 27 aprile… In pratica, fa la stessa dichiarazione ogni due o tre settimane e ogni volta conta di scoprire qualcosa. La prossima volta dovrebbe capitare il 12 giugno: conoscendo Trump, non mi sorprenderò.
Mentre voi non dovreste sorprendervi per il fatto che Putin manda a Istanbul gli stessi buffoni di prima. Perché voi non siete Trump che spera di scoprire qualcosa.


Un vero miracolo…

Dagli USA arriva una notizia incredibile: Trump non cambiato idea in 24 ore! (Sì: come sappiamo, l’unica cosa che è capace di fare in 24 ore è dire o fare l’esatto contrario rispetto a prima.) Sul proprio social ha continuato a criticare Putin, dicendo che quest’ultimo «sta giocando con il fuco»:

What Vladimir Putin doesn’t realize is that if it weren’t for me, lots of really bad things would have already happened to Russia, and I mean REALLY BAD. He’s playing with fire!

Boh, speriamo che finalmente si tratti di un contatto con la realtà stabilito!


Ha iniziato a sospettare qualcosa

Ieri Trump ha dichiarato che Putin è impazzito e ha iniziato a uccidere molte persone, non solo i militari:

I’ve always had a very good relationship with Vladimir Putin of Russia, but something has happened to him. He has gone absolutely CRAZY! He is needlessly killing a lot of people, and I’m not just talking about soldiers. Missiles and drones are being shot into Cities in Ukraine, for no reason whatsoever. I’ve always said that he wants ALL of Ukraine, not just a piece of it, and maybe that’s proving to be right, but if he does, it will lead to the downfall of Russia! Likewise, President Zelenskyy is doing his Country no favors by talking the way he does. Everything out of his mouth causes problems, I don’t like it, and it better stop. This is a War that would never have started if I were President. This is Zelenskyy’s, Putin’s, and Biden’s War, not «Trump’s,» I am only helping to put out the big and ugly fires, that have been started through Gross Incompetence and Hatred.

Il Cremlino, invece di chiedersi dove sia stato Trump per undici anni, ha detto che il post di Trump era dovuto a un «sovraccarico emotivo».
Il sovraccarico emotivo dovuto all’osservazione quotidiana di questa guerra non è un fenomeno impossibile, nemmeno per un non-Trump (ma anche in presenza dell’effetto di assuefazione). Ma questo non annulla la domanda non posta dal Cremlino: dove è stato Trump in tutti questi anni?
Io ho una variante della risposta: è il momento di sospettare che mentalmente fosse stato – e si trovi ancora – più o meno tra le stesse nuvole di quell’ex presidente «sonnolento» che ama tanto criticare. Ricorda alcune cose buone del lontano passato, ma è completamente ignaro di tutto ciò che è accaduto più di recente (come i recenti negoziati tra Ucraina e Federazione Russa che Trump ha ordinato di iniziare dopo la loro conclusione). Vi ricorda già qualche peculiarità da vecchio?
Trump non è molto più giovane di Biden. È (era) importante non perdere il momento in cui non basta più dargli dello stupido.


Le reali convinzioni di Putin

In base alle ultime fantasie della Bloomberg, Putin sarebbe convinto che le truppe russe saranno in grado di sopprimere la difesa dell’esercito ucraino e di conquistare completamente le quattro regioni ucraine che lui vuole tanto: quelle di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya.
Ma secondo le mie osservazioni è una interpretazione della realtà sbagliata. Putin, semplicemente, è convinto di avere più risorse della Ucraina per continuare la guerra. E in base a tutte le analisi, nella prospettiva di alcuni anni la sua convinzione è realistica. Di conseguenza, è convinto che in qualche modo gli andrà bene: mentre l’Europa mostra tutta l’indecisione possibile, mentre Trump cambia l’idea più volte al giorno e mentre l’Ucraina esaurisce le proprie risorse umane e materiali, lui (Putin) o conquista qualche chilometro quadrato in più o, almeno, resiste meglio. Rimane, dunque, in una posizione dominante, mantiene la possibilità di sabotare le trattative e di avanzare le pretese impossibili.
E poi, ricordiamoci che l’obiettivo della guerra di Putin non sono i territori. Ottenuti alcuni territori ucraini ora, non smetterà di fare la guerra per sempre.