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La musica del sabato

Oggi dedico la rubrica musicale a uno dei più grandi rappresentanti dell’impressionismo musicale: il compositore francese Joseph Maurice Ravel.
L’opera scelta è il concerto № 1 per pianoforte e orchestra in sol maggiore (scritto nel 1931) suonato dalla Orchestra filarmonica di Mosca (direttore Dmitri Jurowski, solista Andrei Korobeinikov).


La musica del sabato

Come tanti altri gruppi inglesi degli anni ’60, anche The Animals all’inizio della loro carriera cedettero alla moda di cantare le note canzoni americane simulando per di più l’accento americano. Il risultato più noto di tale pratica (per il gruppo in questione) è stata la canzone «The House of the Rising Sun» (inclusa anche nella versione statunitense dell’album «The Animals» del 1964):

Secondo me, però, non meno interessante è la loro interpretazione della «I’m Crying» (versione del 1964):

A volte le preferenze delle grandi masse sono poco comprensibili (ma questo non significa che la prima delle due canzoni faccia schifo).


La musica del sabato

Per puro caso ho trovato una interessante versione della canzone «Billie Jean» suonata da Jose Feliciano. È interessante per la chitarra:

E poi, a questo punto, metto anche la versione originale di Michael Jackson (il quale l’altro ieri avrebbe compiuto 61 anni):

Anche se non sono mai stato un grande fan di Michael Jackson…


Gli strumenti musicali elettrici

Il youtuber Device Orchestra suona la musica popolare utilizzando gli strumenti abbastanza particolari: i tostapane, le macchine da scrivere, i lettori delle carte bancarie, i spazzolini elettrici etc. Dalle vibrazioni prodotte da quegli strumenti si compongono delle melodie facilmente riconoscibili.
Faccio due brevi esempi. Il primo è l’inno statunitense:

E il secondo è l’inno sovietico (la musica di quello russo è in realtà identica):

Device Orchestra non si specializza però negli inni: sul suo canale si trovano anche delle note canzoni di altri generi.


La musica del sabato

Quel pochissimo che ho sentito della Annie Lennox solista mi è piaciuto molto meno di quel poco che ho sentito nel corso della mia vita degli Eurythmics (dei quali è stata la voce Lennox). Qualche canzone ascoltabile, comunque, ha raggiunto anche le mie orecchie.
Una volta postata la musica del gruppo, non potevo non postare la musica della componente più famosa, vero?
La prima delle due canzoni selezionate per oggi è la «Why» (dall’album «Diva» del 1992):

Mentre la seconda è la «Into the West» (registrata nel 2003 per il film «Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re»):


La musica del sabato

Wolfgang Amadeus Mozart ebbe una vita breve, ma molto «produttiva» dal punto di vista professionale-musicale.
Come posso scegliere solo una sua opera per il post?
Direi, a caso.
Quindi oggi sentiamo il Concerto per violino e orchestra № 1 (KV 207):


La musica del sabato

Esistono i cantanti che sanno cantare (relativamente pochi).
Esistono i cantanti che non sanno cantare ma si ostinano nel tentare di farlo (tantissimi, direi la maggioranza schiacciante).
Esistono i cantanti che non sanno cantare, lo sanno e quindi per non fare una brutta figura semplicemente parlano, cercando di seguire il ritmo della musica (numerosi, ma non tantissimi).
Tra i rappresentanti della terza categoria dei cantanti a volte capitano degli esempi interessanti, meritevoli di attenzione. Il post musicale di oggi è dedicato a uno di loro: Mark Knopfler.
La sua prima canzone selezionata per oggi è la «Silvertown blues» (dall’album «Sailing to Philadelphia» del 2000):

Mentre la seconda è la «What It Is» (dallo stesso album):


La musica del sabato

Johannes Brahms, che ha composto la musica di ogni genere tranne l’opera lirica, ha guadagnato la fama mondiale prevalentemente per le sue sinfonie. L’obiettivo della mia rubrica musicale è però la condivisione della musica che piace a me e non necessariamente quella più famosa. Anche per questo oggi pubblico le due rapsodie di Brahms scritte nel 1879.
La Rapsodia № 1 in si minore, Agitato (suonata da Murray Perahia):

La Rapsodia № 2 in sol minore, Molto passionato, ma non troppo allegro (suonata da Arthur Rubinstein):

A volte non riesco a capire perché Brahms fosse stato tanto criticato da alcuni suoi colleghi famosi (per esempio Chaikovskij), ma essi sono infinitamente più esperti di me, quindi hanno altri criteri di valutazione.


Il logico fallimento

Gli organizzatori del festival «Woodstock 50» si sono arresi: l’evento non si farà perché mancano la location e gli sponsor, mentre alcuni degli artisti più famosi hanno ritirato la propria disponibilità a parteciparvi.
Tale fallimento epocale ci ricorda ancora una volta almeno due cose, abbastanza banali:
È controproducente cercare di ripetere i successi del passato; l’obiettivo minimo è quello di saper adattarsi ai tempi correnti. Solo così si fa qualcosa che resta nella memoria.
Non ha senso pianificare di fare qualcosa di epocale per una data precisa (penso che in molti conoscano o ricordino le magiche frasi «dal prossimo semestre inizio a studiare sul serio», «smetto di fumare da lunedì», «vado a conoscerla dopo le vacanze» etc). Contano l’interesse delle parti e alcune altre circostanze fortunate (cercate delle conferme nella vostra stessa memoria: ne troverete).
Il primo Woodstock illustra benissimo entrambi i principi. Gli organizzatori, stranamente, non sono riusciti a capirlo nemmeno in cinquant’anni.


La musica del sabato

Il post musicale di oggi si apre con una lezione di Joanna Connor su come far divertire i propri vicini di casa senza farli diventare dei nemici mortali (solo la gente con scarsa fantasia si ripete ogni anno con le solite grigliate).

In qualità del secondo video metterei un breve pezzo della sua esibizione al Western MD Blues Festival.

Mi ricordo che anni fa, quando avevo visto per la prima volta Joanna Connor in un video (e non conoscendola ancora), non riuscivo proprio a concentrarmi sulla musica. Ma poi mi sono abituato.