Oggi dedico la rubrica musicale a uno dei più grandi rappresentanti dell’impressionismo musicale: il compositore francese Joseph Maurice Ravel.
L’opera scelta è il concerto № 1 per pianoforte e orchestra in sol maggiore (scritto nel 1931) suonato dalla Orchestra filarmonica di Mosca (direttore Dmitri Jurowski, solista Andrei Korobeinikov).
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Wolfgang Amadeus Mozart ebbe una vita breve, ma molto «produttiva» dal punto di vista professionale-musicale.
Come posso scegliere solo una sua opera per il post?
Direi, a caso.
Quindi oggi sentiamo il Concerto per violino e orchestra № 1 (KV 207):
Johannes Brahms, che ha composto la musica di ogni genere tranne l’opera lirica, ha guadagnato la fama mondiale prevalentemente per le sue sinfonie. L’obiettivo della mia rubrica musicale è però la condivisione della musica che piace a me e non necessariamente quella più famosa. Anche per questo oggi pubblico le due rapsodie di Brahms scritte nel 1879.
La Rapsodia № 1 in si minore, Agitato (suonata da Murray Perahia):
La Rapsodia № 2 in sol minore, Molto passionato, ma non troppo allegro (suonata da Arthur Rubinstein):
A volte non riesco a capire perché Brahms fosse stato tanto criticato da alcuni suoi colleghi famosi (per esempio Chaikovskij), ma essi sono infinitamente più esperti di me, quindi hanno altri criteri di valutazione.
Jon Lord è uno dei miei compositori contemporanei preferiti (e avevo già tentato di spiegare il perché), quindi oggi dedico a egli un’altra puntata della mia rubrica musicale. Questa volta ho pensato di postare due sue opere brevi.
Che la prima sia la «Air On the Blue String» (dall’album «To Notice Such Things» del 2010)
E poi la «From the Windmill» (dall’album «Pictured Wihin» del 1998)
La grande sfortuna di Richard Wagner consiste nel fatto che oggi viene ricordato e valutato professionalmente solamente nell’ottica di quella parte della sua concezione del mondo che non riguarda la musica. Wagner-persona era contro di me, ma la sua ideologia ha perso e oggi egli mi interessa solo come compositore. La sua musica valeva più delle sue idee e quindi è sopravvissuta.
Nel post musicale di oggi pubblico l’unica sinfonia completata di Wagner (e, allo stesso tempo, una delle sue prime composizioni serie): la Sinfonia in do maggiore.
Essendo troppo indeciso sulla opera di Dmitrij Šostakovič da selezionare per il post musicale dedicatogli, ho alla fine pensato di seguire il semplice criterio cronologico. Ho quindi scelto l’ultima delle sue sinfonie: la Sinfonia n. 15 in la maggiore. Essa è caratterizzata da una alta quantità di citazioni delle vecchie composizioni di Šostakovič stesso e degli altri compositori famosi del passato.
(Royal Concertgebouw Orchestra diretta dall’olandese Bernard Haitink)
Ma non è un semplice collage. Quindi mi piace.
Per questo sabato ho voluto, senza un motivo particolare, scegliere un’altra opera di Johann Sebastian Bach. Solo perché mi piace il compositore.
Gli interessati possono riascoltare anche l’opera della volta precedente, mentre oggi è il «turno» del Concerto per oboe e violino con l’orchestra.
Delle tre parti non tutte mi sembrano suonate ugualmente bene, ma complessivamente non è una brutta interpretazione.
Anche l’esempio di un grande compositore come Niccolò Paganini ci insegna che in questo mondo nulla viene inventato da zero. Ogni cosa nuova è costruita con dei mattoncini delle esperienze passate: viste o vissute. Così, per esempio, «Le Streghe» (una delle composizioni più famose di Paganini) è stata scritta dopo l’ascolto de «Il noce di Benevento» del compositore austriaco Franz Xaver Süssmayr al Teatro alla Scala. Paganini fu particolarmente colpito dal ballo delle streghe e dunque scrisse una propria variazione:
In qualità del «B-side» del post musicale odierno metto la «Grande sonata per violino e chitarra» di Paganini:
Non so se succede anche in Italia, ma in Russia Paganini è uno dei compositori più utilizzati nelle prime fasi dello studio del pianoforte. Ancora adesso non riesco a capire come sono riuscito a non odiarlo (anzi!).
Il compositore Pietro Mascagni è oggi conosciuto e ricordato prevalentemente per le sue opere liriche. Direi che dal punto di vista qualitativo questa forma della memoria passiva non è del tutto ingiustificata. E, in ogni caso, è giusto ricordare una persona solo per ciò che ha fatto.
Nel post musicale odierno, comunque, propongo la sua sinfonia in fa maggiore per pianoforte perché gli artisti meritano di essere ricordati sotto molteplici aspetti professionali.
Nei tempi ormai lontanissimi dei miei terrificanti esercizi con il pianoforte detestavo le opere a quattro mani perché lasciavano pochissimo spazio per l’interpretazione personale. Ma almeno avevano una utilità didattica di base. Da ascoltare, invece, sono molto meglio.
Il compositore austriaco Franz Liszt è noto prevalentemente grazie alle sue opere per il pianoforte. Questo può motivarmi anche a iniziare il post musicale odierno con una scelta meno ovvia, meno scontata.
Inizierei dunque con il poema sinfonico «Hunnenschlacht» (in italiano, «Battaglia degli Unni») composto nel 1857.
E poi aggiungerei una piccola curiosità musicale: la Liebestraum No. 3 di Liszt è stata utilizzata dalla Nokia per una delle suonerie. Quindi pubblico anche l’originale suonato da Evgenij Kisin: