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Il primo esercito

Ieri ho scoperto che la rivista statunitense «U.S. News & World Report» ha deciso di pubblicare una sua classifica degli eserciti più forti al mondo. Il top-10, secondo l’autorevolissima rivista, sarebbe questo:
1. Russia
2. USA
3. Israele
4. Cina
5. Corea del Sud
6. Iran
7. UK
8. Ucraina
9. Germania
10. Turchia
Avremmo potuto chiederci cosa si fossero fumati gli autori della rivista prima di stilare e, soprattutto, pubblicare una classifica del genere: infatti, nemmeno Putin prima dell’inizio della guerra in Ucraina aveva trovato il coraggio di mettere il proprio esercito al primo posto (lo metteva al secondo, dietro a non si sa quale altro esercito). Ora, quando la guerra da «prendiamo Kiev in tre giorni» si è trasformata in «dopo quasi tre anni abbiamo finito la carne russa e mandiamo in Ucraina quella nordcoreana», vediamo che l’esercito russo è forte in tante cose, ma non nel combattere (e, in un certo senso, meno male che sia così!).
Ma allora la rivista statunitense in base a quale criterio ha stilato la propria classifica sorprendente? Le persone ben informate me lo hanno comunicato: «la classifica si basa su un sondaggio condotto in 36 Paesi di tutti i continenti (17.000 persone intervistate tra il 22 marzo e il 23 maggio di quest’anno [2024]).».
Really? In base a un sondaggio?!
Però anche se supponiamo che il sondaggio fosse stato condotto esclusivamente in lingua russa, non si capisce in quale mondo parallelo vivano tutte quelle persone intervistate…
Ma non mi va di ragionare troppo sulla idiozia altrui, quindi lascio le eventuali ricerche sull’argomento a voi.


Una ricetta sicura

Esistono delle notizie piccole, che noti solo per sbaglio, che in più non possono nemmeno essere commentate perché assomigliano più a una diagnosi… Ma proprio per questo motivo hanno anche qualcosa di molto attraente. Di conseguenza, non vorrei che ve le perdiate voi.
Per esempio: Elena Vyalbe, la presidente della Federazione russa di sci di fondo (dal 17 giugno 2010; è una ex sciatrice con 7 medagli olimpiche e 17 dei vari campionati del mondo), ha dichiarato:

Se avessimo sganciato una bomba sul centro di Londra, a quest’ora sarebbe tutto finito e ci sarebbe stato permesso di partecipare ovunque.

Ha aggiunto che prima o poi i russi potranno tornare sulla scena mondiale.
Capisco che gli sportivi di tutto il mondo solitamente non sono dei grandi intellettuali, ma è comunque interessante scoprire – per l’ennesima volta – che non esiste alcun limite!

P.S.: le persone attente dicono che la propaganda statale russa è negli ultimi mesi passata dal negare l’eventualità dell’uso «della bomba» al discutere «dove e quando» potrebbe essere usata. Ma questo è un altro grande argomento.


No, non è una barzelletta

A volte mi capita di leggere delle notizie che nella mia testa non sarei riuscito a inventare nemmeno da ubriaco… Non avendo mai assunto altre sostanze, non posso dire con certezza se almeno esse mi avrebbero «aiutato».
Il Ministero della Giustizia russo ha chiesto la liquidazione della fondazione benefica «Insieme contro il nazismo». Il colloquio preliminare sulla causa è previsto per il 21 giugno. Il direttore della fondazione, Alexander Zabara, ha dichiarato di avere già subito pressioni da parte delle autorità russe a causa di finanziamenti stranieri (in base a una legge alla quale si è ispirata anche la recente legge georgiana della quale avete sicuramente letto o sentito parlare). La richiesta della chiusura – che ora dovrebbe avvenire in via giudiziaria – si fonda proprio sul fatto dei finanziamenti stranieri.
La fondazione «Insieme contro il nazismo» è stata istituita nel 2016. Sul sito web della organizzazione si legge che essa si impegna ad aiutare gli ex prigionieri dei campi di concentramento nazisti: oggi in Russia ci sono più di 140 mila ex prigionieri minorenni dei campi di concentramento, di cui quasi 60 mila con disabilità. Si tratta di persone anziane, di età superiore ai 73 anni.
È realmente «curioso» leggere tale notizia nel contesto globale della politica che sta attualmente conducendo lo Stato russo.


Impasse

Ieri, il 5 giugno a San Pietroburgo è partita l’edizione 2024 del Forum economico internazionale. Nel 2024 il tema dell’evento è «Le basi della multipolarità: la formazione di nuovi centri di crescita». Un tempo lo SPIEF era considerato una prestigiosa (almeno secondo i criteri russi) piattaforma internazionale, alla quale partecipavano Capi di Stato e dirigenti di grandi aziende straniere. Al terzo anno di grande guerra in Ucraina, Vladimir Putin interverrà al Forum di San Pietroburgo in compagnia dei presidenti di Bolivia e Zimbabwe e di una delegazione del movimento terroristico talebano.
Non so ancora se ci saranno degli eventi meritevoli di vostra attenzione nel corso di questo Forum, quindi oggi vi comunico solo una piccola curiosità. Una delle prime cose che vedono i visitatori del Forum è l’albero genealogico di Vladimir Putin che la società genealogica «La casa delle tradizioni familiari „Kristina“» ha esposto sul proprio stand. L’albero genealogico in questione inizia con un uomo di nome Nikita (senza cognome), vissuto all’inizio del ’600. Allo stesso tempo, l’albero non contiene alcuna menzione dei parenti di Putin nati dalla metà degli anni ’50 in poi. Così, né l’ex moglie di Putin Liudmila (nata nel 1958), né le sue figlie (che Putin per qualche motivo chiama in pubblico con l’espressione «quelle donne») sono elencate nell’albero genealogico… Per non parlare di altri parenti.
Come reagiscono i russi? Hanno già definito quell’albero come «l’impasse di evoluzione».

[se siete interessati, ecco l’immagine più grande]
Voi avete in mente un nome più adatto per questa opera d’arte?


Chissà che offese erano

La notizia è reale, non è una mia invenzione: lo zoo della città russa di Lipeck ha inviato – nell’ambito della campagna «Chi altro se non noi» – due pavoni alla compagnia del 252° reggimento di fucilieri motorizzati delle forze armate russe impegnato nella guerra in Ucraina. L’obbiettivo dichiarato di tale dono era quello di alzare la morale dei soldati: secondo lo zoo, «contemplando i due uccelli belli i soldati potranno cogliere un po’ di pace spirituale»…
I soldati hanno ringraziato con un video, pubblicato subito sui social dello zoo:

Tuttavia, dopo un po’ di tempo lo zoo ha dovuto cancellare il post sulla donazione dei pavoni perché nei commenti i visitatori comuni hanno iniziato a deridere il regalo in particolare e lo zoo in generale, e, allo stesso tempo, hanno si sono messi a esprimersi in un modo «poco gentile» nei confronti di Putin (secondo me anche in un modo adeguato al contesto, ma non ho fatto in tempo a vedere quei commenti). L’amministrazione dello zoo, naturalmente, non poteva permettere una cosa del genere…
A questo punto ci tengo a precisare: no, non sono in ritardo di un mese esatto con la pubblicazione di questo post!


Poteva impegnarsi in altro

Elon Musk sta facendo tutto il possibile per convincermi di essere scemo. Ieri, per esempio, ha pubblicato questo tweet (oppure ora si chiamano iksate?):

(pubblico lo screenshot perché le pubblicazioni online spesso spariscono, soprattutto  da Twitter  da X)
Secondo me potrebbe smettere di sprecare le forze. Mi sono convinto. O quasi…


Il cambio del nome

A volte mi «diverto» a prevedere gli eventi che non sono ancora accaduti. Per esempio: prevedo che tra qualche giorno (o, al massimo, tra qualche settimana) in Russia una intera famiglia verrà dichiarata gradita allo Stato, privata della cittadinanza e cacciata nello Spazio…
Ebbene, l’altro ieri Ekaterina Belous, la responsabile dell’ufficio anagrafe del distretto di Aleksandrovsky, nella regione di Vladimir, ha raccontato in una intervista della famiglia Dzhuraev che ha deciso di rinominare il proprio figlio. Nel 2016 quella famiglia aveva chiamato il proprio figlio Putin.
La famiglia Dzhuraev è originaria del Tagikistan e si è trasferita in Russia durante la guerra civile, ottenendo anche la cittadinanza russa. Nello stesso periodo, i Dzhuraev avevano deciso di dare al figlio di sei mesi Rasul il nome Putin su richiesta del nonno, un grande fan del presidente russo. Nel gennaio 2017, Putin Djuraev aveva pure avuto un cugino che è stato chiamato Shoigu (il cognome del Ministro della «Difesa» russo): non si sa ancora se anch’egli verrà rinominato.
Nel frattempo, sono un po’ preoccupato per l’intera famiglia. Ma per l’orgoglio di Vladimir proprio no.


Non è stato assolutamente uno scherzo, ma io ho riso come un pazzo per circa mezz’ora.
La notizia di ieri è: Vladimir Putin ha regalato a ognuno degli otto leader partecipanti al vertice informale della CSI un anello con i simboli della Comunità. E si è tenuto un altro anello per sé.

Se la vostra reazione è stata almeno parzialmente simile alla mia, prendetevi del tempo per calmarvi e poi leggete pure i dettagli.
Ogni anello, realizzato in un metallo simile all’oro bianco e giallo, reca i simboli della CSI e la scritta «Buon Anno Nuovo 2023». Inoltre, ogni anello porta il nome dello Stato in cui si è tenuto il vertice: la Russia.
I suddetti regali sono stati consegnati a Alexander Lukashenko (il presidente della Bielorussia), Ilham Aliyev (il Presidente dell’Azerbaigian), Kassym-Zhomart Tokayev (il Presidente del Kazakistan), Sadyr Zhaparov (il Presidente del Kirghizistan), Emomali Rakhmon (il Presidente del Tagikistan), Serdar Berdymukhamedov (il Presidente del Turkmenistan), Shavkat Mirziyoyev (il Presidente dell’Uzbekistan) e Nikol Pashinyan (il Primo Ministro della Armenia).
Lukashenko è stato l’unico a infilare immediatamente l’anello sul dito.
Ora sapete anche voi che i dirigenti della Russia sono pure degli ignoranti in materia di quella cultura mondiale dalla quale vorrebbero «difendere i valori russi». Mentre le persone normali, anche in Russia, spesso non riescono a non ridere.


La convinzione

Non sono sicurissimo del fatto che tanti media occidentali abbiano scritto del fatto che i militari della Guardia Nazionale della Federazione (uno dei corpi militari russi) alla fine di febbraio entravano in Ucraina con l’uniforme da parata nei bagagli. Infatti, si programmava di fare una parata da vincitori a Kiev dopo pochissimi giorni…
Sono un po’ più sicuro del fatto che quasi nessuno abbia scritto che davanti alla Cattedrale principale delle Forze Armate della Federazione Russa a Kubinka (nella Regione di Mosca) è in fase di costruzione un arco di trionfo!

Immagino facilmente la sceneggiatura dello spettacolo di inaugurazione programmato.
Inizia tutto con un omino un po’ anziano che cammina sotto l’enorme arco al suono delle fanfare. L’omino viene seguito dai trofei conquistati nel corso della guerra: le macchine del sistema Iskander trasportano le lavatrici, i bollitori elettrici, i motori di barche etc. Poi seguono decine di migliaia di «veterani» senza gambe e senza braccia con tante medaglie. Poi una lunga colonna di vedove in nero passerà sventolando gli assegni da x milioni di rubli regalati dallo Stato per i mariti uccisi. Subito dopo passeranno i vari rottami dell’ex «secondo esercito più grande del mondo»: migliaia di carri armati e mezzi corazzati distrutti. Seguiranno centinaia di bossoli sparati contro l’Ucraina. La lunga processione sarà chiusa dall’enorme incrociatore «Moskva» ricoperto di fango e conchiglie. la nave, ovviamente, si incastrerà nell’arco di trionfo. E proprio in quel momento inizieranno i fuochi d’artificio.
Che spettacolo…
Ma stavo dormendo?..


Ho pensato che potrebbe avere senso dedicare un altro post ai festeggiamenti ufficiosi russi della Giornata della Vittoria di ieri: per conservare meglio il ricordo di alcuni momenti letteralmente incredibili e inimmaginabili per un abitante medio della tranquilla Europa.
Inizierei dalla curiosità più innocua. Dato che si trattava di uno dei festeggiamenti più importanti dell’anno per chi governa lo Stato russo negli ultimi decenni, sulle piazze delle principali città russe sono stati organizzati anche dei concerti musicali per i sudditi. Generalmente, la qualità media della musica che viene proposta ai concerti del genere non è proprio alta e in questa sede non ci interessa. Ci interessano gli «effetti visivi» del concerto tramesso dal «Primo canale» (il principale canale televisivo statale russo). Sul maxi-schermo installato sul palcoscenico di quel concerto venivano trasmesse delle immagini in bianco e nero che avrebbero dovuto illustrare, tra le altre cose, anche la gioia per la fine della Seconda guerra mondiale. Le persone che prestano una attenzione particolare ai dettagli del genere non sono tantissime… Stranamente, sono poche anche tra gli addetti ai lavori. Quindi gli spettatori più attenti sono stati fortemente sorpresi da questa foto:

Infatti, si tratta della foto di  Continuare la lettura di questo post »