L’archivio del tag «gagarin»

La musica del sabato

Non so per merito di quale delle due date – il 90-esimo anniversario dalla nascita di Yuri Gagarin (9 marzo) o il 63-esimo anniversario del volo di Gagarin sull’orbita (12 aprile) – ma ho finalmente saputo della esistenza della Sinfonia N. 2 del compositore russo/sovietico Vyacheslav Ovchinnikov. Composta nel 1957 (dunque quattro anni prima del volo), è stata rivista dal compositore stesso nel 1973 e dedicata proprio a Yuri Gagarin. Secondo me è una composizione molto tradizionale da tutti i punti di vista, ma da suono adatto anche ai temi spaziali:

Purtroppo, su YouTube non sono riuscito a trovare una versione con l’audio più pulito.
P.S.: Vyacheslav Ovchinnikov (1936–2019) è stato noto al largo pubblico prevalentemente come un compositore delle musiche per film. Probabilmente un giorno ne scriverò in dettaglio.


Il luogo dello schianto

Per «fortuna» a volte capitano delle occasioni valide per scrivere qualcosa che non riguardi la guerra in corso. Per esempio: ieri l’Archivio di Stato russo per la documentazione scientifica e tecnica (RGANTD) ha pubblicato le fotografie della scena dell’incidente aereo nel quale è morto il primo cosmonauta del mondo, Yuri Gagarin. Si sostiene che le immagini sarebbero state rese pubbliche per la prima volta. Mostrano dei frammenti della fusoliera dell’aereo precipitato.

Yuri Gagarin si è schiantato 55 anni fa, il 27 marzo 1968, quando insieme all’istruttore Vladimir Seregin si stava allenando su un jet MiG-15 UTI. Il loro velivolo era decollato la mattina alle 10:18 dall’aeroporto militare di Chkalovskiy (vicino a Mosca). L’equipaggio avrebbe dovuto eseguire esercitazioni per almeno 20 minuti, ma alle 10:30 Gagarin comunicò alla base la fine della missione e chiese il permesso di tornare all’aerodromo.

Pochi minuti dopo l’aereo si è schiantato vicino al villaggio di Novoselovo, nella regione Vladimir Continuare la lettura di questo post »


La storia di un ritaglio

Una delle numerosissime serie di foto scattate a Yuri Gagarin poco dopo il suo ritorno dallo spazio può essere riassunta con questa immagine:

È inutile ricordare che il volo avvenne il 12 aprile 1961. È invece utile ricordare che la suddetta foto ritrae Gagarin, Nikita Chruščëv (lo vediamo a destra di Gagarin) e alcuni altri gerarchi sovietici che salutano la parata di festa dal mausoleo di Lenin in piazza Rossa… Ma sopra l’ingresso del mausoleo è visibile anche un altro cognome oltre a quello di Lenin: c’è pure quello di Stalin. Il corpo di quest’ultimo è stato «espulso» e seppellito più tardi, la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre del 1961 (quello fu l’unico – ma veramente geniale – festeggiamento del Halloween nell’URSS: il corpo imbalsamato di Stalin uscì in un luogo pubblico!).
Ecco: con l’avanzare della condanna ufficiosa della politica di Stalin, a molte foto come quella che apre il presente post è stata tagliata la parte inferiore (quella con il cognome di Stalin). Mentre dopo la destituzione di Chruščëv la figura di Gagarin è stata liberata pure dalla sua vicinanza politicamente scomoda.
Di conseguenza, la maggioranza delle persone relativamente giovani conosce solo le versioni ritagliate delle foto ufficiali di Gagarin appena tornato.

P.S.: il funerale di Stalin – già morto da oltre otto anni – avvenuto la notte del Halloween è un altro, divertentissimo, argomento che descriverò in un modo dettagliato più avanti. Forse tra un anno esatto…


60 anni del volo di Gagarin

Ed ecco che siamo arrivati al sessantesimo anniversario del volo di Yuri Gagarin nello spazio.
Purtroppo, a distanza di sei decenni quel grande volo per l’umanità (come avrebbe potuto essere chiamato) ci ricorda anche un principio che tutti dovremmo sapere bene: essere il primo in qualcosa non significa essere anche il migliore. Essere il migliore significa fare qualcosa tutti i giorni: ci vuole un cero impegno… Per il primo (e per il migliore) non intendo, in questo caso, Gagarin. Intendo, per esempio, la situazione riassunta in questa statistica:

Ho preso appositamente i dati del 2019, l’ultimo anno «normale» per tutti gli abitanti del nostro pianeta.
Sempre per lo stesso anno possiamo vedere anche questo grafico:

La fonte è sempre la stessa pagina di Wikipedia, sulla quale troverete alcuni altri dati (e link) potenzialmente interessanti.
Io, intanto, non posso non constatare che si tratta di un anniversario un po’ triste. Perché per qualcuno rimane uno dei pochissimi anniversari che si riferiscono a dei risultati realmente importanti e allo stesso tempo lontanissimi nel tempo. Il nome del vaccino che sarebbe stato creato prima di tutti lo dimostra ancora una volta.


I 59 anni del volo di Gagarin

Oggi è il 59-esimo anniversario del viaggio di Yuri Gagarin attorno alla Terra. Dato che questa volta la bella data capita di domenica, le dedico la tradizionale rubrica domenicale.
Inizio con una breve raccolta di immagini varie di produzione sovietica. In parte si tratta delle riprese non documentari. Infatti, i video reali dell’imbarco, del decollo, del volo, dell’atterraggio e della accoglienza di Gagarin tornato sulla Terra non sono mai stati realizzati (o semplicemente non pubblicati?). Quindi ricordatevi che in parte si tratta di un vero e proprio film recitato.

Il secondo video è l’intervista ai semplici passanti britannici realizzato dalla BBC dopo la notizia del volo:

Il terzo video testimonia l’accoglienza di Yuri Gagarin a Londra nello stesso 1961:

Il quarto – e l’ultimo – video è quello del funerale di Gagarin il 30 marzo 1968:

Il Giorno dei cosmonauti (il 12 aprile, appunto) è l’unica festa sovietica di qualità positiva che non mi dispiace di avere ereditato dal passato. Così come lo stesso Yuri Gagarin è forse l’unico eroe indiscusso del periodo sovietico.


Il primo tra gli sospettati

Sul nostro sfortunato pianeta vivono numerosi personaggi convinti che gli astronauti americani non siano mai stati sulla Luna. Sono gli stessi personaggi che non si sono mai resi conto del fatto che le prove del volo di Yuri Gagarin nello Spazio sono molte meno dello sbarco sulla Luna.
(Tra parentesi: esistono pure dei personaggi convinti della inesistenza dei viaggi e dei lanci nello Spazio in generale, ma oggi non parliamo di questa categoria dei malati).

[disponibile anche in un formato più grande]
Il volo di Gagarin fu eseguito nella massima segretezza: non esiste alcuna ripresa foto o video della sua salita sulla navicella e del decollo. Le famose riprese delle conversazioni tra Gagarin e il capo-progettista Koroljov furono fatte dopo il volo, come un film, appositamente per la Storia.
Non esiste nemmeno una foto scattata da Gagarin nello Spazio. Vi sembra immaginabile che alla prima persona diretta verso lo Spazio non fosse stata fornita una macchina fotografica? Supponiamo che l’intento fosse stato quello di non far distrarre il cosmonauta dal lavoro principale: sarebbe comunque stato possibile organizzarsi con la telemetria già in corso dal bordo della navicella.
L’URSS preferì nascondere tutte le caratteristiche tecniche della navicella «Vostok 1» e falsificare i risultati del primo volo. Il 18 luglio 1961 a Parigi iniziò la riunione della Federazione aeronautica internazionale (FAI) alla quale sarebbero dovuti essere registrati i record stabiliti da Gagarin: la durata del volo (108 minuti), la quota (327,7 km), il peso del carico portato nello Spazio (4725 kg) e due record di collegamento via radio. Secondo il regolamento, però, il record poteva essere registrato solamente nel caso di atterraggio con il pilota presente nella cabina del velivolo e in presenza di un commissario sportivo sul luogo dell’atterraggio. La presenza del commissario fu impossibile anche perché l’atterraggio avvenne in un luogo diverso da quello calcolato. La presenza del pilota nella cabina è una questione ancora più difficile: in alcune pubblicazioni dell’epoca fu ammessa l’esistenza del seggiolino eiettabile nella capsula di atterraggio del «Vostok 1». I dirigenti della Federazione espressero dunque un ragionevole dubbio: dove fu Gagarin al momento dell’atterraggio? Dentro la cabina o fuori? La delegazione sovietica rispose in modo univoco: dentro. Solo nell’ottobre del 1964, quando decollò il «Vostok 3», fu diffuso il comunicato ufficiale sovietico circa il fatto che il suo equipaggio «ricevette per la prima volta la possibilità di atterrare con la propria navicella».
Inoltre, non furono invitati dei corrispondenti autorevoli (nemmeno dagli Stati socialisti) che avrebbero potuto confermare il fatto della salita di Gagarin a bordo della navicella e il fatto del decollo della stessa.
L’URSS avrebbe dovuto presentare delle prove concrete, dettagli del volo: le foto della Terra dall’orbita, i dettegli del lancio e la descrizione del razzo, i nomi dei progettisti del razzo e della navicella. Nulla di tutto questo fu reso pubblico.
Gli americani intercettarono la telemetria del «Vostok 1», ma questa potette anche essere falsificata (come, per esempio, furono falsificati i dati sovietici sugli armamenti) oppure trasmessa da una navicella vuota.
Con la teoria del complotto può essere spiegata anche la morte di Gagarin: si è schiantato con un aereo vecchio dieci anni, il cui motore si è acceso solo al quinto tentativo (e le circostanze della tragedia non sono tuttora rese pubbliche dagli inquirenti). In tal modo si sarebbe evitato il rischio dei suoi racconti sulla «realtà dei fatti».
Ecco, considerata la data odierna (il 58-esimo anniversario del volo di Gagarin), preciso che io non credo in alcuna teoria del complotto. E non ho dei dubbi sul fatto del volo di Gagarin. Il presente post va letto solo come un testo di storia.


Il monumento ideale

Il 12 aprile in Russia (e ormai solo in Russia) si festeggia – in memoria dello storico volo di Yuri Gagarin – il Giorno dei cosmonauti. Il primo cosmonauta russo viene però ricordato anche in alcuni altri Stati. Così, per esempio, l’8 aprile 2018 a Belgrado è stato aperto un monumento stranissimo:

In pratica, si tratta di un busto relativamente piccolo posizionato sopra un piedistallo di notevoli dimensioni. Di conseguenza, una persona di altezza media è visibile solo la parte dalla fronte in su.
Anzi, era visibile. Va utilizzato il passato perché già il 10 aprile, dopo le numerose pubblicazioni dei cittadini sui social networks (per esempio, si soteneva che il busto sarebbe visibile solo dallo Spazio e che sarebbe stato posizionato a tale altezza per non essere rubato) il monumento è stato smontato «per essere migliorato».
Prendendo spunto da questo piccolo episodio della ordinaria scarsa creatività degli esseri umani, ho iniziato a ragionare su come dovrebbe essere un monumento ideale a un cosmonauta/astronauta. E forse l’ho capito: deve essere un mix tra lo sfortunato monumento di Belgrado e quello inaugurato a Mosca il 4 luglio 1980. Dovrebbe secondo me essere una gigantesca freccia indirizzata verso l’alto e recante la scritta «Il cosmonauta X è stato lì».

Regalo questa idea agli scultori che vogliono dedicarsi alle opere monumentali.


Yuri Gagarin

La Russia contemporanea ha ereditato dall’URSS una serie di feste, la maggior parte delle quali non ha mai avuto alcun senso. Alcune di queste fortunatamente sono state abrogate (come, per esempio, la festa dalla rivoluzione), altre non sono più delle festività ufficiali. Qualcuna, come la «festa del difensore della patria» (23 febbraio), sopravvive ancora.

Solo due feste del periodo sovietico sono generalmente riconosciute dai russi: il Capodanno (ritenuto importante quanto il Natale in Europa) e il Giorno dei cosmonauti (che si festeggia il 12 aprile).

Appena (?) 56 anni fa, il 12 aprile 1961, è stato lanciato nello Spazio il primo uomo della Storia, Yuri Gagarin. A partire dalle 10:48 (l’ora di Mosca) di quel grande giorno Gagarin è una delle persone più strumentalizzate del mondo: lo è stato in sette anni di vita che gli erano rimasti, in occasione della morte, ma pure ora. Oggi, per esempio, anche negli Stati che non festeggiano l’anniversario del suo famoso volo orbitale si parlerà molto di lui. Solo oggi e solo di lui: al suo nome si associa uno dei pochissimi successi positivi sovietici. Nonostante la competizione nel settore spaziale abbia condannato a decenni di fame l’intero popolo, oggi il volo di Gagarin è un successo che non viene messo in discussione nemmeno dai più critici. Ma lui, Gagarin, fu stato solo fortunato: lo scelsero tra altri 20 candidati per il sorriso fotogenico. E, soprattutto, fu il primo uomo a essere tornato vivo dallo Spazio.

Non è stato altrettanto fortunato Sergei Korolev, il progettista dei primi razzi, satelliti e navicelle sovietici. E’ stato lui a far compiere alla umanità il passo più grande: quello la portò nello Spazio. Oggi, purtroppo, è festeggiato da pochissimi. Eppure lo Stato che grazie ad egli ottenne una delle feste più belle, rischiò di ammazzarlo con le proprie mani nei campi di lavoro. Viste le statistiche delle repressioni staliniane, c’è da chiedersi quanti altri korolev non sono proprio sopravvissuti.

Ah, e noi, nonostante le fantasie di moltissimi scrittori, non ci siamo ancora allontanati dal sistema solare.


Yuri Gagarin

La Russia contemporanea ha ereditato dall’URSS una serie di feste, la maggior parte delle quali non ha mai avuto alcun senso. Alcune di queste fortunatamente sono state abrogate (come, per esempio, la festa dalla rivoluzione), altre non sono più delle festività ufficiali. Qualcuna, come la «festa del difensore della patria» (23 febbraio), sopravvive ancora.

Solo due feste del periodo sovietico sono generalmente riconosciute dai russi: il Capodanno (ritenuto importante quanto il Natale in Europa) e il Giorno dei cosmonauti (che si festeggia il 12 aprile).

Appena (?) 55 anni fa, il 12 aprile 1961, è stato lanciato nello Spazio il primo uomo della Storia, Yuri Gagarin. A partire dalle 10:48 (l’ora di Mosca) di quel grande giorno Gagarin è una delle persone più strumentalizzate del mondo: lo è stato in sette anni di vita che gli erano rimasti, in occasione della morte, ma pure ora. Oggi, per esempio, anche negli Stati che non festeggiano l’anniversario del suo famoso volo orbitale si parlerà molto di lui. Solo oggi e solo di lui: al suo nome si associa uno dei pochissimi successi positivi sovietici. Nonostante la competizione nel settore spaziale abbia condannato a decenni di fame l’intero popolo, oggi il volo di Gagarin è un successo che non viene messo in discussione nemmeno dai più critici. Ma lui, Gagarin, fu stato solo fortunato: lo scelsero tra altri 20 candidati per il sorriso fotogenico. E, soprattutto, fu il primo uomo a essere tornato vivo dallo Spazio.

Non è stato altrettanto fortunato Sergei Korolev, il progettista dei primi razzi, satelliti e navicelle sovietici. E’ stato lui a far compiere alla umanità il passo più grande: quello la portò nello Spazio. Oggi, purtroppo, è festeggiato da pochissimi. Eppure lo Stato che grazie ad egli ottenne una delle feste più belle, rischiò di ammazzarlo con le proprie mani nei campi di lavoro. Viste le statistiche delle repressioni staliniane, c’è da chiedersi quanti altri korolev non sono proprio sopravvissuti.

Ah, e noi, nonostante le fantasie di moltissimi scrittori, non ci siamo ancora allontanati dal sistema solare.


12 aprile 1961

Oggi è una coincidenza fortunata: l’ennesima puntata del video domenicale sul mio blog capita nel giorno del 54esimo anniversario del famoso viaggio di Yuri Gagarin. Quindi pubblico un breve video riassuntivo:

P.S.: buona Pasqua a tutti coloro che la festeggiano oggi.