Il sondaggio del mese

Il mese «festivo» di dicembre è probabilmente il momento più adatto per ammettere che l’espressione «inquinamento luminoso» si associa nella mia testa prima di tutto con le luci natalizie multicolore che lampeggiano più o meno a caso e con qualsiasi ritmo. Quel tipo di luci mi fa venire il mal di testa in circa due nanosecondi; dunque, cerco da anni di escluderlo dal mio campo visivo.
Le preferenze dei miei lettori, però, potrebbero essere diverse. Di conseguenza, il sondaggio di questo mese è formulato nel modo seguente…

Come devono funzionare, secondo voi, le luci natalizie?

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Probabilmente siete più fortunati di me.
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


L’aiuto ucraino alla Siria

Il Washington Post scrive che l’Ucraina avrebbe fornito aiuti militari agli oppositori del regime di Bashar al-Assad in Siria poco prima del suo rovesciamento: quattro o cinque settimane fa l’intelligence ucraina avrebbe consegnato 150 droni ai ribelli e ha inviato in Siria 20 persone esperte nel pilotaggio di droni.
In precedenza, le autorità ucraine avevano già riferito della loro intenzione di combattere contro i mercenari russi in Siria. Per esempio, a giugno il Kyiv Post aveva pubblicato un articolo sulle forze speciali ucraine che combattono al fianco dei ribelli contro il governo di Bashar al-Assad e l’esercito russo che lo sostiene. A luglio, poi, si è saputo che l’esercito ucraino aveva colpito una base aerea russa all’interno del Paese.
Non ho dei motivi per non credere a tutte le notizie appena citate anche se a prima vista potrebbero sembrare illogiche. È vero che l’esercito ucraino dovrebbe essere concentrato sulle problematiche molto più attuali, ma i suoi interventi in Siria – sicuramente di portata non particolarmente ampia – perseguivano, in realtà, un importante obbiettivo diplomatico. Infatti, la sconfitta putiniana in Siria (considerato quanto si era in precedenza impegnato a sostenere Assad, si tratta di una sconfitta e di una sconfitta sua) è un brutto colpo per la sua immagine. Ora i leader degli Stati occidentali dovrebbero vedere con la massima chiarezza che l’esercito putiniano è ancora più debole di quanto vediamo sull’esempio della guerra in Ucraina. In sostanza, sta già dando il massimo e non ha le risorse per altre missioni importanti per Putin. Di conseguenza, non dovrebbe avere le risorse nemmeno per agire con ancora più intensità sul fronte ucraino.
Tutto questo induce a pensare che la posizione di Putin nelle ipotetiche trattative sulla situazione in Ucraina non può essere forte. I sostenitori della Ucraina sanno dunque come comportarsi. E meno male.


Trovare l’inizio della fine

Non mi sono mai interessato dell’argomento, ma, a giudicare dalle foto attuali, la flotta militare siriana non faceva una particolare impressione nemmeno prima di essere mandata affanculo (questa volta non dagli ucraini, ma dagli israeliani che hanno qualche possibilità tecnica in più).

Sfrutto l’occasione per riportare la conclusione alla quale sono giunti alcuni analisti che ho letto e sentito in questi giorni: Continuare la lettura di questo post »


Chi ci ha perso

Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha dichiarato che Vladimir Putin ha preso personalmente la decisione di concedere l’asilo a Bashar al-Assad e alla sua famiglia:

Sul luogo in cui si trova Assad non abbiamo nulla da dire. Tali decisioni [sulla concessione dell’asilo politico] non possono essere prese senza il Capo di Stato. La decisione spetta a lui. In questo caso, non ho nulla da dire.

Chissà cosa avrà da dire se e quando si scopre che Assad non è in Russia, ma tra le macerie del proprio aereo scomparso velocemente dai radar. Anche se per ora capisco il vero motivo della dichiarazione di Peskov: deve far apparire che almeno in un modo minimo lo Stato putiniano aiuta sempre i propri amici.
Secondo Peskov, poi, il rovesciamento del regime di Assad «ha sorpreso il mondo intero» e la Russia «in questo caso non fa eccezione». Ha aggiunto che la questione del dispiegamento militare russo in Siria sarà decisa nei negoziati con le nuove autorità siriane.
Sul fatto che sia stata una sorpresa posso dire qualcosa io: pare che pochi giorni prima della perdita del potere Assad abbia realmente visitato Mosca per chiedere di potenziare gli aiuti militari. Non so in quale miracolo abbia sperato, ma gli è stato logicamente risposto che attualmente l’esercito russo ha altre priorità (indovinate quali). Quella risposta – che non dovrebbe sorprendere nessuno – era sicuramente arrivata nonostante Assad abbia descritto bene la situazione nella quale si trovava in quei giorni.
Allo stesso tempo, lo Stato russo sta ora rischiando di perdere i porti strategici in Siria, che con Assad al potere sarebbero stati – presumo – più garantiti. Di conseguenza, mi sa tanto che i negoziati non andranno tanto bene (i nuovi governanti si ricordano bene il ruolo dell’esercito russo durante la guerra) e Putin avrà la prima grande sconfitta internazionale.
Vediamo se ho indovinato…
P.S.: la fine del regime di Assad è una cosa positiva solo in termini astratti perché non dobbiamo dimenticarci di un piccolo dettaglio: da chi è stata posta.


Il sito potenziato

I lavori di potenziamento del sito eseguiti la notte tra il sabato e la domenica sembrano essere andati bene: a giudicare da quello che ho fatto in tempo a controllare con attenzione, funziona tutto e non è stata perse alcuna parte dei contenuti (anche se, ovviamente, ho il backup completo della versione precedente del sito).
Spero che in questi giorni – mentre continuo a controllare e testare le varie tipologie delle pagine del sito – anche gli utenti più interessati e meno impegnati mi segnalino vi mail (o altro tipo di messaggio) gli eventuali malfunzionamenti.

Alle persone interessate all’aspetto tecnico dell’aggiornamento eseguito comunico di avere cambiato la versione del PHP sul server (sono passato alla versione 8, molto diversa dalla precedentemente usata) e, di conseguenza, anche la versione del CMS. Ora il sito dovrebbe essere un po’ più veloce e sicuro. E, soprattutto, sarà più facilmente aggiornabile da tutti i punti di vista.


Mitragliatrice

Non so se qualcuno di voi si è accorto di una interessantissima invenzione dei protestanti georgiani: le «mitragliatrici per fuochi d’artificio» che vengono usati contro la polizia (la quale usa i cannoni ad acqua fredda).

È interessante anche dal solo punto di vista tecnico…


La musica del sabato

Visto che quest’anno la festa milanese di Sant’Ambrogio capita di sabato, ho pensato di dedicare la coincidente puntata della mia rubrica musicale a qualche composizione particolarmente legata a Milano… Ma, allo stesso momento, scegliere qualcosa di non particolarmente noto e/o banale.
Non è stato un compito tanto facile, ma alla fine sono riuscito a trovare una cosa veramente rara: la musica a più voci di Giulio Cesare Ardemanio, pubblicata da Graziadio Ferioli nel 1628, che rappresenta la prima testimonianza superstite di musica per il teatro composta da un milanese, stampata a Milano e ivi rappresentata in una circostanza nota (la visita in città di san Carlo Borromeo nel periodo di carnevale del 1628).
Su YouTube sono riuscito a trovare, di Giulio Cesare Ardemanio, solo la breve canzon a quattro «La Inquieta»:

Ora bisogna capire chi e come motivare per cercare e caricare qualche altra composizione: per gli storici della musica dilettanti potrebbe essere una cosa molto utile e interessante.
Mentre per ora non ho la possibilità di aggiungere il tradizionale secondo video.


La lettura del sabato

Le persone realmente interessate hanno sicuramente già letto più o meno tutto il possibile sul tanto caro a Putin missile «Orashnik»: quello che può trasportare solo le cariche nucleari perché si surriscalda troppo nella fase finale del viaggio (le altre tipologie di cariche bruciano sulla strada verso il bersaglio), si disintegra sempre nella fase finale del viaggio ed è attualmente disponibile in due o tre esemplari (non si sa precisamente, ma, comunque, non di più: la cosiddetta «produzione di massa» non si sa come e con quali ritmi procederà). Ma Putin non sa tutte queste cose, quindi è convinto di poter fare paura al mondo semplicemente parlando di «Oreshnik»…
Ecco, sicuramente voi non siete come Putin, ma io vi aggiungo comunque un altro articolo dedicato al missile «Oreshnik» perché per le persone serie gli approfondimenti non sono mai troppi!


Le fantasie della Bloomberg

L’agenzia Bloomberg scrive che la NATO avrebbe cambiato la propria strategia sulla Ucraina: ora gli Stati-membri non cercherebbero di assicurare la vittoria della Ucraina nella guerra, ma di darle la posizione più favorevole nei colloqui di pace o di aiutarla a contenere l’offensiva russa. Il cambiamento della strategia, secondo l’agenzia, significa che la NATO sta «raddoppiando gli sforzi» per fornire armi alla Ucraina in considerazione del fatto che l’esercito ucraino sta «perdendo gradualmente terreno», il che aumenta, a sua volta, la probabilità che il conflitto si blocchi con la perdita dei territori occupati dalla Russia.
Ebbene, quanto appena riassunto testimonia per l’ennesima volta il fatto che gli autori della Bloomberg vivono in un mondo alternativo, si inventano le notizie a caso e poi si mettono pure a «interpretarle». Qualcuno di voi si era accorto degli sforzi degli Stati-membri della NATO per garantire la vittoria della Ucraina? È un po’ difficile vincere con i caschi e le tende (nei primi sei mesi della guerra gli «sforzi» erano quelli) o con pochi carri armati e aerei arrivati dopo mesi o addirittura anni di richieste. Qualcuno può immaginare come si possa rafforzare radicalmente la posizione ucraina con il doppio di quegli aiuti minimi? Per me è una cosa un po’ difficile da immaginare.
Vista la tendenza del comportamento dei membri della NATO da una parte e della evoluzione dei discorsi pubblici di Zelensky dall’altra (secondo me è diventato meno radicale nelle proprie descrizioni della fine dei combattimenti), capisco che si arriverà presto a una qualche forma di trattative. Le trattative che faranno contenta una delle due parti della guerra significheranno però la sconfitta della parte opposta: nessuna delle due lo potrà accettare, anche se Putin, in teoria, ha più possibilità nel vendere ai propri elettori qualsiasi risultato come una grande vittoria.
Di conseguenza e purtroppo, siamo quasi costretti a sperare nell’ultima cosa che ci rimane: le abilità di Trump di condurre le trattative commerciali aggressive. Bisogna solo trovare il modo di mettergli in testa l’idea che deve costringere Putin a una qualche forma di resa. Una missione facilissima la nostra, ahahaha


Avviso tutti gli interessati che dopo l’una della notte tra il sabato 7 dicembre e la domenica 8 dicembre farò alcuni aggiornamenti del back-end del mio sito. I lavori dureranno circa trenta minuti, durante i quali il sito potrebbe non funzionare o funzionare molto male. Alla fine, però, tornerà con gli stessi contenuti e la stessa grafica di prima, ma, come spero, più potente e più stabile.
Buona fortuna a me!

Si tratta di un lavoro che avrei dovuto fare prima, ma ora non è neanche troppo tardi…