Cosa è venuto a fare?

Ieri è terminata la visita del leader nordcoreano Kim Jong-un in Russia. Leggendo le notizie ufficiali, potremmo pensare che sia venuto per farsi mostrare il sistema missilistico russo Kinzhal installato sul MiG-31, l’aereo passeggeri russo Tu-214 a lungo raggio, la fregata «Marshal Shaposhnikov» con i relativi sistemi missilistici Uran e i sistemi missilistici da crociera universali Kalibr, nonché il sistema di artiglieria automatica A-190 da 100 mm. Inoltre, avrebbe ricevuto in regalo dal governatore della regione di Primorye un set di protezione personale per le operazioni d’assalto, cinque droni kamikaze e un drone Geran-25 per la ricognizione a lungo raggio. E, infine, avrebbe indossato un colbacco.

Insomma, in base alle notizie ufficiali si è trattato della visita istituzionale pù incomprensibile di sempre. Anche se dovremmo ipotizzare che lo scambio dei regali sia stato in realtà molto più generoso.
Chissà quale tecnologia è stata regalata o promessa a Kim Jong-un solo per poter prolungare di quale mese o anno una guerra inutile e ormai persa in Ucraina…


Rincorrere il treno

Mi era già capitato di vedere dei video con gli addetti alla sicurezza che accompagnano di corsa (sì, a piedi) la limousine blindata. Ma non ho ancora visto gli addetti che accompagnano di corsa (sempre a piedi) il treno di Kim Jong-un ancora in movimento per preparare la porta dalla quale scenderà il leader. Certi regimi possono arrivare a un livello di idiozia inimmaginabile:

P.S.: ovviamente, si tratta dell’arrivo di Kim Jong-un in Russia.


La musica del sabato

Probabilmente avete già letto che al Festival di Venezia è stato mostrato il film un po’ idiota «Maestro» dedicato al grandissimo Leonard Bernstein. Spero almeno che quel fatto si riveli per qualcuno – finalmente! – un motivo per scoprire la musica del compositore.
E, per non farvi aspettare troppo, posto un’altra composizione di Bernstein: la «Serenade after Plato’s „Symposium“» del 1954:

Oggi mi andava così.


La lettura del sabato

Il tristemente noto Evgeny Prigozhin non è più ufficialmente tra noi, ma i risultati del suo recente operato terrestre continuano a manifestarsi nel mondo odierno. E chissà per quanto altro tempo continueranno a manifestarsi.
Oggi, per esempio, vi segnalo un articolo che racconta solo alcune storie di quei criminali russi che erano stati arruolati da Prigozhin per la guerra in Ucraina e poi riammessi nella vita libera quotidiana al termine del contratto. Ovviamente, sono delle storie non proprio allegre…


Il triste destino di Lukashenko

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna la partecipazione del regime di Alexander Lukashenko all’aggressione militare «ingiustificata, illegale e non provocata» della Russia contro l’Ucraina.
Tutte le motivazioni – numerose – della risoluzione possono essere lette sulla apposita pagina ufficiale.
Mentre io sono quasi pronto a esprimere le mie condoglianze a Lukashenko. Per tutta la sua carriera politica aveva cercato di ottenere qualcosa da due «fronti» politici in mezzo ai quali si trova (la Russia e l’Europa). Cercava di rimanere l’ultimo dittatore, ma utile a tutti per guadagnare un po’ da tutte le parti. Ma nel 2022 – e nemmeno nel 2023 – non poteva esprimere la contrarietà alla guerra perché immaginava troppo facilmente tutte le conseguenze per la propria persona e per il proprio regime (Putin avrebbe punito subito). Ha cercato di apparire più neutrale possibile, ma non si è comunque salvato dalla condanna europea.
Non so se sarà capace di cercare l’origine del fallimento nel proprio comportamento degli ultimi decenni.


La mossa “nemica” della Armenia

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato ieri che lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale sarà ratificato integralmente:
Il governo ha inviato lo Statuto di Roma al Parlamento e, secondo la mia posizione e quella della frazione del nostro partito, lo Statuto sarà pienamente ratificato. Il fatto della ratifica non ha nulla a che fare con le relazioni tra l’Armenia e la Russia, ma riguarda le nostre questioni di sicurezza.
Il Governo armeno ha inviato lo Statuto di Roma al Parlamento per la ratifica il 1° settembre. Il presidente del Parlamento Alen Simonyan ha dichiarato che il documento, firmato dalla Armenia nel 1998, verrà ratificato presto.
Si tratta di uno di quei rarissimi casi in cui io interpreto le parole del linguaggio diplomatico esattamente così come sono state pronunciate. L’Armenia si trova realmente in una situazione del costante percolo bellico accompagnato dai vari crimini di guerra. Mentre Putin – per il quale è stato emanato il mandato internazionale di arresto proprio dalla Corte penale internazionale, istituita dal suddetto Statuto – viaggia poco all’estero e non vorrà certamente visitare una zona già poco sicura come l’Armenia. Di conseguenza, è evidente più o meno a tutti che la suddetta ratifica dello Statuto non è una misura rivolta (almeno in via principale) contro di lui: l’Armenia dipende ancora in molti aspetti dalla Russia, dunque l’applicazione dello Statuto sarà sicuramente molto selettiva. Ma il Ministero degli Esteri russo, ovviamente, non poteva non esprimere pubblicamente la propria «preoccupazione»: fa parte del suo lavoro.


Che cosa era arrivato

L’Ucraina ha lanciato nella notte un attacco missilistico contro una fabbrica di riparazione navale nella zona occupata di Sebastopoli. Il Ministero della «Difesa» russo ha dovuto ammettere che sono stati colpiti e danneggiati con tre missili da crociera la fabbrica e due navi da guerra in fase riparazione. I residenti locali hanno riferito di aver sentito almeno sette esplosioni.
A prima vista non sembrerebbero dei danni eccezionali. Però possiamo provare a vedere la mappa e ricordarci che Sebastopoli è una delle città ucraine occupate attualmente più lontane dalla linea del fronte. Questo potrebbe farci pensare che l’Ucraina abbia finalmente ricevuto i ATACMS e che sappia già usarli bene.
Molto bene: è un altro piccolo passo in avanti.


Chi ha più bisogno

Stamattina il treno blindato con il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in Russia. Sarebbe il primo (almeno tra quelli noti) viaggio internazionale di Kim da quando è iniziata pandemia del Covid-19.
Immagino dunque che sia stata una vera lotta tra due titani della diplomazia: tra Putin che ha paura di uscire dalle Russia per motivi legali (ricordiamoci che è uno ricercato internazionale) ma ha bisogno dell’aiuto bellico della Corea del Nord (pensate quanto in basso è caduto) e tra Kim Jong-un che ha ancora paura di uscire dalla Corea del Nord per motivi sanitari (sì, pare che abbia ancora pura del covid) ma evidentemente ha un forte bisogno dell’aiuto materiale dalla Russia (nella sua Corea del Nord starebbe finendo il cibo).
Ecco, l’aspetto della visita di Kim Jong-un in Russia che i interessa di è di più e proprio quello: come ha fatto Putin (che ha bisogno di più cose) a convincere Kim Jong-un che deve essere lui a viaggiare. Tutto il resto sono dei piccoli, poco significativi dettagli…


Che grande scoperta

Il generale Mark Milley – il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti – ha dichiarato che le condizioni meteorologiche consentiranno alle forze armate ucraine di condurre un’offensiva per poco più di un mese. A suo avviso, le forze armate ucraine avranno più difficoltà a manovrare in autunno. Milley ha anche aggiunto che le forze armate ucraine stanno avanzando più lentamente del previsto.
Tutte le conclusioni ottenute dalle analisi di chissà quale entità e durata mi fanno un po’ ridere e arrabbiare allo stesso tempo. È ovvio che l’avanzata ucraina sta procedendo più lentamente di quanto si spera (prima di tutto, dagli ucraini stessi). Ma grazie a quali cazius di mezzi dovrebbe essere più veloce? Grazie a poche decine di carri armati? Oppure grazie alla promessa degli F16 non ancora integrati nel sistema militare ucraino? Boh…


Si è portato dietro un Mi-8

La Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato il film «Piloti russi abbattuti», in cui vengono descritte diverse operazioni speciali dei servizi segreti ucraini. Tra le altre cose, il film mostra un pilota che ha contrabbandato un elicottero Mi-8 russo in Ucraina nel mese di agosto.

Ma sicuramente ne avevate già letto abbastanza all’epoca dei fatti.