L’archivio del 2025 год

Finalmente una notizia ottimista

I ricercatori dell’Università del Michigan e dell’Università della California a Davis hanno analizzato la cronologia dei browser di 954 persone per tre mesi e sono giunti alla conclusione che le persone utilizzano l’intelligenza artificiale molto meno spesso di quanto si pensi: in media, i servizi di AI rappresentano solo l’1% dell’attività web degli studenti e lo 0,44% dell’attività degli utenti dell’internet comuni. La maggior parte delle persone non utilizza quasi mai l’intelligenza artificiale, mentre solo un piccolo gruppo di utenti mostra un’attività elevata. L’AI è utilizzata più attivamente dalle persone con i cosiddetti tratti oscuri della personalità: machiavellismo, narcisismo e psicopatia.
Un gruppo di 954 persone non è molto grande, ma voi provate comunque a osservare il vostro rapporto con l’AI, non si sa mai. Io conosco alcune persone che si rivolgono al ChatGPT per qualsiasi cosa, anche per le domande più semplici, e ora ho un po’ paura di loro.
Io, personalmente, uso l’AI abbastanza attivamente, ma non come sostituto delle «tradizionali» fonti di informazione online: nel 90% dei casi gli affido lavori noiosi o compiti che non sono in grado di svolgere con le proprie forze (per esempio, non so disegnare, ma ho regolarmente bisogno di illustrazioni originali di vario tipo). Quindi mi sento solo una persona normalmente pigra.


I rapporti speciali tra due Stati

Ieri il presidente ad interim della Siria Ahmed al-Sharaa è arrivato a Mosca – per la prima volta da quando è salito al potere – ed è stato accolto al Cremlino da Putin. Nel corso dell’incontro Putin, tra le altre cose, ha dichiarato:
Nel corso di molti decenni si sono instaurati rapporti speciali tra i nostri Paesi.
Le fonti della Reuters, da parte loro, hanno precedentemente riferito che il presidente siriano intende chiedere, durante l’incontro, l’estradizione dell’ex leader della repubblica Bashar al-Assad che ora si nasconde a Mosca.
In effetti, per oltre dieci anni quei rapporti speciali tra i due Stati sono consistiti anche nella partecipazione dell’esercito russo nella guerra interna siriana: dalla parte di Bashar al-Assad e contro le forze che ora Ahmed al-Sharaa rappresenta. Ora Putin potrebbe anche tentare di instaurare un rapporto speciale con il nuovo Presidente siriano, ma questo non significa che intende interrompere il rapporto speciale con il Presidente vecchio. Finché Bashar al-Assad ha abbastanza risorse finanziarie per convincere Putin di non consegnarlo alla Siria attuale, sarà al sicuro. E potrà sperare che qualcuno dei due personaggi che si sono incontrati ieri a Mosca finisca prima dei suoi soldi.
Condivido le sue speranze per almeno il 50%.


Il materiale cinese in guerra

The Washington Post, citando i dati delle dogane cinesi, scrive che durante l’estate del 2025 le forniture alla Russia di cavi in fibra ottica e batterie agli ioni di litio, nonché di altri componenti per l’assemblaggio di droni provenienti dalla Cina, sono aumentate notevolmente. Così, per esempio, i volumi delle forniture di cavi in fibra ottica hanno raggiunto livelli record prima a maggio (la lunghezza totale dei cavi era di circa 191 mila chilometri), poi a giugno (circa 209 mila chilometri) e ad agosto questa cifra è salita a 528 mila chilometri. In Ucraina, invece, secondo gli ultimi dati disponibili, ad agosto sono stati venduti solo 116 chilometri di cavi.
Un lettore poco attento potrebbe chiedersi se la Cina non ha paura delle sanzioni internazionali per il proprio contributo alla aggressione militare o, almeno, della scontentezza ancora più forte di Trump. In realtà, però, non è una domanda da fare. In primo luogo, perché è abbastanza inutile temere Trump: introduce e disdice le sue famose «tariffe» senza una particolare logica e indipendentemente dal comportamento dello Stato colpito. In secondo luogo, a fornire il suddetto materiale alla Russia sicuramente sono delle aziende finte: aperte appositamente per l’occasione e facilmente sostituibili in qualsiasi momento da altre aziende altrettanto finte. Quindi la Cina, per ora, ragionevolmente (purtroppo) non vede alcun motivo a non guadagnare qualcosa pure la guerra di Putin in Ucraina.


I Tomahawk nella loro direzione

Da quanto ho capito, ieri Trump ha effettivamente dichiarato che potrebbe ricorrere non alla fornitura, ma semplicemente alla minaccia di fornire missili a lungo raggio Tomahawk alla Ucraina, per esercitare pressione su Putin e porre fine alla guerra. Ed è proprio il contenuto di questa minaccia il primo motivo per cui va presa un po’ più sul serio rispetto alle solite dichiarazioni di Trump. Sembra che non stia promettendo i missili stessi, quindi non ha senso discutere se li darà o meno alla Ucraina.
Il secondo motivo per non ridere «automaticamente» della nuova dichiarazione di Trump è quello psicologico. Sembra che ieri, per la prima volta nel corso del suo secondo mandato presidenziale, abbia visto di poter contribuire realmente alla risoluzione di una questione. E ora crederà ancora di più nelle proprie forze, affronterà con una nuova carica nuovi compiti, deciderà di fare pressione su qualcun altro in particolare. Come se qualcuno di noi non fosse mai stato motivato dai propri successi…
Insomma, c’è comunque una speranza, anche se molto debole.


Ma esiste ancora?

Una interessante notizia culturale: la società americana Paramount interromperà la trasmissione dei canali MTV «secondari» nel Regno Unito e in diversi altri paesi europei, rimarrà disponibile solo il canale principale MTV HD.
Improvvisamente, solo dopo avere letto tale notizia, mi sono accorto che sono almeno quindici anni che non mi viene più in mente di provare a fare delle scoperte musicali (o seguire i propri gusti musicali già abbastanza stabili) con l’aiuto di un televisore. In parte, perché non ho bisogno di una immagine visiva per ascoltare la musica, in parte perché non ho tempo e voglia di aspettare che venga trasmesso qualcosa che mi piace (in mezzo a un mare di schifezze). E in parte perché so io dove andare a prendere quello che voglio ascoltare in ogni momento concreto. Diversi servizi online, poi, da qualche anno sanno propormi bene delle cose nuove che potrebbero piacermi (azzeccano sempre più spesso).
Di conseguenza, mi chiedo: ma nel 2025 chi guarda/ascolta ancora MTV? Le stesse persone con capelli bianchi e bastone che leggono i giornali cartacei tra un controllo del cantiere e una visita al supermercato alle 8 del mattino?


La motivazione della non-premiazione

Il Presidente del Comitato per il Nobel per la pace risponde alla domanda (un po’ troppo lunga) sul perché il premio non è stato assegnato a Donald Trump:

Poteva limitarsi a dire, molto diplomaticamente, che per regolamento vengono esaminati solo i nomi presentati entro il 31 gennaio dell’anno in corso (quando Trump non era ancora Presidente e non aveva fermato quindici guerre tra la Nigeria e le Filippine), ma ha preferito dire, ancora più diplomaticamente, che Trump non ha coraggio e integrità.
Non posso criticare questo personaggio…
P.S.: però mi ricordo una eccezione alla regola del 31 gennaio: si chiamava Barak Obama, al quale il Nobel era stato regalato in anticipo.
P.P.S.: per me il Nobel per la pace rimane un premio di merda.


La musica del sabato

Oggi posso provare a sfruttare la propria rubrica musicale per esprimermi in un modo allegorico: da poco più di due anni sento di trovarmi all’interno del film «Cabaret» di Bob Fosse. Intendo dire: faccio una vita normale, cerco di fare qualcosa di intelligente o divertente, ma vedo che sempre più gente passa apertamente dalla parte del nazismo. Non chiama ancora la propria preferenza con il quel nome appropriato (si vergogna ancora), ma ormai lo fa per iniziativa propria, senza nemmeno avere bisogno di una guida. Vedere impazzire il mondo non è una sensazione bella, cerco di tirarmi su ipotizzando che in realtà si tratti solo di una minoranza più rumorosa rispetto al resto della società.
Ma almeno io rimango quello che sono e per ora vado avanti. Sicuramente nel futuro – spero, vicino – sarò fiero almeno per la prima delle due cose.
Nel frattempo, dedico il post musicale di oggi alla composizione per orchestra e coro «I Never Saw Another Butterfly» di Charles Davidson:

Prima o poi il mondo guarirà.


Il testo, abbastanza breve, che segnalo per questo finesettimana è un commento tecnico su alcuni aspetti degli episodi fortunati di caccia internazionale alle petroliere russe appartenenti alla cosiddetta flotta ombra.
Si tratta di un argomento che rimarrà attuale ancora per un bel po’ di tempo, indipendentemente dal fatto che, per esempio, Trump «riesca» o «non riesca» a imporre a almeno una parte del mondo il non-acquisto di qualsiasi risorse naturale russa. Lo Stato russo, infatti, continuerà a vendere e a organizzare le consegne in mezzo al mare: in cambio al petrolio che serve a qualcuno si ottengono i soldi che servono sempre.


La risoluzione sui droni russi

Ieri il Parlamento europeo ha invitato – con una risoluzione, quindi in via informale – i Paesi-membri dell’UE ad abbattere le minacce aeree che violano illegalmente i loro confini. Con quella espressione abbastanza particolare si intendono prima di tutto i droni russi che volano in un modo provocatoria sopra l’Europa.
Significa che ormai non solo la Presidente, ma pure il Parlamento si è avvicinato notevolmente alla comprensione del fatto di essere in guerra, che quella guerra è contro l’Europa. Ma è stato necessario vedere appena qualcosa con i propri occhi.
Ma ora aumenta il rischio di vedere realizzarsi proprio quello che Putin voleva ottenere con l’invio dei droni: gli Stati europei nei cieli dei quali arrivano i droni russi chiederanno più fondi e più materiale bellico (difesa antiaerea) per difendersi: quei fondi che altrimenti sarebbero andati alla Ucraina che sta combattendo, da sola per tutti, sul campo. Mentre la triste realtà consiste nel fatto che non si tratta di una scelta o di un compromesso: bisogna fare entrambe le cose.


Una illuminazione di von der Leyen

Intervenendo ieri al Parlamento europeo a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha dichiarato che i recenti incidenti con i droni e le violazioni dello spazio aereo dell’UE dimostrano che l’Europa sta affrontando una guerra ibrida condotta dalla Russia:

It is a coherent and escalating campaign to unsettle our citizens, test our resolve, divide our Union, and weaken our support for Ukraine. And it is time to call it by its name. This is hybrid warfare.

In realtà, la guerra ibrida non consiste solo in quello: comprende anche alcuni elementi che si sono manifestati molto prima dei droni sopra l’Europa. Ma noi dobbiamo riconoscere comunque un notevole progresso: dopo quasi quattro anni di guerra in corso, è finalmente arrivata la consapevolezza della guerra ibrida! Facciamo un applauso e ricominciamo a sperare in meglio con ancora più intensità.