La notizia è di cinque giorni fa, ma io l’ho letta solo ieri sera:
Le autorità della Repubblica Popolare di Donetsk stanno valutando la possibilità di preservare i quartieri distrutti della città per conservare la memoria delle tragiche conseguenze degli attacchi dell’esercito ucraino, ha dichiarato il capo della Repubblica, Denys Pushilin, ai giornalisti a margine del 16° Forum economico internazionale «Russia – Mondo islamico: KazanForum».
È stato sottolineato che in futuro questi territori saranno mostrati ai turisti: seguendo l’esempio di Volgograd [Stalingrad per un certo periodo della storia sovietica], che allo stesso modo ha conservato la memoria dei difensori di Stalingrado.
«Molte persone sentono tutto ciò che è collegato, anche con gli insediamenti eroici, naturalmente, questo attirerà anche in futuro l’attenzione dei turisti per vedere cosa è Avdeevka, cosa è Ugledar, cosa è Artemovsk, ex Bakhmut, e altri insediamenti. E, naturalmente, abbiamo in programma di sviluppare alcuni di questi siti, come la Casa di Pavlov a Volgograd <…>, è possibile <…> un intero quartiere, solo per preservare, in modo che sia chiaro ciò che le persone hanno affrontato in diverse fasi», ha detto Pushilin.
Traducendo dal gergo della Repubblica Popolare di Donetsk alla lingua umana, riassumo: il tipo ha proposto di mostrare ai turisti gli effetti della guerra che la Russia ha portato in quei luoghi e la distruzione fatta dall’esercito russo. Effettivamente, un museo enorme del genere attirerà l’attenzione: ma non solo dei turisti.
Nemmeno i membri del futuro tribunale per l’aggressione contro l’Ucraina avrebbero avuto una idea così geniale…