Rappresentanti delle agenzie di intelligence occidentali avrebbero dichiarato alla Bloomberg che Putin non ha intenzione di fare concessioni nei negoziati sulla risoluzione della guerra russo-ucraina, ha avanzato richieste deliberatamente «massimaliste» nel periodo precedente ai negoziati ed è «pronto a continuare a combattere se non otterrà ciò che vuole».
O Bloomberg ha inventato di nuovo una notizia clickbait (come di solito fa), oppure Putin ha finalmente formulato una nuova versione degli obiettivi della guerra militare speciale (che ora venderà a Trump).
Quali siano queste richieste-obiettivi non è in realtà importante. In primo luogo, cambieranno molte altre volte nel corso dell’opera. In secondo luogo, è facile immaginarne molti (il disarmo della Ucraina, l’alienazione dei territori inclusi nella «Costituzione» russa, la non adesione della Ucraina alla NATO, ecc.).
L’unica cosa interessante della non-notizia inventata dalla Bloomberg è che ci viene ricordato ancora una volta che, indipendentemente da ciò che Putin dice in pubblico circa il proprio desiderio di porre fine a questa guerra, in realtà per lui è indifferente se la guerra finisce o meno. Se finisce la guerra, risolverà alcuni dei propri problemi e ne creerà di nuovi, se non finisce la guerra, potrà continuare la guerra a lungo senza pensare a nuove soluzioni per i vecchi problemi. Se finirà la guerra, lui potrà ottenere un certo allentamento delle sanzioni e dell’isolamento internazionale, ma dovrà far pensare a qualcuno degli assassini che tornano dal fronte e del riorientamento del complesso militare-industriale. Se non finirà la guerra, lui sarà in grado di giustificare eventuali problemi con la guerra in corso, ma creerà il rischio che un numero critico di persone si annoi fortemente della guerra. Nessuna di queste opzioni è peggiore per Putin, quindi per lui è indifferente.
L’archivio del 12 Marzo 2025
12/03/2025 alle 13:25