L’archivio del 2025 год

La tregua di Pasqua

Come vi ricordate, sabato Putin aveva annunciato la cosiddetta «tregua di Pasqua» sul fronte ucraino: dalle 18:00 del 19 aprile alle 00:00 del 21 aprile. Dire che poteva benissimo evitare tutta la guerra è una scontata, banale. La ripetizione delle banalità ci interessa poco, vediamo invece i dettagli più importanti della realtà.
Ieri Vladimir Zelensky ha dichiarato che le truppe russe hanno bombardato le forze ucraine 387 volte tra le 18:00 del 19 aprile e la mezzanotte del 20 aprile. Ha aggiunto che dall’inizio della suddetta «tregua di Pasqua», l’esercito russo ha effettuato 19 assalti e utilizzato 290 droni.
Allo stesso tempo, secondo il Ministero della «Difesa» russo nella notte del 20 aprile l’esercito ucraino avrebbe bombardato l’esercito russo 444 volte e ha effettuato 900 attacchi con i droni.
Non posso dire quanto siano reali i numeri riportati, ma l’importante è capire due principi. In primo luogo, un certo numero di attacchi c’è sicuramente stato: lo sappiamo dalle notizie certe. In secondo luogo, gli attacchi non potevano non avvenire: nemmeno se Putin fosse stato realmente interessato alla «tregua di Pasqua». Infatti, su una linea del fronte lunga quasi due mila chilometri è un po’ difficile controllare le azioni di ogni singolo idiota che ha la mente alterata dalla guerra; qualunque cosa faccia l’idiota, dall’altra parte ovviamente arriva la risposta.
Putin non poteva non immaginarlo, quindi la sua idea della «tregua di Pasqua» è ancora più stupida di quanto poteva sembrare in un primo momento. E, allo stesso tempo, non è interessante (e non ha molto senso) cercare di indovinare se quella tregua sia stata violata appositamente o meno. Non poteva non essere violata.


Un altro sta salvando il c…

Jean-Claude Van Damme – come mi ricordo bene – dopo l’inizio della guerra aveva espresso il proprio sostegno alla Ucraina, vi aveva pure viaggiato e aveva registrato almeno un piccolo video
Ma recentemente è stato accusato (in Romania) di essere coinvolto nel traffico di esseri umani, e qualche giorno fa è apparso un nuovo video:

Alla sinistra di Van Damme siede, come si dice, l’ex proprietario dell’Arsenal Kyiv (una squadra di calcio) Onishchenko, accusato di tradimento dello Stato, corruzione e creazione di un gruppo di criminalità organizzata e sottoposto a sanzioni statunitensi.
Non capisco bene la strategia di «nascondersi dalle accuse e dalla probabile punizione (se le accuse sono provate) nella discarica mondiale», ma per qualche motivo alcuni personaggi la seguono. In alcuni casi – come quello appena citato – provo un certo rammarico.


La musica del sabato

Questo sabato ho un pretesto formalmente valido per postare nella mia rubrica musicale l’ «Oratorio di Pasqua» di Johann Sebastian Bach suonata per la prima volta nel 1738…
Se pensate che io sia pigro nel lavoro di selezionare la musica guidandomi dalla sola fantasia, pensate anche a Bach: egli produsse questo oratorio semplicemente prendendo una propria cantata (secolare, del 1725) e modificandola un po’. Ecco cosa gli è venuto:

Questa interpretazione è stata registrata a Londra nel 2013 da una orchestra mista diretta da John Eliot Gardiner.


L’articolo – questa volta abbastanza breve – illustra che sul continente europeo c’è pù di uno Stato che si preoccupa della influenza del TikTok. Ma, questa volta, si preoccupa per un motivo realistico.
Si tratta della Ucraina dove, secondo le indagini giornalistiche, gli «agenti» della Russia creano migliaia di account attraverso i quali si cerca di influenzare l’opinione pubblica: ovviamente relativamente alla guerra in corso. È uno degli esempi della propaganda dello Stato russo attuale, dei quali conviene informarsi anche agli europei…


Non sono più terroristi

Formalmente l’evento può essere definito una notizia, ma non è assolutamente una sorpresa: ieri la Corte Suprema russa ha seguito l’invito della Procura Generale russa e ha escluso l’organizzazione dei Talebani dall’elenco delle organizzazioni terroristiche vietate in Russia.
Solo per ricordare una serie di concetti comunemente noti, scrivo che…
… i Talebani hanno vietato la televisione, la musica e gli strumenti musicali, le arti visive, l’alcol, i computer e l’internet, gli scacchi, le scarpe bianche (il bianco è il colore della bandiera talebana), le discussioni sul sesso etc..
… alle donne in Afghanistan è vietato lavorare, essere curate da medici maschi, apparire in luoghi pubblici a viso aperto e senza il marito o un parente maschio.
… i Talebani sono favorevoli a vietare l’istruzione femminile. Il Ministero per la promozione della virtù e per la dissuasione del vizio del governo talebano ha chiuso tutti i locali di parrucchieri e i saloni di bellezza in Afghanistan.
… i Talebani hanno al loro attivo numerosi attacchi terroristici.
Ma anche senza tale elenco avreste capito perché non sono sorpreso per la decisione della Corte Suprema russa.


Due sanzioni in un colpo

L’agenzia Bloomberg non è la fonte delle informazioni più credibile di questo mondo (anzi), ma ieri ha pubblicato una cosa particolarmente curiosa: la Russia avrebbe chiesto agli Stati Uniti di permetterle di acquistare aerei Boeing utilizzando i beni statali russi congelati negli USA (in risposta all’inizio della guerra) dopo l’accordo eventualmente raggiunto su un cessate il fuoco in Ucraina.
Trascuriamo per un attimo il fatto che la tregua nei combattimenti in Ucraina non è tra gli obiettivi di Putin. In questo momento è più importante ricordare che Putin sta sfruttando il momento per tentare di strappare qualche indebolimento delle sanzioni da Trump. Mentre Trump ha tanto bisogno di apparire un figo che raggiunge facilmente successo nelle trattative (ricordiamoci che il governo cinese sta valutando l’idea di non acquistare alcunché dalla americana Boeing a causa della «guerra dei dazi», quindi Trump vorrebbe poter dire «ho trovato un nuovo cliente» nonostante il fatto che sia un cliente molto più piccolo e povero).
Supponiamo che l’idea putiniana sugli aerei venga accettata. In tal caso lo Stato russo in un colpo solo riuscirebbe a raggirare due tipi di sanzioni: quelle riguardanti la fornitura degli aerei e quelle riguardanti i fondi congelati. Chissà quanto sarà contenta l’Europa di questo tipo di separate peace e della fortuna mancata dell’Airbus in Cina…


Una bella coppia

L’inviato speciale del Presidente degli USA Steve Witkoff ha commentato un nuovo incontro per il cessate il fuoco con la Russia su Fox News:

«Questo è il terzo incontro con lui. L’ultimo incontro è durato circa cinque ore. Due dei suoi principali consiglieri, [Yury] Ushakov e Kirill Dmitriev, erano nella stanza in quel momento. L’incontro è stato molto interessante e alla fine siamo giunti a un consenso», ha dichiarato Witkoff. «La richiesta di Putin è di avere una pace permanente. Quindi, oltre al cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta a questa domanda».

E, naturalmente, altre due richieste di Putin sono state quelle sulle «garanzie di sicurezza», cioè sull’azzeramento di fatto dell’esercito ucraino, e che alla Federazione Russa fossero regalati alcuni territori ucraini.
Complessivamente, la situazione sembra essere addirittura peggiore di quella di cui Trump si lamenta in pubblico: Putin non sta solo allungando intenzionalmente le trattative per avere la possibilità di continuare la guerra. Continua a ripetere gli stessi suoi impossibili desideri a persone che sono disposte a) a continuare ad ascoltarli senza obiezioni e b) a discutere concessioni più realistiche e reciprocamente vantaggiose di cui non si intende informare l’opinione pubblica ingenua. E la pace non interessa a nessuna delle parti negoziali.
Questa situazione potrebbe andare avanti per molto tempo. Quindi non prestate molta attenzione alle future dichiarazioni di Witkoff sulle possibilità della pace.


Il nuovo sindako di Helsinki

A volte in questo mondo succedono delle cose che vanno contro ogni tendenza, contro logica degli eventi. Per esempio: il trentaduenne Daniel Sazonov, membro del Partito della Coalizione finlandese (il quale ha vinto le elezioni locali) sta per diventare il sindaco della capitale Helsinki.
Nato a Helsinki nel 1993, Sazonov è figlio di Ingermanlander (un gruppo sub-etnico di finlandesi) rimpatriati in Finlandia all’inizio degli anni ’90 dall’URSS. All’età di nove anni ha ottenuto la cittadinanza finlandese insieme alla madre e ha rinunciato alla cittadinanza russa. Ha conseguito un master in legge presso l’Università di Helsinki e ha prestato servizio militare nelle forze armate finlandesi. Nel 2015 Sazonov è diventato membro del comitato per l’istruzione, nel 2017 è stato eletto nel Consiglio comunale di Helsinki e nel 2021 vicesindaco di Helsinki per gli affari sociali e la salute.
In tanti altri angoli del mondo sarebbe stato sospettato (per la gioia della propaganda statale russa) un potenziale agente ed escluso da tanti processi (purtroppo è nota la tendenza dei servizi «segreti» russi di ingaggiare gli ex connazionali), ma almeno questa volta non è successo. Anzi, non è successo in uno degli Stati che sentono maggiormente la minaccia di uno Stato vicino diretto da un folle. Insomma, è un evento epocale che non potevo non farvi notare.
Complimenti e buon lavoro a Daniel Sazonov!


È capitato così

Ieri l’esercito russo ha lanciato due attacchi missilistici sulla città ucraina di Sumy: più di trenta uccisi e ottanta feriti, tra cui sette bambini. L’agenzia statale russa TASS comunica: sono avvenute due esplosioni a Sumy. Proprio così. Sono avvenute. È capitato.

Che giorno era ieri? L’analogo della «domenica delle palme» per gli ortodossi russi? Alcuni si dichiarano molto religiosi.

Forse non capisco qualcosa perché non sono proprio religioso.


Mercenari cinesi?

In applicazione alla Cina mi sembra una fantasia, almeno in una sua parte significativa. Boh…