L’archivio del 2024 год

Il traslitteratore del macedone

Ora sono pronto a comunicarvi la notizia della pubblicazione sul mio sito del traslitteratore dell’alfabeto macedone. Come sapete – o come potete facilmente immaginare – si tratta di uno strumento che converte con un click i caratteri cirillici macedoni in caratteri latini. Nel caso specifico dello strumento proposto, la traslitterazione – o, se preferite, la romanizzazione – dell’alfabeto macedone può essere eseguita secondo qualsiasi dei 10 sistemi ufficiali esistenti.
Testatelo e pubblicizzatelo tra le persone alle quali potrebbe essere utile. E, ovviamente, scrivetemi dei difetti e degli errori trovati. Spero che lo strumento si riveli utile ad almeno una persona su questo pianeta.

Seguiranno gli annunci degli traslitteratori di altri alfabeti.
Le persone più interessate possono scrivermi di quale traslitteratore hanno bisogno.


La lotta al terrorismo

Qualche tempo fa avevo scritto che le forze «dell’ordine» russe non sanno e non vogliono lottare contro il terrorismo vero: lo fanno solo contro gli attivisti dell’opposizione. Ho scoperto di sbagliarmi, il video di oggi lo dimostra.
In sostanza, all’inizio di aprile nella città russa di Nizhny Tagil (nella regione di Ekaterinburg) la polizia ha fatto l’irruzione in un club di computer (un locale che una volta avremmo chiamo «internet point») e ha arrestato un utente che giocava a Counter-Strike dalla parte dei terroristi. Non si sa di cosa sia sospettato, ma, evidentemente, è un personaggio pericolosissimo:

Il mondo e la pace sono salvi.


La musica del sabato

Non so per merito di quale delle due date – il 90-esimo anniversario dalla nascita di Yuri Gagarin (9 marzo) o il 63-esimo anniversario del volo di Gagarin sull’orbita (12 aprile) – ma ho finalmente saputo della esistenza della Sinfonia N. 2 del compositore russo/sovietico Vyacheslav Ovchinnikov. Composta nel 1957 (dunque quattro anni prima del volo), è stata rivista dal compositore stesso nel 1973 e dedicata proprio a Yuri Gagarin. Secondo me è una composizione molto tradizionale da tutti i punti di vista, ma da suono adatto anche ai temi spaziali:

Purtroppo, su YouTube non sono riuscito a trovare una versione con l’audio più pulito.
P.S.: Vyacheslav Ovchinnikov (1936–2019) è stato noto al largo pubblico prevalentemente come un compositore delle musiche per film. Probabilmente un giorno ne scriverò in dettaglio.


Il media «Mediazona» scrive che nel solo mese di marzo 2024 i tribunali militari russi hanno emesso 684 sentenze per casi di abbandono non autorizzato di un’unità (articolo 337 del Codice penale russo): circa 34 sentenze in base a questo articolo ogni giorno lavorativo. Il numero di casi contro i «rifiutanti» è aumentato in modo significativo da quando è stata annunciata la mobilitazione nel settembre 2022, ma non c’è mai stato un simile ritmo come nel 2024.
Come in passato, la maggior parte delle sentenze in questi casi rimane sospesa: il soldato latitante giudicato potrebbe essere inviato al fronte. Ma per noi i risultati di questo studio giornalistico sono un altro utile dato statistico che parla del grado di sostegno alla guerra tra le persone che si trovano già (per vari motivi) nel sistema dell’esercito russo.


Una definizione non discutibile

Ci sono delle piccole notizie che non vanno assolutamente trascurate. Per esempio: il tribunale del Land di Amburgo ha respinto la causa intentata dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder contro il quotidiano Bild per un’intervista ad Alexey Navalny. Si intende quella intervista del 2020 nella quale Navalny aveva definito l’ex cancelliere «il galoppino di Putin, che protegge gli assassini».
Ecco: è importante ricordare che la causa riguardava un fatto del 2020, ma la decisione del tribunale è stata presa dalle persone che vivono in un contesto di oggi. Il giudice, alla fine, è sempre una persona normale che non può ignorare completamente la realtà quotidiana. Sa, dunque, che Gerhard Schröder ha una lunga amicizia con Vladimir Putin e continua a essere un suo rappresentante diplomatico informale in Europa anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina (nonostante la riduzione dei propri incarichi nelle società controllate dallo Stato russo). Di conseguenza, continua ad avere la sua responsabilità in tutto quello è successo e sta succedendo per il volere di Putin…
Effettivamente, non è neanche necessario (anche se in sostanza sarebbe spesso giusto) definire ogni sostenitore occidentale di Putin con le parole come nazista, fascista, cretino o altri simili. Tutti sanno – almeno a partire dal 24 febbraio 2022 – chi è realmente Putin e, di conseguenza, capiscono chi sono i suoi sostenitori attivi e volontari.
P.S.: anche se da quei «tutti» andrebbero sottratti gli 11% composti dai malati mentali


Dal punto di vista statistico, mi fanno un po’ ridere le ricerche sociologiche condotte su un campione palesemente ridicolo: come, per esempio, il sondaggio condotto dalla Ipsos per conto della Euronews tra i cittadini dell’UE. In 18 Stati-membri dell’UE hanno interrogato 26 mila persone su 448,4 milioni di abitanti, ahahaha
Ma l’idea della ricerca in questione è comunque interessante. In vista delle elezioni al Parlamento europeo, hanno cercato di scoprire qual è il leader più popolare tra gli europei.
Quasi la metà degli europei (47%) ha un’opinione positiva sul Presidente ucraino Vladimir Zelensky, ma questa opinione varia ampiamente tra gli Stati-membri dell’UE. Allo stesso tempo, il 32% ha un’opinione «negativa». Il 21%, poi, ha dichiarato di «non sapere abbastanza» sul presidente, che negli ultimi due anni ha fatto notizia e ha viaggiato molto in tutto il continente parlando a nome del suo Paese devastato dalla guerra. Nei Paesi nordici e nella Penisola iberica, Zelensky riceve le valutazioni più positive: 81% in Finlandia, 74% in Svezia, 72% in Danimarca e Portogallo e 64% in Spagna. Al contrario, più della metà degli intervistati in Ungheria (60%), Grecia (57%) e Bulgaria (56%) ha un’opinione «negativa» del presidente ucraino (per puro caso sono degli Stati con dei rapporti meno negativi con la Russia). Altri Paesi in cui i giudizi «negativi» superano quelli «positivi» sono la Slovacchia (50% contro 26%), l’Austria (47% contro 33%), l’Italia (41% contro 32%) e la Repubblica Ceca (37% contro 36%).
All’ultimo posto del sondaggio Euronews/Ipsos si si classifica il Presidente russo Vladimir Putin, che è ampiamente il leader più odiato: il 79% degli intervistati ha un’opinione «negativa» del personaggio ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra in Ucraina. Il 10% ne ha invece un’opinione «positiva», mentre l’11% «non ne sa abbastanza».
In particolare, l’opinione «negativa» prevale maggiormente in Finlandia (94% «negativo»), Svezia (91%), Danimarca (91%), Polonia (91%), Spagna (90%), Portogallo (89%), Paesi Bassi (88%) e Francia (80%). L’indicatore «negativo» scende sotto la soglia del 60% solo in quattro Paesi: Grecia (59%), Ungheria (57%), Slovacchia (56%) e Bulgaria (48% contro il 37% «positivo»).
Indovinate cosa mi sorprende di più in questi risultati…
La risposta esatta: Continuare la lettura di questo post »


Una foto pericolosa

Mi sono reso conto del fatto che certe notizie in arrivo dalla Russia potrebbero essere usate, tra tanti modi possibili, anche per spiegare la differenza tra i termini ridicolo e divertente. A me sembra evidente che il secondo termine ha un senso positivo, mentre il primo no.
Per esempio: la giornalista Antonida Smolina della città di Velikiy Ustyug (a circa 900 km a nord-est di Mosca) è stata denunciata per aver «screditato» l’esercito russo (una accusa molto frequente in Russia negli ultimi due anni) a causa di una sua foto sul social VKontakte. Un utente ha visitato il suo profilo, ha visto una foto della giornalista «in una giacca gialla sullo sfondo del cielo azzurro» e l’ha interpretata come un richiamo alla bandiera ucraina. Ecco quella foto:

A parte il fatto che ci vuole una buona fantasia per vedere il cielo azzurro su quella foto, provate a immaginare cosa succede nella mente di chi ha sporto la denuncia e dei poliziotti che hanno reagito a quella denuncia.
Fortunatamente, per ora la signora non è stata multata o accusata di un reato, ma ha rischiato seriamente. Se fosse successo, non avrei certamente pensato nemmeno al ridicolo…


Il deficit del carburante

La Reuters scrive che la Russia ha chiesto al Kazakistan di essere pronta a fornirle 100.000 tonnellate di benzina in caso di carenza di carburante in seguito agli attacchi dei droni ucraini e alle interruzioni del lavoro delle raffinerie di petrolio.
Io non so ancora cosa e come risponderà il Kazakistan che politicamente è sempre più vicino alla Cina (la quale, a sua volta, preferisce avere i buoni rapporti con i mercati occidentali che con la Russia in guerra) che alla Russia. Quindi nel frattempo ammiro il grafico che illustra l’impatto degli attacchi ucraini alle raffinerie russe.

La parte scura del «barile» in basso a sinistra è la produzione del carburante russo (in milioni di tonnellate) dopo tutti gli attacchi ucraini, mentre la parte chiara è quella prima di tutti gli attacchi.
P.S.: ovviamente, capite che il carburante serve anche per condurre la guerra.


La “soluzione di Trump”

Il Washington Post, citando fonti a conoscenza della conversazione, scrive che Donald Trump ha detto in una conversazione privata che potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina facendo pressione su Kiev per cedere la Crimea e il Donbass alla Russia.
Se questo dovesse essere vero, abbiamo una conferma del fatto che pure Trump non ha capito un tubo di questa guerra. Io, personalmente, non mi sorprendo dal sentire una ennesima idiozia da quel personaggio, ma posso utilizzare la notizia stessa per ricordarvi: solitamente le soluzioni semplici vanno bene solo per i problemi semplici (quelli che in realtà non sono nemmeno dei problemi, ma degli eventi banali ingranditi dalle menti disorientate).
Il motivo della guerra in Ucraina, come dovreste sapere bene, può essere spiegato in diversi modi, ma sicuramente non si tratta di una guerra per un territorio. È una guerra, in sostanza, di una tradizione politica antiquata contro una politica occidentale moderna. L’obiettivo minimo di Putin è quello di far tornare il modello antiquato su un territorio «storicamente slavo», dunque «suo» (il quale, territorio, «non deve» nemmeno «dare l’esempio cattivo» alla «sua Russia»). Ma se potesse, avrebbe portato la guerra anche oltre, fino a Lisbona. Di conseguenza, in un primo momento potrebbe anche accettare la «soluzione di Trump», ma solo per accumulare le forze militari per un nuovo attacco. Ma anche di questo ultimo aspetto è già stato scritto abbastanza…


I droni ucraini

Il martedì 2 aprile alcuni droni ucraini (compresi quelli costruiti sulla base degli aerei leggeri) hanno attaccato la città Elabuga (nella regione russa Tatarstan, a quasi mille trecento chilometri dal confine con l’Ucraina), dove si trova, tra l’altro, una fabbrica nella quale vengono assemblati i droni kamikaze di progettazione iraniana che l’esercito russo utilizza per colpire l’Ucraina. Un drone ha anche tentato di attaccare una raffineria a Nizhnekamsk di proprietà della Tatneft.

Come potete vedere e sentire – anche senza capire le parole – che ancora un po’ di persone ha improvvisamente capito (ad aprile 2024) di vivere in uno Stato che sta conducendo una guerra e, di conseguenza, è uno bersaglio naturale.