Come vi ricordate, il 15 e il 16 giugno nella località alpina di Bürgenstock, vicino a Lucerna, si era tenuto il summit di pace [in Ucraina], al quale avevano partecipato quasi cento Stati. Ovviamente, l’obbiettivo (e il risultato) di tale summit non poteva essere il raggiungimento della pace: anche se la Russia fosse stata invitata (e avesse partecipato), nel migliore dei casi sarebbe stato firmato un documento bilaterale che avrebbe richiesto un lunghissimo lavoro/tempo di preparazione fuori dal summit.
L’obiettivo del summit era evidentemente quello di «fare il punto della situazione» corrente: da dove siamo partiti, dove ci troviamo ora e cosa serve per raggiungere il risultato sperato. È una cosa che periodicamente va fatta anche nelle situazioni infinitamente meno drammatiche.
Ecco, l’articolo segnalato per questo sabato racconta come le autorità ucraine valutano ciò che Kyiv è riuscita a ottenere nel corso del suddetto summit nel contesto degli obiettivi realistici del summit stesso. Perché molto probabilmente, la loro valutazione è non meno importante di tutte le analisi che possiamo fare noi o gli esperti occidentali di cui ci fediamo.
L’archivio del giugno 2024
Come ho scritto pure io, il 18 giugno Putin si era recato a Pyongyang con una visita ufficiale. Il 19 giugno ha firmato con Kim Jong-un un patto di reciproca difesa. In tal senso, è possibile sottolineare due cose curiose.
In primo luogo, l’articolo 4 del patto ripete quasi completamente l’articolo 1 del Trattato di amicizia e mutua assistenza del 1961 tra l’URSS e la RPDC. Esso così recita:
Nel caso in cui una delle Parti subisca un attacco armato da parte di uno o più Stati e si trovi quindi in stato di guerra, l’altra Parte fornirà immediatamente assistenza militare e di altro tipo con tutti i mezzi a sua disposizione, in conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e in conformità con la legislazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e della Federazione Russa.
La differenza più grande tra le due situazioni – quella del 1961 e quella odierna – consiste nel fatto che la Corea del Nord non è più uno Stato che ha bisogno di essere difeso dalla Russia. Questa volta è una alleanza di due rogue States di qualità molto simile.
La seconda cosa curiosa, invece, è il primo risultato già raggiunto grazie alla visita di Putin e, in una certa misura, grazie alla firma del patto: il Governo sudcoreano ha deciso di riconsiderare il divieto di trasferimenti diretti di armi alla Ucraina e di imporre sanzioni contro quattro navi, cinque organizzazioni e otto persone coinvolte nel trasporto di armi e petrolio tra la Russia e la Corea del Nord.
Ora, sicuramente, ci sarà la Cina a trattare con gli USA e l’Europa per ottenere chissà quali favori in cambio al contenimento della Russia sul campo nordcoreano, ma questo è un problema che Putin ha creato per il mondo e non per sé stesso. Lasciamo preoccuparsi dei problemi che si sta creando da solo.
Il ricercato internazionale Putin è riuscito a compiere un’altra visita all’estero sicura e, allo stesso tempo, importante: il 18 giugno si è recato in Corea del Nord, per la prima volta dal 2000…
Possiamo ridere all’infinito del solo fatto, come possiamo ridere, per esempio, del corteo del ricercato che viaggia per le strade vuote di Pyongyang…
…oppure dei grandi striscioni con il suo ritratto… Continuare la lettura di questo post »
I giornalisti de The Times hanno parlato con Volodymyr Pikuzo, l’ex capo del dipartimento marketing di Ukrspetseksport (il più grande esportatore di armi dell’Ucraina) e l’attuale capo dell’Agenzia per gli acquisti della difesa dell’Ucraina. Nella intervista Pikuzo racconta, con diversi esempi, che dall’’inizio della grande guerra in Ucraina il prezzo di alcuni tipi di armi e munizioni corrispondenti allo standard sovietico sul mercato mondiale è aumentato più volte e continua a crescere. Perché, appunto, quelle munizioni sono fortemente ricercate sia dall’esercito ucraino che da quello russo.
Tutti gli interessati saranno sicuramente capaci di leggere l’intera intervista (se non lo hanno ancora fatto), mentre sto ancora cercando una spiegazione a un suo passaggio.
Nel contesto dei prezzi aumentati grazie alla domanda alta, alla corruzione e agli schemi difficilmente classificabili, Pikuzo dice pure che alcuni produttori europei degli armamenti si rifiutano di avviare nuove linee di produzione, adducendo i costi elevati e la non-redditività. Ehm… in che senso? Hanno «paura» che la guerra duri poco? O che finiscano presto gli aiuti finanziari alla Ucraina? O che l’esercito ucraino passi interamente all’utilizzo degli armamenti della NATO? (vendere legalmente alla Russia non è possibile, quindi non la prendiamo in considerazione) Oppure sanno qualcosa che non so io?
So solo che in tutti i casi avrebbero potuto chiedere delle garanzie agli Stati europei per garantire, per esempio, i prezzi «bassi o bloccati» che permetterebbero risparmiare gli aiuti europei alla Ucraina…
Ah, no, mi dimenticavo: l’efficienza non è un vizio della burocrazia.
Sicuramente tutti gli appassionati dello sport di tutto il mondo stanno in questi giorni seguendo i 2024 BRICS Sports Games (si svolgono dal 12 al 23 giugno; vi partecipano 89 Stati, molti dei quali hanno mandato ai Giochi almeno uno sportivo). Si osservano la competizione tesa, l’eccitazione sportiva, i migliori atleti di tutto il mondo. E, ovviamente, la squadra russa sta facendo a pezzi tutti i suoi rivali, dimostrando il proprio altissimo livello.
I sette favoriti sono già stati determinati:
Come vedete, le grandissime potenze sportive stanno combattendo duramente per la supremazia nella competizione a squadre. È ancora difficile prevedere chi vincerà i Giochi: la concorrenza è troppo grande.
Oppure ho esagerato in qualcosa? Boh… Tanto, questa estate non c’è altro da vedere per i manici dello sport…
Ora sono pronto a comunicarvi la notizia della pubblicazione sul mio sito del traslitteratore degli alfabeti georgiani (nella storia della lingua georgiana si sono succeduti tre alfabeti diversi; io sono riuscito nella difficile impresa di farli traslitterare tutti). Come sapete – o come potete facilmente immaginare – si tratta di uno strumento che converte con un click i caratteri georgiani in caratteri latini. Nel caso specifico dello strumento proposto, la traslitterazione – o, se preferite, la romanizzazione – degli alfabeti georgiani può essere eseguita secondo qualsiasi dei 7 sistemi esistenti (ufficiali e non).
Testatelo e pubblicizzatelo tra le persone alle quali potrebbe essere utile. E, ovviamente, scrivetemi dei difetti e degli errori trovati. Spero che lo strumento si riveli utile ad almeno una persona su questo pianeta.
Seguiranno gli annunci degli traslitteratori di altri alfabeti.
Le persone più interessate possono scrivermi di quale traslitteratore hanno bisogno.
Non so se lo sapevate (se non lo sapevate, non importa), ma la scorsa settimana la città russa Kazan ha ospitato – il 10 e 11 giugno – il II Forum internazionale dei ministri dell’Istruzione chiamato «Dare forma al futuro», al quale «hanno partecipato oltre 100 delegati e più di 40 Paesi, tra cui rappresentanti di Stati asiatici, africani e latinoamericani, BRICS e Stati membri della CSI». L’organizzazione di un forum del genere nella Russia odierna, dove gli scienziati sono regolarmente accusati di spionaggio per il semplice fatto di collaborare o comunicare con i colleghi esteri, sembra già una barzelletta. Ma ci sono altri dettagli non meno ridicoli.
Per esempio: al Forum erano presenti dei Talebani! Conoscete l’atteggiamento dei Talebani nei confronti dell’istruzione, vero? Tra parentesi: (tra l’altro, nella Russia moderna ci sono anche molte persone vicine alle autorità che dicono apertamente che le donne non devono pensare all’istruzione e alla carriera, ma al produrre il maggior numero possibile di figli). Ecco: proprio nel corso del suddetto Forum i talebani si avvicinano a uno degli stand dove una donna sta lavorando con i visitatori, e la «guida» russa che accompagna i talebani caccia via la donna dallo stand per fare in modo che quella non possa offendere i sentimenti dei cari ospiti con il fatto della propria esistenza. È un filmato epocale:
La delegazione talebana, come mi è sembrato, non capisce dove e perché guardare sullo stand, ma questo è un argomento a parte.
Nelle ultime settimane (o mesi? non mi ricordo più bene) la Georgia è comparsa nei media occidentali per dei motivi tristi e/o stupidi. È iniziato tutto con le vicende legate alla approvazione della prima delle leggi copiate dalla Russia putiniana, mentre ora siamo passati al fatto che la squadra nazionale di Georgia è arrivata per la prima volta nella storia alla fase finale degli Europei di calcio.
Fortunatamente, io posso pareggiare con qualcosa di bello: dedico il post musicale odierno al compositore georgiano Zacharia Paliashvili (1871–1933).
Paliashvili, considerato il più grande rappresentante della musica classica georgiana, è noto prevalentemente per la composizione delle opere liriche e, in una misura minore, per la raccolta e la registrazione delle oltre trecento canzoni popolari georgiane. Le musiche tratte da due sue opere liriche più note – «Daisi» e «Abesalom e Eteri» – sono state utilizzate, nel 2004, per la composizione dell’inno nazionale georgiano.
Qualsiasi opera lirica (non necessariamente una di quelle di Zacharia Paliashvili), anche se molto bella, è solitamente troppo lunga per essere portata in blog (almeno secondo me). Di conseguenza, ho pensato di aggiungere, in qualità del secondo video musicale di oggi, «il meglio di Paliashvili»: così, probabilmente, vi fate una idea generale del compositore…
E io, probabilmente, un giorno tornerò ancora a Zacharia Paliashvili.
In queste cose non esiste il «troppo tardi»: questa settimana «Mediazona» ha finalmente pubblicato un’inchiesta sulla tanto sbandierata (da parte di sapete chi) «efficacia» della PMC Wagner. Utilizzando l’esempio concreto dello studio delle perdite subite durante i tentativi di conquistare il Bakhmut ucraino, l’articolo mostra ciò che prima si sapeva, in generale, solo da voci e dati sparsi: Prigozhin ha semplicemente (e secondo la vecchia tradizione russa) ammassato il fronte di carne da macello.
Come spesso accade in questi casi, la procedura di indagine in sé non è meno interessante del suo risultato.
Ieri, il 14 giugno, c’è stato il 160-esimo anniversario dalla nascita dello psichiatra e neuropatologo tedesco Aloysius «Alois» Alzheimer.
Ovviamente, nessuno se n’è ricordato.
Nemmeno chi sta leggendo ora questo post.
Riflettete.